"La Dama del Fiume" di Lilian Peake (Collezione Harmony)


Trama: Senza famiglia e senza lavoro, Carla è costretta a vivere in una casa galleggiante sul fiume, proprio vicino alla fastosa villa di Blaze, un ricchissimo imprenditore, inflessibile e vendicativo: è il fratello di Crispin,
l'ex fidanzato di Carla, morto anni prima in un incidente automobilistico, causato da guida in stato di ebbrezza: Crispin è morto proprio perché era ubriaco e si è messo al volante (inutili i tentativi di Carla di farlo desistere e di deviare l'auto prima dello scontro mortale) ma Blaze incolpa Carla dell'accaduto, tanto da aver giurato vendetta, anche se la stessa Carla è viva per miracolo.
Quando però le ristrettezze economiche la opprimono, Carla, provata dalla fatica e dalla fame, viene ospitata in casa di Blaze.
Ma come può sopportare le accuse e le offese di lui, che le rendono non solo il passato, ma anche il presente, un incubo insopportabile?

Commento di Lunaria: basta già la sintesi della trama per far scattare i campanelli: sì, ci troviamo di fronte ad un "Rosa Shock" sullo stile di Charlotte Lamb, la cui trilogia era un "pugno nello stomaco".
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/06/rapimento-di-charlotte-lamb-collezione.html


Anche in "La Dama del Fiume" c'è una donna-vittima, impotente, fragile, abusata psicologicamente (ma la violenza psicologica arriva quasi a tramutarsi in stupro coniugale, si veda la descrizione di coito forzato a pagina 99) da un uomo arrogante, sprezzante, tirannico, egoista, manipolatore, ma bellissimo, che per tutto il libro tesse intorno a Carla una tela di inganni e manipolazioni, di maldicenze e sospetti
(la ritiene assassina del fratello, nonostante la colpa dell'incidente sia tutta sulle spalle di Crispin, e non fa altro che rinfacciarglielo) portandola ad un passo dal baratro, e solo nel finale "si ravvede" e diventa dolce e romantico, con il solito "happy end" d'obbligo per il Romanzo Rosa (ché se non ci fosse l'happy end, in questo caso si parlerebbe di romanzo drammatico e della spirale di violenza che avviluppa la protagonista, alla mercé dei capricci dell'uomo "di cui si è invaghita" e con un destino da agnello sacrificale stampato a chiare lettere sulla fronte).

Una storia tutta basata su lacrime, disperazione, minacce, intimidazioni, dove le scene dei rapporti sessuali tra i due protagonisti assomigliano di più allo stupro coniugale che non a belle ed edificanti scenette eccitanti per stuzzicare la libido femminile (per quello c'è "Calendar Girl"), 


con un finale che "mette le cose a posto" (come d'obbligo, l'ho già detto), come se bastasse dire qualche frase dolce per cancellare mesi di stillicidio sofferente e di angherie.

Insomma, potrei scrivere la stessa cosa che già scrissi commentando i libri di Charlotte Lamb: questo tipo di romanzi Rosa sono un pugno nello stomaco, erotizzano la violenza di coppia (e sempre a senso unico, ovviamente: è sempre lui ad essere totalitario, manesco, ossessivo, geloso) descrivono un tipo di donna-vittima, sempre e comunque, se non di Lui e delle sue manovre machiavelliche, delle circostanze o di chi gravita intorno al Lui-protagonista e ai complotti ai danni della donna-vittima.
Un tipo di donna passiva, incapace di resistere e ribellarsi, persino irritante nel suo masochismo a tinte rosa e svenevoli (*)

è un libro che esagera sui toni violenti ed intimidatori e sul carico di sofferenza della protagonista?, si chiederà qualcuno... La risposta è NO, anzi, è un libro piuttosto "verista", essendo questo tipo di relazioni diffuse anche ai giorni nostri (e quante volte la TV ci racconta vicende di femminicidi... )
 https://www.ilmessaggero.it/roma/news/sara_di_pietrantonio_ergastolo_vincenzo_paduano_diretta_oggi_ultime_notizie-4727753.html) con tutto che oggi le condanniamo, mentre solo 50, 60 anni fa, erano ancora considerate "la norma".

In un certo senso, questo tipo di "Rosa" (di piombo) al massimo, rispetto alla realtà, è "edulcorato":
fa "solo" aleggiare gli spettri dello stupro e delle percosse sulle protagoniste (in totale balia della volontà dell'aguzzino, che ovviamente, seguendo in pieno le fantasie femminil-sessual-masochistiche, è ricchissimo, bellissimo, esigentissimo, una sorta di vampiro onnipresente che seduce e quasi annienta la donna-falena attratta dalla sua luce)
ma senza metterli veramente in pratica (Blaze minaccia di picchiare Carla, ma poi non la picchia nelle pagine successive; la chiude in una stanza, terrorizzandola e iniziando a far presagire lo stupro su una donna piangente e che implora pietà come se fosse un animale braccato, ma poi "le apparenze si salvano" solo perché "dopo qualche bacio" lei "si accende" e vuole essere amata da lui) e alla fine le violenze psicologiche e le minacce vengono dimenticate immediatamente dalla vittima solo perché nelle ultime due pagine Blaze dice cose dolci e carine.

Nella realtà sappiamo che le cose non vanno esattamente così e che le donne che si comportano come "Carla", accettando violenze psicologiche (e fisiche) perché "lo amo tanto", fanno una brutta fine, il più delle volte.
 
L'ho detto già in altre recensioni (oltre che per i libri di Charlotte Lamb, anche per "Caramuru" di Margaret Rome
 https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/04/caramuru-luomo-di-fuoco-di-margaret.html)
e lo ripeto: 
chi minaccia di mettere addosso le mani, "se vengo a sapere\ti picchio a sangue" (come fa Blaze, a pagina 121), chi estorce rapporti sessuali con intimidazioni e "gestualità irruenta" (da pagina 75 in avanti), chi segrega qualcuno in una stanza (come narrato a pagina 73), commette un REATO e non importa che sia "bello, affascinante, ricco, famoso" e "si sopporti per amore", è e resta reato!  

Ciò deve essere chiaro, all'alba del 2020, nonostante dozzine di romanzi Rosa "di un tempo" abbiano erotizzato la violenza fisica, quasi giustificandola solo perché commessa da "uomini affascinanti" e "per amore" su una "lei che è innamorata di lui" e che si offre come un agnello sacrificale, incarnando in tutto e per tutto "la donna martire, la donna costola dell'uomo, perennemente disposta a perdonare i suoi abusi e manipolazioni, per amore, solo per amore".

LEGGETE QUESTO POST: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html

Detto ciò, "La Dama del Fiume" è davvero un bel romanzo dal punto di vista di analisi psicologica-introspettiva: notevoli descrizioni degli ambienti, dei personaggi, descritti minuziosamente nei dettagli, nei loro difetti, nei loro (pochi) pregi, con uno stile narrativo e sintassi curati e impeccabili (ma lo erano anche i romanzi di Charlotte Lamb) per cui, sembrerà paradossale, ma pur mettendo in chiaro le cose, ovvero (lo ripeto) che il comportamento di Blaze "uomo di carta, esistente solo nel romanzo "La Dama del Fiume" è REATO se viene messo in pratica nella REALTà, e che c'è differenza tra realtà e fantasia\finzione di un romanzo e che NO, nessuna donna reale deve "emulare Carla", "La Dama del Fiume" è un romanzo intenso, drammatico, che consiglio di leggere.
Non è un romanzo Rosa "leggero, brioso e frivolo" ma è angosciante, triste, intenso e lascia un solco profondo nella sensibilità della lettrice.
Per cui suggerisco di leggerlo a chiunque ami narrazioni intense, drammatiche, cupe (per intenderci: se avete apprezzato "Notturno" di Charlotte Lamb, anche "La Dama del Fiume" vi piacerà) e anche come "prevenzione" e monito di cosa NON LASCIARSI FARE E NON SUBIRE in una relazione.

Se cercate una storia briosa e accattivante, lasciate perdere: "La Dama del Fiume" è una "storia d'amore" (pesante come un macigno) che erotizza e abbellisce con pensierini d'amore (e qualche orgasmo, che giunge dopo notti di lacrime e vessazioni psicologiche) quello che, nella realtà, si chiama megalomania maschile e masochismo femminile.

Per inciso: ho trovato deprimente anche il concetto classista di fondo, pure questo, purtroppo, ricalcato sulla realtà: Blaze "fa quello che vuole", è totalitario e arrogante "unicamente perché è ricchissimo" e quindi abituato, fin da quando è nato, a vivere circondato da persone-zerbine e servili che soddisfano tutti i suoi capricci, oltre che "poter comprare" le persone a suo piacimento; ovvio che Blaze giudichi le persone (e specialmente Carla) come un suo oggetto personale, sulle quali lui può esercitare tutto il potere che vuole. (Cosa che fa, per tutto il libro, del resto)

D'altraparte, Carla è "soggetta e in balia dei capricci di Blaze" non solo perché "è innamorata di lui" ma anche perché non ha soldi, non ha un posto dove andare, ha patito la fame e il freddo (rischiando danni di salute), è abbandonata e nessuno "la aiuta gratuitamente": andare a letto con Blaze come se fosse una bambola a sua disposizione - e reclusa - in quella villa bianca, imponente e sontuosa (come è descritta nelle prime righe del romanzo), la prova evidente del suo "status symbol", sposarlo, cedere il suo bel corpo di donna che non ha una vera e propria libertà di scelta di fronte agli eventi (come può sottrarsi alla prigionia una donna denutrita e reduce da un naufragio che a malapena riesce a stare in piedi?) fa sempre parte della violenza sessuale androcentrica e classista: Blaze domina Carla e la ammalia, può farla soffrire e può ferirla perché è un uomo, è bello ed è ricco.
Lei non può ribellarsi, non può andarsene, non può emanciparsi perché non ha soldi, non ha un lavoro, la sua sopravvivenza dipende dal beneplacito di Blaze che "si degna di esserci per lei, di aiutarla" unicamente perché in cambio vuole l'unica cosa che di una donna gli interessa: il suo corpo, meglio ancora se offerto in umile obbedienza e sottomissione.
Poi, certo, il tutto viene lasciato intendere e suggerire, non troverete linguaggi espliciti, ma il rimando che l'Autrice suggerisce è questo qui, la violenza classista e la violenza economica oltre che l'androcentrismo megalomane.

Nel complesso, è un romanzo piuttosto nichilista e disfattista, dietro la patina di vernice Rosa: nessun personaggio del romanzo è positivo: non lo è la "materna e accudente" Ellen, la domestica di Blaze, che rimpinza Carla di leccornie, ma non direbbe nulla (e soprattutto: non andrebbe a denunciarlo) il padrone-Blaze, neanche quando lui segrega Carla, perché "ci tiene al suo lavoro", e quindi si rende complice, omertosa, di un sequestro; non lo è Rolf, "amico solo per convenienza" di Blaze, un personaggio meschino (anche se sinceramente attratto da Carla) e che appena ne ha l'occasione organizza un sabotaggio per far sfigurare Blaze agli occhi "degli altri importanti e prestigiosi uomini d'affari". Non lo è Janetta, sorella di Rolf, bella, vanesia e calcolatrice, che mira a farsi sposare da Blaze unicamente per "fare la bella vita lussuosa", che perseguita e vessa Carla arrivando a vandalizzare la barca che le serviva da rifugio, schifandola perché "Carla non è ricca e bella".
Non lo sono Nigel (il fratello di Carla) e sua moglie, che hanno scacciato Carla dal loro appartamento buttandola in mezzo ad una strada e "si ricordano di lei" solo quando vengono a sapere che ora Carla "sta per diventare moglie del ricchissimo Blaze" sperando di ottenere "un po' di soldi" tanto che il servilismo di Nigel nei confronti del ricco e potente Blaze, fa commentare a Carla: "Lei, che ricordava ancora il modo brusco in cui l'aveva scacciata di casa, si soffermò a pensare amaramente che il denaro, o meglio, il profumo del denaro, aveva poteri magici."
Non lo è Carla, un personaggio positivo, perché personifica il masochismo femminile docile e ubbidiente alla strafottenza maschile di potere, quella strafottenza tipica degli uomini ricchi e di potere che sanno di poter comprare tutto quello che vogliono (e tutti quanti vogliono, ad eccezione di ribelli individualisti, chrometofobiche che schifano i Milton Friedman e si attizzano con tutt'altro genere di uomo e asceti integralisti religiosi che non vedono l'ora di crepare per lasciare questo mondo terreno e raggiungere dio\il nirvana)
No, neanche Carla è un bel personaggio da ammirare e da stimare, in un certo senso è co-responsabile delle violenze psicologiche che subisce, e lei stessa si mette il cappio al collo, pur tentando, di tanto in tanto, di sottrarsi.
Alla fine, "sopporta il tutto" unicamente perché "è innamorata" e cioè la sua libido si è virata e accesa per Blaze, nonostante di tanto in tanto un barlume fugace di "luce della ragione" le faccia ammettere di essersi invaghita di un uomo spietato e tirannico.
Idem dicasi per lui, fissato con Carla unicamente perché è bella e "lo attizza" e deve averla, possederla e sfoggiarla, come si ha, possiede e sfoggia un oggetto.
Ambedue sono schiavi della loro libidine che si aizza e attizza a vicenda.
Salvando il salvabile, l'unico merito (e segno di umanità) che Blaze dimostra a Carla è la scena della perdita di verginità di lei: dopo che lui l'ha terrorizzata chiudendola in una camera, con sguardi e voce minacciosa, dopo che lei piange e si rannicchia disperata cercando di coprirsi e dopo che la lettrice che ha letto queste pagine angoscianti e orride (75-76-77-78) che più che una scena erotica di una lei e di un lui che fanno sesso piacevole, descrivono con crudezza uno stupro coniugale, l'Autrice "ci fa sapere che" (incredibilmente) Carla non ha sentito dolore fisico quando lui la penetra per la prima volta perché dopo che Carla ha avuto appena la forza di sussurrare "Non farmi male, ti prego", "Blaze, tuttavia, fu talmente gentile e delicato che dolci lacrime di gratitudine le inondarono il viso.".
A deflorazione avvenuta, Blaze l'abbraccia, le sorride, per poi riaffermare poco dopo il suo dispotismo che oggettifica Carla, dicendole "Ti rapirei e ti obbligherei a sposarmi". Valuti la lettrice se averle risparmiato una violenza brutale "la prima volta" (nonostante nelle pagine precedenti tutto lasci pensare che lui la stia per violentare) renda Blaze "salvabile".

Insomma i protagonisti del mondo ideato da Lilian Peake sono personaggi meschini, bassi, deprimenti, cinici (per quanto ben narrati e caratterizzati) che incarnano il peggio dell'essere umano e sono affresco di un'umanità degradata e degradante.

Infine: so perfettamente che per questo tipo di libro diverse donne "chiederebbero la censura" perché a loro dire istigherebbe la violenza sulle donne (o meglio: l'accettazione docile della violenza da parte delle stesse donne).
Sono del parere che censurare non sia la soluzione, al contrario, è controproducente: sono libri come questi che mettono il dito nella piaga di certe fantasticherie sessuali-sentimentali femminili "che sono quella cosa lì", sviscerandole in tutti i loro fastidiosi dettagli.

Non è dato sapere se l'Autrice ne sia stata più o meno consapevole, e per quello che ne sappiamo, il romanzo potrebbe persino essere ispirato a fatti realmente successi (e poi romanzati), al suo personale vissuto o, persino, potrebbe essere una proiezione delle sue fantasie sentimentali-erotiche (che spesso, nella donna, coincidono).
Quale che sia il motivo, conscio o inconscio, reale o "catartico" che hanno spinto autrici come Lilian Peake e Charlotte Lamb a dare vita - nella realtà alternativa dei loro libri - a uomini come Blaze o Steve e alle donne che si innamorano di loro annientandosi totalmente, questi libri possono servire ad illustrare e sviscerare le dinamiche complesse che regolano (consciamente o meno) l'innamoramento femminile e potrebbero persino servire da monito o da rielaborazione del trauma.

Per cui, è un libro che consiglio di leggere, perché al di là del messaggio di fondo, è ben scritto e ben narrato, ma se la lettrice, per un qualche motivo, si "rivede" in Carla (o nelle donne descritte da Charlotte Lamb) o perché "in passato anche lei si comportava così" o "probabilmente si comporterebbe come lei, se fosse innamorata", il mio consiglio è quello di fare una profonda riflessione su se stesse (leggendo anche libri che hanno parlato nel dettaglio di questo argomento https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)



chiedendosi se "il sentirsi come Carla" dipenda da una mancanza di autostima, da un'incapacità di amare se stesse e di darsi valore da sé (senza chiedere a "qualcuno" di essere lui a "dare valore").

"Blaze e Carla" non è una storia d'amore sana, non importa quanto sia abbellita da una copertina rosa accattivante e patinata,


o quanto, decenni fa, quel tipo di rapporto e relazione uomo-donna fosse considerato "giusto, edificante e naturale, gradito a Dio e alla società" (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/recensione-volevo-i-pantaloni.html)
(https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/verginita-e-patriarcato.html)
 darsi, amare e sacrificarsi per uomini "come Blaze" significa annientarvi e annichilirvi, significa uccidere la vostra dignità di donne, rendersi pupattole remissive per uomini cinici e arroganti.

Per cui: cara lettrice, se ti senti attratta da questo tipo di relazione o sai di essere invischiata in relazioni analoghe a quelle narrate in "La Dama del Fiume" o "Notturno", il mio consiglio è quello di riflettere e di rivolgerti a qualche associazione che può darti aiuto e assistenza per uscire da una relazione tossica che non è amore, ma è dominio spietato, tanto più odioso e detestabile perché nascosto e camuffato da parole e atteggiamenti in apparenza amorosi, approfittando della bontà, ingenuità, indole dolce e remissiva di chi "è innamorata" di un "lui" che non riconosce valore e dignità alcuna a "lei" ma la usa per soddisfare i suoi capricci megalomani.

Molti anni fa qualcuno aveva musicato questo tipo di relazione nella celebre canzone "La bambola", https://www.youtube.com/watch?v=UHCgZY-HX6U



ma a differenza di Carla, pur riconoscendo la sofferenza sentimentale ("Tu mi fai girar, tu mi fai girar, come fossi una bambola\Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola\Non ti accorgi quando piango, quando sono triste e stanca, tu pensi solo per te"), dichiarava anche che
"Da stasera la mia vita nelle mani di un ragazzo, no, non la metterò più\No, ragazzo no, tu non mi metterai tra le dieci bambole che non ti piacciono più".

è questo il punto: quanto si permette all'Altro di abusarci?
Quanto gli si permette - e pure consenzientemente - di banchettare, di gozzovigliare con ingordigia sulla nostra carcassa buttata lì, accasciata ed esanime?

Link utili per riflettere:
https://www.vice.com/it/article/ex-ragazzo-stupro-993
http://www.stateofmind.it/2012/12/stupro-coniugale-psiche-legge-4/

(*) Esula dagli argomenti di questo blog a tema "recensioni di Romanzi Rosa", comunque vale la pena riportare anche la questione della violenza sessista su vittime maschili.
Nella realtà, sono frequenti anche violenze coniugali ai danni di uomini: le violenze fisiche sugli uomini invischiati in rapporti sentimentali con donne spregevoli e manipolatrici vengono spesso orchestrate con l'aiuto dell'amante di lei (che picchia l'uomo su ordine della donna oppure la aiuta nell'aggressione); per evitare lo scontro diretto con la forza fisica maschile, dove difficilmente potrebbe "avere la meglio", la donna può ricorrere, oltre che "ai sicari" che lo fanno al posto suo, al veleno o all'acido. (https://www.ilgiornale.it/news/cronache/uomo-sfregiato-lacido-se-vittima-maschio-meno-considerato-1381112.html)
Inoltre, la donna può usare anche l'inganno e la violenza psicologica (spesso abusando persino delle denunce), per esempio, inventando accuse false (e pretendendo di essere creduta "sulla parola"), in genere su violenze sessuali mai successe (o altre forme di violenza), corrompendo testimoni (magari con la complicità dell'amante) e altre forme di violenza psicologica, specialmente a fine di estorsione dei soldi del marito (o ex marito); violenza psicologica più difficile da vedere, perché più subdola e difficile da dimostrare, rispetto a quella fisica, che è più evidente. 

Per approfondimenti, suggerisco di informarsi sul fenomeno delle "vedove nere" trattato nei libri dedicati al fenomeno dei serial killer. 


C'è anche il fenomeno delle madri infanticide (https://cronacaeattualita.blogosfere.it/post/622340/infanticidio-benevento
(http://www.torinotoday.it/cronaca/arrestata-valentina-ventura-settimo.html)
(https://www.ilgiornale.it/news/mondo/picchia-morte-figlio-due-anni-e-ne-abbandona-cadavere-1778827.htmlo degli "angeli della morte", in genere infermiere, o comunque donne che lavorano in ospedali, nei centri per anziani, disabili o minori, che si sono macchiate di violenze e percosse (arrivando anche agli omicidi, anche se le motivazioni che spinge "gli angeli della morte" ad uccidere o a tentare di uccidere sono diverse da quelle delle "vedove nere", che uccidono quasi sempre per motivi di eredità e di guadagno economico). 

Sul discorso "donne violente e violenze ai danni di minori", vedi anche i libri usciti di recente a tema "pedofilia rosa" (dove la donna è pedofila https://www.fanpage.it/attualita/donne-pedofile-sono-tantissime-madri-e-insegnanti-ma-si-raccontano-che-e-amore/
o è "turista sessuale" andando a cercarsi a pagamento ragazzini o uomini giovani in paesi molto poveri, https://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/13222693/turismo-sessuale-femminile-prostituto-destinazioni-pratiche-sesso.html
oppure è "socia" del marito o dell'amante pedofilo, aiutandolo ad adescare vittime, o "coprendo i suoi delitti", fornendogli l'alibi o facendo finta di niente) 

Infine, una forma di abuso (psicologico, ma può diventare anche fisico) è quella della "dominazione finanziaria", in voga in ambito BDSM, nel settore "Femdom" dove donne "che si atteggiano a padrone" si relazionano con uomini sottomessi che ricercano maltrattamenti e\o si eccitano a dare soldi alle donne autoritarie. 
Il tutto è consenziente, il più delle volte, da entrambe le parti (sono quasi sempre gli uomini "sub" a ricercare una "Mistress") e vissuto come un gioco sessuale e niente più, restando dentro certi limiti e senza violenze (le "violenze BDSM" sono simulate e concordate prima da entrambe le parti) ma diventa reato e violenza quando la donna in questione inizia a pretendere troppi soldi al "sub" incapace di sottrarsi a ricatti, manipolazioni, minacce, e costui 
(e i suoi familiari) finisce preda e vittima di un'aguzzina-usuraia che estorce soldi (o chiede cose illegali e criminali). 
Ripeto: fin tanto che sia consenziente da entrambe le parti e dentro limiti ragionevoli, vissuto come gioco sessuale e niente più, non c'è niente di male né di criminale nel vivere questo tipo di erotismi BDSM. 
Diventano crimini e reati quando i limiti vengono travalicati, si arriva a forzare una persona, a manipolarla, a circuirla, a farla cadere nel baratro dell'usura, come è successo ad alcuni uomini che sono rimaste vittime di questa loro fantasia erotica, incappando in donne che se ne sono approfittate.
https://www.vice.com/it/article/5gnvjx/dominazione-finanziaria-dipendenza-482

***

Gli stralci più significativi:

"Di chi è questa camera, signor Douglas?", si informò timidamente. Le braccia conserte, il viso cupo, inflessibile, Blaze Douglas la sovrastava minaccioso. Crispin non mentiva quando diceva che il fratello maggiore era duro e spietato. (...) Carla non era nelle condizioni di lottare contro di lui. Tuttavia, anche nella sua estrema debolezza, avvertiva la grande carica d'attrazione che emanava da quel bel viso dai lineamenti decisi, da quel corpo asciutto, alto e forte.
Carla si rese conto che Blaze era un uomo terribilmente affascinante e che nessuna donna poteva resistergli.
Lei comunque non si sarebbe mai lasciata coinvolgere in un rapporto con lui. Ne sarebbe uscita annientata, ne era sicura."


"Ha conosciuto la povertà, dunque?"
"Sì", ammise Carla fissando l'uomo che Crispin aveva definito duro e spietato. Blaze era veramente crudele?
Anche se costretto dalle circostanze, l'aveva pur sempre ospitata e la stava curando... Carla trovò la risposta ai suoi dubbi nelle parole di condanna che lui proferì subito dopo.
"è stata punita per quello che ha fatto a mio fratello. Non le poteva accadere altrimenti, Carla."
(...) I pochi passi che la separavano da Blaze le costarono un immenso sforzo, ma lo raggiunse, i pugni alzati verso il suo petto. Poi, affranta, crollò contro di lui, che a braccia conserte la osservava stupito, e scoppiò in singhiozzi.


(...) Si sentiva stanca e inerme. In quel momento non era in grado di tenere testa a quell'uomo inesorabile. (...) Avvertiva la presenza inquietante di quell'uomo. Poi cadde in un sonno agitato e non seppe quando Blaze uscì dalla stanza."


"Carla (...) si trovò a pochi centimetri da quel viso volitivo, notò il segno scuro della barba rasata frettolosamente, aspirò il profumo amaro della sua lozione maschile. Poi, la sua attenzione fu catturata dalla bocca di lui... Si trovavano nel salone da ballo. Carla non riusciva a staccare gli occhi da quelle labbra sensuali.
Blaze si fermò e la fissò intensamente, poi la mise per terra, cingendole le spalle con un braccio mentre con l'altra l'attirava contro di sé. Quella bocca sensuale s'abbassò verso le sue labbra tremanti. Da principio il bacio fu lieve e delicato, poi si fece più esigente e ardito. (...) Nessuna voce l'ammonì di ribellarsi all'assalto di quelle labbra avide. Al contrario tutto il suo corpo le diceva di arrendersi. (...) La bocca di Blaze era sempre sulla sua, possessiva e aggressiva. Carla si accorse di essere abbarbicata alle spalle di lui, il corpo pressato contro il suo... A un tratto qualcosa le ricordò che quell'uomo non era Crispin, il ragazzo che aveva accettato e poi scartato come un giocattolo vecchio. Questo era un uomo determinato e pericoloso. Quando Carla si ritrasse, Blaze sollevò la testa e notò il pallore e la paura sul viso di lei."


"Comunque, preferirei essere tormentata per tutta la vita che legarmi a te. Vorrebbe dire infliggermi da sola una perpetua condanna!"
Blaze fece un passo in avanti, la afferrò con una mano per le spalle, mentre con l'altra la costringeva a sollevare la testa. "Non provocarmi, piccola! Potrei gettarti di nuovo su quella barca (...) L'ira infuse in Carla la forza della disperazione. Si girò di scatto, intenzionata a correre fuori, nel prato che digradava fino al fiume. Ma non raggiunse nemmeno la porta che dava sul giardino. Le ginocchia non le ressero e cadde miseramente a terra nel bel mezzo del salone da ballo.
Blaze la raggiunse e si chinò a sollevarla. Troppo debole per opporsi, lei lo lasciò fare, appoggiando il capo contro il confortevole tepore di quell'ampio torace.
Con una gentilezza che la disorientò, ignara che brutalità e tenerezza potessero fondersi e coesistere in quel corpo prepotentemente virile, lui la portò su per le scale fino nella camera, dove l'adagiò con delicatezza sul letto."


Se fossi tanto sciocca da sposarti, caro signor Douglas, diventerei parte del tuo complesso d'affari?"
"Se mi sposassi, signorina Howard, diventeresti parte di me", rispose lui, con un guizzo d'acciaio negli occhi grigi.
(...) ma Blaze fu più rapido e l'agguantò, sollevandola sulle braccia. Non era più un gesto d'affetto, Carla lo capì guardando la smorfia di quella bocca sensuale.
"Ti ho avvisata. Tu hai preferito ignorare l'avvertimento, e adesso dovrai subirne le conseguenze, Carla."
(...) "Sei l'uomo più insensibile e spietato che conosca!"
"Faresti bene a ricordartelo", dichiarò lui avvicinandosi alla porta.
"Blaze, non puoi lasciarmi qui", gemette Carla congiungendo le mani. "Chiusa in questa..."
"Ho intenzione di tenerti rinchiusa finché non riacquisterai la ragione."


"A un tratto udì la chiave girare nella serratura. Trattenendo il respiro, soffocò il grido che le era salito alle labbra. Quando riprese fiato, scorse Blaze. Lui era entrato nella stanza e stava rinchiudendo a chiave la porta dall'interno. Ammutolita per lo stupore, Carla osservò l'alta figura scura, avvolta in una corta vestaglia di seta, avvicinarsi al letto. Blaze allungò una mano e accese la lampada da notte.
"Che cosa vuoi?", domandò lei allarmata.
"Te"
"Io... Io ho già detto no alla tua proposta. Quante volte ancora devo ripeterlo?"
"No è una reazione negativa. Quando tratto un affare ho fiducia in un approccio positivo."
"Ma questo non è un affare", protestò Carla, la gola stretta dalla paura, gli occhi scuri sbarrati.
"Ah, no? Allora ti prendo come ho detto: niente anello, niente promesse solenni?"
Blaze si liberò dalla vestaglia, facendola cadere a terra.
Il suo corpo abbronzato luccicò nel buio, splendido e possente.
La sovrastava con imponenza, facendo scorrere gli occhi sulla sua figura stesa sul letto.
(...) "Ti ho già detto che non ti sposerò!" sibilò Carla infuriata.
Lui si girò su un fianco, sollevandosi su un gomito.
"Chi ha parlato di matrimonio, tesoro?"
"No, non puoi!", protestò Carla balzando giù dal letto e dirigendosi verso la porta, dimentica che questa era chiusa a chiave.
Cercò di far saltare la serratura scuotendo forte la maniglia, picchiò con i pugni sulla superficie di legno laccato, poi s'abbandonò contro lo stipite, costretta a riconoscere che Blaze aveva vinto. Quando sollevò gli occhi, vide che lui rideva (...) Blaze la bloccò alle spalle, imprigionandola per la vita. A Carla non restò che abbandonarsi contro di lui in segno di resa. Quando le mani di Blaze si avvicinarono ai suoi seni, lei sentì il sangue martellarle nelle vene. (...) Poi Blaze la sollevò fra le braccia e la portò sul letto, sdraiandosi al suo fianco. In preda a un ardente desiderio, Carla si incantò ad ammirare da vicino i lineamenti di quel bel viso volitivo, consapevole di essersi perdutamente e irrimediabilmente innamorata di lui.
(...) Con un dito, Blaze seguì il contorno del collo di lei, scendendo fino ai seni, alla vita, ai fianchi. Poi risalì al viso, ai capelli. In preda a una tensione sempre più violenta e imperiosa, Carla aspettava...
Sei la donna più bella che abbia mai visto", le sussurrò.
"Non mi sfuggirai. Domani diventerai mia moglie, stanotte diventerai la mia amante."
(...) Carla s'avvinghiò alle spalle di Blaze, palpitante di desiderio e di passione, pronta a concedersi."


"Crispin e Blaze erano fratelli, ma avevano fisici e caratteri diametralmente opposti... tranne che in un punto: entrambi prendevano tutto quello che volevano. Blaze non aveva forse vinto con lei? Eccola lì, con quell'anello ancora estraneo al dito, sua moglie di nome e di fatto, oltre che sua amante."


"Ho vinto (...) Ti avevo detto che quando tratto un affare non mi do per vinto finché non lo porto a termine come voglio io." La fece stendere sul prato e si chinò su di lei prendendole il mento fra due dita. "Ieri notte ti ho piegata alla mia volontà in molti modi." (...) Blaze le bloccò i polsi e la imprigionò sotto di sé. "Sii sincera, di' che era quello che volevi anche tu. Di' la verità, ti ho resa felice. Dimmi che mi ami." (...) Era sua moglie, ora. La notte precedente Blaze non aveva fatto l'amore con lei senza chiederle il permesso?"


"C'era qualcosa nell'atteggiamento di Blaze che la terrorizzava. I suoi occhi dovettero rivelare il suo stato di paura perché lui assunse un tono del tutto sarcastico." (...) "Riconosco i segnali del terrore: occhi sbarrati, labbra socchiuse, respiro affrettato."
Blaze le andò vicino e le mise le mani sulle spalle.
"Non toccarmi!", protestò lei afferrandogli i polsi e cercando di divincolarsi.
"Farò di più, tesoro", dichiarò lui impassibile. "Finora sono stato al tuo gioco: promesse, legalità, anelli.
Ora sei legata a me, posso fare di te tutto quello che voglio. E tu dovrai sopportare."
(...) "Come... come ho potuto credere di amarti? Ti odio, ti odio!"
"Odiami pure, mia cara. Non fa differenza."
Nonostante ostentasse una grande freddezza, Blaze sembrava in preda a un'ira repressa.
(...) Si chinò su di lei e la costrinse a mettersi seduta, poi le sfilò il maglione. In quel momento, Carla comprese come fosse determinato a far valere i suoi diritti di marito.
(...) "No, Blaze... non voglio... non puoi..."
(...) "Adesso sono tuo marito, un marito che deve addomesticare una moglie ribelle. Non mi sento in vena di tenerezze."
(...) La bocca di Blaze sulla sua la fece tacere. La baciò con furia selvaggia (...) Invano lei pianse e lo implorò di non trattarla in quel modo, invano cercò di graffiarlo sulla schiena. Il corpo di Blaze era sul suo, prepotente, infuocato.
"Sei un bruto, un selvaggio... questa è una violenza", protestò Carla quando riuscì a liberare la bocca dalla morsa di quella di lui.
"Una violenza? Tuo marito che fa l'amore con te la prima notte di nozze?" (Nota di Lunaria: il libro è del 1982, tradotto in italiano nel 1989. All'epoca non lo era, ma oggi lo stupro coniugale è un crimine e un reato: il marito non ha il diritto di fare sesso con sua moglie, se lei non vuole. 
Vedi questi link:  https://www.vice.com/it/article/ex-ragazzo-stupro-993
http://www.stateofmind.it/2012/12/stupro-coniugale-psiche-legge-4/)

"Carla dovette riconoscere che, nonostante gli affronti e le umiliazioni subite, lo amava e lo avrebbe sempre amato, anche se non fossero più tornati a vivere insieme (...) Con grande abilità, Blaze l'aveva presa nella sua rete, l'aveva fatta sua prigioniera (...) A Carla parve che le avesse strappato il cuore e l'avesse portato via con sé."

"Se vengo a sapere che hai dormito con quel giuda del mio vicino, ti picchio a sangue. Capito?"
Abbassando gli occhi, Carla annuì e gli gettò le braccia al collo. Blaze si chinò su di lei carezzando ogni centimetro del suo corpo docile e arrendevole. Quando la fece sua, la gioia di Carla fu completa." (Nota di Lunaria: torno a ripetere che un comportamento del genere già rientra nel reato)


Per curiosità: la copertina di "La Dama del Fiume" ricorda molto questa



N.B Chi adora la musica pop degli anni Novanta (diecimila volte migliore della robaccia che c'è ora) si ricorderà di questa canzone e di questo video (stupendi entrambi) di Tori Amos, che in "Spark" parlava proprio di un tentato femminicidio 
Il personaggio maschile è tutto vestito bene, stile "uomo d'affari alla Blaze" e ha rapito, legato e bendato la donna protagonista che fugge per un bosco approfittando che la macchina dell'uomo abbia avuto un incidente... ma il finale è piuttosto criptico. 

 

C'è anche un bel video (e canzone) dei Lacuna Coil ispirato a questa tematica: "You Love Me 'Cause I Hate You"



"La Casa degli Specchi" di Yvonne Whittal (Collezione Harmony)


Trama: Ferito, tradito, umiliato dalla bellissima Myra, della quale è innamorato pazzo, Grant non si cura di infliggere a sua volta le medesime pene a chi lo ama davvero, in silenzio, da anni.
Ne sa qualcosa la temeraria Liz, dolce e volitiva al tempo stesso, decisa a restituire a quell'uomo deluso la gioia di vivere.
Dalla sua parte, Liz ha solo la forza dell'amore, alimentato dai ricordi dolceamari della sua cotta giovanile per Grant.
Contro, invece, ci sono il legame del suo uomo con un'altra
e la crudeltà di quest'ultima, che torna a riprendersi la preda con l'avidità di un rapace...


Commento di Lunaria: "La Casa degli Specchi" è un romanzo Rosa a tinte piuttosto drammatiche: in primo piano, infatti, più che belle scene sentimenali e sessuali, ci sono i tormenti e gli struggimenti di Liz, che ama, fin da ragazzina, Grant, riuscendo a sopportare che lui, il fidanzato di sua sorella, venga poi sedotto dalla bellissima Myra, spietata calcolatrice che abbandonerà Grant proprio quando lui, stimato e facoltoso chirurgo, a seguito di un incidente perde l'uso della mano.
La carriera da chirurgo è compromessa, così come il prestigio sociale, e Myra non esita neanche un istante ad abbandonarlo, passando ad un uomo facoltoso "più alla ribalta" che le può conferire il "prestigio sociale" per il quale anela, da donna frivola e parassita quale è.
Grant sprofonda nella depressione e nel rancore, ed è proprio da qui in poi che Liz riesce "ad insinuarsi" riuscendo ad intenerire Grant, scalfendo in parte la corazza di cinismo e rabbia nella quale l'uomo si è rifugiato.
E così, per buona parte della vicenda, Grant passa dal cinismo, all'indifferenza, all'affetto per Liz, in maniera del tutto repentina e imprevedibile.
La stessa Liz per tutto il libro sembra sofferente della "sindrome della moglie maltrattata", da tanto si lascia colpire dal sarcasmo, dalle frecciate e dagli sbalzi di umore di Grant (che lo rendono abbastanza antipatico e insopportabile, fino alla fine, o almeno questa è stata la mia percezione)
Personalmente, avrei dato più spazio a Myra, descrivendone meglio la malvagità e la perfidia, non limitandola solo a poche righe (e dopo metà libro) così come avrei prolungato di un paio di pagine anche la descrizione dell'inquietante casa completamente ricoperta di specchi, arredata dalla spietata e vanitosa Myra (una sorta di Regina Crimilde da "Specchio specchio delle mie brame"!) perché l'idea della dimora inquietante si prestava molto a virare su toni tipici dell'orrore psicologico (ho in mente soprattutto un classico come "Dolce, cara Audrina" https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/recensione-dolce-cara-audrina-racconto.html)


creando una sorta di simbiosi tra gli specchi inquietanti e la torbida Myra che, simile a Crimilde, sta architettando la rovina dell'innocente Liz...
Un vero pugno nello stomaco la scena dell'aborto spontaneo di Liz, a causa dello shock causatole dall'abbandono di Grant:
è la parte migliore del libro, per durezza e crudezza di toni, che rendono alla perfezione tutto l'orrore della scena, che lascia sbigottita la lettrice e non si dimentica.
Devo dire che, comunque, non sono riuscita per niente a stimare Grant, che solo verso la fine del romanzo si rende conto di quanta sofferenza (gratuita) ha causato a Liz (piuttosto remissiva e quasi un agnello sacrificale per tutto il libro) e che lei, prontamente, perdona all'istante, pur essendo stata abbandonata (è bastato che Myra ricomparisse in una fugace apparizione e Grant perde l'uso della ragione)
e pur avendo subito un aborto di una tragicità fisica e mentale devastante.
è vero che comunque in "La Casa degli Specchi" NON ci sono esagerazioni e scene di piombo ad un passo dallo stupro coniugale e dal femminicidio, tipici dei romanzi "Rosashock" di Charlotte Lamb, che tanto mi turbarono quando lessi "la trilogia Notturno\Possesso\Rapimento" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/06/rapimento-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html


Grant è antipatico a tratti, con quei suoi scatti e cambiamenti di umore così repentini da essere ingestibili ma niente di più di questo: non ci sono, per fortuna, i toni esasperanti e angoscianti che trasudavano come pece nera da quei tre romanzi di Charlotte Lamb...
e tuttavia, è un romanzo Rosa abbastanza malinconico.
Molto romantiche, ma narrate con toni soft, le scene d'amore fisico.


Gli stralci più belli: "Mi spiace", osservò Liz. "E adesso che stai soffrendo sarebbe stupido dirti che ti avevo messo in guardia."
(...) Grant era così vicino che il suo profumo la inebriava e Liz fremette quando la sua voce profonda le chiese: "E io che cosa sono per te? Un amico?"
Lui le sfiorò lievemente il viso e il collo, risvegliandole dentro nuove sensazioni e Liz dovette farsi forza per restare immobile e non vacillare sotto la dolcezza di quelle carezze."

(...) "Lascia perdere Grant, l'aveva ammonita la sorella, ne ricaverai solo dolori e delusioni. Lascialo a donne come Myra. Finiresti per soffrire atrocemente, se ti legassi a un uomo che non sarà mai capace di amarti con tutto se stesso."

(...) "Che cos'altro vorresti, allora?"
"Qualcosa che non sei in grado di darmi", rispose lei con franchezza. "Il tuo amore."
Colto di sorpresa da quell'affermazione, Grant restò in silenzio per qualche secondo.
"Come mai è tanto importante per te?", chiese alla fine.
"Perché io ti amo!"
Se Grant avesse avuto ancora dubbi in proposito, il candore di quella confessione li avrebbe dissipati in un attimo."

(...) "Con mani tremanti Grant l'attirò a sé e la strinse tanto forte da farle quasi mancare il fiato. I suoi baci avevano il sapore della disperazione.
Che cosa c'è da capire?, si chiese Liz. Forse Grant la stava usando per dimenticare Myra? L'idea la fece rabbrividire."

(...) "Toccarlo era un'esperienza meravigliosa e Liz non riuscì a trattenere un gemito di piacere quando, con un brivido, l'uomo si perse in lei con un'intensità che la notte precedente l'avrebbe spaventata, ma che adesso le procurava soltanto una gioia profonda.
Più tardi si addormentò con la testa abbandonata sulla spalla di Grant. Tra le sue braccia si sentiva protetta e sicura, anche se nel profondo era sempre attanagliata dal dubbio che la propria felicità fosse fragile come una bolla di sapone."

(...) "Non osò girarsi indietro per paura che lui si accorgesse della disperazione che la divorava e si allontanò per sempre dalla casa degli specchi, quegli stessi specchi in cui presto si sarebbe riflessa l'immagine della donna di cui Grant era innamorato. (...) Le lacrime che aveva trattenuto sino a quel momento cominciarono a rotolarle lentamente lungo le guance. Cercò di fermarle nascondendo la testa nel cuscino, ma i singhiozzi continuarono a lacerarle il petto. Liz si lasciò andare a un pianto disperato finché si sentì completamente svuotata e priva di sentimenti."

(...) "Non ho mai capito quanto avessi bisogno di te fino a quando te ne sei andata e allora era troppo tardi", mormorò lui con voce roca stringendola ancora di più tra le braccia, convulsamente. "Guardavo in quegli specchi per scoprire che te ne eri andata: non eri più al mio fianco a portare una ventata di aria fresca in quell'orribile casa. Guardandomi, provavo disgusto per me stesso. L'immagine che vedevo mi faceva star male."


Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/03/il-falco-dargento-di-yvonne-whittal.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/il-ritratto-nascosto-di-yvonne-whittal.html