"Tra Passato e Presente" di Rita Clay Estrada (Harmony Destiny)

Trama:  Hope, affermata fotoreporter, dopo aver vissuto un'angosciosa avventura in Sudamerica, decide di rifugiarsi in una piccolissima isola di sua proprietà. La solitudine e il contatto diretto con una natura incontaminata l'aiutano a ritemprare anima e corpo. Ma ben presto a queste sensazioni se ne aggiungono altre, non previste. Chi è quella calda e forte figura maschile che dice di amarla con seducente sicurezza? Che cosa ci fa sulla sua isola?  E qual è l'oscuro e intrigante mistero che l'avvolge?


Commento di Lunaria: Devo dire che ero partita con grandi aspettative ma "Tra Passato e Presente" mi ha un po' deluso.  Non tanto per la trama, che anzi è davvero originale, a tinte paranormali, vertendo sull'attrazione e l'innamoramento tra una donna dei giorni nostri, Hope, e un fantasma, Armand, ufficiale francese ucciso nel 1762 a seguito di un tradimento dei suoi complici durante una fuga d'amore con Faith (il romanzo è uscito nel 1988, ben prima dei più celebrati Urban Fantasy), ma per il ritmo con il quale è narrato, un po' claudicante e dispersivo nei capitoli centrali. Mancano atmosfere inquietanti e spettrali che avrebbero conferito un tocco gotico alla vicenda (o meglio: l'Autrice le inserisce solo nel primo capitolo... e sono pure tra le pagine migliori del romanzo), tutti i capitoli centrali con Hope che indaga sulla vita di Armand e della donna da lui amata (incredibilmente somigliante a Hope) chiedendo a storici e custodi di museo per poter ricostruire alberi genealogici e contesto dell'epoca, sono anche i capitoli più noiosi; poche (anche se ben scritte) le scene d'amore, praticamente inesistenti le spiegazioni al perché Armand sia apparso proprio a Hope, al perché di tanto in tanto sia "fisicamente toccabile" (contraddicendo il concetto stesso di fantasma incorporeo...) e il finale, per quanto bello, viene "buttato lì" senza alcuna spiegazione, se non molto generica.  C'è da dire che anche se il tutto è ridotto all'osso (qualche approfondimento a tema ESP\Karma avrebbe dato più spessore alla vicenda) la storia è comunque piacevole.

"Tra Passato e Presente" partiva da ottime premesse ma non va oltre una sufficienza, anche se la vicenda per la sua originalità è degna di nota.


Gli stralci più belli:   "Qualcuno la stava osservando. Seduta sull'erba in cima alla collina, il punto più alto di Teardrop Island, un'isoletta presso la sponda occidentale del Lago Superiore, Hope lasciava vagare lo sguardo dalle onde che lambivano la spiaggia sotto di lei, ai declivi boscosi della terraferma, fino alle acque azzurre del lago. (...) Era tesa come una corda di violino. Ecco tornare quella strana, inquietante sensazione, provata già altre volte in passato in quello stesso luogo, ma mai così nitida, così violenta: c'era qualcuno lì vicino che la stava osservando, ne era certa, lo avvertiva con ogni fibra del proprio giovane corpo. Ma chi?"

 "Fu scossa da un brivido. Aveva forse bisogno della compagnia di un uomo per dare un senso a quell'improvviso desiderio di fare l'amore, solo guardando verso la collina illuminata dalla luna? Di nuovo la mente le tendeva trappole ingannatrici, come quando era prigioniera nella foresta."

"Devo essere uscita di senno", mormorò Hope aprendo di scatto la finestra della camera oscura, così che la stanza fosse illuminata a giorno. "In questa foto mi pare di vedere dei fantasmi... Ma no, sarà uno scherzo creato dalla carta rovinata!" (...) Non si trattava di uno scherzo: c'erano figure di uomini in quella prima istantanea e anche nelle successive. E dal loro abbigliamento si sarebbe detto che erano uomini di un'altra epoca, lontana. Spiriti? Fantasmi? C'era sotto un mistero..."

"Arrivata ansimante alla sommità, avvertì di nuovo con chiarezza la presenza. Di che genere fosse, se buona o cattiva, in quel momento non lo poteva dire. (...) Infine, quando era ormai quasi buio, imboccò il sentiero in discesa e proprio allora ebbe l'impressione che qualcuno o qualcosa la trattenesse, avvolgendola in una tenera ondata di calore. (...) Riprese di corsa la discesa e, giunta a casa, si buttò sul letto. Il cielo era pieno di nubi nere, che cominciavano a coprire la luna. (...) si impose di dimenticare i fantasmi e spiriti e cadde in un sonno profondo, che lampi e tuoni non riuscirono a turbare."

"Poi si chinò per osservare da vicino il volto di lui e la sua bocca.  Si ritrovò a baciarlo, tremante: era così forte, così bello, così irresistibile! Le braccia di Armand le cinsero le spalle e la sua lingua si insinuò fra le labbra di lei chiedendo un'immediata risposta."

"Armand intanto la faceva scivolare lentamente al suolo, sulle tavole del pontile, ancora tiepide di sole nell'ombra della sera, abbandonandosi su di lei, senza mai lasciarla, quasi avesse paura di perderla. Hope divenne ben presto altrettanto impaziente di sentirlo vicino e le sue mani lo cercarono avide, imperiose: aveva bisogno di lui. Le labbra di Armand furono sul suo seno, indugiando sui capezzoli. Hope gemette mentre lui la penetrava, quasi schiacciandola con il proprio peso contro il legno del pontile, con l'acqua che si infrangeva sotto."

"Hope visse i tre giorni successivi come avvolta in una foschia indistinta, con la mente assente e il cuore vuoto. Guardandosi allo specchio si meravigliava quasi di essere la stessa persona di sempre, di vedere riflesso lo stesso volto che era abituata a scorgere da anni. "Cammina, parla, è un essere quasi umano", mormorò fra sé un mattino, alludendo a se stessa in terza persona. (...) Tutto il suo spirito era inattivo. Ogni azione che compiva era per cercare di sopravvivere fino al giorno dopo. Più nulla era importante per lei, nulla le interessava. Nulla: quello era il termine che poteva riassumere la sua vita."


Qui trovate un romanzo con una storia simile, ma narrato con più maestria: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/ricominciamo-da-noi-di-joann-ross.html


"L'Uomo della Scogliera" di Angela Devine (Harmony Jolly)

Trama:  Appena sbarcata in Cornovaglia, Rose conosce Greg: alto, moro, un fisico d'atleta e due profondi occhi scuri che le ricordano un corsaro... Lei rimane subito stregata dal suo fascino magnetico e selvaggio. Ma chi è veramente Greg? E cosa vuole da lei? Lui dice di essere un semplice pescatore che desidera aiutarla a dimenticare la cocente delusione d'amore da cui sta fuggendo.  Ma, allora, perché Rose si sente manovrata....? Come può fidarsi di quell'uomo metà pirata e metà signore?


Commento di Lunaria:  I personaggi  di "L'Uomo della Scogliera" sono accattivanti ma niente più; la narrazione procede senza grandi colpi di scena ma in modo piuttosto lineare; latitano "atmosfere misteriose" che avrebbero dato quel tocco di intrigo al romanzo e anche la bellezza ancestrale di una landa come la Cornovaglia non viene descritta come meriterebbe. Pur accennando al "Greg mi nasconde qualcosa", pensiero che di tanto in tanto fa capolino tra le pagine, l'Autrice non riesce ad infondere quel guizzo che avrebbe accresciuto il senso del mistero e alla fine "il gran scandalo" si rivela di una banalità puerile.

L'erotismo fisico è quasi assente, ad eccezione di qualche scena che non va oltre i baci. Comunque, un elemento positivo della vicenda è il fatto che Greg, pur ricchissimo, non ostenta la sua ricchezza e anzi, pur di farsi apprezzare da Rose, già delusa da una precedente relazione con un uomo benestante, decide di farsi passare come pescatore.

In conclusione: "L'Uomo della Scogliera" partiva da ottime premesse ma non va oltre una sufficienza.


Gli stralci più belli:   

"L'uomo le cinse premuroso le spalle con un braccio e la fece accomodare su una sedia. Rose lo guardò sorpresa. Tanta dolcezza da un tipo rude come lui non se la sarebbe mai immaginata."

"Rose lo fissò pensosa. Certo, desiderava con tutta se stessa ritrovare il portadocumenti, ma non era tanto sicura di volere l'aiuto di quell'uomo che la faceva sentire come un'adolescente innamorata."

"Il Covo dei pirati era a pochi passi dal sentiero scosceso che portava in cima alla scogliera. Greg saliva veloce avanti a Rose costringendola ad affrettare il passo. Ma quando raggiunsero il punto più alto del promontorio, lei dimenticò per un attimo i suoi problemi e si fermò, conquistata dalla bellezza di quel paesaggio. Sotto di loro le onde si infrangevano contro gli scogli con una forza selvaggia mentre i gabbiani volavano alti nel cielo limpido e terso."

"Su!", le ordinò tendendole le braccia. Con quanta più dignità possibile, Rose si avvicinò a lui e in un attimo si ritrovò fra le sue possenti braccia. (...) Nei suoi profondi occhi scuri si leggeva un desiderio profondo e primitivo che le fece accelerare i battiti del cuore."

"Poi con un movimento improvviso l'attirò a sé, le alzò il mento con un dito e le diede un lungo, eccitante bacio. Lei fremette dal desiderio e per un folle momento gli rispose con uguale ardore.  Si strinse forte a lui, le labbra socchiuse e tremanti, e si abbandonò con una tale intensità da lasciarla senza fiato."

"E Greg le catturò la bocca in un fiero bacio che fece vibrare Rose di passione. (...) Rose si alzò in punta di piedi, fremente di passione e iniziò a baciarlo dietro l'orecchio e lungo il collo, scossa da un bruciante desiderio (...) Con un brivido di piacere, Rose si strinse a lui, rispondendo alle sue carezze ardite con altrettanta passione e aiutandolo a togliersi i vestiti. Poi lui l'adagiò con delicatezza sopra il letto. Rose udì vagamente il vento fischiare e il tintinnio della pioggia contro la finestra, mentre si stringeva contro il corpo forte e virile di Greg. Di colpo si sentì trasportare in un vortice di emozioni violente e meravigliose e tutto sparì attorno a lei."



"Romanzo in Italia" di Myrtha (Romanzi della Rosa)



Trama: Perché sposare Pietro, si chiede Annarosa, dal momento che non si amano? All'ultimo momento manda a monte il matrimonio e parte per l'Italia accompagnata dalla burbera zia che non ha potuto coronare il suo sogno d'amore e ha vissuto da zitella. Ma se il cuore di Pietro non soffre, soffre il suo orgoglio: e Pietro si vendicherà...

Gli stralci più belli:

"[...] Annarosa ammirava la piazzetta, con le sue vestigia della grandezza dell'epoca in cui la città conobbe la massima prosperità, dall'XI al XIII secolo.

Conquistata dai Normanni insieme ad Amalfi, sua sovrana, possiede ancor oggi delle chiese e dei ruderi di palazzi nei quali l'architettura romana si adorna di mosaici bizantini secondo il gusto importato dagli arditi navigatori di Amalfi che avevano esteso il loro commercio molto lontano, verso l'oriente. [...] Dalla strada a larghi gradini che sale tra alti muri, Annarosa scorgeva ogni tanto, al di là di cancellate finemente lavorate, un angolo di giardino sovraccarico di fiori, una vasca dove zampillava una fontana, una statua antica. Muri e giardini racchiudevano palazzi o ville, antiche o restaurate, un tempo abitate dalle ricche famiglie della regione [...] Annarosa lasciava ferma la macchina e si contentava di brevi gite negli immediati dintorni; visitava chiese romaniche e palazzi in rovina, dove tanta armonia la vegetazione parassita dà alle pietre diroccate un aspetto pittoresco. [...] Dai templi greci di Pesto, che in mezzo a campi di asfodeli elevano maestosi e solitari in un cielo uniformemente azzurro i loro colonnati rossicci immutati dai secoli, agli aranceti di Sorrento; dalle rovine di Pompei dove si ritrova quasi intatto il quadro di una civiltà inghiottita e pietrificata in pochi istanti, fino alla dolcezza manierata di Capri..."

"Il sole di giugno, in quel tardo pomeriggio, aveva surriscaldato gli alberi in fiore, e l'odore invadeva a folate la macchina che aveva i cristalli abbassati."

"Attardandosi a lungo ai Fori Romani le cui rovine conservavano una così malinconica grandezza, errando tra le colonne crollate, nei templi devastati, ricordava i suoi studi letterari per meglio evocare gli eroi antichi le cui ombre sembra si aggirino ancora tra quelle pietre, e le cui grandi gesta sono inscritte su quei marmi infranti."

"L'ora già tarda aveva disperso i turisti, ed ella, sola nel crepuscolo, gustava la pace meravigliosa che regnava intorno a lei, mentre sotto i suoi occhi si stendeva la più meravigliosa delle vedute. Il panorama che si gode di lassù è dolce e riposante.  Il nastro argenteo dell'Arno lambisce la città ricca di torri, di cupole, di campanili. Le colline, cosparse di ville bianche e rosa, la racchiudono come in uno scrigno, sciamano lungo i pendii. La vegetazione ubertosa riveste i giardini disseminati di fiori e fa di ognuno un angolo di sogno. I cupi cipressi tracciano dei piani, delimitano i possessi, compongono nella campagna un insieme architettonico che ne determina e ne definisce le linee. La piana dell'Arno si estende a ponente, fertile e calma. Annarosa non si stancava mai di contemplare quello spettacolo. Nella quiete della sera, invasa da una dolce mestizia, non sapeva distogliersi dalla sua contemplazione. Una nebbiolina dorata sfumava i contorni delle colline. I cipressi si delineavano nettamente sopra un fondo di cielo perlaceo. Dalla città saliva smorzato il suono delle campane, al quale si univa il canto degli uccelli che la solitudine dei giardini rendeva più arditi. Il sole tramontato dietro lievi nubi dardeggiava ancora qualche raggio morente. (...) Annarosa, alzatasi dalla panchina e china sulla balaustra, fissava le bianche lastre di marmo e pensava, stanca, che sarebbe stato bello addormentarsi lì, per sempre. Era la prima volta che l'idea della morte la sfiorava (...) Era forse la solitudine crepuscolare che le ispirava  queste meste riflessioni (...) A meno che non fosse latente in lei, un senso di vuoto nel cuore e nell'anima."  

Film consigliato



Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/i-romanzi-della-rosa-e-dei-delly.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/la-sua-ora-di-elinor-glyn-romanzi-della.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/04/la-colomba-del-castello-dei-delly.html

''La Colomba del Castello'' dei Delly (Romanzi della Rosa)


"La Colomba del Castello" dei Delly (1952) uscì per "I Romanzi della Rosa", una serie di romanzi Rosa\Drammatici dei primi del Novecento, https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/i-romanzi-della-rosa-e-dei-delly.html veri best seller dell'epoca, che oggigiorno per i nostri parametri sono piuttosto anacronistici, ma che da appassionata collezionista di romanzi Rosa ci tengo comunque ad avere nella mia collezione... In genere si trovano alle bancarelle dei libri (bhe... li trovavo prima che qualcuno ci rimettesse agli arresti domiciliari...) messi lì a 1 euro, per lo più, ravanando nei mucchi di libri "old"... Ne ho trovati anche alcuni "gratis" lasciati lì al bookcrossing della mia città. 

A parte un paio, che sono stata una deficiente a non prendere, gli altri li ho presi tutti, e ne ho diversi, e piano piano li sto leggendo. 

Delly era lo pseudonimo di una coppia di scrittori, un fratello e una sorella francesi, che scrissero circa (se non di più) cento romanzi (ma scrittrici come Barbara Cartland sono arrivate a 800 romanzi, più o meno!)

Ebbero un enorme successo all'epoca; i loro libri erano basati su drammi, spesso con divagazioni "alla Ann Radcliffe", in castelli e foschi paesaggi, tra intrighi, complotti, fanciulle candide ed innocenti vittime di congiure o di tradimenti\macchinazioni di amanti o parenti diabolici e cose del genere, molto in linea con il Feuilleton ottocentesco.

Anche questo "La Colomba del Castello" si basa su un dramma: un ragazzino in coma viene ritrovato su una spiaggia; l'uomo che lo trova decide di adottarlo, di dargli un nuovo nome, Consalvo, visto che il bambino, dopo essersi svegliato dal misterioso sonno causato da un narcotico, non ricorda nulla; il trovatello vive felice accolto in questa nuova famiglia e amato dai suoi nuovi genitori e dai loro due figli, tra cui Ginetta, che si affezionano subito a lui. Anni dopo, quando i genitori muoiono, la sorella, Ginetta, va a lavorare come educatrice in un castello proprietà di una famiglia di protestanti, addetta all'educazione della loro figlioletta, Anna, e, guardando un ritratto, Ginetta scopre un'incredibile somiglianze tra Consalvo e l'erede del castello, misteriosamente morto decenni prima, come le è stato raccontato... in realtà, l'erede non è morto, ma è vittima di una congiura ordita dal conte e dal suo fedele ed inquietante servitore indù, che ha narcotizzato il bambino per poi abbandonarlo sulla spiaggia e togliere di mezzo l'erede... abbandonato sulla spiaggia, dove è stato trovato dal padre di Ginetta, e senza più ricordi della sua vita precedente.  Quando ormai Ginetta ha risolto l'intrigo, viene allontanata dal castello con una scusante e poco dopo Anna, la figlioletta del malefico conte, ha un incidente: mentre è sulla spiaggia, il suo cane aggredisce l'indù che è sbucato all'improvviso spaventando la bambina; il cane azzanna l'uomo, ma mentre la bambina cerca di richiamare il cane, viene aggredita dall'avvoltoio (!) dell'indù, che la ferisce gravemente alla testa; l'indù muore sbranato e la piccina viene soccorsa e portata al castello; in punto di morte, mentre Anna sta agonizzando, la piccola protestante chiede al padre di chiamare un prete: è suo desiderio morire da cattolica, essendosi sentita fin da subito attratta dalla fede di Ginetta, super cattolica osservante... Il padre, che ormai si è ravveduto e si è pentito del male che ha fatto ai danni di Consalvo, l'accontenta, e la piccina muore da vera cattolica, a mo' di santa Maria Goretti...

Il libro non è scritto male, pur grondando cattolicesimo zuccheroso ad ogni piè sospinto... e ha pure qualche divagazione sepolcrale che piacerebbe a tutti i fans di Ann Radcliffe, come questo stralcio:

"Chiacchierando, continuarono ad avanzare. Uscirono dal parco passando da un cancelletto e si trovarono nella landa. Percorrendo un sentiero sassoso, giunsero a una pineta di vaste proporzioni, che Ginetta non conosceva ancora.  Sulla landa l'aria era viva e fresca, nonostante il sole; ma penetrando sotto i pini, Ginetta fu colpita dal tepore che vi regnava. Un acutissimo odore di resina imbalsamava l'aria; dal suolo ricoperto di un fitto strato erboso sorgevano alte felci ed eriche stupende. Venendo dalla landa soleggiata, l'ombra che qui si stendeva, sembrava intensa. Un largo sentiero che l'erba invadeva era tracciato fra i pini e scendeva in dolce pendio. A un tratto Ginetta vide dinanzi a sé un lungo e basso edificio di granito nero, dall'aspetto stranamente lugubre, soprattutto con quello sfondo di cupa verzura, che proiettava all'intorno un'ombra funerea.  Si avvicinarono all'uscio di querce, semiaperto. Anna lo spinse, ed entrarono nella lunga e bassa galleria lastricata di granito, rischiarata da alte finestre ornate di vetri bianchi offuscati dalla polvere e dai ragnateli.  Da ciascun lato erano allineati i sepolcri di granito che portavano scolpito, su una lastra di marmo, il nome del morto. Un nauseante odore di muffa fluttuava nell'aria umida. La signorina Francesca era là, ritta dinanzi a una tomba sulla quale appoggiava le mani congiunte. Ella si volse e disse sottovoce: "Anna ha voluto farvi fare questa funebre visita, signorina? Che triste luogo di sepoltura hanno scelto i miei antenati, non vi pare? L'aspetto lugubre del luogo è parso loro senza dubbio in armonia con l'uso a cui volevano destinarlo. Quanto a me, non ho mai capito perché si voglia, di proposito, rendere tristi le vicinanze dei sepolcri. Vidi un giorno, in Italia, un cimitero così soleggiato, così fiorito, così luminoso, che mi sarebbe piaciuto molto riposare là! Tali luoghi ci rammentano meglio la misericordia di Dio e le bellezze del Paradiso. Qui pensiamo soprattutto alla giustizia, all'abisso eterno dell'espiazione..."  "è vero!", disse Ginetta. E in quell'istante ella rivedeva col pensiero il piccolo camposanto di Kersanlic, situato all'ombra della vecchia chiesa e profumato, nella bella stagione, dalle viole e dalle rose, a cui si univano gli effluvi del mare.  Che differenza tra la tomba dei suoi cari genitori, tutta fiorita, sormontata dalla croce redentrice, e quel freddo sepolcro!"

"Il conte Carlo Marcill e la figlia riposavano ora accanto ai loro antenati nel cupo sepolcro avvolto dall'ombra funebre dei pini. Ma il conte Roberto si proponeva di fare inalzare nella cappella del castello, restituita al culto cattolico, un sontuoso mausoleo di marmo bianco, per colei che tutti chiamavano la piccola santa, la colomba del castello di Rudsay."

perciò questo "La Colomba del Castello" si piazza al secondo posto, dopo "Atala" https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/11/francois-rene-de-chateaubriand.html nella mia classifica di romanzi cattolici ben scritti! (mirabile dictu!) qui trovate le pagine cattoliche: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/facciamo-un-altro-regalo-ai-cattolici.html


Gli stralci più belli:

"L'aspetto del paese era selvaggio e triste, soprattutto in quel pomeriggio nuvoloso. Un forte vento di mare curvava le quercie, che in fondo alla pianura limitavano, a destra, l'orizzonte. Alcune case di misero aspetto sorgevano qua e là, accanto a magri campicelli il cui prodotto non impediva ai padroni di morire di fame. Ad una svolta della strada, il mare apparve agli occhi di Ginetta. Era cupo, agitato, e lanciava i flutti spumanti contro gli scogli di cui era disseminato, contro le alte spiagge rocciose, incavate e corrose da ogni parte. Un isolotto sorgeva a breve distanza da terra. Fra i pini si scorgevano le rovine di costruzioni che dovevano essere state importanti. A una nuova svolta della strada, Ginetta vide apparire su una scarpata della spiaggia un imponente edificio, massiccio e scuro, coronato da larghe torri. Un parco lo circondava.  La giovinetta pensò: "Senza dubbio, è il castello di Rudsay." E il suo cuore, già così triste, si serrò maggiormente, poiché l'aspetto di quella dimora, posta su un tale sfondo e sotto un cielo denso di nubi oscure, era quasi sinistro. La carrozza entrò in un viale di quercia piegate dalla tempesta d'alto mare, e si fermò in un immenso cortile, dinanzi a un portico di granito nero."

"Alcuni istanti dopo, la comitiva ch'era passata silenziosamente attraverso i corridoi illuminati dalla lanterna cieca portata da Marta, si trovava fuori del castello e penetrava nel parco. Sopra i notturni viandanti, che avanzavano faticosamente, perché le raffiche erano spaventose, le cime degli alberi scricchiolavano, gemevano e pareva ad ogni istante che gli enormi rami dovessero spezzarsi e cadere sul capo di quegli audaci. Ma sotto i pini che circondavano il sepolcro, la tempesta diventava meno intensa: mentre ruggiva all'intorno, pareva volesse rispettare il sonno dei defunti Marcill."

"Poi mi sono avvicinata a una finestra di cui Marta lascia sempre aperte le imposte perché mi piace di veder spuntare il giorno. La notte non era oscurissima e, voi riderete della mia fantasia, mi è parso di vedere delle ombre passare in un viale del parco."

"E stendeva il braccio verso uno scoglio sulla cui cima era appollaiato l'avvoltoio il quale, allungando l'orribile collo nudo, guardava le due fanciulle che si avvicinavano (...) L'indù, steso sulla sabbia dietro a uno scoglio, si sollevava repentinamente dinanzi alle giovinette. Anna, impallidendo, gettò un grido di terrore. Nero, che vagava per caso a breve distanza da loro non avendo ancora fiutato Rarvari, intese il grido e scorse l'indù. Temette forse un attacco contro la sua padroncina? Comunque, balzò, e, senza ringhiare, si slanciò sull'uomo che cadde a terra. (...) I suoi terribili denti s'affondarono nella gola di Rarvari, che ebbe appena il tempo di emettere un sibilo stridente. S'intese un batter d'ali: l'avvoltoio si avventava contro l'aggressore del suo padrone...  (...) Un grido di terrore le rimase soffocato in gola. Prima di poter fare un movimento per fuggire, si vide avvolta dalle ali immense dell'uccello rapace, sentì il becco terribile colpirle ripetutamente il capo, e cadde perdendo i sensi. (...) Ma Francesca non pensava più che ad Anna. Inginocchiata presso la bimba, ne sollevava la testina insanguinata."

"Ginetta, giunta alla spiaggia, sedette nell'insenatura d'una rupe. Di lì vedeva il luogo dove s'era svolto il dramma che aveva avuto per epilogo la morte di Anna. Dinanzi a lei si stendeva l'isoletta in cui si ergevano le rovine del monastero dei Santi Martiri. Un caldo sole estivo dorava le vecchie mura rossastre, ricoperte in parte dal folto strato dell'edera. L'impressione di cupa tristezza che Ginetta aveva sempre provata osservando il convento debastato, non si ripeteva oggi: la colomba annunziata dal giovane monaco martirizzato aveva liberato la stirpe dei Marcill dalla maledizione che gravava su di essa, e l'odierno conte di Rudsay ben saprebbe riparare le mancanze dei suoi antenati. Ginetta aveva appoggiato il mento sulla mano e il suo sguardo vagava ora sul mare di un bel verde profondo, insolitamente calmo. Una strana tristezza la opprimeva da parecchio tempo."


P.s qui potete vedere altre due copertine di "La Colomba del Castello" https://i.pinimg.com/originals/8f/76/f7/8f76f7d3322f3a9c571d228ca9642cf5.jpg

https://www.ebay.it/itm/254701668535?chn=ps&norover=1&mkevt=1&mkrid=724-159604-675279-6&mkcid=2&itemid=254701668535&targetid=4587368673256589&device=c&mktype=&googleloc=&poi=&campaignid=403380741&mkgroupid=1340305233841753&rlsatarget=pla-4587368673256589&abcId=9300424&merchantid=136824&msclkid=086ae91de96a10cdac6b8943977bf4b3

e qui la "visione simbolica" della colomba aggredita dall'avvoltoio, che compare ad un certo punto nel romanzo, nel sogno della bambina, a mo' di profezia che preannuncia la morte di Anna https://i.pinimg.com/originals/8f/76/f7/8f76f7d3322f3a9c571d228ca9642cf5.jpg

immagini più in linea con il libro, rispetto alla copertina che ho io, che sembra la réclame di un parrucchiere degli anni Sessanta! :P

Dagli stessi Autori vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/01/la-fine-di-una-valchiria-di-delly.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/orgoglio-domato-dei-delly-romanzi-della.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/figlia-del-mistero-dei-delly-romanzi.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/delly-liala-gli-stralci-piu-belli.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/la-sua-ora-di-elinor-glyn-romanzi-della.html


"La Strega e il Cavaliere" di Deborah Simmons (Romanzi Storici)

Trama:  Galles, 1282. Brighid l'Estrange non è una ragazza come tutte le altre, bensì l'ultima discendente di un'antica famiglia nel cui sangue scorrono poteri magici. Quando riceve la notizia della morte del padre, un alchimista che si era rifugiato a lavorare nelle lontane selve del Galles, decide di mettersi in viaggio per andare ad investigare di persona e Stephen de Burgh, il figlio più bello del conte di Campion, sarà il suo riluttante accompagnatore: il giovane ne farebbe volentieri a meno di scortare quell'algida e distaccata fanciulla, ma il padre gli impone di assolvere il suo compito... Strappato alla noia della vita di palazzo, al libertinaggio e ai piaceri del vino, Stephen accompagnerà Brighid in un'avventura in cui entrambi dovranno affrontare ciò che temono di più: l'abbandono delle certezze, le incognite del futuro e... l'amore.

Commento di Lunaria: Leggendo la trama ero elettrizzata all'idea di leggere "La Strega e il Cavaliere": una donna che padroneggia le arti magiche, il Galles del Medioevo, il giallo sulla morte del padre alchimista, un'Autrice che mi aveva entusiasmato con "Luci e Tenebre" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/luci-e-tenebre-di-deborah-simmons.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/02/i-segreti-del-labirinto-di-deborah.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/tesori-sepolti-di-deborah-simmons-i.html) e invece... e invece "La Strega e il Cavaliere" è decisamente prolisso, i suoi punti di forza (la donna con poteri magici, l'alchimia...) sono resi in sintesi, il "flirt" tra i due (che inizia con battibecchi vari) è tirato per le lunghe, praticamente assente l'erotismo (compare pienamente solo a pagina 304 su un totale di 313 pagine... in precedenza sono tutti baci dati in fretta e furia su una Brighid imbarazzata), un peregrinare assurdo che si trascina per pagine e pagine dove non succede quasi niente, quel poco di brivido (l'attacco dei briganti, Brighid si trova faccia a faccia con l'assassino del padre...) subito stemperato. Non è pessimo, perché l'Autrice sa scrivere e approfondisce nel dettaglio la psicologia dei personaggi, ma è veramente tirato troppo per le lunghe e rischia di sfibrare, inutilmente, la lettrice.

N.B: Questo romanzo è uscito con due copertine diverse:





Gli stralci più belli:   

"Non che quella ragazza, dopotutto, gli interessasse davvero, si disse, anche se i suoi occhi avevano la più strana sfumatura di verde che avesse mai visto (...) erano come le profondità dell'oceano. Occhi da strega. Quel pensiero gli si presentò alla mente all'improvviso e Stephen sbuffò. Tutti quei bisbigli a proposito di poteri arcani avevano cominciato a fargli immaginare le cose."

"Brighid". Batté le palpebre, confusa, mentre il suo nome veniva pronunciato nell'oscurità, ma subito riconobbe la voce.  Roca e profonda, le fece correre un piacevole brivido lungo la schiena, mentre il suo corpo veniva invaso da un fuoco liquido troppo potente per essere ignorato. (...) Si voltò e lui era lì, che la prendeva fra le braccia, e quando quel corpo muscoloso toccò il suo, nudo e accogliente, lei annegò in un mare di sensazioni che la stordirono. Lo attirò a sé, e finalmente torreggiò su di lei. Il suo sguardo le tolse il fiato e lei capì che tutta la magia e tutti i misteri dell'universo erano a portata di mano..."

"Brighid ebbe solo un momento per ammirarlo, perché uno dei briganti l'aveva raggiunta e la stava tirando per il mantello. Lei tenne le redini con una mano e cercò di difendersi con l'altra, ma stava perdendo la battaglia e lo sapeva. Poi, all'improvviso, si erse in tutta la sua statura e la sua voce sovrastò la battaglia alle sue spalle, mentre intonava un'antica maledizione celtica."

"Lo rivide com'era stato in battaglia e seppe che, finché fosse vissuta, non avrebbe mai dimenticato la vista di Stephen de Burgh che s'ergeva in tutto il suo splendore di cavaliere per sbaragliare i briganti con un solo fendente della spada."

Per approfondimenti, vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/08/alle-origini-del-romanzo-rosa-medieval.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/la-gorgone-e-il-cavaliere-di-deborah.html