"Gabriel l'Immortale" di Rebecca Flanders (Harmony Destiny)



Trama:  Durante una spedizione sulle Ande, alla ricerca di testimonianze archeologiche, l'antropologa Gillian cade da un dirupo. E a trarla in salvo è Gabriel, dai lunghi capelli castani-biondi e dalla braccia forti. Gabriel non è un tipo qualunque. La sua casa si trova sotto un vulcano, la sua gente lo venera, il suo cuore è... immortale. Eppure anche lui ha bisogno di una donna, ha bisogno di lei... Gillian e Gabriel riusciranno ad amarsi? E soprattutto, tra la vita eterna e Gillian, Gabriel cosa sceglierà, quando si troverà costretto a rivelare a Gillian la sua vera identità e a sacrificare parte di sé per salvarla?

Commento critico di Lunaria:  "Gabriel l'Immortale" è uno dei miei Harmony preferiti. Scritto da Rebecca Flanders, nel 1994, decenni prima di "Twilight", già gettava le basi di un genere che da "Twilight" in poi sarà appunto etichettato come "Urban Fantasy". Per curiosità: la Flanders è stata un'Autrice prolifica che aveva già alle spalle dozzine di altri romanzi rosa:







 
"Gabriel, l'Immortale", quindi potrebbe essere considerato il precursore del genere, una forma primigenia, uno dei capostipiti, consci che nessuno inventa qualcosa dal nulla, ma che le opere (tanto musicali quanto letterarie)  dei singoli autori sono piuttosto la somma di cose che le hanno precedute, di vari strati di influenze.
A colpire, in questo "Gabriel, l'Immortale" (introdotto da una suadente copertina) oltre all'intreccio della vicenda e al ritmo accattivante  - l'Autrice è abilissima a mischiare il "vedo e non vedo", calibrando la tensione e gli "indizi" che portano la lettrice a pensare: "Ma chi è Gabriel? Un uomo o un angelo?" fino alla risposta finale che chiude il libro - sono anche le memorabili pagine dense di seduzione e di amore (i monologhi dei protagonisti, i loro sussurri a fior di labbra l'uno accanto all'altra, ma anche le schermaglie psichiche che almeno all'inizio servono come cautela "nel tutelarsi dagli inganni", la paura del "avere di nuovo il cuore spezzato") e di una notevole complessità psicologica che rende i protagonisti vividi e "concretamente carnali", e non solo dei meri e distaccati personaggi "stereotipati" (l'indole e i sentimenti di Gillian, giovane vedova, il dolore ma anche la passione erotica travolgente a cui i due quasi soccombono, il tormento esistenziale di Gabriel che lo porta a sentirsi "dannato" perché è costretto a sopravvivere nei secoli, vedendo morire chi ama... tematica che sarà citata anche da "Twilight", appunto; tutte emozioni che non mancheranno di entusiasmare le lettrici che nella letteratura rosa cercano "uno specchio" dei loro personali vissuti e si affezionano ai personaggi "di carta", soffrendo con e per loro, amando per e con loro). Per queste ragioni se dovessi scegliere tra i moltissimi Harmony letti dal 1999 ad oggi quello che più ho amato, che più ho ricordato negli anni (lessi il romanzo nel 2002, comprandolo sul mercato dei libri all'usato), che più mi ha entusiasmato, come primo titolo menzionerei proprio "Gabriel l'Immortale", che è il libro che considero il gioiellino più prezioso nella mia collezione di Harmony. Dispiace che un libro che con buona probabilità potrebbe piacere anche a chi impazzisce per le saghe di Twilight/Fallen/Touched (nel mio caso, soprattutto Touched)



sia oggigiorno difficilmente reperibile... Speriamo che Harmony, magari per cavalcare l'onda, si decida a ripubblicare (anche con nuova veste grafica, perché no) anche quei romanzi, usciti per la serie di "Destiny" o "Sesto Senso" che anticipano molto certe atmosfere Urban Fantasy. Sarebbe davvero un regalo gradito alle tante fans del genere che avrebbero modo di ripescarsi questi primi tentativi di storie d'amore su atmosfere paranormali e arricchire la loro collezione con queste piccole gemme. Certo, la storia è auto-conclusa e del passato millennario di Gabriel ci viene detto solo l'essenziale; volendo trattarlo nei dettagli, si sarebbe potuto allungare la storia ad almeno altri 2-3 volumi, ma tutto sommato questo libro si fa apprezzare anche per la brevità (lo si legge in un pomeriggio, volendo, sono 158 pagine), rispetto al volume-extra-di-400-e-più-pagine a cui ci hanno abituato certe autrici. Gabriel resta comunque un bellissimo personaggio maschile, che ci fa sospirare, entusiasmare, palpitare, innamorare, come i successivi Edward, Daniel o Evan. A quale appassionata di storie d'amore non piacerebbe trovare rifugio tra quelle braccia e perdersi nei profondi occhi profondi come l'oceano, in un'atmosfera in bilico tra realtà e mistero? 


Gli stralci più belli del libro:

Gillian Aldair non era pronta a morire. Se ne rese conto solo quando sentì cedere  il terreno sotto i piedi e cominciò a precipitare lungo la scarpata dalla quale c'erano poche speranze di riemergere viva [...] Le era sempre più difficile respirare. Le ombre attorno a lei sembravano allungarsi, ma nel suo stato di semidelirio non avrebbe saputo dire se la causa fosse il trascorrere del tempo oppure l'incombente perdita di coscienza. Con certezza sapeva solo che non voleva morire [...] Fu allora che si rese conto che il volto che incombeva su di lei non era semplicemente quello di un uomo. Lineamenti affilati e ben marcati, zigomi alti, fronte spaziosa, labbra carnose, pelle dorata dal sole, spalle larghe e forti i cui muscoli guizzavano mentre si affannava a liberarla dai detriti che la intrappolavano. Lunghissimi e folti capelli castano chiaro con striature dorate incorniciavano quel viso che Gillian voleva memorizzare, adorare. Era il viso di un uomo che sapeva placare il dolore, che la stava restituendo alla vita proprio quando era giunta a capire quanto fosse preziosa. Era il viso di un angelo. "Chi sei?" cercò di chiedergli, ma le parole le uscirono in un mormorio inintelligile attraverso le labbra tumefatte e incrostate di sangue. L'espressione di lui era calma, decisa e stranamente gentile. I suoi occhi azzurri come il mare in bonaccia erano di una bellezza mozzafiato.

Quando Gillian abbassò il capo, lui fece scivolare le dita delle sue guance alla nuca, affondandole tra i capelli. Lei lo scrutò negli occhi e avvertì incerto il suo respiro e il proprio.
"Chi sei?", gli chiese in un bisbiglio.
Gli occhi di lui, del colore degli abissi oceanici, erano cupi di passione. "Il tuo sogno divenatato realtà", le sussurrò.
Sta per baciarmi, si rese conto Gillian. Vide il suo sguardo abbassarsi, la sua bocca protendersi. Poteva assaporare il profumo del suo respiro, percepire la sua forza. Si sentì come Persefone nell'Ade, conscia che un solo assaggio avrebbe potuto condannarla, per sempre, ma priva della volontà di resistere. All'improvviso però, inaspettatamente, trovò il coraggio di farlo.

"Credo di aver capito. Pensi che io voglia sedurti, reclamare il tuo corpo e conoscerne i piaceri. Ah, Gillian, quanto poco mi comprendi!". L'afferrò delicatamente per le braccia fissandola negli occhi con una intensità che rinnovò l'eccitazione di lei. "Un tempo, quando ero giovane, smaniavo per quei deliziosi giochi di seduzione." [...] Il timbro della sua voce era profondo e ardente, ma c'era tristezza nei suoi occhi, una segreta malinconia che colmava di perplessità e timore. "Invecchiando, però", proseguì, "sono diventato più selettivo, più esigente. Il piacere fisico è troppo fugace e inconsistente... E la virtù che tanto ti affanni a difendere è la cosa che meno mi interessa. Voglio molto di più da te che la tua compagnia nel mio letto. Voglio la tua mente, la tua anima, ogni tuo pensiero e desiderio. Voglio imparare da te, voglio che tu mi faccia sorridere e riflettere. Voglio saziarmi di te, ubriacarmi di te, perché niente come te è entrato nella mia vita da tanto, troppo tempo." Quel torrente di parole la lasciò stordita, inebriandola come avrebbero potuto inebriarla i suoi baci. "Ti desidero, Gillian. Non avere dubbi in proposito. E forse un giorno vedremo insieme il cielo dal mio letto. Quel momento arriverà solo quando tu lo deciderai. E fino al allora, sarò il tuo servitore, pronto a obbedire a ogni tuo volere."

Lui si fermò e, afferrandola delicatamente per le spalle, la fece voltare verso di sé. "E una volta là, sotto il tuo portico, cosa accadrebbe? Ci daremmo un bacio profumato d'estate? Ci confideremmo segreti e scambieremmo promesse eterne? Ci innamoreremmo sotto la luce argentata della tua piccola città addormentata?" Ipnotizzata dai suoi occhi, dalla sua voce sensuale, dal tocco delle sue dita, si sentì il cuore martellare nel petto e il sangue infiammarsi di aspettativa. "Innamorarsi è inevitabile in luoghi magici come questo", mormorò.

"Sì... sì, lo so", ansimò lei tra sé. E in quel momento, sospesa sull'orlo della consapevolezza, le parve che la risposta alle proprie domande fosse a portata di mano. Un sospiro, un bacio, un lungo, disperato abbraccio... perché desiderava Gabriel, desiderava tutto di lui, anima e corpo, con una smania totale e accecante, mai provata fino ad allora. E questo la terrorizzava, la rendeva furiosa, la sgomentava.

Lui aveva ragione. Nonostante il suo contegno di esasperante segretezza e persistente intrigo, non era di Gabriel che lei aveva paura, ma delle sensazioni che lui le suscitava. Sì, lui era fonte di confusione, di mistero, di irrazionalità e di tutte quelle cose alla cui conquista lei aveva dedicato la vita, ma non era questo l'aspetto peggiore della situazione. Il peggio erano le emozioni che lui le aveva scatenato dentro, le ceneri di sentimenti creduti spenti che ora lui aveva ravvivato. Non era pronta a far fronte a quelle sensazioni, non adesso, non con lui.

Lui tentò di dire qualcosa, ma le parole gli uscirono biascicate. I suoi occhi, quegli splendidi occhi che sondavano l'anima, erano inebetiti e annebbiati e guardarli spezzava il cuore. Gillian si affrettò a esaminare la ferita e capì subito che era senza speranza. Appallottolò i lembi della sua tunica e la premette sulla ferita, ma s'inzuppò di sangue in un secondo. [...] "Gabriel... devo andare a cercare aiuto. Tornerò in un lampo. Starai bene, vedrai, io...". "Gillian", mormorò lui sollevando una mano insanguinata e sfiorandole la guancia, "Non darti pena". Le lacrime gli inondarono gli occhi. Tentando di non singhiozzare, gli prese la mano e la baciò.

Un sorriso amaro gli affiorò sulla bocca. "Per quanto a volte lo desideri, non posso morire. Mai."
"No. è impossibile", mormorò Gillian scossa da tremiti incontrollabili.
"Lo hai visto tu stessa."
"No. Non può essere. Nessuno vive in eterno. Non è assolutamente possibile".
"Vuoi un'altra dimostrazione?", domandò lui seccamente. "Devo lanciarmi da questa sporgenza, così che tu possa rivivere l'orrore? Lo vuoi, Gillian?"

Sdraiata sul letto, gli occhi gonfi e arrossati per le lacrime, era troppo esausta per piangere ancora o per pensare, ma incapace di spegnere la mente. Frammenti di pensieri le vorticavano nella testa, alcuni così irrilevanti da sfuggire alla coscienza come sabbia attraverso un setaccio, altri così elevati e terribili nel loro significato da non riuscire a trattenerli per più di un momento. Il senso della vita. La certezza della morte. Le nuvole e i cherubini sul soffitto sopra il letto di Gabriel. Brani di ricordi: Volevi che tuo marito vivesse per sempre? Sì desidera sempre che le persone che amiamo vivano per sempre... Un picnic in giardino. Occhi che ardevano di passione, che s'incupivano di tristezza. Occhi che vedevano nell'infinito...

"Ho sempre desiderato credere in te. Solo che avevo paura." Una luce inattesa lampeggiò negli occhi di lui. Cautela, vagamente spruzzata di speranza, colorò la sua espressione. "E ora non ne hai più?"
"Dovrei?"
"Hai scoperto un mostro."
"Ho scoperto un angelo. Ed è questo che sei sempre stato per me."
Un ultimo passo, e Gillian fu tra le sue braccia.

Gillian si abbandonò al bacio, al sapore e alla forza di lui, alla sua travolgente dolcezza, e si smarrì in quella intensa magia. Aveva sempre intuito il potere di Gabriel, ma solo ora lo comprendeva. Improvvisamente, però, la stretta di Gabriel si fece intermittente, come se stesse lottando contro i propri istinti e si staccò dalle sue labbra [...]
"Lo sai cosa sono".
"Gabriel, si desidera sempre che coloro che amiamo vivano in eterno."
Lui inspirò a fondo e una struggente tenerezza mista a sofferenza discese sul suo viso. "Non volevo arrivare ad amarti... Non posso amarti."

Il bacio che li unì nuovamente li infiammò come un incendio indomabile. Gillian si sentì debole per la passione, ma forte di certezze. In vita sua non era mai stata più sicura di qualcosa come di quell'uomo, e mai era stata più spaventata. Quando la sollevò tra le sue braccia, chiuse gli occhi e si lasciò portare dove lui voleva. Gabriel non ricordava l'ultima volta che aveva perso il controllo in modo così totale. Forse secoli e secoli prima. Era conscio che solo dolore e separazione sarebbero stati l'inevitabile conseguenza [...] Aveva vissuto le vite di mille uomini e amato mille donne, ma nessuna di loro era stata reale prima di Gillian [...] Come aveva potuto vivere tanto a lungo senza di lei? La sua anima assetata e sofferente come poteva sopportare un altro attimo di solitudine? [...] Attraversò corridoi e stanze private, raggiunse la propria camera, il letto che nessuna donna aveva mai diviso con lui. Adagiò Gillian sulla coperta di pelliccia, assaggiò ancora la sua bocca e assaporò la carezza delle sue mani che tentarono di trattenerlo quando si ritrasse da lei. Gabriel si spogliò rapidamente e sentì l'alito dell'aria fredda sulla pelle nuda. Era febbricitante ma forte, possente ma al contempo debole per il desiderio. Vibrava di cento, mille sensazioni e tutte gli parevano nuove. E quando Gillian gli tese le braccia, naufragò affamato e impotente nella meraviglia che lei era.
"Gabriel" gli sussurrò all'orecchio inarcandosi impaziente contro di lui. "Angelo..." Lui le baciò il viso, il collo, le braccia. Ah, il suo sapore! Se ne imbevve, lo lasciò scorrere nelle vene, lo seppellì nella propria mente, per essere custodito come un tesoro per i lunghi squallidi anni a venire. Catturando la sua bocca in un bacio vertiginoso, la liberò della gonna e sentì le sue gambe snelle intrecciarsi alle proprie, la morbidezza del suo ventre premergli contro l'eccitata virilità. Si staccò dalle sue labbra respirando affannosamente e, vedendo i suoi occhi scintillanti e il suo viso accaldato dalla passione, fu assalito da un rinnovato impeto di sensazioni, di stupore e desiderio. Mormorando il suo nome, le sfilò la camicetta e raccolse nel palmo delle mani i seni palpitanti. Lei rabbrividì quando Gabriel avvolse la sua lingua attorno a uno dei capezzoli assaporandone la dolcezza e gemette quando sentì quelle dita forti ma carezzevoli muoversi nell'umido tepore della sua femminilità [...] era questo che lui bramava, l'unica cosa che contasse nella vita, che valesse qualunque prezzo: conoscerla, adorarla, anche solo per un breve, fugace momento. "Gillian, amore mio", le bisbigliò inalando il profumo della sua pelle, "un giorno ti mostrerò i segreti degli amanti attraverso i secoli, insegnerò al tuo corpo piaceri inimmaginabili. Ma per ora, lascia solo che ti ami."

Gillian era sconcertata. Quell'uomo prodigioso aveva vissuto mille vite,  visto nazioni sorgere e crollare, civiltà fiorire e scomparire, assorbito la saggezza dei secoli, ascoltato antichi filosofi, combattuto cento guerre, conosciuto re, regine e cortigiani... e amava lei. [...] Amava quell'uomo, quel re del tempo, quel guardiano dei secoli. Il dolore, le pene e i desideri di Gabriel erano anche i suoi. [...] Una lacrima corse sulla guancia di Gillian. Il dolore che la lacerava era il dolore di Gabriel [...] Gabriel le si avvicinò e strinse le sue mani nelle proprie. Si lasciarono cadere sul letto e si smarrirono nuovamente nelle promesse del loro amore.

"Non potrei mai stancarmi di te. Mi ci vorrebbero dieci vite solo per scoprire tutte le cose che amerei in te. Il mio unico rammarico è che non ci sia abbastanza tempo per amarti come vorrei. Per l'eternità."





Per leggere la recensione a ''L'uomo del ritratto", vedi: http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/luomo-del-ritratto-di-rebecca-flanders.html
Per "L'acchiappafantasmi!" http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/lacchiappafantasmi-di-rebecca-flanders.html
Per "Ma la notte...sì" http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2018/03/ma-la-nottesi-di-rebecca-flanders.html

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