''Un uomo bussa alla porta'' di Jill Warren



Trama: è notte. La pioggia spazza le strade, crepita contro i vetri, sfronda gli alberi. Improvvisamente un uomo bussa alla porta e Barbara apre. Perché è stata tanto imprudente? Che cosa l'ha spinta ad aprire? Attraverso quella porta, infatti, insieme a quell'uomo, entrano incertezza, paura ed amore. è un amore che ha la voce, il volto e i gesti di Albert, insidiato, però, dai pericoli di una fuga senza respiro, nell'ansia di giungere in tempo a fermare qualcosa che se è necessaria alla vita, è indispensabile per l'amore.

Commento di Lunaria:  "Un uomo bussa alla porta" di Jill Warren è un romanzo rosa atipico. In primis, tutta la vicenda, per quanto ancorata al reale, è narrata con un stile strano, che enfatizza e accentua un tono onirico, come se più che la realtà, si stesse raccontando un sogno, o meglio un'allegoria. Difatti non è spiegato perché Barbara ami, fino a consumarsi e ad annullarsi, un uomo con cui non ha mai condiviso nulla e di cui sa a malapena il nome: Albert. Lo stile è così strano che qualche volta, durante la lettura, si ha la sensazione che sia stato scritto da un uomo, e non da una donna (risulta comunque tradotto da un uomo) e non escludo sia stato scritto sotto pseudonimo. I dialoghi sono ridotti all'osso, gran spazio è dato ai monologhi e alle sensazioni di Barbara, che sembra pensata esclusivamente come donna-vittima sacrificale, immolata all'egoismo di Albert, che per giunta la abbandona presto, andandosene senza tante spiegazioni; la donna poi cercando di rintracciare le sue tracce, riuscirà a ritrovare Albert, fino all'epilogo finale (il matrimonio). Ma più che la vicenda e i singoli fatti narrati, sembra che chi l'ha scritta abbia voluto lasciar trapelare un significato allegorico. Personalmente ho avuto la stessa sensazione quando lessi "Una romantica donna inglese" di Thomas Wiseman perché appunto sembra che la prospettiva si svolga secondo una visuale maschile, degli eventi, secondo una modo maschile di relazionarsi e di vedere le cose.
Non è un brutto romanzo, anzi, ma piuttosto atipico nel genere rosa. Più che descrivere un amore (e l'eros) descrive una noia di vivere, un affossamento dell'io e un tentativo, disperato, di non lasciarsi travolgere dall'atrofia individuale, attaccandosi all'altro, quasi per parassitarlo, quasi per sussistere con lui, perché non si è in grado di stare da soli. L'ho trovato profondamente pessimista e cinico in tal senso, caricato di un tono leggermente esistenzialista alla Camus, anche se "esiste il lieto fine".

PER APPROFONDIRE IL TEMA DELLA VIOLENZA CONIUGALE, LEGGETE QUI: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html

Le pagine più belle:

"Non aveva voglia di leggere, non aveva voglia di ascoltare musica, non aveva voglia di niente. Doveva solo aver pazienza, accumulare giorni su giorni, in attesa che qualcuno pronunciasse il verdetto della sua perfetta guarigione [...] Era immersa in questi pensieri quando il campanello suonò a lungo [...] Non attendeva nessuno. Non conosceva nessuno in quella casa."

"E Barbara? Non se ne andò. Quella bellezza mascolina era così pura, perfetta. Guardava impressionata la vita rifiorire sotto il fiotto caldo, scacciando da quelle membra irrigidite la morte."

"Quando lui se ne fu andato, si promisero di rivedersi, di telefonarsi; Barbara si accorse che era accaduta una cosa semplicissima: lo amava."

"Com'era cambiata. E in così pochi giorni. Il suo coraggio? S'era spento tra le braccia di quell'uomo che non aveva ancora abbracciato? Se era così doveva odiarlo, non amarlo [...] Barbara guardava quell'uomo che le stava di fronte e che aveva visto soltanto una volta. E si diceva che ormai era entrato nella sua vita. Non sapeva come, non sapeva neppure il perché: restava solo quella conclusione che la faceva felice e inquieta nello stesso tempo."

"Pioveva dal pomeriggio. La pioggia turbinava attorno alla casa isolandola ancora di più. Barbara non aveva voglia di andare a letto. Voleva stare sveglia, pensare. Da quando aveva incontrato Albert le sue giornate si svolgevano sotto il segno dell'inquietudine. Non lo aveva più rivisto."

"Quella mattina uscirono dalla vecchia casa, si diressero verso il bosco. Dove il viottolo finiva c'era un'altra siepe; e, in quella siepe, un grosso foro rotondo con un cartello: "Tana della Volpe". Varcarono quella specie di soglia e subito si trovarono dentro una scura e luminosa cattedrale, fatta di fusti e rami altissimi. Il terreno era ondulato. Il vento non riusciva a penetrare entro quelle navate misteriose: si limitava a mormorare in alto, dove il cielo si vedeva a tratti, tanto l'oscura foresta intrecciava stretti i suoi rami. Scesero in silenzio fino ad una piccola valle, risalirono dall'altra parte. Là si diramavano parecchie piste e Albert ne imboccò una, senza incertezza. Adesso calpestavano aghi di pino, rami secchi, foglie. Passando sotto un basso arbusto, Barbara avvertì un fremito, un guizzo veloce. Barbara aveva nei capelli qualche ago di pino. Senza dir nulla Albert si mise a baciarle i polsi, le palme delle mani. Lei era come stordita da quell'intenso profumo, umido e penetrante. [...] Improvvisamente il castello apparve innanzi agli occhi di Barbara. Mura annerite, diroccate. L'incendio lo aveva completamente distrutto; tuttavia se ne potevano distinguere ancora le linee principali: il corpo centrale, una torre e due piccole ali che dovevano aver servito da abitazioni della servitù. Riconobbe in quella rovina, lo scenario dell'incubo di Albert. Un castello in fiamme, le due figurette che si agitavano tra le travi che crollavano."

"Albert ne fu commosso; ma era dibattuto tra la voglia di averla con sé e il timore di ciò che avrebbe potuto comportare la presenza di lei. Taceva. Anche Barbara, dopo quel primo scatto, taceva. Si era ripiegato su se stessa: non avrebbe insistito. Voleva che fosse lui a ripeterle: vieni. A desiderare la sua vicinanza, ad essere convinto che ormai le loro due strade, unite come erano, non si sarebbero divise mai più."

"Albert mise una mano tra i riccioli biondi  di Barbara, la attrasse a sé con molta dolcezza. Non incontrò resistenza, perché Barbara voleva che lui l'attirasse a sé, voleva andargli incontro, sentirsi tutt'uno con lui. Che non avessero più nomi diversi, né corpi diversi ma un nome solo: amore. Un corpo solo e il suo nome era: vita."

"Era tutto come un brutto sogno: ossia era la fine di un sogno. Aveva sognato, ed ora il sogno era svanito. Forse non aveva nemmeno sognato, s'era immaginato lei, quell'amore; lo aveva creato lei, come aveva creato lui  [...] La sua immaginazione le aveva fatto uno scherzo: uno spiacevole scherzo, che ora pagava con quella sofferenza. Col cuore stretto Barbara trovò che la conclusione a cui era giunta era giusta anche se amara: Albert non esisteva; esisteva un uomo sconosciuto, con il quale non c'era nessuna affinità. Si sforzò di credere a questa nuova verità. Solo così sarebbe guarita di lui ancor più presto. Chi non mi ama non mi merita, pensò orgogliosamente. Del resto, avrebbe potuto sperare altro? Quanto tempo era passato da quando Albert aveva bussato alla sua porta? Giorni, pochi giorni. Quei giorni doveva cancellarli, come se non li avesse mai vissuti. Era così che doveva fare: toglierselo dalla mente, sdrammatizzare quanto era accaduto. Perché, si disse ancora, la vita di una persona deve necessariamente dipendere dall'esistenza, dal volere, buono o cattivo di un'altra persona? Sì, il mondo era andato avanti a questo modo per anni e secoli, forse millenni. Ma non era una buona ragione. Bisognava cambiare, lei avrebbe cambiato questa assurda condizione di dipendenza, di sudditanza. Lei sarebbe vissuta, come viveva prima: si può vivere sereni ugualmente. Ma sopravvenne una reazione totalmente negativa. Fu sconvolta da un improvviso eccesso di nausea per l'accaduto. Doveva gridare, doveva urlare, se no non le sarebbe passato. E pianse, urlò con tutta la forza che le rimaneva, soffocando l'urlo sotto le coperte del letto [...] Barbara si liberò con violenza. Gridava "Lei e suo marito. Non me la date ad intendere. Lei è una schiava! Tutte le donne sono delle schiave. Si consolano, certo, si consolano: con una sigaretta. Lei fuma molto. Vuol dire che deve consolarsi molto. Anch'io mi devo consolare. Anch'io. E bevo. Mi piace bere, mi piace molto! [...] che sottomissione, che generosità, che comprensione. Fedeltà, romanticismo, tenerezza... Lo odio, oh come lo odio. Bisogna odiarli gli uomini perché ti prendono, ti lasciano come stracci usati. Ma quando tornano, gli buttiamo le braccia al collo..."

"Albert non la chiamava Barbara. Le diceva: amore. E quando lui diceva amore, s'infiammava tutta, s'inebriava. Amore significava bellezza naturale, semplicità, autenticità, verità [...] I loro corpi si erano uniti, erano un corpo solo. Bellissimo, splendente momento. Ah, se fosse potuto durare sempre, non finire mai. Barbara sentiva il profondo respiro di lui, vedeva il rosseggiare del fuoco; si domandava, negli intervalli della passione, dove si trovasse. Era come sradicata dalla terra e le pareva di volare in cieli fatti di aurore e di tramonti, in continuazione [...] Le fiamme gettavano sulla schiena dell'uomo riflessi rossastri. Lei lo stringeva, non voleva lasciarlo, non voleva staccarsi da lui neppure un minuto."


Nota: due storie simili le trovate qui:
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html

"Sotto Inchiesta" di Lucy Hamilton (Harmony Intrigue)


Trama: Allison Schuyler ad Dodd Memorial Hospital non fa solo tirocinio in qualità di medico neolaureato, ma fa anche il detective per scoprire, insieme alla polizia e all'affascinante primario Cruz Gallego, il colpevole dei furti di droga che avvengono in ospedale. Per Allison sono guai a non finire, e non è in pericolo solo la sua vita ma anche...

Commento di Lunaria: "Sotto Inchiesta" è un buon giallo di ambientazione ospedaliera, condito da delicate scene d'amore. La trama gialla (ripetuti furti di medicinali come narcotici e morfina) è solo un pretesto, per l'Autrice, per poter in realtà focalizzarsi sui due personaggi, Allison e Cruz, e l'intreccio della loro passione amorosa per svelarne la personalità (nonché i reciproci vissuti): lei, ricca figlia di una famiglia prestigiosa (ma che ha subito il trauma del suicidio della madre e l'abbandono), lui, proveniente dai sobborghi e ancora a disagio a ricordare la sua origine.
In generale, la vicenda è narrata senza pause morte e negli ultimi capitoli si alza il livello di suspense; forse un difetto potrebbe essere il non aver descritto più estesamente il colpevole e le motivazioni del suo gesto (tutto viene risolto nel giro di un paio di righe); belle e coinvolgenti le scene d'amore tra i due protagonisti.

Nota: un romanzo che parla della tossicodipendenza in ambito medico è questo:
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/recensione-pericolo-medico.html


Gli stralci più belli:

Cruz le cinse la vita con le braccia. Non fu un bacio incerto, esitante, ma il bacio lungo e profondo di due amanti. Ally si lasciò andare completamente al richiamo di quelle labbra sensuali. La passione cresceva in loro facendo pulsare il sangue nelle vene: i loro respiri diventavano affannosi e i loro cuori battevano all'unisono. Ally gli passò le mani tra i capelli attirandolo più vicino a sé mentre lui l'accarezzava seguendo le dolci linee del suo corpo.

*

Ci fu un breve silenzio, poi lui l'attirò a sé  in un abbraccio prepotente. "Questo è ciò che voglio", rispose con voce roca, e premette le sue labbra su quelle di lei. Ally perse l'equilibrio e si lasciò andare al suo abbraccio, a quel bacio arrabbiato, passionale e caldo. L'unica cosa che le importava era essere tra le braccia di Cruz. Non era più in grado di ragionare e aveva perso il controllo del suo corpo. Gli strinse le braccia intorno al collo e si lasciò trascinare dalla passione, consapevole che una nuova forza si era impadronita di lei. Cruz la dominava con la sua forza fisica, ma lei aveva fatto in modo che lui la baciasse, che perdesse il controllo delle proprie azioni. Cruz fece scivolare una mano sotto l'orlo della sua camicetta e le circondò la vita. [...] Poi la mano si spostò. Lui percepì la pelle morbida e la pienezza del suo seno. Ally sentì il cuore sobbalzare. Cruz le sollevò la camicetta e stava avvicinando la bocca al seno quando improvvisamente bussarono alla porta con una serie di colpi decisi.

*

"Sei stata forte come una roccia da quando sei entrata in questo ospedale. Ma ora basta, Ally, tu hai bisogno di me." La voce di Cruz era dolce e carezzevole.
Ally scosse il capo rassegnata. "è tutto così complicato, come puoi aiutarmi?"
"Così."
Quando la strinse tra le sue braccia lei non oppose resistenza. La baciò teneramente, senza rabbia passionale, per offrirle conforto e protezione. Ally sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei e si lasciò andare a quel languore. Era esausta e si affidava alla forza rassicurante di Cruz. Gli cinse la vita con le braccia e nascose il viso sul suo petto mentre Cruz la copriva di piccoli baci. Ascoltava il battito del suo cuore e si sentiva rassicurata. In quel momento non le importava neanche di sapere se la riteneva colpevole o innocente, l'unica cosa importante era che lui la stava abbracciando.

*

"So anche che non sei una ladra di droga. Mi dispiace averti sospettata. Ho cercato di essere imparziale, ma volendo reprimere i miei sentimenti per te ho esagerato con la severità."
Ally non sapeva cosa dire; sollevò lentamente il capo e lo guardò negli occhi [...] sentiva una forza interiore che la spingeva verso Cruz. Era una sensazione del tutto nuova, irrefrenabile, che la tentava e al tempo stesso la spaventava. Voleva stargli vicino, essere stretta nel suo abbraccio, essere baciata, fare l'amore.

*

Ally si sentì avvampare. Era pervasa da una sensazione di desiderio ed eccitazione. Mise le braccia intorno al collo di Cruz rispondendo al suo bacio: lo desiderava tanto che non c'era spazio per nessun altro pensiero. Le mani di lui percorrevano ansiose la sua schiena e il leggero tessuto della camicetta estiva diventava una barriera fastidiosa. Le sfiorò il collo, ma lei voleva che Cruz le toccasse i seni, accarezzasse il suo corpo e l'amasse tutta la notte.

*

"Sta' tranquilla." Il respiro di Cruz scivolò come una piuma sulla sua guancia e Ally si voltò verso di lui. Erano vicinissimi. Qualcosa si sciolse dentro di lei mentre Cruz le accarezzava delicatamente il viso. Sollevò il mento come per invitarlo a continuare, mentre la tensione abbandonava i muscoli del suo corpo. Cruz appoggiò le sue labbra su quelle di lei; un solo tocco fu sufficiente e Ally sentì che il sangue nelle vene si trasformava in un fiume impetuoso. [...] Cruz le accarezzò lentamente i fianchi poi, infilata la mano sotto la camicetta, toccò la sua pelle vellutata e sentì i battiti accelerati del suo cuore. Ally inarcò la schiena per invitarlo a proseguire. Lui le coprì un seno con un palmo della mano e il corpo di Ally fu pervaso a un'intensa ondata di piacere. Poi Cruz le baciò il collo e poco per volta le sollevò la camicetta per poi toglierla del tutto. La pelle di Allison era resa argentea dal primo chiarore lunare ed era così bella che Cruz ne rimase abbagliato. [...] Nessun uomo aveva mai visto il suo corpo. Nessun uomo l'aveva mai baciata o toccata così, eppure non provava imbarazzo. Lui la guardò e poi chinò il capo verso il suo seno e lo baciò. Ally gli si strinse contro e sospirò di piacere.

*

Ally si premette contro di lui e il suo corpo aderì perfettamente, modellandosi ai contorni più spigolosi di quello di Cruz. La sua bocca ardente riscontrò nelle labbra di lui il suo stesso desiderio. Era un bacio che racchiudeva tutta la forza, la virilità e la passione irrefrenabile di quell'uomo, un bacio che suscitava in lei sensazioni oscure, incontrollabili e terribilmente eccitanti.

 *

Richiedevano la sua presenza al Pronto Soccorso per un caso urgente. Ally prese la scorciatoia che passava per il tunnel sotterraneo. Veniva usato raramente poiché era umido e squallido. Era un luogo veramente sinistro e Ally affrettò l'andatura. Circa a metà del tunnel sentì alle spalle un rumore di passi affrettati. Ally iniziava ad avere paura: qualcuno si stava avvicinando velocemente e l'eco dei passi rimbombava sul cemento. Esitò, poi si mise a correre, ma era troppo tardi.
Vicinissimo a lei, proprio dietro l'angolo, sentiva l'ansimare del suo inseguitore. Ormai fuggire era impossibile e Ally si voltò per guardarlo in faccia. Vide la macchia sfuocata di un camice bianco e un braccio che si alzava per colpirla. Ci fu una luce abbagliante come un lampo, un dolore intenso e poi più nulla.


*

La bocca di Cruz premette con desiderio su quella di lei e tutto l'amore e la passione che Ally aveva disperatamente cercato di reprimere salirono in superficie annullando il finto atteggiamento di distacco che aveva assunto. Non aveva bisogno di toccarla o accarezzarla, poteva sedurla e costringerla ad arrendersi con un semplice bacio, ma quando il corpo e le labbra di Ally furono protese verso di lui Cruz la respinse e studiò l'espressione del suo volto con un mezzo sorriso.



Altri Rosa ambientati nel mondo ospedaliero: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/per-elyse-di-cathy-gillen-thacker.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/06/lunico-uomo-che-di-josie-metcalfe.html



Anche "La Droga Diabolica" ha a che vedere con la droga: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/la-droga-diabolica-di-rebecca-york.html



"Dame e Cavalieri" di Laurie Grant (Romanzi Storici)



Trama: Inghilterra, 1141; in quell'evo, già tanto tormentato dalla lotta per le investiture conclusasi nel 1022 col trattato di Worms, Lady Gisele de l'Aigle, erede di un nobile normanno, viene mandata in Inghilterra alla corte di Matilda in modo che possa trovare un marito nobile come lei. Gisele è una ragazza ribelle, che non intende sottomettersi alla volontà di un uomo, tuttavia, poco dopo il suo arrivo a corte, si vede costretta a sposare il giovane barone de Balleroy. Nemmeno Brys de Balleroy sarebbe per natura troppo ansioso di sposarsi ma, innamorato di Gisele, cerca in ogni modo di renderla felice anche se per far ciò dovrà affrontare pericoli e insidie d'ogni sorta, a causa della lotta senza quartiere tra Matilda, figlia di Enrico I, e suo cugino Stefano, nipote di Guglielmo il Conquistatore, per ottenere la Corona.

Commento critico di Lunaria: "Dame e Cavalieri" è un romanzo storico ricostruito con dovizia di particolari: la vita di corte, i passatempi delle dame, il galateo che regolava i rapporti tra uomini e donne, le brutalità delle razzie e il malcontento popolare di fronte al despotismo imperiale e alle incursioni di briganti o miliziani, è tutto descritto in forma dettagliata... il problema è che mancano totalmente scene di passione amorosa reale e carnale! I rapporti sessuali tra i protagonisti sono soltanto suggeriti e si esauriscono in neanche una frase. In compenso, ci sono pagine e pagine dedicate agli intrighi di corte e alla lotta per le investiture, che risultano anche le più noiose, se si legge il romanzo soprattutto per cercare scene d'amore e non tanto per avere un resoconto storico certosino...
In conclusione, "Dame e Cavalieri" è un romanzo prettamente storico, del tutto privo di scene erotiche; l'amore viene principalmente descritto nei dialoghi tra i personaggi, non particolarmente ispirati, ma nella media (i monologhi invece sono ben costruiti) e il tutto si esaurisce con un bacio e niente più; difetto che avevo già evidenziato anche qui: http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/la-rosa-del-cavaliere-di-joanna.html
 perché esattamente come in "La rosa del cavaliere", anche in "Dame e cavalieri" la passione erotica-amorosa risulta appena appena accennata e sommersa dalle vicende storiche-politiche che si susseguono pagina dopo pagina, e alle quali l'Autrici ha dato preminenza. A tema medioevale e con scene d'amore più esplicite e coinvolgenti avevo già consigliato questo: http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/le-figlie-del-drago-di-bertrice-small.html
o questo http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/il-cavaliere-bianco-di-connie-mason.html
per cui, "Dame e Cavalieri" è un buon romanzo storico, con intrighi politici di lotta per il potere imperiale, ma niente più. Se cercate una rovente storia d'amore passate altrove, perché c'è il rischio di annoiarsi. Viceversa, se in un romanzo ambientato in epoca medioevale non cercate pagine erotiche e neppure religiose (l'influenza cristiana è appena appena accennata), ma vicende di intrigo politico e giochi di potere, allora questo romanzo fa al caso vostro.

Qualche stralcio per dare un'idea: "Sì, mai sai benissimo anche tu quali sforzi stia facendo per cercare di far valere i suoi diritti", replicò il conte. "L'inghilterra è divisa mentre lei litiga con suo cugino, Stefano di Blois. Per quanto riguarda te, invece, verresti annientata in un batter d'occhio da uno dei nostri vicini. No, Sidonie Gisele." Charles usava sempre entrambi i nomi di sua figlia quando la rimproverava (...) "Una donna di famiglia nobile ha solo due possibilità: il matrimonio o il convento. Dal momento che voglio un erede, non ti permetterò di scegliere la seconda. Morendo non ho nessuna intenzione di restituire l'Aigle al ducato di Normandia!"  Le ultime parole di suo padre, urlate a squarciagola, non fecero altro che rafforzare la risoluzione di Gisele. Nessun uomo si sarebbe mai vantato di possederla.

Lark, la cavalla dal manto marrone che aveva portato con sé da l'Aigle, aveva un'andatura costante e un carattere mite che permisero a Gisele di assaporare appiena la bellezza della zona costiera. La campagna era splendida in giugno, grazie anche ai colori dei fiori selvatici che crescevano ovunque. Alcuni campi erano punteggiati da greggi al pascolo, altri sembravano esser ricoperti da tappeti d'oro per via della colza in fiore, coltivata per sfamare i maiali e le pecore. In cielo le allodole e i gheppi si erano sostituiti ai gabbiani che regnavano nell'area del porto. "Quindi questa è l'Inghilterra", pensò Gisele compiaciuta. Suo padre le aveva descritto l'isola come nebbiosa e battuta dalle piogge, ma quel giorno almeno, il tempo era bellissimo. "Questa è la mia nuova casa. Qui mi costruirò una nuova vita in cui sarò io a decidere e non un marito che mi comandi a bacchetta."

Di colpo nella mente di Brys si inserì l'immagine di Lady Gisele alle prese con un marmocchio che assomigliava terribilmente a lui. Con forza bandì l'immagine prima di affezionarcisi troppo. Nella sua esistenza non c'era posto per sentimenti di quel genere e per quanto riguardava Lady Gisele aveva appena asserito che non voleva uomini nella sua vita. Tuttavia qualcosa lo spinse a indagare oltre cercando di usare un tono il più neutrale possibile. "Non desiderate aderire al ruolo che la natura e la chiesa hanno ritenuto adatto al ruolo della donna?"
"Nella vita di una donna deve esserci qualcosa di più del talamo o del convento, a dispetto di tutto quello che ci insegna la chiesa", affermò Gisele in tono enfatico. "Deve esserci dell'altro".

"Il verde vi dona, Lady Gisele", commentò lui con voce roca. "In special modo con questo al collo", aggiunse estraendo dall'astuccio che portava legato alla cintura il ciondolo celtico che lei aveva adocchiato nel negozio dell'orefice. Gisele sgranò gli occhi incredula. "Lord de Balleroy, come avete fatto a... non posso assolutamente..."  "Brys", la corresse lui sorridendo. "Lady Gisele, darei la mia vita per proteggervi e nel vostro caso non per lealtà ma perché ho deciso di donarvi il mio cuore. Volete accettarlo, bellissima signora?" Prima che Gisele avesse il tempo di rispondere, Brys la baciò attirandola contro di sé in un abbraccio dolcissimo.                                                                                                                                                           

Gisele fissò lo sguardo sui regali. "Non capite che vi desidero almeno quanto voi desiderate me? E che ho paura di innamorarmi di voi?"
"Accetterò la seta", dichiarò in tono asciutto, "ma non posso fare altrettanto per quanto riguarda la collana. è un dono che un uomo dovrebbe fare a sua moglie o alla sua fidanzata".
"E voi non mi avete chiesto né di diventare vostra moglie né la vostra fidanzata, ma solo la vostra amante."

Gisele rimase a guardarlo senza sapere che cosa dire. Come poteva descrivere il percorso che il suo cuore aveva affrontato da quando lo aveva conosciuto? Aveva lottato contro l'amore che provava per lui per paura di dover rinunciare alla libertà e aveva perso, in quanto l'amore si era dimostrato più grande di qualsiasi altra cosa (...) Due notti prima, quando si era resa conto del peccato di cui Brys si era macchiato in passato, si era aspettata che l'amore appassisse nel suo cuore, ma non era successo niente del genere. Il sentimento che provava per lui si rifiutava di morire. Forse era destino delle donne essere catturate da un certo sorriso, dallo sguardo profondo di due occhi scuri, dal potere di un bacio o dal tocco della mano di un uomo...

"Credete che avrei potuto sposare un altro uomo dopo avervi amato? Mio signore, non sono fatta così!" (...) "Non mi sono innamorata di voi perché eravate il barone di Balleroy, Brys. Io vi amo sia che siate sir Brys o Lord de Balleroy o Brys il contadino, che Dio mi sia testimone!