"Priorità assoluta" di Susan Kearney (Harmony Emozioni)



Trama: Jasmine Ross è una bella donna, capelli biondi e occhi di un verde intenso, ma ha un difetto: è terribilmente testarda. E questa volta rischia di cacciarsi in guai molto seri. Infatti ha finalmente scoperto l'identità del padre che cerca da tanti anni e non indugia un attimo a recarsi all'indirizzo incriminato. Ad aprirle la porta, però, è un uomo che prima le comunica la morte prematura del padre e poi comincia a tempestarla di domande. Ma chi è questo giovane dal fascino enigmatico? E che cosa vuole da lei?


Commento di Lunaria: "Priorità Assoluta" di Susan Kearney è un discreto romanzo giallo a tinte soft. Fugaci e sintetiche le scene d'amore tra i due protagonisti, non particolarmente descritti e con poca complessità psicologica, anche se c'è qualche buon momento thriller che crea la tensione, specialmente nei primi capitoli; un paio di colpi di scena apprezzabili rendono comunque la trama nella media e di piacevole lettura, anche se come romanzo non è particolarmente curato, nei dialoghi o nello svolgimento.


Gli stralci più belli:

Jasmine continuava a rigirarsi nel letto della camera che le aveva assegnato Rand, senza riuscire a prendere sonno. Era troppo tesa, aveva troppi pensieri per la testa. E forse era anche quella casa, troppo cupa, troppo misteriosa, che le impediva di abbandonarsi [...] Ad un tratto qualcuno ruotò la maniglia della porta ed entrò, avvicinandosi al letto a passo lento. Il parquet scricchiolò leggermente. Jasmine rimase immobile, paralizzata dalla paura. Nel buio completo, riusciva a intravedere appena una sagoma confusa. Il cuore le batteva così forte da impedirle di gridare.

*

Cosa le nascondeva quell'uomo? Se fosse stato lui a rispedire al mittente la lettera, pochi giorni prima, grazie ad essa sarebbe potuto risalire al suo indirizzo e dare fuoco alla sua casa, per bruciarla viva. [...] Più andava avanti con quelle congetture, più sentiva un senso di angoscia impadronirsi di lei.

*

Prima il biglietto, adesso la chiave: com'era possibile che a Moore House gli oggetti sparissero a quel modo? Era lei che stava diventando paranoica o esisteva davvero un ladro invisibile il cui scopo era terrorizzarla?




"Tuttobrivido" di Tess Gerritsen (Harmony Intrigue)



Trama: Sola in Europa alla ricerca del marito di cui ha perso le tracce e che tutti giudicano ormai morto, Sarah Fontaine è finita dritta in un covo di spie, controspie e assassini a sangue freddo, con la CIA alle calcagna e tanti indizi che la conducono dal marito che in realtà ha più di un'identità... In questo suo peregrinare le si affianca Nick O'Hara che la salva da tutti i pericoli tranne da quello di innamorarsi di lui...

Commento critico di Lunaria: Avevo già recensito un romanzo di spionaggio
 http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/08/blog-post.html
ma devo dire che "Tuttobrivido" di Tess Gerritsen è decisamente superiore su tutti i livelli! è sicuramente uno dei migliori Harmony Intrigue che ho letto. Il ritmo è scattante, tesissimo, come la suspence, distillata praticamente ad ogni pagina, con un succedersi ininterrotto di colpi di scena fino al finale tutto azione e davvero all'ultimo respiro. Pochissime le scene d'amore ma in questo caso non è un difetto perché la vicenda è davvero intrigante e ha un veloce "taglio cinematografico" adrenalitico che la rende quasi palpabile e "sempre in corsa", come anche la passione erotica che sboccia tra i due protagonisti, che per tutta la vicenda non hanno neanche un attimo di respiro! Ottime le caratterizzazioni psico-fisiche dei personaggi, e i loro desideri, dolori, vicende passate; personaggi mai banali e mai stereotipati pur dividendosi, per forza di cose, in "buoni e cattivi" ma con un certo spessore psicologico dietro che li rende tutti ben descritti. Più di una volta ho fatto fatica a "smettere di leggerlo" perché ero davvero curiosa di leggere un capitolo dietro l'altro, essendo così ben narrato e raccontato, sa tenere desta l'attenzione della lettrice. Il libro è del 1987 e in Italia è uscito nel 1988, quindi è di difficile reperibilità oggigiorno, eppure ne vale davvero la pena.

Qualche stralcio del libro:

"L'aria profumava di fiori. Sull'erba ai piedi di Sarah giaceva un mucchio di garofani, gladioli e gigli. Per il resto della sua vita quel profumo l'avrebbe fatta star male ricordandole quella collina e quella distesa verde punteggiata di lapidi di marmo, e la foschia che aleggiava sulla valle sottostante. Tutto il resto, le parole del celebrante, la stretta della mano di Abby intorno al suo braccio, persino le gocce di umidità sul viso, lo sentiva appena: era solo la cornice del suo dolore [...] Attraverso la foschia si vedeva una pallida pennellata rosa. E il dolore tornò più lancinante: era di nuovo primavera, di nuovo i ciliegi erano in fiore, ma Geoffrey non li avrebbe visti.

*

Era nel mezzo della stanza quando se ne rese conto: c'era un vuoto nella libreria. La fotografia del suo matrimonio non c'era più. Non riuscì a reprimere un grido di rabbia. Per la prima volta da quando era entrata in casa sentì con intensità il senso di violazione, di invasione del suo territorio.

*

"Pronto?", disse. 
"Vieni da me, Sarah. Ti amo."
Il grido le si strozzò in gola. La stanza cominciò a girarle intorno. Allungò un braccio per cercare un appiglio. Il ricevitore le sfuggì di mano e cadde al suolo. Sentì una voce che gridava "è impossibile! Geoffrey è morto!" Poi si rese conto che era la sua stessa voce [...] Tutto ciò che era accaduto nelle due settimane precedenti svanì come un incubo alle prime luci del giorno. Non era stata realtà. La voce che aveva appena sentito, quella era la realtà. E Geoffrey era vivo.

*

"Credi che Geoffrey sia vivo, vero?", mormorò lei.
"Credo di sì."
Lei guardò le loro mani intrecciate sul tavolo. "Non ho mai creduto che fosse morto", sussurrò.
"Adesso che sai, che cosa provi per lui?"
"Non lo so... non so più... Per tutto questo tempo, mi sono fidata di lui, ho creduto in lui. Tu penserai che sono stata ingenua, e forse è vero. Ma se hai trentadue anni e non sei molto carina, quando un uomo ti dice che ti ama tu non chiedi di meglio che credergli."

*

Sarah gridò. Un attimo dopo un proiettile colpì il finestrino della Ford e li costrinse entrambi a gettarsi a terra [...] Come un animale braccato Sarah schizzò incespicando in direzione della MG. Altri proiettili spaccarono la vetrina di un negozio [...] Paralizzata dal terrore Sarah si trovò a guardare in faccia l'assassino attraverso i finestrini [...] Ipnotizzata da quel sorriso di teschio Sarah ebbe solo una vaga percezione dell'ostacolo.

*

"Non chiedermi niente. Abbracciami forte, fammi dimenticare. Voglio dimenticare."
"Sì", disse lui prendendole il viso tra le mani. "Ti farò dimenticare tutto."
Sarah sentì le labbra di Nick su di sé. Le sue dita le accarezzarono il collo e scesero a sbottonare la camicetta [...] Sarah vide solo il suo profilo disegnato dalle luci intermittenti delle insegne al neon. Era un'ombra librata su di lei, un'ombra che si materializzò quando i loro corpi s'incontrarono e le loro bocche si trovarono.

*

 "Lei potrebbe non uscire viva da questa ricerca. Se ne rende conto, vero?"
Sarah rabbrividì. "Sto sopravvivendo a malapena, adesso. Vivo nel terrore e continuo a chiedermi quando verrà la fine e se sarà dolorosa. Con Eva hanno usato un coltello."

*

[...] Sarah si lasciò cadere sul sedile mentre sentiva la voce di Nick che gridava il suo nome. Si sentì mancare le forze. Era un animale braccato: la CIA le dava la caccia. Magus le dava la caccia. In qualunque direzione fosse fuggita, sarebbe finita nella rete di qualcuno dei cacciatori.

*

Protetta dal suo braccio Sarah percorse il corridoio e cominciò a scendere le scale. Quando poterono vedere l'ingresso Nick si fermò di colpo. Ai piedi della ripida scala una macchia scura di sangue stava inzuppando il tappeto azzurro, e riversa sul pavimento, i capelli intrisi di sangue, giaceva Corrie. Un'ombra si stagliò sul muro dell'ingresso. Qualcuno stava camminando nel soggiorno. Poi l'ombra divenne più grande: lo sconosciuto si stava avvicinando alle scale.

*

Non vide l'uomo nell'ingresso finché non fu troppo tardi. Lui si mosse rapido e preciso, come un serpente all'attacco. Sarah si ritrovò in un abbraccio così stretto che le tolse il fiato necessario per strillare. Vide solo una mano guantata e il bagliore di una pistola. [...] Nick cadde all'indietro, come se avesse ricevuto un pugno in pieno petto, mentre un fiore rosso sbocciava sulla sua camicia. Sarah urlò, e continuò ad urlare mentre l'uomo la trascinava verso la porta.

*

Si chinò per farlo e scoprì che sanguinava copiosamente da una caviglia. Doveva essersi tagliata sfondando il vetro. Strano, però: non sentiva alcun dolore. Mentre osservava il proprio sangue come ipnotizzata, udì nuovi rumori: Kronen che tentava di sfondare la porta dell'ufficio. Non aveva tempo da perdere. Scavalcò la finestra. Il vestito le s'impigliò in un vetro rotto: si liberò con uno strattone. [...] Un rumore di legno infranto la costrinse ad agire. Dopotutto ormai la scelta era semplice: una morte rapida o una dolorosa. L'orrore di una caduta e poi il dolce nulla sarebbero stati infinitamente preferibili a una morte lenta tra le mani di Kronen.

*

Le dita di Kronen artigliarono l'apice del tetto. Agghiacciata Sarah vide la sua testa sorgere dall'ardesia come un astro maligno. I loro occhi si incontrarono e lei non vi trovò odio, ma impazienza: era ansioso di vederla morire.




"A qualcuno piace il brivido" di Pamela Kent (Collezione Harmony 1985)


Trama: Rimasta sola al mondo, senza mezzi, Helen lascia Parigi e raggiunge il castello in Cornovaglia dove un amico del padre le ha offerto ospitalità. Il suo benefattore, Roger Trelawnee, sotto i modi bruschi sembra nascondere una grande sensibilità e generosità ed Helen non tarda a subirne il fascino. Ma un mistero circonda l'uomo e la sua splendida dimora. Da che cosa proviene la recente ricchezza di Roger? Perché ci sono notti in cui nei corridoi dell'immenso maniero echeggia un grido? E di chi è il volto che appare di tanto in tanto a una delle finestre dell'ala che dovrebbe essere disabitata?

Commento di Lunaria: "A qualcuno piace il brivido", purtroppo, è un romanzo che non soddisfa pienamente le aspettative di cui è stato caricato nella trama sul retrocopertina. Infatti, a leggere la trama, sembra di trovarsi di fronte ad un romanzo quasi venato di soprannaturale; e questo soprannaturale in quelle 154 pagine è distillato in maniera cosaì rada e discontinua che mentre lo si legge quasi non lo si nota; inizia con le migliori promesse, ma poi si affloscia, come se l'autrice non sapesse bene che strada prendere; non è un giallo, perché non c'è un delitto; c'è qualche sospetto, ma il tutto è descritto in maniera troppo sintetica e scarna. E non perché Pamela Kent non sappia scrivere, al contrario, ma perché si perde dietro dei particolari paesaggistici o di abbigliamento che non aiutano allo sviluppo della trama in senso "misterico" ma neanche "erotico", ma anzi, divagano senza arrivare al punto della questione. Anche la passione amorosa tra Helen e Roger è pressoché inesistente per oltre cento pagine: assistiamo a due miseri baci dati furtivamente! In compenso, per svariati capitoli si va avanti a focalizzarsi su un protagonista del tutto secondario alla vicenda che essendo etichettata come "romanzo rosa" avrebbe dovuto prevedere passione, amore ed eros tra i due protagonisti principali... le cui emozioni sono descritte in maniera molto blanda e sintetica.
Non è scritto male, questo romanzo, ma come facevo notare in ''Un uomo bussa alla porta" http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/10/un-uomo-bussa-alla-porta-di-jill-warren.html
è un romanzo rosa atipico: passione erotica inesistente, un bacio che arriva dopo cento e passa pagine, un'attrazione reciproca tra i due protagonisti che è descritta in maniera molto sintetica e sbrigativa... praticamente solo nell'ultimo capitolo! Insomma, si avverte molto un senso di sbilanciamento, come se gli ingredienti che dovevano formare la trama siano stati messi a casaccio e fuori tempo. Peccato, perché gli elementi notevoli che potevano servire ad imbastire una bella storia avvincente c'erano: un castello, un paesaggio suggestivo, un uomo tormentato da un passato difficile e che ha perso un braccio, una donna dalla sensibilità empatica. Solitamente, alcuni autori difettano di bravura linguistica, ma riescono ad imbastire storie avvincenti, pur scrivendo davvero molto male e in modo raffazzonato; in questo libro di Pamela Kent è esattamente il contrario: lei è capace di scrivere, ma la storia è scialba, nel ritmo e nel pathos, tanto che si sarebbe potuta narrare la stessa vicenda in poche pagine di racconto.

Gli stralci più belli: "Quando mio padre si ammalò, volle... volle che le scrivessi." [...] "Capisco perfettamente, signorina Dainton", continuò lui, "e per quanto mi riguarda, lei ha bussato alla porta giusta. Potrà rimanere al castello di Trelawnee fino a quando le piacerà. Anche per il resto della sua vita se lo desidera."

*

La notte li avvolse col profumo delle violette che crescevano tra l'erba, delle felci e del muschio e con l'aroma che, portato dal vento, proveniva dai campi di grano, di mais e d'orzo e dai boschi che circondavano il fiume. Più in basso, si sentiva il rumore delle onde che andavano a infrangersi contro la scogliera. [...] Helen sollevò lo sguardo verso l'ala del castello che aveva attirato la sua attenzione nel pomeriggio. Era tutto buio, eppure lei aveva la strana sensazione di essere osservata. La luna era una falce d'argento nel cielo scuro.
La luce le diede un po' di sollievo, ma nel silenzio profondo che incombeva su Trelawnee, Helen aveva l'impressione di percepire dei mormorii. Voci che si alzavano e scomparivano, attutite dalla distanza... voci agitate.

*

"Sei così bella... Non sono certo il primo che te lo dice." Helen trattenne il respiro. Avvertiva la straordinaria dolcezza di quelle lunghe dita che le accarezzavano la guancia e lo sguardo di Roger aveva un'espressione che era una rivelazione vera e propria. [...] Ora il suo cuore batteva violentemente come un uccello spaventato chiuso in gabbia. Quegli occhi strani che, all'inizio, aveva trovato duri come le pietre la esaminavano attentamente e in essi brillava una fiammella. L'atmosfera che si era creata tra loro era carica di elettricità. Helen indietreggiò e si girò bruscamente per nascondere l'agitazione improvvisa che la pervadeva.



"Il Drago d'Ametista" di Denise Lynn (Romanzi Storici)


Trama: Inghilterra, 1141.
Sfuggita a Sir Gareth di Faucon, che per ordine di Re Stefano deve riconsegnarla ai familiari, Rhian si rifugia nel castello di Browan. Convinta di potersi nascondere tra la servitù per far perdere le proprie tracce, si ritrova invece nientemeno che tra le braccia dell'odioso accompagnatore! Il quale, deciso a portare a termine la missione per ottenere il feudo che il sovrano gli ha promesso come ricompensa, non esita a mettere la giovane sotto sorveglianza e a riprendere il viaggio. Ma a complicare quella che sembra una vicenda ormai risolta, ecco che qualcuno attenta alla vita di Rhian per impadronirsi del suo talismano, un ciondolo d'ametista a forma di drago. E, come se non bastasse, a poco a poco lo scontro di volontà tra i due giovani si trasforma in un'attrazione irresistibile...

Commento critico di Lunaria: Introdotto da una bellissima copertina, "Il Drago d'Ametista" è un romanzo ambientato in un Medioevo non troppo realistico: per esempio, manca quasi totalmente un riferimento religioso e certi atteggiamenti troppo spavaldi e disinibiti della protagonista Rhian sono difficilmente inquadrabili in un'epoca come quella medioevale. A parte queste pecche "storiche", la vicenda non è male, prosegue col giusto ritmo ed è impreziosita da tenere scene soft-eros (anche, se come ho detto, tali scene sono anche fin troppo moderne, e difficilmente credibili in un contesto medioevale... insomma, Rhian, con gli uomini, pensa e si comporta come una donna "dei giorni nostri"!). Non ci troviamo davanti ad un romanzo che sfocia nel truculento ma neanche nel fantasy a tutti gli effetti pur essendo accennato in breve l'argomento del "grimorio" e le scene degli omicidi e del lignaggio "magico-sacerdotale" di Rhian sono ben congegnate: in tal senso sarebbe stato interessante leggere un approfondimento in chiave femminile (*)  su modello dei fantasy alla Marion Zimmer Bradley. Ad ogni modo, pur non essendo un capolavoro, è comunque un buon libro di intrattenimento, anche se, come detto, se ricercate la puntigliosità certosina nella ricostruzione storica già a partire dalla psiche dei personaggi,  "Il Drago d'Ametista" difficilmente potrebbe piacervi, essendo più scritto "con l'occhio di adesso" in merito al rapporto tra i sessi.

(*)  A tutti gli effetti "Il Drago d'Ametista" è il seguito di "Il Falco e la Leonessa", e a nome Denise Lynn risulta anche un terzo romanzo, "I segreti di Thornson", sempre ambientato nell'Inghilterra del 1142. Purtroppo però non ho letto né "Il Falco e la Leonessa", né  "I segreti di Thornson", che, per quello che so, potrebbero presentare degli approfondimenti alla terra di Mirabilus, dove si svolge il finale di "Il Drago d'Ametista"...

Qualche stralcio per dare un'idea:

Rhian strisciò sul pagliericcio per andare ad appoggiare la schiena alla parete. "Mi manda da una famiglia che non si è degnata di riconoscere la mia esistenza dal giorno in cui sono nata. Una famiglia della quale non so niente se non ciò che ho sentito sussurrare negli angoli dei corridoi quando pensavano che non sentissi [...]ma se quei pettegolezzi parlassero di adoratori del demonio e di inganni di Satana?" [...]. Le spalle di Faucon si sollevarono e si abbassarono. "Forse dovreste andare a verificare con i vostri occhi..."

*

Faucon le sfiorò le labbra con le sue. Lei si abbandonò contro il suo petto. Il cuore le era salito in gola, il battito impazzito. Gareth le passò un braccio dietro la schiena, tenendola stretta. Questa volta il bacio fu molto più di un semplice contatto. Insistente. Intenso. Inquisitore. Quando le passò la punta della lingua sul labbro inferiore, Rhian ansimò sentendosi attraversare dal fuoco e dal ghiaccio, fino alla punta dei piedi.

*

Quella femmina dai capelli neri come la notte e dagli occhi scintillanti come zaffiri sarebbe stata la sua rovina se non si fosse controllato. C'era in lei qualcosa, a partire dalle labbra che sembravano implorare silenziosamente i suoi baci fino al modo in cui il corpo di lei si modellava alla perfezione contro il suo petto, che gli faceva avvertire un campanello d'allarme. Rhian di Gervaise poteva significare inferno o paradiso, senza vie di mezzo.

*

Rhian immaginò che i loro nemici si fossero dileguati con la stessa facilità con cui si erano avvicinati, senza che nessuno se ne accorgesse. Ma chi erano? Possibile che fossero demoni venuti a tormentare lei? E come si combatteva contro simili creature? No. Non era stato certo un demone a scagliare quelle frecce mortali o a uccidere degli uomini trafiggendo loro la gola con un falcetto.

*

La morbidezza delle gambe di Rhian non era niente in confronto alla sensazione vellutata che gli diede l'interno delle sue cosce. E mentre il calore che gli ruggiva nel sangue era simile a un incendio, altre fiamme gli bruciarono i polpastrelli mentre le accarezzava le natiche. Rhian era più calda di qualsiasi cosa lui avesse mai toccato. Calda e pronta per la carezza di un amante.

*

"So che in questo momento ci è negato, ma ho bisogno di sentire le tue braccia intorno a me, le tue labbra sulle mie. Ho bisogno di sapere che non mi abbandonerai, Faucon". "Chiudi gli occhi, Rhian". Lei fece come le aveva ordinato e lui proseguì: "Le mie braccia ti terranno sempre calda e al sicuro. Ti terrò stretta al cuore fino al giorno della mia morte e oltre. Le mie labbra incalzeranno le tue con baci senza fine. Tu assaporerai il mio amore e io mi impregnerò del tuo."

*

Le dita che la sfioravano sembravano voler memorizzare ogni curva del suo corpo, tenendola avvinta nel loro incantesimo.