La Touched saga: gli stralci più emozionanti!

 Il mio Urban Fantasy preferito 💓

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LA CAREZZA DEL DESTINO

Uno sguardo, e Gemma capisce di essere perduta. Non ha idea di chi sia quel ragazzo, ma da quando l'ha incontrato non fa che pensare a lui, al suo sorriso enigmatico e ai suoi occhi impetuosi come il mare in tempesta. E anche Evan è rimasto stregato da lei e dalla forza del legame che si è subito creato tra loro. Potrebbe essere l'inizio di una storia d'amore perfetta, eppure Gemma è divorata dai dubbi. C'è qualcosa di oscuro in Evan, qualcosa che la spaventa. Forse perché, a volte, Gemma è l'unica a notare la presenza di Evan, mentre per tutti gli altri sembra invisibile? O perché alcune persone sono state trovate morte poco dopo essere state viste con lui? Una sola cosa è certa: in fondo al cuore, Gemma sa che la sua vita dipende da Evan. E in effetti è così... anche se non nel modo in cui lei s'immagina. Il destino di Gemma, infatti, è segnato: il suo tempo sta per scadere. E la missione di Evan è accompagnarla nel regno dei morti. Questa volta però è diverso. Questa volta Evan si trova di fronte ad una scelta dolorosa: obbedire agli ordini e uccide la donna di cui è perdutamente innamorato o sfidare le leggi del cielo e degli inferi per salvarla?

Gli stralci più belli:

"La morte, se sopraggiunge senza avviso, per quanto crudele non fa così paura, se non ti lascia il tempo di realizzare ciò che sta per accaderti. Conoscere il proprio destino, invece, è una condanna terrificante, forse peggiore della morte stessa. Un preludio alla follia.

Temere lo spettro della morte a ogni respiro è uno straziante conto alla rovescia che ti sfinisce, privandoti della volontà di opporti purché l'eco del suo sussurro si plachi nel gelido silenzio che porta via ogni cosa. è come un veleno letale che agisce silenzioso prosciugando le tue forze, abbattendo le difese della tua mente, fin quando arrivi al punto di desiderare di arrenderti al suo conforto, lasciando che ti avvolga con il suo manto nero, pur di evitare che sia la paura stessa a ucciderti... lentamente.

Quell'Angelo della Morte era lì per me e sarebbe presto venuto a prendermi perché, in un modo o nell'altro, io dovevo morire. Era il mio destino. E chi ero io per contrastarlo?"

"L'ombra del destino lo attendeva nascondendosi nella notte, avvolta dalle sue spire talvolta protettive, talvolta minacciose. Gelide, come il cuore di chi la dominava.

Avrebbe continuato ad attendere, perché lui sarebbe arrivato. Un vento gelido soffiava da nord, camuffando i suoni che si diffondevano per le strade in un rantolo lugubre e inquietante; trascinando con sé l'odore acre del vizio [...] Come argento liquido, occhi di ghiaccio brillarono nell'oscurità, affilati come la lama di un coltello [...]"

"Una leggera nebbia, gelata e inquietante, si insinuava nell'oscurità, rendendo l'atmosfera ancora più spettrale di quanto il suo istinto non suggerisse già."

"Poi un silenzio spettrale avvolse il suo corpo mentre, come un Angelo della notte, un'ombra si rifletteva nelle sue iridi ormai spente. L'ombra del destino."

"Quando lui mi fissò, attraverso i capelli scuri e spettinati che gli rigavano la fronte, ribelli e selvaggi, sottili e impercettibili venature ambrate brillarono nei suoi occhi come diamanti, come l'argento liquido colpito dalla luce. Un colore così innaturale e perfetto al tempo stesso..." 

"Sospinta da un formicolio nel petto, mi resi conto che non mi importava conoscere il suo nome o la sua provenienza. Il desiderio di stargli vicino era troppo forte, per quanto incomprensibile. E, anche se una parte di me lo riteneva assurdo, l'intensità del suo sguardo ogni volta che incrociava il mio bastava ad accendere una speranza nel mio cuore."

"La cercai in quelle tenebre, ostacolato dal buio fitto. Il rumore dell'acqua mi guidò fino a lei. Era inginocchiata su uno scoglio, le onde le si avvicinavano con dolcezza, come per confortarla, bagnando appena le balze d'organza del suo vestito nero. Avrei voluto abbracciarla, avrei voluto proteggerla, ma il mio abbraccio non sarebbe stato che un un inganno, perché invece avrei dovuto portarla via. (...) Quella notte sarebbe stata la nostra ultima occasione per stare insieme. (...) Come uno spettro, fondendomi con l'aria, mi eclissai come nebbia e fui accanto a lei."



L'INGANNO DELLA NOTTE

Per secoli, Evan ha assolto con cieca dedizione il suo compito: accompagnare le anime dei defunti nel regno dei morti. Poi, un giorno, ha incrociato lo sguardo di Gemma e tutto è cambiato. Perché in quegli occhi ha riconosciuto l'amore: il vero amore. Non poteva permettere che lei morisse, così non ha esitato a disubbidire agli ordini e, rischiando la dannazione eterna, le ha salvato la vita. Da allora, Evan e Gemma sono inseparabili e il loro rapporto è diventato ancora più intenso. Ma un errore spezzerà quel fragile equilibrio. Spinto dal desiderio di condividere con Gemma ogni aspetto della sua esistenza, Evan le svela un pericoloso segreto... Una leggerezza che entrambi pagano a caro prezzo, quando la morte torna a reclamare Gemma. Terrorizzata, la ragazza si rifugia nella casa di Evan, mentre lui chiede aiuto alle uniche persone di cui si può fidare: Simon, Ginevra, Drake. Grazie a loro, spera di escogitare un modo per sventare quella nuova minaccia. Ben presto, però, scoprirà che non è possibile ingannare il destino. In un gioco rischioso che metterà i protagonisti l'uno contro l'altro, tra gelosie inconfessabili e oscuri tradimenti, Evan e Gemma saranno costretti a combattere contro un pericolo che li sorprenderà proprio dove si sentivano più al sicuro... A cosa sarà disposto a rinunciare, Evan, pur di proteggere Gemma?

Gli stralci più belli:

"Evan si avvicinò a lui, quasi intercettando i miei pensieri, e afferrò la rosa dalle sue mani gelate, con dolcezza. Il fiore si staccò con altrettanta gentilezza, come se fosse stato il principe stesso a porgerlo a Evan. Poi lui si avvicinò a me e me lo offrì. Esitai un istante, quindi lo accettai senza proferire una parola. Lo strinsi tra le mani come un gioiello prezioso e osservai con attenzione. "è bellissimo", bisbigliai appena, dando voce ai miei pensieri. Ogni petalo trasparente era perfettamente definito e il bocciolo centrale dischiuso a metà sembrava brillare come un cristallo Swarovski, alla luce argentea della luna. (...) Avvicinai l'altra mano per esaminarne meglio i contorni e sfiorai i petali con le dita. "Attenta", mi avvertì pacatamente, ma era già troppo tardi. Trasalii alla vista del sangue. I petali erano tanto preziosi quanto affilati, eppure non mi ero nemmeno accorta di essermi tagliata, non avevo sentito alcun dolore. Poi una goccia scarlatta si formò sul mio indice. (...) Poi il sangue si abbatté sulla superficie candida e bianca (...) Un presagio. Un orrendo presagio mi si contorceva nel petto."    

"E poi la paura. Paura per quello che sarebbe potuto accadere. Per quello che di certo sarebbe accaduto. Perché, comunque fossero andate le cose, nessuna vittoria avrebbe trionfato nel mio animo, questa volta. Con il cuore insanguinato dal dolore, avrei sacrificato mio fratello, ma una parte di me sarebbe morta con lui. Forse era già stata uccisa dalla delusione (...) considerandola un inganno della notte, come se avessi potuto svegliarmi da un momento all'altro e scoprire che non erra mai successo, che si era trattata della mera proiezione di un timore sepolto nel mio cuore, una menzogna..."



IL POTERE DELL'OSCURITà

Come si può continuare a vivere, se la persona che ami non c'è più? Gemma se lo chiede ogni giorno, consumata dal dolore e dal rimorso. Perché Evan ha sfidato le leggi del fato per salvarla, e ha pagato a caro prezzo la sua disobbedienza: caduto nella trappola tesa da un Angelo della Morte, è stato avvelenato proprio da Gemma. Da quel momento, lei non si dà pace ed è tormentata da incubi e allucinazioni in cui Evan viene torturato da mani invisibili. Ma proprio quando Gemma crede di stare impazzendo, tra i frammenti del suo cuore spezzato comincia a serpeggiare una rabbia cieca, profonda. Sebbene all'inizio ne sia spaventata, Gemma è sempre più attratta da questo nuovo sentimento. Come se dentro di lei crescesse una forza terribile e seducente, determinata a prendere il controllo della sua anima... Fra spaventose premonizioni e pericolosi segreti, Gemma dovrà fare appello a tutto il suo coraggio, se vorrà sfidare il destino e resistere al potere dell'oscurità...

"Avanzavo lungo il viale scosceso, ponendo meccanicamente un piede davanti all'altro. Nella fitta boscaglia ricoperta di neve, la natura risplendeva nei suoi consueti colori, riempiendosi di mille suoni... ma io li udivo appena, attonita per il fatto che il mondo continuasse ad andare avanti, ignorando la sofferenza che mi portavo dentro; ignorando le macerie, mentre il mio cuore si sgretolava giorno dopo giorno e tutto mi crollava addosso. (...) Ogni giorno, all stessa ora, il mio cuore mi conduceva in quel posto, come la notte in cui mi ero risvegliata dall'incubo. (...) Mi sembrava che il  messaggio disperato della luna arrivasse fino a me; avvertivo il peso della sua malinconia mentre pallida osservava il suo sole da lontano e poi svaniva, dopo il suo lungo viaggio. Immaginavo il loro desiderio proibito d'incontrarsi. (...) Nessuno avrebbe più potuto riportare indietro il mio Evan. La mia vita sarebbe rimasta un'eterna e gelida notte oscura. Senza luce. Perché il mio sole era scomparso per sempre."

 



"Il Principe Ungherese" di Barbara Cartland (Romanzi Storici)


Trama: Aletha, figlia unica di un Duca, è emozionata alla prospettiva di accompagnare il padre in Ungheria per acquistare alcuni cavalli da donare all'Imperatrice Elisabetta d'Austria quando verrà a cacciare in Inghilterra. Senonché, il padre deve rinunciare al viaggio e Aletha, non accettando la sua decisione, segue di nascosto il responsabile delle scuderie, attirandosi attenzioni sgradite durante il viaggio. Ma riuscirà a trovare il principe azzurro...


Commento di Lunaria:  romanzo che condensa tutti gli stilemi dello stile di Barbara Cartland, ma non all'altezza del "Mistero del Castello" e "Incontro al Chiaro di Luna"! (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/09/incontro-al-chiaro-di-luna-di-barbara.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/il-mistero-del-castello-di-barbara.html) Purtroppo, la narrazione scorre piatta e monotona e lo scenario ungherese non è sfruttato al meglio.






 

"La Bella e Il Rospo" di Jacqueline Gilbert (Harmony Jolly)


Trama: Se Eleanor non si è lasciata abbattere, lo deve al suo coraggio. Il ragazzo dei suoi sogni si è innamorato di Kate, la sorella minore, e la sposerà. Perciò Eleanor se ne va, trascorrendo un periodo di tempo a casa di amici di famiglia. Eleanor fa presto ad ambientarsi e a conoscere le persone, ma solo Edward è indifferente e scontroso...

Commento di Lunaria: Romanzo Rosa molto scontato e soporifero, non è riuscito a piacermi; il personaggio maschile poi è abbastanza insopportabile.





"Fuga dal Desiderio" di Penny Jordan (Collezione Harmony)


Trama: Tamara si reca ai Caraibi in cerca di sole e relax ma la sua vacanza si trasforma improvvisamente in un incubo: durante un'escursione viene fatta prigioniera di un gruppo di guerriglieri che la tiene in ostaggio insieme con Ray, un ex militare dal fascino inquietante.  Per fortuna Ray riuscirà a mettere a punto un audace piano di evasione e Tamara lo seguirà...

Commento di Lunaria: Romanzo che mi ha deluso; la parte migliore è quella ambientata nella giungla, dopo il sequestro e la fuga (e lì il romanzo si tramuta in un survival) ma poi appena i due escono dalla giungla, il romanzo si assesta su binari narrativi piatti e mediocri. Insopportabile il protagonista maschile, acido, cinico e prepotente fino alla fine. 


"Il Mistero di Ker-Even" di Delly (Romanzi della Rosa)


Trama: All'estrema punta della rude costa della Bretagna si erge una casa solitaria. Già roccaforte di un pirata è ora il rifugio di una vedova e di sua figlia Fiorella. Loro vicini sono i marchesi di Penvalas, con i quali si legano di una profonda amicizia; alla quale si intreccia la storia di un torbido cuore, di spie tedesche misteriose che vogliono germanizzare la Francia nascoste sotto le ingannevoli identità di un merciaio ambulante e della sua figlioletta Hilda\Elsa. Travolta dal turbine della guerra, circondata da nemici, Fiorella lotta disperatamente. Insidie e pericoli circondano la giovane, perseguitata dall'odio di una donna che ama l'affascinante ufficiale Alain, padrone incontrastato del cuore di Fiorella. Vincerà il puro amore di Fiorella, o la travolgente passione della sua rivale Elsa?


Gli stralci più belli: 

"Pioveva fin dalla mattina: una pioggerella fine, minuta, che annebbiava l'orizzonte e stendeva il suo triste velo grigio e umido sul mare cupo, quel giorno quasi calmo, fuorché intorno agli scogli contro i quali sbattevano continuamente le sue onde schiumegganti infuriate che sembravano chiedere alle rocce arcigne la preda che così spesso gli avevano procurata nel corso dei secoli."

"In questa casa viveva nei tempi antichi un capo di pirati, chiamato Even, sinistro e sanguinario, che intraprendeva con i suoi uomini delle spedizioni arrischiate, assalendo le navi che incontrava, uccidendo, saccheggiando... E nei giorni di tempesta faceva accendere dei fuochi sulla costa per attirare verso gli scogli le navi in pericolo, che venivano a incanagliarsi."

"Camminavano lentamente. La landa si stendeva davanti a loro, seminata di rocce che spuntavano appena dal suolo, coperta di rovi e di magre brughiere."





Vedi anche https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/i-romanzi-della-rosa-e-dei-delly.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/delly-liala-gli-stralci-piu-belli.html


"La Città dei Tamarindi" di Nerina Hilliard (Collezione Harmony)

 


Trama: Allo scopo di fare luce sulle misteriose origini di sua madre, il giovane Terry si trova scaraventato con la fidanzata Kay in un mondo da mille e una notte: l'Hoggar, nel cuore del deserto algerino, il regno dei Tuareg. I leggendari uomini blu, altissimi e col viso velato, incutono terrore, sanno essere spietati, ma sono alteri e di nobili tradizionali. Kay è immediatamente soggiogata dagli intensi occhi azzurri del loro capo, Alim ibn Enian e non può mentire a se stessa: quell'incontro le ha sconvolto il cuore e i sensi...


Commento di Lunaria: Notevole romanzo che descrive alla perfezione usi e costumi dei Tuareg oltre che essere arricchito con splendide descrizioni dei paesaggi desertici, tra oasi e dune; tutto è talmente ricostruito nei minimi dettagli e con tanto pathos che sembra quasi che l'Autrice ci sia stata per davvero per poterne parlarne con così tanta cognizione di causa! Non manca un riferimento quasi lovecraftiano ad antiche rovine nel deserto notturno. Curiosamente, Kay si innamora di Alim senza neanche averlo visto a viso scoperto (lui si toglie il velo blu che gli copre gran parte del viso solo verso la fine) Il titolo italiano è più suggestivo dell'originale inglese "Land of the Sun", "Terra del Sole"


Gli stralci più belli: 

"Erano accampati davanti alle rovine di un tempio antico, eretto in onore di qualche divinità sconosciuta, molti secoli prima. Quei muri decrepiti offrivano un ottimo rifugio contro i rigori della notte, ma niente avrebbe potuto riscaldare il cuore di Kay. Alla debole luce degli ultimi raggi di sole intravedeva mostruose figure incise nella pietra. Gigantesche statue disumane facevano da guardia a quello che una volta era stato un grande atrio a cupola. Ora un bagliore rosso fuoco appariva tra le crepe enormi del soffitto."



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APPROFONDIMENTO SUI TUAREG

Tratto da



ALLE ORIGINI DEI TUAREG: LA REGINA TIN HANAN E LA MATRILINEARITà

I Tuareg hanno eletto queste montagne a loro dimora fin da quando vi sono arrivati. 

Pare certo che essi si siano sovrapposti a popolazioni locali e che nulla abbiano in comune con quelle genti che lasciarono meravigliose incisioni e dipinti sulle pareti rocciose. Vi arrivarono, secondo le leggende, guidati da una famosa regina, Tin Hanan, la cui tomba fu scoperta ad Abalessa nel 1928, indicata dagli stessi Tuareg; 


sia le leggende (come quella della regina Tin Hanan, capostipite dei Tuareg) che le abitudini di discendenza rivelano una certa forma di matriarcato. Il rispetto per la donna, rimasto radicato anche dopo l'accettazione dell'islam, il suo diritto a partecipare all'elezione dell'Amenokal (il sovrano dei Tuareg) con diritto di voto pari all'uomo, la stessa trasmissione dei diritti (anche se in molti casi non possa esercitarli di fatto) e l'usanza ancora praticata da qualche tribù che il marito appena sposato abiti, per un certo tempo, nell'accampamento della moglie (come i Moso. Nota di Lunaria), sembrerebbe confermare questo sospetto. 

Anche se la società Tuareg non è affatto matriarcale, si ha la sensazione che un filo li leghi direttamente a un mondo neolitico. Infatti, poiché è Tuareg solo chi ha la madre Tuareg, avendo poca o nulla importanza l'origine del padre, l'Amenokal era eletto secondo norme di ereditarietà in linea femminile.

La struttura sociale prevede una gerarchia di caste che ricorda la nostra società feudale: in cima alla scala sociale vi era la tribù dei nobili: guerrieri, predoni e mercanti razziavano nell'Africa centrale imponendo protezione e balzelli; i guerrieri erano forniti dai Tuareg delle tribù nobili. 

La veste tradizionale dei Tuareg nobili prevede un'ampia tunica di cotone e un velo chiamato "Taghelmust", impregnato di tintura blu-indaco; coprirsi il volto è necessario quando si percorre il deserto (nota di Lunaria: anche per evitare gli insetti; molti bambini Tuareg, almeno fino al 1978, soffrivano di tracoma e di infezioni agli occhi portate dalle mosche; l'Autrice del romanzo "La Città dei Tamaridi" riporta che il velo maschile sarebbe di origine medievale e rimanderebbe proprio agli elmi tipici dei crociati) 


LINGUA E SCRITTURA

I Tuareg parlano una lingua berbera; grazie alla lingua comune, tutte le componenti etniche sparse dal Sahara centrale fino alle rive del Niger si riconoscono partecipi di un'unica cultura. Il tamahaq (dialetti del nord) o tamasceq (dialetti del Sudan) è l'unica lingua berbera viva che utilizza la scrittura, il tifinar, di origine antichissima; è simile all'antica scrittura libica che forse deriva da quella fenicia. L'alfabeto tifinar è costituito da 25 consonanti a cui si aggiunge un solo carattere alla fine di ogni vocabolo per indicare tutta la gamma della vocalizzazione. 

Una parola si scrive accostando le sue consonanti in un qualsiasi senso da destra a sinistra, dall'alto al basso o viceversa. è chiaro che decifrare un testo tamahaq è lungo e complicato e pochi Tuareg sanno scrivere nella loro lingua (Nota di Lunaria: prima dell'islamizzazione, le donne sapevano leggere e scrivere, come riporterò più sotto).

LITOLATRIA E CULTO DELLE MONTAGNE?

L'autore, Edoardo Borzatti von Löwenstern, ha vissuto per un periodo tra i Tuareg, raccogliendo informazioni dalla voce degli abitanti. C'è un passaggio molto interessante che, per quanto stringato, ci permette di ipotizzare che prima dell'arrivo dell'islam i Tuareg adorassero le montagne e forse anche le pietre, concepite come Dee. 

"Un giorno ci avviammo fuori dal villaggio, in silenzio; non diceva nulla, poiché era la stessa natura a parlare. Guardava il cielo, le montagne, respirando con soddisfazione l'aria fresca. Si stagliavano di fronte a noi alcuni picchi vertiginosamente alti e le pareti dirupate delle montagne. Ahmed intuì il mio interesse; si fermò ed incominciò ad elencare i nomi di queste montagne: "Ognuna è come un uomo, ora stanno ferme, ma come l'uomo hanno un'anima e sono ricche di sentimenti. Qualcuna prende il nome di un uomo e altre nomi da donna; nel passato vissero una vita simile alla nostra: si innamoravano, spesso soffrirono di gelosie e più di una volta si verificarono dei duelli mortali e le ferite sono ancora visibili sulle nude rocce." Poi Ahmed concluse guardandomi ironicamente (...) mi lasciava concludere che egli stesso era convinto che tutte le leggende erano frutto della fantasia. Visto che eravamo caduti in argomento ne approfittai: rivolsi cautamente qualche domanda sulle superstizioni e sulle idee più ricorrenti intorno alla magia. Ahmed da parte sua si fece ripetere la domanda più volte; mi guardava come per rimproverarmi l'ardire di indagare cose in cui non avrei dovuto occuparmi. Ahmed cercava di farmi capire che era di religione islamica e che quindi le mie domande cadevano nel vuoto; d'altraparte io ero conscio di quanto l'islam fosse superficiale ed imbevuto di superstizioni, residui di precedenti credenze: me lo confermavano le numerose tera (amuleti) al collo di Ahmed e la professione di fede animistica, sia pure velata di ironie che mi aveva fatto poco prima descrivendomi il paesaggio." 

Si noti come questi monili (originariamente amuleti) abbiano forme cruciformi, antropomizzate, triangolari, a quadrato e persino con sporgenze che ricordano le corna... sono tutti elementi magico-politeistici presenti in tante altre civiltà. Io ho un paio di bellissimi orecchini tuareg







(Nota di Lunaria: adorare le montagne, grotte e colline è una pratica ancora presente nell'Induismo; vedi per esempio Parvati, la Figlia della Montagna, la Dea-Grotta Hingraj Mataji, la Dea delle colline Saptashrungi; molte Dee vengono rappresentate con una semplice roccia o una forma ad uovo - come Ashapura - e c'è persino una Dea, Shantadurga, che viene adorata sotto forma di tumulo di formicaio!)

"La superstizione", mi disse, "c'è fra la gente più ignorante, fra quelli che vivono nel sud o in tende isolate. Esistono per essi degli spiriti maligni conosciuti con il nome di Kel es Souf, che si materializzano durante la notte o comunque in ambienti oscuri. Questi geni invisibili fanno molte cose contro i viventi, per cui è necessario difendersi con amuleti e spesso ricorrendo all'aiuto di un saggio con dei poteri magici." "Perché ce l'hanno con gli esseri umani?" "Perché gli uomini non sono buoni e spesso non li rispettano. Preghiamo e onoriamo Allah, altrimenti ci punisce con carestie e morti; i Kel es Souf sono temuti, ma nessuno li ama o li degna di una preghiera; rappresentano il male che vuole sopraffare il bene." Cercavo di fare un confronto con il nostro demonio; in realtà i Kel es Souf lo ricordano solo vagamente, relegati alla funzione di folletti. Come spesso succede nel deserto, sul pianoro si formò, all'improvviso un turbine di sabbia, un vortice simile ad una colonna, alto una trentina di metri e stretto alla base. Dimenticando i miei discorsi con Ahmed, presi la macchina fotografica e mentre mi preparavo a scattare le foto, Ahmed mi dise: "Ecco i Kel es Souf: sono essi che producono quel vortice" 

(Nota di Lunaria: leggende legate a spiriti del vento nel deserto erano presenti anche nel folklore sumero - si pensi a Lilith, Dea del vento o a Pazuzu - ma anche in Namibia, le cui leggende sugli spiriti maligni hanno ispirato il celebre film horror "Demoniaca" 


comunque i popoli del deserto adoravano le tre Dee, Allat, Manat, Al Uzza, spesso sotto forma di tronchi di legno o di pietre nere, come i meteoriti) 

LA CONDIZIONE DELLA DONNA TUAREG DOPO L'ARRIVO DELL'ISLAM

Con la scolarizzazione obbligatoria i Tuareg hanno dovuto subire una discriminazione operata contro le bambine: sembra che non siano obbligate all'istruzione e questo fatto sembrerebbe essere la conseguenza di una certa mentalità araba discriminante nei riguardi della donna. Il Tuareg aveva sempre mostrato rispetto per la donna, depositaria dell'istruzione e delle tradizioni: si sa infatti che erano solo le donne a saper leggere il tifinar, l'alfabeto, a suonare il violino e a conoscere le leggende e le storie della famiglia e delle tribù. Oggi dunque, la situazione tende a relegarle ad un ruolo del tutto secondario della società. (almeno, nel 1978, visto che il libro risale a quella data. Nota di Lunaria)

Curiosamente, nella serie di Sailor Moon, compare "Il cavaliere della Luna" ^_^








Il Leone di Normandia (trama)


Lady Ariana odia i Normanni. Non solo le hanno sterminato l'intera famiglia dopo la terribile battaglia di Hastings del 1066, non solo l'hanno depredata delle sue terre in Northumbria, ore le impongono pure di rompere un fidanzamento felice per darla in sposa a uno dei loro migliori guerrieri.

è davvero troppo, e dall'alto dei suoi 14 anni la sassone Ariana decide di avere ogni diritto di manifestare odio e disprezzo all'uomo che dovrà sposare.

Dal canto suo, anche lo sposo è ben lungi dall'approvare quell'unione.

Forte, coraggioso, braccio destro di Guglielmo il Conquistatore, Lyon potrebbe infatti avere qualsiasi donna desideri e solo l'obbedienza al sovrano lo piega a un indesiderato matrimonio politico.

Appena celebrate le nozze, il cavaliere torna ai propri affari, affidando a un monastero l'insopportabile giovinetta che è stato costretto a sposare. 

Cinque anni più tardi, però, un nuovo ordine: quel matrimonio deve generare una discendenza. Ma quando Lyon si ripresenta alle porte del convento per riprendere la ragazzina, si ritrova invece davanti una donna bellissima, intelligente, e ancora più indisponente.

Tra odio e attrazione, vendetta e passione, la vicenda dei due va ad intrecciarsi con i piccoli e grandi protagonisti della Storia.



  


"Un Castello in Scozia" (trama)

 


Colin, settimo conte di Ashburnham, in Scozia, non naviga certo in buone acque. Il padre e il fratello maggiore, ormai defunti, hanno dilapidato l'intero patrimonio di famiglia, lascando a lui l'onere di salvare la tenuta - e quanti vi risiedono - dall'incipiente bancarotta. Per il povero conte la sola soluzione, per quanto spiacevole, a un tale stato di cose sta nel riuscire ad impalmare una ricca signorina.

Ciò che egli neanche lontanamente immagina, è che tuttavia è che molto presto nel corso delle sue uscite nell'alta società londinese, gli si offrirà del tutto spontaneamente, su un vassoio d'argento, la più graziosa, eccentrica, anticonformista, sfacciata e imprevedibile delle ereditiere: Lady Joan Elaine, per gli amici Sinjun. Inutile dire che l'avventato progetto matrimoniale della terribile giovane non incontra certo l'approvazione del resto della famiglia, anzi, l'ostinata Sinjun dovrà faticare non poco per maritarsi al bellissimo Colin e seguirlo nel suo castello in Scozia...

a guerreggiare con un'altra famiglia.

Eh sì, perché l'affascinante nobile è anche padre di due scatenati marmocchi, lasciategli dalla defunta prima moglie, nonché discendente di un'arcigna ava che si allea ai pronipoti nel rendere ardua l'esistenza della nuova castellana.

Come se ciò non bastasse, misteriosi nemici di Colin tramano nell'ombra, minacciando l'esistenza sua e delle persone che ama.




 


Willy Dias "L'ora di amare" e "Il mio Re" di Elisabeth Kyle



L'ora di amare, che viene per tutti, anche quando si crede di aver corazzato il cuore... Storia d'una fanciulla, figlia di un grande artista, che lascia la casa agiata degli zii, per affrontare la vita nel giornalismo. Ma l'amore è più forte di ogni idea di libertà, quando incontra l'uomo che rappresenterà il suo destino.

Altre opere dell'Autrice