"L'Amante di Lady Chatterley" di David Herbert Lawrence

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Nessuno ha incarnato gli sconvolgimenti socio-culturali quanto David Herbert Lawrence, polemico e scandaloso autore di "L'Amante di Lady Chatterley" che in opere come "La Verga di Aronne" (1922) e "Il Serpente Piumato" (1926) giunge a dei parossismi definiti, da Mario Praz, come "un colorito sinistro per l'affinità con simili ideologie, del nazismo", antifemminili e tesi al recupero del patriarcato.

"La Psicanalisi e l'Inconscio" (1921) e "Fantasie dell'inconscio" (1922) indicano l'interesse dell'Autore per la psicanalisi, e fu visto come un profeta della libertà sessuale.

Ci fu persino chi ne apprezzò la critica anti industriale.

La via sessuale gli divenne l'unico elemento in grado di riscattare l'uomo, a patto che il sesso non fosse vissuto come peccato o proibizione; il vitalismo sessuale servì a Lawrence a nascondere la malattia che lo consumava.

"Comune ai libri di Lawrence è una fondamentale irrequietezza, conseguenza d'un profondo dissidio interiore, essendo la sua una natura di uomo attivo [viaggiò moltissimo, dalla Germania alla Nuova Zelanda] inchiodata su un punto morto di contemplazione", nota Praz.

I quadri di Lawrence, caratterizzati da elementi sessuali, vennero censurati; i guai con le autorità, le accuse di oscenità (nel suo personaggio letterario Ursula, l'autore parla anche di omosessualità che per l'Autore è una soluzione alla crisi dei rapporti tra uomo e donna), peggiorarono il suo status. 

"L'Amante di Lady Chatterley" venne messo al bando per ben 32 anni, anche se il libro girava clandestinamente in Inghilterra. (Nota di Lunaria: letto oggigiorno risulta persino casto e pudico...)

Nel libro, che vendette oltre un milione di copie, si parla di Connie, che durante la guerra sposa Clifford Chatterley, aristocratico.

Clifford, ferito in guerra e ormai paralizzato e impotente, si stabilisce con Connie nella dimora di campagna della famiglia. Diventato scrittore, instaura un amore platonico con Connie, che diventa l'amante di Michaelis e quando la relazione termina, si lega a Mellors, un guardiacaccia, dal quale resta incinta. 

L'eroina lawrenciana diventa simbolo dell'emancipazione femminile degli anni Venti: Connie è una donna atipica rispetto al conformismo borghese del tempo. 

(Nota di Lunaria: esattamente come le tragiche eroine di "Madame Bovary" e "La Signora Dalle Camelie" ma anche Nora in "Casa di Bambola")


Gli stralci migliori

"Anche lui era denudato sul davanti e lei sentì il contatto della carne nuda quando entrò dentro di lei, turgido e vibrante. Poi quando incominciò a muoversi, nell'improvviso e inevitabile orgasmo, si risvegliarono in lei spirali di nuovi e strani fremiti."

"E dolcemente, con quella meravigliosa carezza della sua mano animata da un desiderio puro e tenero, dolcemente le accarezzò i fianchi vellutati, giù, giù, tra le calde natiche, sempre più vicino alla parte sensibile di lei."

"E solo adesso Connie si rese conto della piccola reticenza da bocciolo del pene e della sua tenerezza, e un gridolino di meraviglia e di dolore le scappò di nuovo, il suo cuore di donna stava esternando il suo sgomento di fronte alla tenera fragilità di quello che era stato potenza."

"Dietro i suoi lombi, il fuoco si agitò improvvisamente, più imperioso. La guardò con timore. Ella aveva voltato la testa e piangeva ciecamente, con tutta l'angoscia della sua maternità smarrita. Il cuore di lui si dissolse d'un tratto come una goccia di fuoco; tese la mano e posò le dita sulle sue ginocchia. "Non dovreste piangere", disse dolcemente. Ma ella si nascose la testa tra le mani; sentiva che il suo cuore era spezzato e che ogni ritegno era ormai inutile. Egli le posò la mano sulla spalla e leggermente, dolcemente, essa prese a scendere lunga la schiena di lei, ciecamente, con un movimento carezzevole, ciecamente, fino alla curva dei lombi accoccolati. E lì, dolcemente, dolcemente le accarezzò il fianco con quella carezza cieca, istintiva. Ella aveva trovato il fazzoletto e tentava di asciugarsi ciecamente il viso. "Venite nella capanna?" diss'egli con voce tranquilla e inespressiva. E, prendendole dolcemente il braccio al di sopra del gomito con una mano, la sollevò da terra, la condusse lentamente nella capanna senza lasciarla prima che fosse entrata. Poi mise da parte la tavola e la sedia, prese fuori dalla cassa degli utensili una coperta scura da soldato, la stese per terra, lentamente. In piedi, immobile, ella lo guardava. Aveva il viso pallido, inespressivo, simile a quello d'un uomo che si arrenda al destino. "Coricatevi qui" disse dolcemente. E chiuse la porta, in modo che fu buio, buio completo nella capanna. Stranamente, obbedendo, ella si distese sulla coperta. Poi sentì la mano dolce, brancolante, disperatamente avida, toccarle il corpo, cercarle il viso. La mano le accarezzava dolcemente il viso, dolcemente, apportatrice di sollievo, d'una pace infinita; poi sentì il dolce contatto d'un bacio sulla guancia."

"Giaceva assolutamente immobile, immersa in una specie di sonno, di sogno. Poi sentendo la mano brancolare dolcemente, e tuttavia con inesperienza curiosa e impacciata, tra le sue vesti, ebbe un brivido. Tuttavia la mano sapeva anche come svestirla, lì, dove voleva. Fece discendere la sottile guaina di seta, lentamente, con cura, fino ai suoi piedi. Poi, con un fremito d'intenso piacere, le toccò il corpo soffice e caldo, e, per un momento, le sfiorò l'ombelico con un bacio. E dovette entrare subito in lei, entrare nella pace terrestre del suo corpo tenero e arrendevole. Fu per lui il momento della pace perfetta, quell'entrare nel corpo della donna."

"Ella rimaneva immobile, sempre immersa in una specie di sonno. Tutta l'attività, tutto l'orgasmo veniva da lui; ella non poteva tentare nulla per se stessa, ora. Anche la stretta delle sue braccia intorno a lei, anche l'intenso movimento del suo corpo, e il fluire del suo seme in lei, tutto non era che una specie di sonno dal quale non cominciò a destarsi che quando egli ebbe finito e si abbandonò, ansimando un poco, sopra il suo petto. Allora ella domandò vagamente a se stessa: Perché? Perché? Questo era necessario? Perché questo aveva dissipato la gran nube che la opprimeva e le aveva dato la pace? Era vero? Era vero? Il suo spirito tormentato di donna moderna non si calmava. Era vero? Ed ella sapeva che, se si dava a quell'uomo, era vero. Ma in sé e per sé ella era nulla. Vecchia, era: si sentiva vecchia di milioni di anni. E infine non poteva più sopportare il peso di se stessa. Per quella non c'era che da tendere la mano. Tendere la mano. L'uomo giaceva in una misteriosa immobilità. Che cosa provava? A che pensava? Ella non lo sapeva. Era come un estraneo per lei; non lo conosceva. Doveva soltanto attendere, giacché non osava disturbare la sua immobilità misteriosa. Era lì, le braccia intorno a lei, il suo corpo sul suo, il suo corpo umido che la toccava, così vicino. E del tutto sconosciuto. Eppure non inquieto. La sua stessa immobilità era piena di pace. Ella lo comprese, quando infine egli si animò e si staccò da lei. Fu come se l'avesse abbandonata. Le tirò il vestito sopra le ginocchia, nel buio, e rimase in piedi un istante, evidentemente riassestando i suoi abiti. Poi aprì tranquillamente la porta e uscì.  Ella sentì il corpo di lui terribilmente vicino e vivo. "Oh! Non ora, non ora" gridò, tentando di respingerlo. "Perché no? Non sono che le sei. Hai mezz'ora di tempo. No, no. Io ti voglio." La teneva ferma, ed ella sentiva l'urgenza del suo desiderio. L'antico istinto la spingeva a lottare per la sua libertà, ma c'era anche in lei qualcosa di stranamente inerte e greve. Il corpo dell'uomo premeva contro il suo ed ella non aveva più cuore di combattere. Egli si guardò intorno. "Vieni... vieni qui! Per di qui" disse, frugando con lo sguardo nel folto degli abeti giovani e ancora bassi. Si voltò a guardarla. Ella vide i suoi occhi intensi, scintillanti, selvaggi, senza amore. Ma aveva perduto tutta la sua libertà. Un peso strano premeva sulle sue membra. Cedeva, si abbandonava. Egli la condusse oltre la barriera d'alberi spinosi, attraverso i quali era difficile passare, fino a un luogo dove c'era un po' di spazio libero e un mucchio di rami morti. Ne sparse in terra uno o due asciutti, vi mise sopra la giacca e il panciotto, ed ella dovette stendersi lì, sotto i rami degli alberi, come una bestia, mentre egli aspettava in piedi davanti a lei, in camicia e pantaloni, guardandola con occhi spiritati. Ma fu previdente anche questa volta, e fece in modo che ella si trovasse comoda, ben comoda. Tuttavia le strappò il laccio della sottoveste, perché ella non l'aiutava; giaceva lì inerte."

"Anch'egli si era denudato la parte anteriore del corpo ed ella sentì dentro di sé il contatto della sua carne nuda quando egli entrò in lei. Per un momento rimase dentro di lei immobile, turgido e palpitante. Poi, quando cominciò a muoversi, nell'orgasmo improvviso e inevitabile, si risvegliarono in lei vibrazioni nuove e strane che fremevano come piccole onde che s'increspino. Fremevano, fremevano come molli lingue di fiamma che si lambissero a vicenda, molli come piuma, e toccavano vertici di lucentezza suprema, sottili, deliziose, che la fondevano tutta dentro. Era come un suono di campane che vibrasse a onde su su, fino al culmine. Ella giaceva, inconsapevole delle piccole stride selvagge che alla fine non poté trattenere. Ma finì presto; ed ella non poteva più sforzarsi al godimento da sé. Questa volta tutto era diverso, diverso. Non poteva far nulla, non poteva più irrigidirsi e aggrapparsi a lui per trarne il suo godimento. Poteva soltanto aspettare, aspettare, e gemere nell'anima, mentre lo sentiva ritrarsi, ritrarsi e contrarsi, fino al momento terribile in cui egli sarebbe scivolato fuori da lei abbandonandola, mentre tutto il suo corpo rimaneva aperto e molle, dolcemente supplichevole, come un anemone di mare sotto le onde, perchè egli ritornasse in lei a soddisfarla.

Si aggrappava a lui, perduta in una passione di cui non aveva coscienza, ed egli non scivolò del tutto fuori di lei, ed ella sentì il molle germoglio dell'uomo fremere in lei, animarsi in strani movimenti ritmici e crescenti, stendersi, ingrossarsi fino a riempire tutto il vuoto della sua coscienza, e allora ricominciò il moto ineffabile che non era realmente un moto, ma puri e sempre più profondi vortici di sensazioni, che si agitavano più e più profondamente nella sua carne e nella sua coscienza, finché ella non fu che un perfetto fluido concentrico di sensazioni e giacque lì, emettendo strida inarticolate e inconsce, la voce che usciva dalla notte più fonda: la vita!"





"Il Diario di Eve Rosser"


Trama: Claire frequenta l'università a Morganville, e viene presa di mira dalle ragazze più popolari della scuola, capeggiate dalla sadica Monica, che iniziano a bullizzarla e a picchiarla. Cercando rifugio fuori dal campus dopo le minacce di morte, Claire si ritrova a Glass House, un'antica casa dove vivono tre ragazzi: Eve, una barista dark, Shane, un tipo affascinante esperto di cucina messicana, Michael, il proprietario della villa che nasconde un grande segreto che lo lega alla luce del sole e alle mura che lo circondano. Diventano subito amici di Claire e la accolgono, difendendola da Monica e mettendola al corrente del pericolo che grava sulla città: Morganville nasconde una storia oscura perché è una città popolata da vampiri...


Commento di Lunaria: Il problema di questo "Il Diario di Eve Rosser" (titolo "truffaldino", visto che non c'è nessun diario, se non qualche pagina, messa dopo la fine della vicenda, dove Eve fa il riassunto della trama del romanzo...) è il non-senso della trama e soprattutto lo stile piatto e monotono con cui è raccontata una vicenda già zoppicante in partenza: Claire è picchiata e subisce pure un attentato con l'acido (!) dalle sue compagne di classe, ma invece di andare a denunciare la cosa alla polizia, scappa e si rifugia a casa di tre ragazzi conosciuti per caso che le rivelano che Morganville è una città di vampiri; da qui in poi, dialoghi inconcludenti, dissertazioni sul chili (!) zero o quasi pagine horror (che ci si aspetterebbe in un romanzo sui vampiri!) e zero intrecci amorosi, vampiri che compaiono un po' a caso e in scene molto banali, i genitori di tizio o caio e professori che sbucano fuori in scene che non aggiungono niente alla vicenda e rendono il ritmo ancora più lento, una ricerca di un libro per vampiri fino all'assalto finale e... la vicenda si conclude così, tanto prosegue nel volume 2, da dove si è interrotta, e dal momento che me li sono pure presa in coppia, leggerò anche il secondo volume, con tutto che non mi ispira neanche un po' (ma potrei sbagliarmi, magari è molto più emozionante)

Insomma, non è pessimo come libro, ma molto "basic" e con un intreccio di eventi che si poteva risolvere in due pagine (e invece la storiella viene stiracchiata per ben 280 pagine) e da leggere solo se proprio dovete leggere tutto il leggibile di Urban Fantasy (ma le atmosfere stile "Il Diario del Vampiro" sono a malapena accennate).

Stendiamo un velo pietoso sulla tizia che diventa amica di Claire, tale Eve, che si acconcia da dark non di certo perché ascolta la musica in questione ma solo per fare dispetto ai vampiri (!!!) e che possiamo definire una poser fatta e finita, similmente alla Haven di "Evermore" ( https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/11/recensione-evermore.html ).

L'unica cosa veramente apprezzabile e che spicca, di questo "Il Diario di Eve Rosser" è solo la copertina.








Farfalle Nere


Nix è tormentato dalla visione di un cerchio luminoso che avvolge le persone che stanno per morire. Farfalle dipinte e disegna appena scarabocchiati prendono vita sotto lo sguardo viola di Ondine. Sangue sotto le unghie e fango sulle caviglie angosciano i risvegli di Morgan, che non ricorda nulla delle sue notti da sonnambula. A Nix, Ondine e Morgan, legati dallo stesso destino, è stato promesso che le loro inquietudini troveranno spiegazione durante un rave tra i boschi, il rave del solstizio d'estate di cui tutti parlano senza sapere esattamente dove sia. Alle soglie della notte più lunga della loro vita, li aspetta una rivelazione sconvolgente, difficile da accettare ed estremamente pericolosa da affrontare.


Nota di Lunaria: dispiace stroncare un libro, ma questo "Farfalle Nere" è talmente prolisso da essere incomprensibile: troppi personaggi (che appaiono di continuo e che scompaiono come semplici comparse, lasciando un senso di confusione nel lettore e facendo disperdere inutilmente la sua attenzione), una trama confusa che tira in ballo il Piccolo Popolo e i rapimenti di umani, zero o quasi storie d'amore nonostante la trama e la stessa copertina siano "clickbait" facendolo passare per un Urban Fantasy stile "Twilight\Fallen", dialoghi esasperanti con dettagli ininfluenti, si arriva a fine romanzo davvero a fatica e decisamente esausti nell'essersi sottoposti a 440 pagine, quando la storia, di per sé, tolti tutti i dettagli inutili che costellano la narrazione, si poteva raccontare in una decina di pagine.




"Non essere crudele" di Cassie Miles


Trama: Gina è sulle tracce di alcune rarità appartenute ad Elvis da consegnare alla casa d'aste per cui lavora e le ricerche la conducono ad Aspen, Colorado. Ma ad attenderla trova una sorpresa agghiacciante: il suo eccentrico zio, da cui doveva ricevere i cimeli dalla rockstar, giace morto nel suo chalet: omicidio! Per Gina è l'inizio di un incubo: braccata dalla polizia che la ritiene la principale indiziata, troverà rifugio tra le braccia di Conner, ex campione di sci...


Commento di Lunaria: buon Giallo, che si legge con piacere. Non è prolisso e la storia prosegue con scene thriller che tengono vivo il ritmo del romanzo. è un po' banale il motivo per cui l'assassino ha commesso il delitto, ma nel complesso è un buon romanzo. In origine uscito per Intrigue (1994) poi ristampato per Emozioni (1997) 




"Su un pianeta lontano" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)

Trama: "Sei anni di matrimonio e un figlio, eppure non ci conosciamo molto di più che il giorno della cerimonia", dice Andrew a sua moglie Helen, ed è vero. Si sono sposati per motivi di reciproco interesse, hanno messo al mondo un figlio per gli stessi motivi, ma sono due estranei che non vivono quasi mai sotto lo stesso tetto. Ma ora, ecco che Andrew rivendica i suoi diritti di marito e Helen si trova impreparata di fronte a questa svolta improvvisa. Chi o cosa l'aiuterà a uscire dalla fortezza di gelo, portandola a dire gioiosamente "ti amo" ad Andrew?

Commento di Lunaria: ORRENDO romanzo di Charlotte Lamb dove si erotizza e giustifica un uomo che stupra per ben due volte una donna, sposata solo per interesse egoistico, ha impulsi omicidi nei confronti di lei e dell'unico uomo che la sostiene (Philip), è manesco, violento, arrogante, tiranno (immancabilmente ha gli occhi grigi, come quasi tutti i personaggi dei romanzi lambiani).

155 pagine e ben venti pagine dove questo Andrew commette uno o più reati e dove alla fine "i due si scoprono innamorati".

Il giudizio assolutamente negativo che riservo a questo PESSIMO romanzo non è dato dallo stile narrativo (al contrario: Charlotte Lamb scriveva molto bene) ma dal messaggio che veicola: LA VIOLENZA SU UNA DONNA CHE NON RIESCE NEANCHE A RIBELLARSI.

Si obietterà che quando il romanzo è stato scritto (1979) cose come lo stupro coniugale non erano neanche giudicati reati; sì, probabilmente è così, probabilmente l'Autrice neanche se ne rendeva conto di quanto fosse moralmente ripugnante questo suo modo di "romanticizzare" lo stalking e la violenza coniugale, ma resta il fatto che OGGI TUTTO QUESTO è REATO. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)

Riporto qualche stralcio, per dare l'idea.

Pagine 21 e 22: "Era la sera del giorno del matrimonio. Tranquillamente, Helen si spogliò e si mise a letto nella sua camera, nella villa della Giamaica, fidando nella promessa di Andrew che la loro unione sarebbe stata platonica. Quando lui entrò (...) rise, una risata aspra, strana. Ed Helen si drizzò di scatto nel letto, impallidendo." 

Andrew la informa che il padre di lei ha deciso che lei debba avere un figlio, perciò LA STUPRA.

"Andrew tese lentamente un braccio e spense la lampada. Lei continuò a dire di no, a intervalli, ma quella notte scoprì che, sotto la scorza indolente, lui era spietato."

E da qui in poi la Lamb si diletta a sciorinare i particolari di uno stupro coniugale, per esempio, facendoci sapere che "le mani di lui esploravano il corpo tremante, la presa salda quando lei volle sottrarsi, i sordi gemiti, verso la fine, mentre lei lo subiva in silenzio e lo odiava."

Dopo che lui ha finito di stuprarla, si addormenta, ma all'Autrice non basta, infatti specifica che "la incatena a sé con un braccio, mentre lei resta sveglia, gelata e dolorante."

"Nonostante la sua delicatezza" (si esprime proprio così, dopo che ha descritto la scena di uno stupro su una donna vergine, la Lamb usa "delicatezza") "le aveva fatto male, molto male."

Ci risparmia solo il particolare splatter del lenzuolo insanguinato, chissà perché, forse per non far etichettare il suo romanzo nel genere "splatterpunk".

Ma non è finita qui.

Alla pagina 22 c'è pure il dialogo. 

"La mattina dopo, leggendole negli occhi azzurri l'amarezza, lui fece una smorfia" (il che lascerebbe pure intendere che "lui si aspettava che a lei piacesse", tanto per aggiungere altro degrado a delle pagine che sono stomachevoli) 

"Non guardarmi così", le disse. "Tutto quello che ti chiedo è un figlio."

"Cioè, dovrò passarci ancora e ancora finché non sarò incinta?", replicò, glaciale e piena di disgusto.

"Sì", sibilò lui, arrossendo.

Perciò, non contenta di averci descritto uno stupro coniugale fatto su una fanciulla vergine, l'Autrice pensa bene di aggiungere altro orrore: lo stupro si ripete poco righe sotto, con Andrew UBRIACO.

"La seconda notte andò da lei dopo aver bevuto abbondantemente, per eliminare dalla sua mente ogni eventuale scrupolo, e la prese senza dilungarsi in preliminari. Helen rimase in silenzio, ma alla fine due lacrime le scesero sulle guance."

A pagina 43, dopo che per tutte le pagine precedenti, Helen evita il più possibile lo stupratore Andrew, lui è pure capace di rinfacciarle che "la tua avversione per l'altro sesso rasenta la fobia."

Quando lei replica che "il fatto che non abbia perso la testa per te non significa che tutti gli uomini mi siano antipatici!" lui sibila "Qualche volta mi vien voglia di suonartele!", ritornello che sentiremo più volte, anche altrove.

A pagina 45 lei replica "Se mi tocchi anche solo con un dito, mi metto ad urlare" e lui, ovviamente, le tocca i seni.

A pagina 46 la bacia (senza il consenso di lei), mentre lei mette le mani sulle sue spalle per respingerlo. Lui ovviamente è troppo forte, e "la costringe contro i cuscini".

Lei intontita "chiude gli occhi, si lascia andare" e lui commenta "A cosa ti servirà la tua verginità nella tomba?"

nonostante l'abbia già stuprata due volte.

Lei scappa, "tremante e sconvolta", si rifugia in camera e da lì inizia a pensare che "forse desidera Andrew" pur sapendo che lui "aveva impiegato più la forza che la persuasione, probabilmente perché sapeva che lei non avrebbe ceduto altrimenti (...) avrebbe respinto con disgusto ogni approccio."

A pagina 58 la minaccia nuovamente, perché geloso di una semplice amicizia tra lei e un collega, Philip.

"Ti insegnerò ad avere paura di me, Helen!"

"Non l'aveva toccata, ma lei tremava già di paura. (...) Aveva visto il vero Andrew, l'uomo dalla volontà d'acciaio, capace di tagliare la gola ad un concorrente in affari"

A pagina 86, Andrew vuole picchiarla: "Sì, ti meriti un ceffone, ma a te penserò dopo."

Quando a pagina 88 Helen viene molestata da un ragazzo in una discoteca, Andrew la trascina via ed è pure capace di darle la colpa!

"Per un istante aveva visto sul viso di Andrew una furia omicida e aveva temuto che ammazzasse il ragazzo in maglietta arancione. (...) Correva dietro di lui come una schiava fuggiasca ricatturata dal padrone".

Quando Philip interviene in sua difesa "Non mi piace veder maltrattare le donne", Andrew minaccia anche lui.

Una volta in casa, la spintona (pagina 90) e la chiude in camera. "Helen lo fissò, terrorizzata."

A pagina 92 e 93 la violenta di nuovo, afferrandola, denudandola mentre lei cerca di fuggire.

"Ti avrò, che tu lo voglia o no. Dibattiti, e ti farò male. Ti avevo avvertito, Helen, che ti avrei insegnato ad avere paura di me."

Pagina 95: "Gettò un grido atterrito e si dibatté, e lui fu costretto a farle male per bloccarla e ributtarla sui cuscini. Lei tremava in tutto il corpo per il freddo e i denti le battevano."

Dopo un po' "Helen cede".

A pagina 115, roso dalla gelosa, l'accusa di essere "una sgualdrina frigida" e non la picchia solo per un soffio.

A pagina 154 le confessa che l'avrebbe uccisa, insieme a Philip (che ha picchiato, a pagina 143)

A pagina 146, credendo che lei sia andata a letto con Philip, la bacia in modo talmente violento che il sangue esce dalle labbra di lei mentre "le sue mani la stringevano impietose, artigliandola, ghermendola, strapazzandola come se volesse farle male."

A pagina 148 ripensando al primo stupro, Andrew commenta "Lo so che per te è stato orribile, ma per me... Non voglio più dirti bugie, per me è stato meraviglioso. Anche quando ti dibattevi e lottavi mi è piaciuto."


"Piccoli Miracoli" di Rebecca Flanders (Romanzi Americani)

Trama: è evidente che Michael è unico nel suo genere. Quei suoi incredibili occhi color topazio gli danno un'aria magica e mistica allo stesso tempo, qualità confermate dalle sue straordinarie capacità. Per ore gli scienziati del Centro di Ricerche sui fenomeni paranormali hanno assistito a una dimostrazione alquanto bizzarra del potere della mente di Michael: lui è in grado di spezzare una catena di ferro, di far bollire l'acqua senza il fuoco, di far squillare i telefoni... Nelle vesti di psicologa e studiosa dei fenomeni paranormali, Leslie è una professionista fredda e animata da un sano scetticismo. è sempre alla ricerca di una spiegazione razionale per tutto ciò che vede, ma quando gli occhi topazio incontrano i suoi e sembrano scavarle nell'anima sorridendole, Leslie può solo chiedersi con crescente inquietudine chi sia realmente Michael...


Commento di Lunaria: Purtroppo, dietro la patina della parapsicologia, che avrebbe potuto regalare brio alla vicenda, il romanzo scorre discretamente, assestandosi su un livello di sufficienza. Non è scritto male, perché l'Autrice è una delle firme storiche del genere Rosa (e di lei ne avevo letti di molto più entusiasmanti) https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/gabriel-limmortale-di-rebecca-flanders.html  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/lombra-del-lupo-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/due-vite-allo-specchio-di-rebecca.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/03/ma-la-nottesi-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/lacchiappafantasmi-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/luomo-del-ritratto-di-rebecca-flanders.html

ma questo "Piccoli Miracoli" non va oltre alla sufficienza e le pagine che potrebbero stuzzicare con atmosfere misteriose sono dosate col contagocce.