"Non son degno di te!" di Victoria Jones (Romanzo Storico)

Manuel, affascinante scapolo di Siviglia, conduce una vita dissipata, che rifiuta di dare in sposa la sorella all'amico Jaime Montales, giovane senza scrupoli che, fra le sue nefandezze, ha rapito pure la cugina Luz Pilar con il fratellino, per impossessarsi del titolo e delle ricchezze di famiglia. Manuel scopre il rudere della solitaria torre-prigione di Luz e trova la ragazza denutrita e quasi impazzita, la salva e la nasconde a casa sua. La fanciulla con le cure e l'affetto riprende la vita e i due giovani si innamorano. Ma Manuel non si ritiene degno di lei...

Commento di Lunaria: brevissimo Historical Romance (64 pagine) ambientato nella Spagna del 1887, un po' confusionario, ma almeno per le prime pagine, c'è persino una sorta di "aurea gotica" che rimanda a certi passaggi di Ann Radcliffe, per la descrizione della torre diroccata e della prigioniera lì rinchiusa. Poi però la vicenda prosegue senza grossi scossoni, appiattendosi un po'.


"Il Doppio Volto dell'Amore" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)


Trama: Nella brughiera inglese sommersa dalla nebbia, una notte... e all'alba una giovane donna bionda riprende conoscenza ai piedi di un masso, ma nella sua mente un'altra nebbia, ancora più fitta di quella esterna, le impedisce di ricordare. Perché Jack, pittore, che pure la soccorre, la odia e la disprezza? è stata davvero la sua fidanzata dalla condotta tutt'altro che irreprensibile? Una donna sleale, sfacciata, egoista? Se la memoria le tornasse, a quale orribile verità dovrebbe far fronte?  Quanto sarebbe meglio restare per sempre nell'oblio piuttosto che affrontare la realtà!


Commento di Lunaria: il solito romanzo di Charlotte Lamb, con la donna vittima (questa volta pure con un'amnesia!) e l'uomo dispotico, totalitario, arrogante che alla fine "le confessa di amarla" dopo che per tutto il romanzo tra i due sono volati schiaffi. C'è da dire che rispetto al fiacco "Illusione" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/12/illusione-di-charlotte-lamb-collezione.html , questo "Il Doppio Volto dell'Amore" ha una bella cornice di sottofondo (la brughiera nebbiosa che conferisce un leggerissimo tocco gotico alla Ann Radcliffe) Il problema, al solito, è l'erotizzazione dello stalking e della violenza maschile (a pagina 66 e 67, Jack obbliga Lynn ad un matrimonio di interesse, per sfruttarla come domestica! "Il matrimonio non è solamente badare alla casa..." "Di solito sì, acconsentì lui, glaciale. "Nel nostro caso non ci sarà nient'altro", per poi puntualmente semi-violentare Lynn qualche pagina dopo, a pagina 96: "Le strappò la camicia da notte e le prese il viso tra le mani con brutalità", "Non fu né dolce né tenero, fu... diabolico e anche crudele", tanto che lei poco dopo si raggomitola, nasconde il viso nel cuscino e piange. "Se ci sposiamo, nessun altro dovrà ronzarti intorno, o te ne pentirai!" Negli occhi gli passò un lampo terrificante. "Se mi sposi non andrai più via di qui. Mettitelo bene in testa! Ci resterai per sempre (...) altrimenti per te sarà l'inferno, te lo garantisco!" Lynn tremava davanti a quell'implacabilità. (...) "Sarai mia prigioniera a Wind Tor" (...) Davanti alla finestra della camera, Lynn fissava la brughiera, senza vederla. Sospirò. Jack le offriva la scelta tra due tipi di inferno"; a pagina 74: "Jack la strinse ancora di più, e il respiro gli si fece affannoso. Poi la respinse brutalmente e uscì dalla stanza sbattendo la porta." A pagina 84: "Jack la scosse, furibondo. "Cretina!" Lynn represse un grido di dolore sotto la pressione delle dita di ferro. Avrebbe avuto i lividi, il giorno dopo, pensò.")

La storia è anche originale (c'è il colpo di scena) e ben narrata, ma è proprio dal punto di vista del messaggio che veicola che non va: trattasi di abuso, non di storia d'amore. Come ho sempre detto: oggigiorno "un uomo come quelli descritti da Charlotte Lamb" finirebbe in galera per i reati di percosse, stalking e stupro coniugale. Non so perché questa Autrice in praticamente quasi tutti i suoi romanzi continuasse imperterrita a presentare questo tipo di uomo (magari pure considerando questa condotta l'apice del romanticismo) ma resta il fatto che oggigiorno tutto questo è REATO. https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html





"Illusione" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)


Trama:  Per dimenticare Robert, l'uomo di cui si è innamorata e che l'ha respinta, ormai convinta che l'amore sia un'illusione, Deborah, valente giornalista inglese, decide di trascorrere da sola una settimana di vacanza a Venezia. Ma appena arrivata incontra Matthew, ricco, affascinante e... nemico dichiarato di cronisti e paparazzi. In una girandola di situazioni e di avventure in bilico tra il tragico e il comico, Deborah riesce persino a dimenticare i suoi guai sentimentali vivendo nella magica Venezia, oltre ai romantici chiari di luna in gondola, anche i momenti più tumultuosi della sua vita. 

Commento di Lunaria:  Esattamente come "Notturno" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html), "Possesso" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html) e quasi tutti gli altri romanzi di Charlotte Lamb che ho letto, questo "Illusione" ripete il mantra della "relazione" tra un uomo arrogante,  tirannico, egocentrico, egoista, insopportabile, e la donna charlottelambiana per definizione: la vittima debole, passiva, destinata a soccombere, incapace di reagire alle angherie se non per qualche istante (a pagina 44 lui afferra lei e lei si dimena dando qualche calcio, lui insiste, la tiene ancora più ferma, la bacia mentre la tiene stretta, lei si dimena, riesce a fuggire e lui impreca, cercando di afferrarla per l'abito, ed è tanta la violenza con cui lui tira, che la stoffa si lacera, il vestito si rompe e Debora resta lì, col vestito a brandelli. Abbiamo appena letto la descrizione di un tentato stupro, ma l'Autrice ovviamente esattamente come tutte le altre volte non lo definisce stupro, prosegue nelle pagine successive nella sua narrazione di lui che cerca lei e avanti così fino a fine romanzo)

Giunte alla fine di ogni romanzo-fotocopia di questa Autrice, la domanda è sempre quella: perché scriveva sempre la stessa vicenda? Per motivi autobiografici? Misoginia introiettata? Parodia all'acido muriatico del rapporto uomo-donna? A cosa serviva continuare ad erotizzare, continuamente, lo stupro coniugale, la sopraffazione quasi manesca, la tiranna maschile? Il lieto fine obbligatorio non cancella tutte le pagine precedenti e soprattutto non cancella che quanto è stato narrato trattasi di reato e rapporto morboso, non di "storia d'amore".

Con l'aggravante che rispetto ai precedenti romanzi che lessi, che per quanto criticabili sotto l'aspetto "del messaggio di fondo" erano ben scritti e narrati, questo "Illusione" è noioso e prolisso, e il suggestivo scenario di Venezia non viene neanche reso al meglio.

Ripetiamolo per la miliardesima volta: nella realtà, tutto ciò che avviene nei romanzi di Charlotte Lamb con le modalità nelle quali si relazionano i suoi uomini e le sue donne "di carta", è REATO e rientra nella violenza psicologica e nell'abuso. Non è amore, ma rientra nel disturbo di dipendenza amorosa. 

La cosa disturbante di questo genere di romanzi Rosa anacronistici (del resto vennero scritti prima degli anni '90) non è tanto la descrizione delle scene di quasi-violenza fisica che lui esercita su di lei (nella narrativa horror e thriller troviamo scene molto più esplicite) ma il fatto che tutto questo (lui che afferra i polsi e la butta su un divano o su un letto, la bacia a forza, lei che si dimena, ricatti vari, donne "vendute come spose" dai padri a colleghi imprenditori - per altro Charlotte Lamb ha sempre questa smania classista del "maschio ricco finanziere" - stupri coniugali, schiaffi, urla) sia fatto passare per "amore, attrazione", con lei che si innamora in ugual modo, che non reagisce e alla fine arriva il matrimonio "riparatore" che si chiude con il "e vissero felici e contenti". 

è evidente che sono romanzi scritti in epoche dove la disuguaglianza tra uomini e donne era "socialmente approvata e pure la normalità" ma oggigiorno questa modalità affettiva e sessuale è intollerabile (e lo sappiamo benissimo in cosa sfocia e che fine fanno le donne che si ostinano a frequentare uomini del genere oppure non vengono aiutate dalle istituzioni per sfuggire a questi rapporti tossici) perciò le storie narrate da questa Autrice DEVONO restare vicende di finzione letteraria che si concludono "con l'happy end", scritte in epoche dove "era la consuetudine sociale del tempo comportarsi così", perché se diventano realtà il nome per definirli non è "rapporto d'amore" ma REATO. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)



"Il Lupo e la Colomba" di Kathleen Woodiwiss


In tempi remoti, quando i druidi vagavano per le foreste settentrionali d'Inghilterra e tenevano i loro sabba al chiarore incerto della luna, un giovane uomo innamorato di battaglia e violenza studiò le arti della guerra fino a divenire invincibile.  Il giovane, che si era dato per nome "Il Lupo", depredava la gente, piegandola ai suoi voleri. Col tempo le sue gesta giunsero all'orecchio degli Dei sull'alta montagna tra la terra e il Valhalla. Odino, signore degli Dei, inviò un messaggero a distruggere il ribelle che esigeva tributi dal popolo e sfidava il fato. I due si incontrarono e incrociarono le spade, e la loro battaglia infuriò per una quindicina di nuove lune dalle bianche scogliere del sud alle spoglie coste rocciose del nord. Il guerriero si dimostrò all'altezza della sua fama: nemmeno l'inviato di Odino riuscì a batterlo, e dovette tornare alla montagna ad ammettere il suo fallimento. Odino rifletté a lungo e a fondo sulla questione, poiché era scritto che chiunque avesse sconfitto un messaggero degli Dei si sarebbe guadagnato la vita eterna sulla Terra. Odino rise, e i cieli sopra il lupo tremarono. Poi l'aria fu squarciata da lampi accecanti e fragorosi tuoni; il giovane, impavido, rimase dov'era, con la spada sguainata.  "Così ha vinto la vita eterna", ruggì Odino in tono di scherno, "e stai di fronte a me con la spada pronta al combattimento, ma la stoltezza non è mai stata una virtù e io non posso lasciarti qui libero di compiere le tue insane imprese. Avrai la tua immortalità, ma dovrai sottostare ai voleri di Odino per fare uso della tua conquista." Odino scomparve con un ultimo scroscio di risa, e un fulmine colpì l'arrogante lama sfoderata. Un pennacchio di fumo si innalzò lentamente al cielo. Là dove si trovava il giovane, ora era accucciato un grosso lupo di ferro incandescente, con un ringhio rabbioso congelato sulle labbra. Si dice che in una profonda vallata vicino al confine con la Scozia ci sia una radura dove si trova la statua di un lupo di ferro, bruno di ruggine, ricoperto di rampicanti aggrovigliati, le zampe verdi di muschio. Si dice che quando la battaglia infuria nella regione l'imponente lupo si animi e divenga un guerriero - coraggioso, forte, invincibile e selvaggio. E ora le truppe di Guglielmo attraversavano la Manica, re Harold accorreva dal nord, e la guerra si faceva prossima...

***

28 Ottobre 1066

Il clangore della battaglia si era ormai sopito. Le grida e i lamenti dei feriti si erano spenti a uno a uno. La notte era quieta e il tempo pareva come sospeso. La luna autunnale, tinta di sangue e affaticata, splendeva sopra l'indistinto orizzonte, e il distante ululato di un lupo in caccia attraversava come un brivido il cuore della notte, appesantendo il misterioso silenzio che incombeva sulla regione. Coltri di nebbia fluttuavano attraverso la palude sopra i corpi dilaniati dei caduti. Il basso muro di terra, debolmente sostenuto da pietre, era ricoperto dall'eroico sudario degli uomini massacrati.  Un ragazzo di non più di dodici anni giaceva accanto al padre. Oltre a questo macabro scenario si ergeva la grande sagoma del castello di Darkenwald, con la sua unica torre di guardia svettante contro il cielo. All'interno del castello, Aislinn sedeva sul pavimento coperto di tappeti davanti alla poltrona sulla quale suo padre, l'ultimo signore di Darkenwald, aveva governato il suo feudo.



Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/rosa-dinverno-di-kathleen-woodiwiss.html

 


"Il Selvaggio" (trama)


 Per quanto dotato di un cuore d'oro e innegabile simpatia, il giovane e attraente Lord Gareth de Montforte è però uno scavezzacollo patentato, sempre in mezzo ai guai, la pecora nera dell'antica casata paterna. Eppure è nelle mani di questa canaglia irresponsabile che la splendida Juliet deve mettere il futuro della sua bimba. Dopo la morte del fidanzato, nel 1776, Juliet ha lasciato l'America e si è presentata alla porta della nobile famiglia di questo, in Inghilterra, in cerca di un destino migliore per la figlioletta avuta da lui.

Ma l'accoglienza non è certo stata delle migliori, tanto che l'unico appoggio su cui Juliet può contare è proprio quello di Gareth, fratello minore del suo fidanzato, a sua volta a un passo dall'essere ripudiato per le continue bravate in cui si esibisce. E con un alleato del genere, come può essere la vita? Alla povera Juliet si prospetta un caleidoscopio di peripezie, fughe, inseguimenti... oltre la scorza di quell'irriducibile selvaggio, si cela un cuore enorme, pronto a donarsi completamente alla donna che saprà redimerlo.

 



"L'Angelo e il Diavolo" di Anne Herries (Harmony History)


Trama: La giovane e bella Deborah sta per sposare un affascinante spagnolo, Miguel. Purtroppo, però, non è tutto oro quel che luccica e Deborah, durante una festa, apprende che il fidanzato nasconde degli orribili segreti. L'uomo che la mette in guardia è il misterioso marchese Nicholas, che ha un conto in sospeso con Miguel. Quindi, quale occasione migliore per vendicarsi? Nicholas decide di rapire Deborah e di portarla...

Commento di Lunaria: Romanzo storico ambientato nel '600, abbastanza pregevole, che bilancia le atmosfere più avventurose (c'è persino un'impronta salgariana, quando la vicenda si svolge sulla nave...) a quelle di intrigo e di romanticismo. Poco spazio per i dettagli propriamente storici del Seicento (non mancano però descrizioni degli abiti e il linguaggio di cortesia tipico del tempo)


Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/la-chimera-di-anne-herries-harmony.html  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/08/segreti-nellombra-di-anne-herries.html


"Calze a rete e..." di Jan Mathews (Harmony Destiny)


Trama: tacchi a spillo, spacco vertiginoso e conturbanti calze a rete, la bionda Catherine adesca i clienti nel quartiere più malfamato di Chicago: il regno della prostituzione, della droga e delle rapine, di ogni sorta di traffico illecito. E quando il magnifico Nick, da vero maschio cacciatore qual è, contratta il prezzo e le ruba un bacio gratis, Catherine gli dichiara guerra. Una guerra molto particolare e pericolosa. Entrambi sono diversi da quello che sembrano, recitano un ruolo e non disdegnano i colpi bassi. Diventati amanti quasi per sfida, resteranno prigionieri del proprio gioco.


Commento di Lunaria: mi ero aspettata un romanzo poliziesco e d'inchiesta, invece "Calze a rete e..." non approfondisce mai né il tema della prostituzione (Catherine in realtà è una poliziotta che si finge prostituta sotto copertura) né quello della droga (se non in maniera molto sintetica). Non è scritto male, me le atmosfere sono molto leggere e il tutto scorre nella norma con i battibecchi tra i due che non nascondono l'attrazione reciproca.




"The Sinner: La Signora dei Cimiteri"


Trama: Amelia fa la restauratrice di cimiteri ma il suo vero talento è svelare i segreti lasciati dietro di sé dalle anime dei defunti. Solo così loro smetteranno di tormentarla. Ora che Devlin se n'è andato, Amelia ha accettato un nuovo incarico nel cimitero di Seven Gates. Il suo lavoro, però, si complica in seguito al ritrovamento di una giovane donna sepolta viva e suo malgrado si ritrova coinvolta in una rete di inganni e misteri. Smascherare il colpevole diventa un'impresa di ora in ora più difficile, dato che nulla è davvero ciò che sembra e l'unica persona di cui si fida si rivela essere una minaccia mortale.


Commento di Lunaria: Ho adorato le pagine più sepolcrali del romanzo, che gli conferiscono un tono gotico, ma la vicenda, essendo un seguito, risulta a tratti incomprensibile e si sfilaccia dopo qualche capitolo, forse perché ad un certo punto la narrazione "ristagna" trascinandosi in particolari che ne rallentano il ritmo. è comunque ben scritto e sicuramente intrigante per le atmosfere quasi horror (la parte "Rosa" è solo accennata e neanche tanto incisiva) ma andrebbe letto dopo aver letto il libro precedente, probabilmente, per essere apprezzato appieno.





"Una strana amicizia" (Tascabili Rosa di Grand Hotel)


Yves e Julien, uniti dall'amicizia, sono divisi dall'amore per una donna, Stephanie. E quando lei sceglie Yves, il rapporto tra i due giovani si incrina per sempre. Ma improvvisamente Yves muore: una morte misteriosa, avvenuta in Africa, dove lui lavora, a cui Stephanie non vuole credere. E il cuore le dà ragione, perché Yves è vivo, sta per tornare a raccontare tutta la verità... Una storia d'amore e odio appassionante, che si chiude con un incredibile colpo di scena.

Commento di Lunaria: più che non una storia d'amore, un romanzo drammatico incentrato su conflitti di guerra e la rottura di un'amicizia.



"Diamante Nero": Recensione

Lilith è una studentessa come tante altre. Abbandonata ancora in fasce davanti ai cancelli del collegio Rovoscuro, ha trascorso tutta la vita tra le antiche mura dell'istituto. Le sue origini sembrano avvolte da una coltre di buio impossibile da rischiarare, almeno fino a che non fa il suo arrivo tra i banchi di scuola Lucio, un nuovo misterioso allievo. Lucio è affascinante, sicuro di sé, e al suo sguardo gelido è impossibile resistere. Eppure in lui c'è qualcosa di pericoloso ed indecifrabile, che attrae e assieme respinge Lilith. Chi è davvero il nuovo studente? Quale segreto nasconde? E soprattutto, che cosa sa di Lilith? Mentre i giorni passano, la ragazza si prepara inesorabilmente a scoprirlo, in una notte del suo diciottesimo compleanno, quando Lucio le svela finalmente la sua vera natura e getta luce sul terribile destino che la attende. Per Lilith, ingenua e sognatrice, si spalancano le porte di un nuovo mondo sconosciuto, pieno di insidie e di minacce, in cui il Bene e il Male si preparano a scontrarsi in una battaglia senza esclusione di colpi. La più antica e difficile delle scelte la attende: schierarsi dalla parte della luce o lasciarsi rapire dal buio?

Commento di Lunaria: Interessante romanzo Urban Fantasy, che segue il canovaccio del genere con tutti gli stilemi, e ci aggiunge persino toni miltoniani e danteschi (!) quando l'Autrice inventa una sua personale "teologia dell'Inferno" (dove si svolge quasi tutta la vicenda, con una breve parentesi in Paradiso). Peccato che non compaia un femminile divino, ma solo al maschile (Dio, appellato, al solito, come maschio; Lucifero, idem). è molto insistito il feticismo sul sangue, il che lo rende più vicino ad un romanzo di vampirismo che non ad un romanzo con protagonisti angeli e demoni.



"Il Barbaro del Deserto" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)

Trama: Esprimete un desiderio e... se la fortuna vi è amica, può darsi che esso venga esaudito, come quello di Mary, fino in fondo e anche oltre... In effetti vedere il deserto, conoscere gli uomini che lo percorrono, studiarne per qualche giorno i costumi, è un conto. Un altro è sentirsi all'improvviso rapite da un barbaro del deserto e non sapere che cosa vi succederà...

Commento di Lunaria: al solito, l'ennesimo romanzo di Charlotte Lamb che erotizza l'arroganza e la strafottenza maschile. Peraltro, questa volta, si eccede addirittura nel rapimento (col tizio mascherato da predone del deserto) anche se poi "trattasi di uno scherzo". La vicenda poi si trasferisce in India, dove il rapimento di Mary avviene per davvero e nel complesso c'è persino qualche riferimento molto salgariano (tigri, giungla...).  Dal punto di vista stilistico, questa volta il romanzo è più fiacco e scontato, rispetto ad altri romanzi della Lamb che avevo letto che, al netto di una trama discutibile, per lo meno avevano belle descrizioni. Qui non si va oltre il 6 come voto, ma a parte questo, è il messaggio che c'è dietro che è inaccettabile: la docilità femminile, la strafottenza maschile. C'è da chiedersi perché questa prolifica Autrice abbia scritto dozzine di romanzi sempre basati su questo copione: cambiano i nomi dei personaggi e le location, ma non cambia la manfrina recitata. è questo continuo ricamare sempre sugli stessi personaggi canonici (lei debole, passiva, sottomessa, lui arrogante, strafottente, egoista, quasi manesco, per esempio a pagina 17 e 18 Stonor la afferra, le grida "idiota", se la carica sulle spalle come un sacco di patate, la sculaccia davanti ad una folla di arabi che sghignazzano e lo incitano a picchiarla e a violentarla, la scaraventa a terra su dei cuscini e la minaccia di stuprarla. E dopo aver descritto questa roba, l'Autrice conclude "Emanava una tale energia, una tale forza magnetica, che ebbe improvvisamente consapevolezza della propria femminilità, della propria debolezza di fronte alla potenza del maschio. E se lui avesse fatto davvero quello che aveva detto? Come avrebbe potuto difendersi?". A pagina 19 Stonor obbliga Mary a mettersi una tunica e la minaccia con "Se non imparerai a ubbidire immediatamente a ogni mio ordine sarò costretto a riempirti di botte" A pagina 20 la minaccia di frustarla e l'Autrice commenta così la scenetta "Era un demonio, d'accordo, ma possedeva un fascino fisico al quale non sapeva resistere. Del resto, aveva sempre ammirato gli uomini che sanno montare bene a cavallo!" A pagina 77 la bacia brutalmente mentre lei cerca di divincolarsi e poi la butta sul divano) che alla lunga, rende i romanzi "lambiani" tediosi, specialmente se li si legge "uno dietro l'altro" come ha fatto la sottoscritta. 

Da leggere, per farsi un'idea della scrittrice (anche se le opere migliori sono altre: "Notturno" e "Possesso" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html), con tutto che trattasi di romanzi problematici anche quelli) ma da prendere come quello che è: un romanzo che rievocava una figura femminile e maschile, in ruoli di genere, che oggigiorno non hanno più ragione di esistere. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)





"Un Grido nella Notte" di Delly (I Romanzi della Rosa)


Trama: Eloisa e Genoveffa, baronesse di Herstein, povere e orfane, vengono accolte in casa dal conte di Redwitz. Rimasto solo dopo la morte dell'unico figlio, il Conte è diventato irascibile e scontroso. Genoveffa ben presto si accorge che uno strano mistero circonda il vecchio castello. Un mistero creato da un indomabile orgoglio, che solo un cuore comprensivo e amoroso riuscirà a svelare.


Gli stralci più belli:

"All'orizzonte delicatamente tinto di azzurro si ergevano vette ammantate di verde, ondeggiavano altipiani ricoperti di foreste. E la foresta, fitta, compatta, si stendeva ancora sul fianco della montagna, sui declivi che scendevano a valle, fino al villaggio che si stendeva sulle rive di un torrente. Nella vallata le linee pure di un castello del XVIII secolo spiccavano sul tenero verde primaverile. I giardini che lo circondavano erano meravigliosi, specialmente in quell'istante in cui il sole faceva scintillare di mille colori i getti d'acqua delle vasche di marmo, inargentava la superficie di un laghetto, incendiava i vetri delle serre magnifiche sparse nelle vicinanze dell'abitazione. Un parco degno di quella dimora principesca si stendeva alla base della montagna, di cui scalava perfino le prime propaggini. In un'altra direzione, da un bosco di pini, sorgeva un ammasso di torricelle, di comignoli, di guglie, rivestiti dalla patina del tempo. Il cattivo gusto che aveva presieduto a quella costruzione era attenuato dal romantico rivestimento di edera che ne ricopriva i muri e della bellezza di un folto parco che continuava con la foresta.

Genoveffa scese gli scalini della terrazza e si trovò in un giardino all'antica, tornato in parte allo stato selvaggio. S'inoltrò in un viale dal suolo erboso, tra arbusti che conservavano ancora vagamente le forme barocche date loro in passato da abili giardinieri. Il bosso contornava le aiuole di cespugli enormi sui quali si avvolgevano rigogliosi i convolvoli selvatici. Alcuni rosai erano disseminati tra le piante parassite. Delle statue spezzate giacevano nei viali, all'ombra dei platani e delle acacie, e in una grande vasca di marmo grigio posta al centro del giardino l'erba aveva sostituito l'acqua che una volta vi veniva riversata dalla bocca delle sirene che si piegavano su di essa. Quell'abbandono stesso dava al giardino un fascino poetico. Un profumo di altri tempi sprigionava da quel luogo abbandonato che il sole al tramonto illuminava dolcemente. Genoveffa, presa dall'incanto del luogo, camminava piano. Si fermò a una balaustra di pietra corrosa dal musco che separava il giardino dall'orto, disposto sull'ultima terrazza e tenuto con maggiore cura. Dopo cominciava il bosco ceduo che scendeva fino a una prateria del castello che Genoveffa aveva poco prima ammirato. E da qualunque parte si voltasse c'era la foresta, inondata dalle luci del tramonto, la superba foresta che ricopriva valli e altopiani."

"Quando ebbe sistemati i capelli per la notte, si diresse, per dire le sue preghiere, verso un crocifisso di legno appeso sopra il letto, giacché in quella casa erano protestanti e non vi erano immagini religiose. Nell'istante in cui stava per inginocchiarsi si fermò tremante di spavento. Avevo udito un grido, o meglio una specie di singhiozzo, di lamento, terribilmente angoscioso che proveniva dal di fuori. Corse alla finestra e l'aprì, aprì anche le persiane e si sporse fuori. La luna nel primo quarto illuminava debolmente il giardino. Gli alberi sembravano alti fantasmi neri, le siepi stendevano la loro linea cupa nella penombra. Un alto lamento risuonò, più debole. Parve a Genoveffa che provenisse da sinistra, dalla parte dell'edificio, dipendente dall'antico monastero. Ma per quanto rimanesse immobile ad ascoltare non udì più niente e il silenzio continuò a regnare nel giardino addormentato."

"Alzando gli occhi vide la finestrina, e pensò subito che di lì si doveva scorgere una parte delle rovine del convento. Era facile accertarsene. Sì, le rovine si vedevano. A destra si ergeva l'edificio principale (...) subito accanto una galleria crollata conduceva alla cappella di cui restava un avanzo di abside guarnita da un meraviglioso rosone di pietra. (...) Il muro nel quale era incastrata la colombaia formava il quarto lato di quel vasto spazio un tempo occupato dal chiostro, come testimoniava una fila di archi con capitelli delicatamente scolpiti, sostenuti da fini colonne di pietra. Le altre pareti del chiostro giacevano in terra, coperte di musco e di erbacce. Una vegetazione intensa aveva invaso tutto. I rosai selvatici e i noccioli si chinavano a curiosare verso le finestre vuote; l'edera avvinceva le colonne e serpeggiava sulle sculture crollate; l'erba altissima, cosparsa di fiori rustici, nascondeva le pietre del vecchio edificio destinato al Signore. (...) Il sole di maggio dorava i muri rossicci, bagnava di luce i ruderi del chiostro, proiettava, attraverso il verde, lame scintillanti sul suolo trasformato in un inestricabile groviglio di pruni, convolvoli e altre piante parassite (...) Un'impressione di pace malinconica si sprigionava da quelle rovine avvolte di luce."







"Diario Vagabondo" di Liala


"Di splendido non ci sono che i ricordi, che qualche volta perdono, tuttavia, di splendore e diventano rimpianti"

Sono parole del "Diario Vagabondo" di Liala, un diario che spazia lungo l'arco di tutta una vita, da quando la scrittrice, bambina, era chiamata Ghinghi, a quando, molti anni dopo, guarda il mondo con occhi saggi e un poco malinconici. I ricordi di Liala sono ricordi d'amore: amore per i compagni della giovinezza, per una pecorella bianca che ricevette in regalo a cinque anni, per il suo lago sereno, per la vita. Amore, soprattutto, per il suo bel pilota, che dopo averle donato una breve stagiona di felicità, la lasciò sola, precipitando con il suo bolide rosso nelle acque azzurre del lago.

Ma quell'amore era stato "strisce di luce, di fulgore, di bellezza, stelle cadenti che partono e brillano" e a Liala era bastato per illuminare la sua vita.

Le pagine più belle: "Dianzi ho raccattato una foglia volata sul terrazzo della mia casa. Ha la forma di un cuore elegante, snello, giovane. Ma è morta. Ha il colore fulvo delle foglie che hanno finito di vivere. (...) Questa che ho fra pollice e indice sarebbe sola. Forse le verrebbe la malinconia, forse guarderebbe su alle altre sorelle e penserebbe: perché io sono già morta e le altre no?"

"Chiudo questi miei ricordi remoti e recenti con un altro sfogo della mia insanabile malinconia. Sono vecchia, oramai, ho concluso l'arco della mia vita spirituale; forse scriverò ancora qualche romanzo, forse no: non lo so dire."

"[Liala] è abbastanza simpatica e conserva tracce di una remota bellezza. Remota molto, ma che fa? Anche le stelle cadenti non arrivano sulla terra e sono belle lo stesso."