"Come un Sogno..." di Priscilla Flame

Trama: Sul palcoscenico della vita si muovono la perfida e ammaliante Lavinia, il giovane affascinante duce Tayne e la splendida e dolcissima Ivory. Attorno al duca di Margrove, nel lussuoso scenario del suo castello, ruotano personaggi avvincenti, dai tratti brillanti e di vitale importanza, che imprimono al romanzo svolte impreviste e determinanti. è il gioco degli equivoci e dei sottintesi, un minuetto malizioso ed eccitante. Chi avrà l'amore di Tayne? Lavinia o Ivory? O tutte e due? Di sorpresa in sorpresa, gli incredibili eventi conducono ad un finale carico di promesse, suspense e colpi di scena.


Commento di Lunaria: più che un romanzo, è un racconto lungo (112 pagine); trama un po' confusa e a tratti inconsistente nello svolgimento delle schermaglie e ripicche dei vari personaggi, ma c'è da dire che l'Autrice ha curato nel dettaglio la descrizione degli ambienti, dei vestiti, dei particolari, del linguaggio. Fu allegato al "Grand Hotel" del 15 maggio 1994.


Gli stralci più belli:  "Il trascorrere del tempo non aveva fatto altro che attutire il dolore, sbiadire i ricordi e il risultato era stato deludente. Si era accorto di poter vivere, ridere, ballare, volare e di voler fare tutte queste cose, con la certezza di averne il diritto. Questo lecito e rivendicato diritto gli offuscò, piano piano, la memoria non più cocciuta né tormentata; gli rosicchiò, giorno dopo giorno, la spietatezza necessaria per interrogarsi fino a farsi male. La vita gli riservò, dopo, un trattamento particolare, agiato, protetto da ulteriori eventi negativi, come se tutto quello che doveva succedergli nell'arco dei suoi anni, si fosse già esaurito nella fragile prima parte della sua esistenza. Questa constatazione gli aveva così insegnato a gestire il dolore, stemperandolo in piccole dosi, ravvivandolo solamente attraverso la malinconia che gli era compagna occasionale e non troppo petulante. (...) Oh, certo! Come avrebbe voluto cancellarlo e riscriverlo secondo un copione diverso! Di fronte a tale impossibilità, aveva preferito affrontarlo e subirne, solo in apparenza, le lugubri trame. Dentro di sé, intanto, lasciava crescere la forza, la pazienza, la tenacia, la risolutezza. Quando le sentì vitali e impellenti, si servì di queste preziose muse per risalire in superficie, attraverso l'attributo del dolore: il coraggio di guardarlo in faccia, per quello che era, con tutti i suoi risvolti frustranti e deleteri, contribuì a minimizzarlo, frantumarlo, sbriciolarlo fino ad afflosciarne il velenoso lievito."

"La guardò come si guarda un dipinto: luci, ombre, sfumature, nuances, tutte affiorate sul viso trepidante e interrogativo di lei. Ondeggiavano appena nel vento i suoi lunghi capelli miele e brunito: anche l'aria di quella sera speciale non giocò più. Ristagnò un poco e si smorzò. Nel silenzio calato lungo la strada deserta, senza vento, senza luna, senza voci, Tayne capì di essere innamorato, non perché gli era stato proibito ma perché quel sentimento scavalcava le piccole cose terrene, per andare al di là di ogni capriccio o risentimento."

"La mente di Tayne sgommò sull'asfalto di un presente che lo vedeva prostrato e svilito. Sgomitò via, nel tempo di un respiro, quella pausa infernale al suo amore per Ivory. Scalciò fuori dal suo cuore la spina conficcata giù nel profondo, in quella cavità nera dove non c'è posto per il domani. Lui, adesso, lo voleva quel domani a cui aveva diritto, con tutte le sue forze. Ed erano di nuovo tante! Il silenzio stupito e adorante di Ivory lo frustò in pieno petto dove un groviglio di fiele andava perdendo, sempre più, il suo amaro."


"Il Mio Splendido Piano" di Dixie Browning (Harmony Destiny)

Trama: A essere sincera, mie care signore, io avevo uno splendido piano per accalappiarmi un uomo moderato e concreto, finché lui non si è presentato alla mia porta. Con il suo sguardo seducente e le spalle da lottatore, quel sexy straniero non mi ha lasciato scampo. Mi sono bastati un paio di incontri di quelli che poi continui a raccontare alle amiche perché indimenticabili per capire che Kell è uno di quegli uomini da definire "pericolosi e travolgenti" perciò rischiosi. Ma le mie amiche Sasha e Marty continuano a insistere che non poteva capitarmi niente di meglio. Solo che io, Daisy, non riesco a dimenticare il cuore. La passione va bene, ma l'amore... forse a lui non interessa.

Commento di Lunaria: Trama banale e inconsistente "Il mio splendido piano" si perde in dialoghi tediosi ed ininfluenti; nel complesso, come libro non è riuscito ad entusiasmarmi. Le pagine riuscite meglio sono quelle erotiche, anche se non sono moltissime.

Gli stralci più belli: "Un attimo dopo le loro labbra erano unite nel bacio più sensuale che Daisy avesse mai ricevuto. Le mani di Kell si muovevano sul suo corpo con una frenesia che le metteva i brividi. (...) Le mani di Kell avevano qualcosa di magico e quando lui le sostituì con le labbra e con la lingua, Daisy lasciò andare un gemito di piacere prolungato."



"La Corona di Ashraf" di Alexandra Sellers (Harmony Destiny)

Trama: Dana e Ashraf si incontrano al ballo per una raccolta fondi. Danzano insieme e l'attrazione è subito intensa. Un paparazzo li coglie mentre sono molto vicini e un giornale scandalistico ne approfitta. Dana viene così coinvolta in un giro di spionaggio: la sorella infatti si indebita con un casinò, i cui proprietari, per annullare il debito, chiedono a lei di spiare Ashraf per scoprire...

Commento di Lunaria: Avevo molto apprezzato la trilogia dei "I Figli del Deserto" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/il-sigillo-di-shakur-di-alexandra.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/la-spada-di-rostam-di-alexandra-sellers.html più la serie "spin off": https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/07/il-fascino-del-deserto-di-alexandra.html 

Ma questo "La Corona di Ashraf" mi ha deluso parecchio!

Tanto per iniziare, manca tutto il contesto orientale da "Mille e una Notte Erotiche" (l'unico tocco di esotismo è dato da qualche tappeto e dai mullah barbuti e maschilisti, e ne avremmo fatto volentieri a meno...) e l'eros è ridotto all'osso; si percepisce una certa prolissità nei dialoghi tra i personaggi, che discettano solo di "politica mediorientale del regno del Bagestan e colpo di Stato" ma in modo così tedioso che l'intrigo è pari allo zero (negli intenti, voleva essere un romanzo da spionaggio in versione romance); agghiaccianti, per la loro puerilità imbarazzante, le pagine dedicate al... femminismo islamico! Ebbene sì, per diverse pagine l'Autrice, ahinoi, vorrebbe convincerci che "maometto è stato il primo femminista e se le donne nei paesi islamici vivono così male è perché gli uomini interpretano male i testi coranici"; e così, l'Autrice riporta qualche frasucola presa dalle femministe islamiche (*) nel mentre che, per bocca di Dana, parla della condizione femminile in Bagestan, dimenticandosi, ovviamente, al pari di queste paladine, di citare la sura IV... perché citare quella farebbe cadere all'istante tutto il castello di farneticazioni femministoidi in salsa islamica... 

Eh sì che la sura IV Al Nisa è chiarissima, nel suo stabilire il ruolo della femmina islamica: 

34 - Gli uomini hanno sulle donne autorità per la preferenza che Allah ha concesso al maschio sulla femmina e a causa di ciò che essi hanno speso per loro delle sostanze proprie. Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente custodiscono l'onore in assenza del marito in cambio della protezione che Allah ha concesso loro. Temete l'infedeltà di alcune di esse? Ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatele; ma se tornano a miti sentimenti d'obbedienza, allora basta, va bene così. Allah è altissimo e grande in verità.




Eppure, ci fosse mai una di queste "femministe islamiche" che riporta questo passaggio del corano così come è stato scritto... meglio far finta di niente ed inventarsi l'esegesi fantasy di un testo chiarissimo, quando si parla di donne e di omosessuali. Se appartenete a queste due categorie di persone mettetevi l'animo in pace: Allah ha stabilito che le donne siano sottomesse ai maschi e che gli omosessuali siano messi a morte. Punto e stop. 

Insomma, "La Corona di Ashraf" è decisamente insufficiente: da questa brava Autrice mi aspettavo di più. 

(*) Peraltro, tipo di femminista che oggigiorno va molto di moda e ha più amiche e seguito di me.


Gli stralci più belli: 

"La prima volta che ho posato gli occhi su di te mi stavi guardando malissimo", rise Dana. "Non avevo mai visto tanta disapprovazione." "Ero furibondo. Sei entrata in quella stanza portandovi la bellezza e la nobilità. Era come se intorno avessi un alone di luce. Non sapevo nulla di te, ma sapevo che ti dovevo conquistare perché eri destinata a essere mia. Poi ti sei mossa, il tuo vestito è diventato trasparente e ti ho detestato. (...) Mi sono detto che eri mia e mi sono chiesto come potevi mostrare il tuo corpo a tutti."

(...) Si sdraiarono l'uno accanto all'altra e si abbracciarono. Il tocco delle sue mani era perfetto sulla sua pelle. Dana non aveva mai provato tanto piacere ad essere accarezzata da un uomo, e si lasciò sfuggire gemiti di autentico piacere. Poi lui le fu sopra e la penetrò. Gemettero insieme e si sorrisero rendendosi conto che era quell'unione, quell'intensità, quella passione, quel genere di amore, che le loro anime avevano sempre aspettato."



"La Sua Ora" di Elinor Glyn (Romanzi della Rosa)

Trama: Tamara, bella, giovane, vedova, non vuole più sentire parlare di matrimonio e di amore. Ma l'amore la perseguita, sia sotto l'ardente cielo d'Egitto, che sulle nevi delle steppe russe. E Gritzko, il principe russo dall'irresistibile fascino, sarà così impegnato in un duello intessuto di astuzie sottili e di slanci impetuosi, proteso alla conquista di un tesoro che sembra irraggiungibile.


Gli stralci più belli:

"In questi ultimi tempi ho pensato che cosa potrebbe significare per me l'amore. Ditemi la vostra opinione, signora." Ella si impose di non lasciarsi sopraffare da commozione alcuna, benché il cuore le battesse forte. "Io credo che voi tormentereste qualche volta, per poi farvi perdonare con carezze."

"Così ella rimaneva in silenzio. Ci volle tutta la forza di volontà di Gritzko per impedirgli di stringere tra le sue forti braccia quella personcina fragile e vacillante e coprirla di baci, di carezze, mormorandole parole d'amore. Ma la caparbietà, l'ostinatezza inflessibile del suo carattere lo trattennero. No, quell'istante di gioia suprema doveva venire in uno splendore di sole, quando tutto fosse vinto, quando ella lo amasse al di sopra di ogni cosa."

"Egli la teneva fra le braccia e lo strano, misterioso fuoco che l'aveva sempre affascinata, brillava adesso negli occhi di lui, resi ancora più fulgidi da un amore profondo."

"Non si curava più del suo orgoglio... Non voleva più lottare, difendersi; le piaceva di esser conquistata. Tutto il suo essere si fondeva con quello di lui."



Romanzi di Eleonora Glyn usciti per "I Romanzi della Rosa": Alcione, Benda d'amore, Evangelyne l'avventuriera, Fiamme gloriose, Il gran momento, Jinny e il suo amore, La ragione per cui..., La sua ora, Le riflessioni di Ambrosina, Le visite di Elisabetta, L'ora dell'amore, Lui e lei, L'uomo e il momento https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/elinor-glyn-luomo-e-il-momento.html , Oltre gli scogli, Prima o poi, Quel certo non so che..., Sascia, amore mio!, Sei giorni,  "Contrasto" (1930) https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/elinor-glyn-contrasto.html

Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/04/la-colomba-del-castello-dei-delly.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/figlia-del-mistero-dei-delly-romanzi.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/orgoglio-domato-dei-delly-romanzi-della.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/04/romanzo-in-italia-di-myrtha-romanzi.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/sogni-proibiti-di-noel-romanzi-della.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/i-romanzi-il-fiordaliso-collana-di.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/01/romanzi-rosadrammi-e-feuilleton-degli.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/03/lo-sceicco-di-edith-m-hull-romanzi.html


"In Fuga dal Passato" di Laura Martin (Harmony History)

Trama: Convinta di aver commesso un terribile crimine pur di salvarsi da un'aggressione, Amelia fugge e cerca rifugio in quella che crede una tenuta abbandonata, solo per scoprire che il padrone di casa, un barone, non ama gli intrusi. Dopo aver perso moglie e figlio in un incendio, Sir Edward Gray vive isolato.  Almeno fino a quando l'arrivo di Amelia, alla quale il suo senso dell'onore impone di darle protezione, essendo inseguita dall'uomo che voleva rapirla per chiedere un riscatto, non sconvolge la malinconica quotidianità a cui era abituato. Convinto della sua innocenza, Edward cerca di riabilitare la reputazione di Amelia, nonostante la tenga a distanza nel tentativo di non innamorarsi di lei. Ma come resistere alla speranza che sente riaccendersi nel petto ogni volta che incrocia il suo sguardo?


Commento di Lunaria: "In Fuga dal Passato" è un avvincente romanzo romantico-ottocentesco che piacerà a tutte le amanti del genere, anche se più che non dilungarsi nella ricostruzione storica del periodo (non si trovano menzionati fatti del tempo, a differenza dei romanzi di Barbara Cartland che hanno approfondimenti storici e il contesto ottocentesco resta sullo sfondo, a mo' di scenario) l'Autrice ha preferito mettere in primo piano i sentimenti e l'analisi psicologica dei personaggi, vivi e palpitanti nelle loro emozioni belle o travagliate. Forse l'unico difetto del libro è una certa pedanteria (235 pagine), a mio parere la storia si sarebbe potuta narrare con un minor numero di pagine. Notevole l'inizio, con un'Amelia terrorizzata che entra nella magione spettrale durante una tempesta, che mi ha ricordato le copertine dei romanzi gotici inglesi degli anni '70 denominati, per le loro stupende copertine, "fanciulle che corrono via dalle case"  https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/11/copertine-fanciulle-che-fuggono-dalle.html e la scena nel giardino segreto e sulla spiaggia, le parti migliori del romanzo, insieme al duello finale.


Le pagine più belle: 

"Amelia correva tra gli alberi, ignorando i rami che le frustavano il viso e i rovi che si impigliavano nei vestiti. Era esausta, aveva i polmoni in fiamme e i muscoli delle gambe protestavano a ogni passo, ma continuava a correre. Lanciandosi un'occhiata oltre la spalla, inciampò e piegò malamente la caviglia, ma riuscì a non perdere l'equilibrio. Il cielo venne squarciato da un lampo, seguito a breve distanza dal fragore di un tuono. Amelia si sentì esposta alla luce intensa, nonostante la copertura degli alberi, e provò sollievo quando il mondo tornò a essere buio. Ora la pioggia cadeva intensa, in grosse gocce che la inzupparono nel giro di pochi minuti. (...) Raddrizzando le spalle, Amelia notò un muretto alla sua sinistra e un po' oltre un cancello in ferro battuto, seminascosto dai viticci dell'edera e di altri rampicanti. (...) Quel posto aveva un'atmosfera spettrale e, se non fosse stata disperata, sarebbe ritornata indietro per cercare riparo altrove. La casa aveva un fascino cupo e tenebroso, sorvegliata com'era da gargoyle, con eleganti finestre a sesto acuto, affiancate da statue e bassorilievi. Sul retro due torri si innalzavano imponenti verso il cielo."

"Invece la stanza era vuota, a parte la piccola sagoma di Amelia sotto le coperte. Era rannicchiata su se stessa come una bambina piccola e gridava nel sonno. Per un istante Edward non seppe cosa fare, ma poi seguì l'istinto e si stese al suo fianco. Delicatamente prese Amelia tra le braccia, tenendola saldamente ma senza stringerla, e sussurrandole parole rassicuranti mentre le accarezzava i capelli. (...) Edward continuò a tenerla vicina, chiedendosi quali ricordi avessero causato tanto terrore. (...) Mentre lo fissava, lui provò l'impulso di chinarsi a baciarla. Non si trattava di lussuria, ma solo del desiderio di un contatto, di sentire il tocco delle sue labbra."

"Camminarono un po' in silenzio, ciascuno perso nei propri pensieri, e fu solo quando Amelia si rese conto di ignorare dove si trovassero che cominciò a prestare attenzione ai dintorni. "Dove siamo?", domandò, guardandosi intorno e cercando qualche punto di riferimento familiare. "Vi sto portando in un posto molto speciale" rispose Edward con un piccolo sorriso. La condusse lungo un sentiero erboso, circondato su entrambi i lati da cespugli incolti, finché non arrivarono in vista di un lungo muro ricoperto di muschio. (....) Amelia poteva sentire la vegetazione impigliarsi nell'abito e a un certo punto lui dovette fermarsi per aiutarla a superare un tronco d'albero caduto. (...) Varcò la soglia con la sensazione di entrare in un magico regno e rimase a bocca aperta alla vista di un giardino segreto. (...) L'erba alta era punteggiata di fiori spontanei che formavano un tappeto variopinto.


Un Romanzo d'Amore per il mio prossimo. No Green Pass!

Contro l'odio e la discriminazione che sto subendo, ho deciso di reagire regalando un fiore al mio prossimo


E, non contenta, ho deciso anche di regalare un romanzo d'amore 


Sono mesi che io e moltissime altre persone siamo esposti ad una violenza verbale, psicologica e persino istituzionale che ha dell'agghiacciante: gente che inneggia ai campi di concentramento e camere a gas  nonché torture varie https://www.ilquotidianoindipendente.it/medici-e-infermieri-pro-vax-pronti-a-lasciar-morire-o-seviziare-i-loro-pazienti-non-vaccinati/ vantandosene pure, gente che viola il consenso altrui (e ne va fiera!) ricatti sul lavoro, cancellazione dei diritti fondamentali, gente che inneggia a marchi e a sparatorie sui manifestanti https://www.ilsussidiario.net/news/de-pierro-napoli-avrei-fatto-sparare-su-folla-presidente-italia-dei-diritti-choc/2085126/
repressioni a suon di manganelli ed idranti contro cristiani e cristiane disarmate, pacifiche, tremanti, che recitavano un rosario, 




repressione brutale delle manifestazioni contro il green pass... ed è un continuo aizzare all'odio e al terrorismo psicologico, sapendo benissimo di DEVASTARE la salute psico-fisica dei cittadini.
Tutto questo MI HA DANNEGGIATO SIA FISICAMENTE SIA PSICOLOGICAMENTE. 
E non sono la sola a non poterne più di tutto questo (che non ha niente a che vedere con la tutela della salute, al contrario), tantissime persone si stanno consumando nel terrore e nell'angoscia, non solo per se stessi ma anche per i loro cari o figli.

Io non ci sto a questa valanga di odio e discriminazione, e voglio reagire con le uniche armi a mia disposizione: i libri e i fiori.
Andrò avanti a regalare fiori al mio prossimo e a regalare libri, specialmente libri d'amore, visto che qualcuno inneggia anche a "non abbracciate i non sierati, non rivolgete la parola, discriminateli con l'apartheid, sono impuri ed untori, rinchiudeteli in casa, sono dei sorci".  

La mia passione per i libri, e in questo caso ho scelto proprio i libri Rosa, è molto più forte del vostro odio e della vostra discriminazione.

Spero che questo video faccia riflettere e invogli le persone che hanno a cuore la libertà, la democrazia, il rispetto dell'altro, la solidarietà, a combattere questo Male diabolico (oltre che anticostituzionale e liberticida) che stiamo subendo, facendo del Bene al loro prossimo: partecipate alle collette alimentari, regalate dolci, regalate fiori, regalate romanzi d'amore, corredate il tutto con un bel biglietto, NO GREEN PASS NO DISCRIMINAZIONE.

Mi avete tolto quasi tutto, ma a questo odio diabolico che questi personaggi potenti continuano a riversare verso il loro prossimo, io risponderò sempre con i miei amati libri e tanti bellissimi fiori colorati.  
Mi avete tolto le biblioteche, il salire sui mezzi, mi avete tolto la serenità psicologica di poter arrivare a domani e in salute (l'angoscia mi sta logorando da mesi), continuate a minacciare i lavoratori, a togliere ogni grammo di libertà, ma il vostro odio repellente non vincerà.






Venere Vincerà!






"Cristalli di Neve" di Joanna Mansell (Collezione Harmony)



Trama: Per tenere alto il nome dell'agenzia per la ricerca di personale di cui è proprietaria, Alice propone addirittura se stessa come segretaria di Lord Rossmore. Quando firma il contratto, è ben consapevole delle difficoltà che dovrà affrontare: Dominic è autoritario e pretende da lei la massima efficienza. Ma le cose prendono all'improvviso una piega del tutto inaspettata: Dominic manifesta apertamente l'attrazione che sente per Alice... entrambi però hanno un segreto che non vogliono svelare. E nella suggestiva villa ottocentesca di lui, romantica e misteriosa...


Commento di Lunaria: Purtroppo "Cristalli di Neve" non riesce ad elevarsi al di sopra di una risicata sufficienza: storia che precede alla moviola, senza grandi sussulti o suspense che possano invogliare la lettrice a proseguire la lettura; una bella cornice in cui si svolge la vicenda (un castello) non sfruttata appieno a fini narrativi (sarebbe potuta servire per aggiungere un po' di mistero alla vicenda); personaggi che sono sì tormentati e con un doloroso passato, ma il tutto viene reso con poca incisività e si percepisce una certa stanchezza narrativa; neanche le scene d'eros brillano (Alice viene fatta ubriacare da Dominic, che poi tenta l'approccio, ma il tutto rimanda più ad una sorta di "semi-stupro", e la cosa grottesca è che poi Dominic rinfaccia all'uomo che ha messo incinta Alice, senza sposarla, di averla sedotta facendola ubriacare... quando Dominic stesso ha tentato la stessa identica cosa!).

Non è pessimo, ma "Cristalli di Neve" non va oltre la sufficienza, rivelandosi un romanzo Rosa al di sotto della media.



"Di Ricordi si muore" di Liala


Trama: Lucente Piana è una ragazza deliziosa, piena di vita, che esercita "il mestiere più vecchio del mondo". Prima di cedere per amore a un ragazzo del suo paese che l'ha sedotta e abbandonata, era anche piena di innocenza, ma ormai, approdata a Milano, a servizio di una famiglia sedicente perbene, dopo aver scoperto il vizio, l'ipocrisia e la grettezza dei salotti tutti velluti e dorature, si ritiene più onesta lei a reclamare a clienti occasionali un prezzo ragionevole per il proprio corpo. Ma quando conosce l'amore la sua scelta di vita le sembrerà una condanna: come rivelare all'affascinante diplomatico Henni Dunyl che la donna che lui crede una giovane aristocratica altri non è se non una donna di tutti? La tragedia di Lucente si consuma implacabile, incalzante, pagina dopo pagina, nella magistrale ricostruzione di una figura moderna, vibrante, autentica, cruda, che non lascerà occhi asciutti.


Commento di Lunaria: uno dei romanzi più intensi e drammatici di Liala, dove è descritto con toni vividi e pieni di pathos (oltre che di cinismo corrosivo, che di tanto in tanto fa capolino tra le righe) il calvario esistenziale di una prostituta, Lucente, che si innamora di un uomo che ignora la vera identità della donna perché Lucente è salita su una nave da crociera usando un passaporto non suo e in quella crociera fingerà di essere Daina, una donna benvoluta dalla società perché "moglie e madre", tenendo nascosta ad Henni la sua vera professione. Lucente è uno dei personaggi più intensi e drammatici usciti dalla fantasia di Liala e ci si affeziona molto a questa donna vittima dei pregiudizi della famiglia (che l'hanno cacciata via con sdegno unicamente perché Lucente ha avuto "la sua prima volta" con un ragazzetto in un fienile, prima di essere sposata) che tenta di sopravvivere in una realtà patriarcale dove "una donna disonorata, non più illibata" viene vista con disprezzo e trattata come un oggetto da uomini che vanno e vengono a loro piacimento; mi sono venute le lacrime agli occhi nelle pagine più tristi (i pensieri di morte di Lucente, che ripensa anche alle prostitute che si sono uccise e sono state uccise, e nel tragico finale, un vero pugno allo stomaco della lettrice). Tra tutti i romanzi che ho letto di Liala, questo "Di ricordi si muore" è quello che mi è piaciuto di più insieme a "Bisbigli nel piccolo mondo". 


Gli stralci più belli: "Non sapeva spiegarsi perché tutto il passato le tornasse alla mente proprio quando pioveva."

"E si sentì bella, come non mai. Una bellezza che nessuno vedeva, che le apparteneva, che in quel momento non le rendeva proprio nulla."

"E il cuore cominciò a farle male. Tutta la maschera che si era messa, tutta la commedia che doveva recitare, tutte le finzioni che doveva infilare una dopo l'altra, come tante perle false, la incatenavano, le catene le facevano male, la serravano, le facevano venire voglia di buttarsi in mare."

"In un baleno ricordò le serate di nebbia a Milano: quando il cliente appariva come un fantasma, si delineava a poco a poco: poi diventava realtà perché era salito nella macchina. E il fantasma non era più. (...) E poi capì che aveva davvero paura. Tanta. Perché lei sapeva di non poter mandare avanti quel suo amore: doveva fermarsi così. Lei non poteva, amando, donarsi. Tacevano i sensi. Soltanto la mente e il cuore vivevano. E le dicevano che le sarebbe stato impossibile donarsi a quell'uomo. Non poteva lui essere come gli altri: non poteva lei darsi come agli altri."

"Quella vita che aveva scelto, che aveva subìto, che aveva affrontato, che aveva anche sfidato attratta da una speranza di indipendenza, anche di ricchezza, le appariva ormai nella sua tremenda realtà. Se la sentiva nel sangue, come se lei non avesse ucciso se stessa, ma come se avesse compiuto un delitto contro un innocente. (...) Ebbe voglia di urlare, di lanciarsi verso il vuoto, di detergersi in quel mare straordinariamente tranquillo, e ferocemente azzurro. Un azzurro che la chiamava."

"Sull'Egeo, fatto violastro dal crepuscolo, lei d'un tratto si sentì sola con i suoi pensieri. Ma con una invisibile, terribile, presenza a suo lato. Era la invisibile presenza dell'uomo ignoto che fra qualche giorno si sarebbe accostato a lei nell'automobile."

"Si accorse che il suo dolore assumeva un aspetto impreveduto. Era un dolore di una rigidezza senza scappatoie: come se fosse una spada puntata verso di lei. Se avesse allungato la mano si sarebbe ferita perché non c'era modo di deviare la lama. Bisognava accettare quel dolore. Inutile tentare di disfarsene. Da qualunque parte si fosse girata, il dolore l'avrebbe ferita."

"E poi verrà la nebbia e ci sarà freddo. E quando entreranno nella macchina porteranno odore di terra umida, di abiti umidi, di vecchie sigarette. Avrò freddo. Schifo. Non posso. è come offendere Henni. è come soffocare le ore più belle della mia vita. è uccidere me stessa, la parte migliore di me stessa. Ma allora tanto vale che io aspetti un treno... Non deve poi essere difficile. Che si prova? Un urto. E se poi il treno si ferma, la gente scende, il macchinista dice che lui non ha colpa, tu non senti. Tutto è già concluso. Ma ne avrò il coraggio? Tante di noi l'hanno avuto. Molte sono morte ammazzate, ma molte si sono ammazzate. Qualche volta i giornali non lo dicono nemmeno: come quando si ammazzò Leonia. Bella e giovane, chi sa che cosa le era accaduto. Si buttò sotto un treno. Già. Un treno. Che colpo! Le portò via netta la testa. Era bruna, con gli occhi grigi. Ma i giornali non ne parlarono. Mi pare ci fosse quel giorno una partita internazionale di calcio. Non c'era spazio per una di noi che aveva insudiciato un treno. Era più interessante parlare di calciatori: sani e forti, loro tiravano pedate a un pallone e non lo imbrattavano di sangue."

"Non aveva né fame né sete né sonno. Le ore passavano e lei sapeva che era l'ora di andare al lavoro. Ma sapeva anche, e se lo diceva, che per lei lavorare era ormai impossibile. Se lo diceva con quella tranquillità che precede la disperazione. Ma è anche già rassegnazione."

"Le lacrime scendevano. Forse perché lei era fatta di lacrime e ne aveva tante e tante che dovevano pur traboccare per non soffocarla. (...) Le pareva una cosa tangibile, il suo dolore: che fosse penetrato dappertutto: che sarebbe rimasto, che una parte se lo sarebbe portato via lei morendo, ma una parte sarebbe rimasto sulla terra perché qualcuno potesse piangere sempre la morte di Henni."

"Ma a lei, in quel momento, quella constatazione che riguardava i mandorli le diede tremendo e feroce il senso della sua solitudine. Là, al suo paese, tutti avevano la loro famiglia. Là tutti avevano i loro affetti. Lei, se fosse tornata al suo paese, sarebbe stata sola e se avesse voluto camminare, avrebbe dovuto farlo da sola. Su per i pendii erbosi, tra i lunghi, sottili cipressi, sotto i frastagliati rami di ulivo, lei sarebbe andata sempre sola."



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"LA SCELTA DI LUCENTE" 

UN FINALE ALTERNATIVO PER "DI RICORDI SI MUORE" DI LIALA

SCRITTO DA LUNARIA 

Liala mi perdonerà se stravolgo la sua storia, salvando Lucente da questa fine tragica in un periodo dove la gente sta morendo o di covid o di violenza legislativa... Mi ero affezionata troppo a Lucente e non mi va di saperla morta a quel modo. Ha già passato troppo dolore nelle pagine che precedono la sua morte... Lucente è morta a quel modo per Liala, nella sua mente di scrittrice, e così appare anche sulle pagine del libro, ma nella mia mente Lucente ora e viva e felicemente sposata.

Perciò, cambio tutto il finale...

La storia prosegue come Liala l'ha narrata fino a pagina 145; ma prima di arrivare alle 146 e alle successive... ecco che intervengo io!


E poi guardò a lui e lui, smarrito, chiese e la voce gli tremava: "Che cosa devo fare, Daina?" Lei entrò, tenne la porta aperta. La porta era scorrevole, come lui fu entrato, con un colpo leggero lei chiuse.  E furono soli. E lei attese mentre si sentiva morire, mentre qualche cosa di lei diventava furore. Lui le andò vicino e disse piano: "Daina, perché questa decisione? Se tu vuoi io sono qui. Ma intendi bene: per restare nella tua vita. Non per uscirne." In un lampo, lei si vide di nuovo in strada, a fare quella vita, a sopportarsi quel fetore - fetore di alcool, di volgarità, di alito cattivo, di sudore, di sperma - notte dopo notte, con la neve, con la pioggia. Si vide nuovamente alla mercé di chi comprava il suo corpo per un quarto d'ora, di quelle mani che la palpavano, di quei rantoli animaleschi, di quel cemento sporco e grigio sul quale era condannata a stazionare. E poi si vide, in una realtà alternativa, col velo in testa e l'abito bianco vaporoso di tulle, soffice come una nuvola,  un corpetto immacolato trapuntato di strass e perline, all'altare, di fronte ad un prete, mentre attendeva di rispondere "sì" al "Vuoi tu...?" stringendo il braccio ad Henni, con gigli che rilucevano, candidi, sui marmi grigi della chiesa.  E si vide, sempre in questa realtà ipotetica, mentre preparava pranzi e cene per Henni, aspettando che tornasse a casa dal lavoro.  Infine, si vide china su un lettino mentre cantava una ninnananna al suo bambino, il frutto dell'amore di lei ed Henni. Il tutto passò nella sua mente, alla velocità della luce. E Lucente, in preda ad un'incertezza che la dilaniava, si chiedeva "Cosa faccio? Cosa dico ad Henni? Se gli dico addio, dovrò sprofondare di nuovo in quell'abisso di volgarità, essere stuprata ogni quarto d'ora, ogni notte, ed essere pagata per non gridare. Perché loro, i clienti, non pagano il mio corpo, bensì il mio silenzio.  Se gli dico di restare, dovrò rivelargli chi sono veramente, ed egli mi troverà disgustosa, contaminata da quello sperma rancido di mille violentatori." Henni la guardava, aspettando una risposta. La vide farsi pallida, tremare. "Che avete, Daina?", sobbalzò preoccupato, avvicinandosi a lei per sostenerla. "Oh Henni, non chiedetemelo! Non chiedetemelo!", singhiozzava Lucente. "Daina, ditemi cosa vi tormenta!" "Oh Henni, non posso, non posso!". Grosse lacrime scorrevano dagli occhi di Lucente, facendole colare il trucco; lunghe strisce nere e azzurrognole si formarono sulle guance pallide, come ustioni. "Daina!" E allora Lucente crollò. Non riuscì più a trattenere, la verità sgorgò limpida dalle sue labbra. "Henni! Il mio nome è Lucente! Non Daina! Daina è un'identità fittizia, che ho assunto per illudermi di non essere quella che sono, nella vita di tutti i giorni! Perché su questa nave io sono Daina Huber ma quando mi aggiro per quei vicoli malfamati e torbidi, io sono Lucente Piana, prostituta, taxi girl! Eppure, ti amo, ti amo! Ma tu non ami Lucente, tu ti sei innamorato di Daina!" Henni la fissava in silenzio. Ora che Lucente aveva confessato la verità, Henni avrebbe potuto scegliere cosa fare: se amarla, nonostante il suo passato. Se odiarla, per l'inganno che lei aveva portato avanti. Improvvisamente si sentì svuotata e attonita. Chiuse gli occhi, in attesa del verdetto. "Lucente... io sapevo fin da subito che tu eri una prostituta." Lucente aprì gli occhi, sconvolta. Egli lo sapeva! Lo sapeva fin da subito! "Come...?" Egli annuì. "Sì, Lucente, lo sapevo che, spinta dalla necessità, tu facesti quella vita. Ti vidi una sera, quando, ammalato di una grave depressione, vagabondavo per le strade durante la notte, insonne, cercando la morte. Non trovano più il senso, né il gusto, per vivere.  Stavo per gettarmi da un ponte per farla finita, quando, improvvisamente, ti vidi all'angolo della strada, mentre aspettavi in macchina.  Mi innamorai di te all'istante, anche se nulla sapevo di te. Non ebbi il coraggio di venire da te, perché un tuo cliente già ti importunava, salendo in macchina. E così me ne andai malinconico, ma risoluto a vivere, per merito tuo, per l'incanto della tua bellezza che aveva sconfitto il mio tedio esistenziale riportandomi alla vita.  Le sere successive ti cercai ancora, ma tu non eri mai sola.  E così me ne tornavo a casa, felice di averti potuto ammirare, pur se nascosto, pur se ignoto e sconosciuto a te, la donna dei miei sogni. Ti ho rivisto su questa nave perché Dio o il Destino hanno deciso di offrirmi l'opportunità di amarti." Ella comprese. Comprese tutto.  Si gettò, piangendo lacrime di felicità, tra le sue braccia, baciandolo con tutta la forza del suo amore immacolato.