Trama: Dotata di uno straordinario talento, la bellissima Anna de Limoges vive e lavora nel villaggio di Murat, nei pressi della frontiera con il Galles. La sua abilità di creatrice di smalti è infatti appannaggio della vicina abbazia di St. Stephen, alla quale lei è stata "ceduta" giovanissima. Un giorno però la sua tranquilla esistenza viene sconvolta da un tentativo di rapimento. A salvarla è il norvegese Swen Siwardson, che giura di proteggerla a ogni costo e di preservare la sua verginità, così come vuole la Chiesa. Ma tener fede alla parola data si fa sempre più difficile, soprattutto perché Anna sembra decisa a diventare per lui ben più di un'amica.
Commento di Lunaria: "L'uomo del nord" presenta una trama originale, perché ci racconta un Medioevo dove le donne lavoravano. Infatti Anna è stimatissima nel suo lavoro di artigiana, e verso la fine del romanzo compare anche la figura di Lily, esperta di erbe e medicine. La scena più romantica - e meglio narrata - è sicuramente quella della tormenta di neve, che sorprende i due protagonisti costringendoli ad una ritirata in una grotta... anche se nel romanzo sono assenti pagine erotiche propriamente dette. La passione tra i due non va oltre qualche casto bacio e abbraccio (in tal senso il personaggio di Anna è fedele al prototipo della vergine pudica che arrossisce) e anche la descrizione del primo rapporto dopo il matrimonio è parecchio sbrigativa. Comunque, la storia narrata è piacevole e non ha "impaludamenti". Resta soprattutto interessante l'aver dato vita al personaggio di Anna, anche perché poche persone sanno che nel Medioevo le donne svolgevano veramente moltissimi lavori:
eh sì, nel romanzo infatti compare proprio questa scena, Anna che dirige il laboratorio con i suoi aiutanti!
Assente, stranamente, la misoginia religiosa che funestava quel periodo, anche se l'autrice in qualche passaggio, facendo parlare i preti, riconferma la realtà storica del tempo relativamente alla verginità e al "peccato della carne".
Le pagine più belle:
"Con la mente ancora confusa, smontò da sola e si guardò intorno. Scosse la testa come per riscuotersi e osservò gli uomini della sua scorta mentre preparava l'accampamento. Il suono delle loro risate echeggiava tutto intorno. A un tratto Anna fu sopraffatta da un'insolita sensazione. Lo strano fomicolio che avvertì sulla nuca la fece voltare così in fretta che rimase impigliata nell'orlo della gonna e perse l'equilibrio. Si raddrizzò e un brivido le corse giù per la schiena. Sulla collina che sorgeva al di là della radura un guerriero a cavallo si stagliava contro il cielo arrossato dal sole al tramonto."
"Nonostante il calore del fuoco, Anna continuava a tremare. Swen si guardò intorno e vide il proprio mantello. Lo sollevò da terra e glielo mise sulle spalle. (...) Swen si chiese che cosa potesse fare per lei. Gli faceva male vederla in quello stato."
"Swen fece uno sforzo per non prenderla fra le braccia. Aveva una voglia pazzesca di sentire la pienezza di quei seni contro il proprio petto (...) Anna fece scivolare i palmi delle mani lungo le sue braccia e glieli posò sul torace, cedendo all'impulso di assaporare la sua forza (...) Il contrasto fra il calore delle sue labbra e l'aria fredda della notte risvegliò i sensi di Anna (...) Il chiaro di luna le inargentava il volto e faceva sembrare più chiari i suoi capelli color miele. Anna sembrava una creatura di sogno, una ninfa dei boschi evocata da qualche misterioso sortilegio. Le sue labbra rilucevano come fossero bagnate di rugiada e i suoi occhi avevano assunto una strana profondità."
Per approfondimenti sulla Letteratura del Medioevo, vedi: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/08/alle-origini-del-romanzo-rosa-medieval.html
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