"La rosa del cavaliere" di Joanna Makepeace (Romanzi Storici)



Trama: Inghilterra 1471. La notizia che l'esercito dei Lancaster è stato sconfitto nella battaglia di Tewkesbury e che molti nobili fedeli alla Rosa Rossa sono caduti nelle mani dei nemici sconvolge la vita di Rosamund. Suo padre, Lord Kinnersley, combatte al fianco dei sostenitori di Enrico VI e Margherità d'Angiò, e Arthur, il fratellino di 12 anni, è fuggito di casa per andare a cercarlo. Decisa a rintracciarlo prima che si cacci nei guai, Rosamund lo insegue ma, mentre si è fermata a soccorrere un moribondo, viene catturata, con l'accusa di essere una saccheggiatrice di cadaveri, da un gruppo di soldati agli ordini di Simon Cauldwell, un affascinante cavaliere che fin dal primo istante suscita in lei il desiderio di abbandonarsi alla passione. Ma quell'uomo è pur sempre un nemico...


Commento critico di Lunaria: Joanna Makepeace, studiosa di storia e letteratura inglese, ha al suo attivo oltre cinquanta romanzi, quasi tutti storici. Ed effettivamente questo "La rosa del cavaliere", introdotto da una sublime copertina di sfolgorante bellezza,


è principalmente un romanzo storico ricostruito con grande abilità: dai particolari degli abiti alle usanze sociale del tempo, tutto è stato descritto con precisione certosina. Non manca, certamente, l'intrigo amoroso (oltre alle schermaglie politiche per la lotta al trono, che hanno portato alla guerra, e i complotti all'interno della stessa famiglia dei Kinnersley) ma risulta appena appena accennato e quasi sommerso dalle vicende storiche che si sussegguono pagina dopo pagina. Per cui se siete alla ricerca di roventi pagine d'amore e eros resterete deluse e annoiate: nel romanzo l'autrice introduce brevemente (e con poche parole) l'attrazione tra Rosamund e Simon, vissuta quasi pudicamente (forse anche per il contesto cristiano dell'epoca?) e soprattutto, diluita qui e lì, senza continuità: ci tocca aspettare per 100 e spesso più pagine, per assistere a Simon che baci Rosamund e siamo praticamente alla breve descrizione di fugaci e casti baci sulla guancia, mentre il rapporto carnale si consuma, celermente, solo verso il finale, ovviamente dopo il matrimonio. Viene dato soprattutto spazio e risalto alle diatribe della Casa di York, all'andamento del castello, alle usanze del tempo (a cominciare dal linguaggio e dai banchetti o dai rapporti tra castellana e servitù) ma molto poco spazio all'eros vero e proprio, tanto che il romanzo, seppur fitto di descrizioni particolareggiate degli stati d'animo dei personaggi, risulta molto freddo sotto l'aspetto dell'amore carnale e quasi da educanda. Assente, incredibilmente, qualsiasi accenno alla caccia alle streghe e alla misoginia religiosa, che nella realtà storica vera e propria, sconvolgeva proprio quegli anni storici.
In conclusione, "La rosa del cavaliere" è un bel romanzo storico, che descrive minuziosamente come doveva essere la realtà di quegli anni, almeno nella vita nobiliare; ma se cercate un romanzo d'amore con scene erotiche bollenti, resterete deluse, perché l'autrice predilige la narrazione da romanzo storico, e non tanto quella da romanzo rosa.

Gli stralci più belli:

"Per il momento nessuno cercava di catturarla. Con un altro singulto strozzato, Rosamund si rese conto che non poteva aiutare Tom. Magari il vecchio servitore era già morto. Doveva scappare. Inutile cercare rifugio nella locanda. Quegli ubriaconi dovevano aver già usato violenza a tutte le fanciulle presenti e forse avevano anche ferito o ucciso il proprietario per rubargli la birra. Rosamund strappò un lembo dell'orlo della gonna per essere più libera nei movimenti e si allontanò. Nella siepe di biancospino che fiancheggiava il sentiero si apriva un piccolo varco attraverso il quale passò, incurante di scorticarsi il viso e le mani fra i rovi (...) Con gli occhi accecati da lacrime di disperazione e di stanchezza, Rosamund avanzava a fatica sul terreno accidentato del pascolo, sperando di andare nella direzione giusta (...) Non sapeva che ore fossero, ma il sole si stava abbassando sull'orizzonte e presto avrebbe dovuto affidarsi solo al chiarore delle stelle per andare avanti."

"Rosamund aveva sempre pensato che se un uomo che non fosse suo marito avesse cercato di avvicinarsi a lei in quel modo, si sarebbe difesa fino alla morte o allo svenimento, invece trovò meravigliosa quella travolgente eccitazione e un gran calore le pervase il corpo, anche in parti che la facevano arrossire al solo pensarci"

"Rosamund annuì e abbozzò un sorriso, serrando le labbra quando lo vide uscire dalla locanda. Nelle ultime ore si era abituata a contare su quell'uomo, ad affidarsi alla sua forza e alla sua autorevolezza. Si sentiva confusa. All'inizio aveva paura di lui, ma adesso gli era grata per la considerazione che le aveva dimostrato. Dopotutto per il bel cavaliere era una sconosciuta, una persona di scarsa importanza. Però non doveva dimenticarsi che Sir Simon era un nemico di suo padre e che non doveva fidarsi completamente di lui, si ammonì prontamente."

"Come aveva confidato a Martha, la vicinanza di quell'uomo la turbava e la reazione che aveva avuto quando lui l'aveva stretta tra le braccia la spaventava ancora (...) Aveva paura di lui... o di se stessa?"

"Come faceva sempre quando era confusa o turbata, Rosamund andò a rifugiarsi nel giardino di sua madre, dove si sentiva vicina alla meravigliosa donna che aveva amato con tutto il cuore e della quale sentiva ancora la mancanza. Si sedette sulla panca e appoggiò il mento sulle mani, fissando i cespugli di rose al di là del prato. Fra poco sarebbero stati in fiore. Il profumo delle erbe aromatiche impregnava già l'aria. Chissà se lei e Arthur sarebbero stati ancora lì per la raccolta e l'essicazione delle erbe?"

"Sir Simon le prese le mani fra le sue. "L'ultima cosa che avrei voluto fare era causarvi sofferenza", le disse fissandola con gli incredibili occhi azzurri. Rosamund rimase paralizzata come un coniglietto spaurito. Eppure non aveva paura di lui. Quando Simon l'attirò contro di sé, le prese il mento fra due dita e si chinò a baciarla, non si ritrasse, ma assaporò con gioia la dolcezza di quel contatto, rispondendo al bacio dapprima timidamente, poi con maggior abbandono."

"Com'era bella!, pensò lui. Avvolta nella veste da camera di broccato verde chiaro e argento, con la massa di capelli castani che le scendevano fino alla vita in morbide onde e i luminosi occhi dorati colmi di tristezza, Rosamund era una visione da fiaba. Simon sarebbe voluto andare vicino per prenderla fra le braccia e baciarla così da farle dimenticare ansia e preoccupazione. Avrebbe voluto stringerla forte contro di sé per farle dimenticare tutto, per farle sentire solo la forza delle sue braccia e il calore delle sue labbra sulla bocca."

"Ros, dimmi che non sposerai quell'uomo", insistette Arthur. Il suo viso dai lineamenti infantili era diventato una maschera di sofferenza.
"In questo momento non saprei come evitare questo destino, Arthur", rispose Rosamund debolmente. Era come inebetita, svuotata di ogni capacità di provare emozioni: si muoveva, respirava e parlava senza provare niente." 

"Se Simon l'amava davvero sarebbe venuto. Ma... l'amava davvero? Adesso che aveva deciso di non sposarlo, perché Simon avrebbe dovuto rischiare la propria vita per venire a salvarla? Rosamund ardeva dal desiderio di rivederlo, anche se fosse stato per l'ultima volta. Il ricordo dei pochi momenti di passione che avevano condiviso le procurò un lungo fremito in tutto il corpo. La sensazione che aveva provato quando lui l'aveva stretta contro il suo corpo forte e muscoloso, il calore del suo respiro contro la guancia, il suono autoritario eppure tenero della sua voce le fecero accellerare i battiti del cuore."


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