"Il volto nell'acqua" di Regan Forest (Harmony Sesto Senso)


Trama: Quando Ellen Cole arriva a Wrenn Oak, un piccolo centro del Galles, rimane, a dir poco, affascinata dalla leggenda legata all'antico ponte di pietra che attraversa il torrente locale: chi dal ponte guarda l'acqua e vede affiorare un volto di donna è destinato a perdere l'amore. è solo una leggenda e niente più, si ripete Ellen quando a pelo d'acqua scorge un inquietante quanto enigmatico volto femminile. Ma allora perché se solo Brenning la guarda o la sfiora con un dito si sente proiettata fuori dalla realtà fino a dimenticare il suo amore per...

Qualche stralcio per dare un'idea:

Le onde scosse dalla violenza dell'uragano turbinavano intorno al ponte sospeso sul fiume, e lambivano la gonna della strega che vi sostava a braccia spalancate. Un fulmine illuminò il cimitero vicino, e la lapide appena deposta sulla tomba dell'unico uomo che lei avrebbe mai potuto amare, un uomo morto per mano sua per avere rifiutato di ricambiare il suo amore. Un uomo il cui cognome, Cole, lei aveva maledetto per l'eternità. Adesso doveva raggiungerlo nella morte. Nesta emise un gemito e quell'urlo andò a unirsi al coro degli spiriti maligni che abitavano nel fiume Lugg, lungo il confine tra il Galles e l'Inghilterra. Poi, con un grido infernale, si tuffò nelle acque scure, che si chiusero su di lei per inghiottirla nella loro profondità. Ancora un fulmine squarciò il cielo, poi l'uragano si spense nel silenzio.
Nessuno trovò mai alcuna traccia di Nesta, ma una leggenda spaventosa nacque dalla sua misteriosa scomparsa: il racconto del viso orribile della strega che compariva nelle acque del fiume, in prossimità del ponte. Non tutti possono vedere quel volto; soltanto coloro che portano il nome - e quindi la maledizione - dell'antenato ucciso dalla strega. Queste persone non possono attraversare il ponte di Wrenn's Oak senza conoscere, seppure inconsapevolmente, la disperazione, perché il solo a conoscenza della maledizione era la vittima della strega, Brennig Cole. E Brennig non riuscì mai a raggiungere la sponda opposta del fiume Lugg, né in vita, né in morte. 

*

Ferma sul ponte medievale di Wrenn's Oak, il rinomato ponte che univa le sponde opposte del fiume Lugg, una nel Galles, l'altra in Inghilterra, un'americana seguiva con occhi ridenti i cigni che nuotavano in quelle acque color del cielo. Finalmente ci sono, pensava tra sé e sé Ellen Cole. Sono arrivata in Galles, alla fine.
Era giunta a destinazione soltanto un'ora prima, e subito era stata attratta dalla magica bellezza del ponte. Era deliziso, sospeso ad arco sulle acque del fiume illuminate da sole, e che sembravano animate da un proprio respiro. Proprio in quel momento l'acqua alla base del ponte incominciò a incresparsi, e tra le onde comparve il viso di una donna dai lunghi capelli neri che la fissava con diabolica malevolenza. Ellen rabbrividì spaventata, e si aggrappò con tutte le forze al parapetto del ponte, chiudendo gli occhi nella speranza di scacciare quell'orrenda immagine. Invano. Quando li riaprì, quel viso era ancora lì, che la fissava con cattiveria. Fu questione di pochi istanti. Le acque del fiume tornarono presto a scorrere tranquille, e il sole riprese a illuminare la superficie, ma Ellen non riuscì a scacciarsi dalla mente la terribile esperienza che aveva appena vissuto.  Come avrebbe potuto del resto? Mentre se ne stava immobile sul ponte, con un piede in Inghilterra e un altro nel Galles, si sentì penetrare da un oscuro dolore, e dalla vaga consapevolezza di avere appena perduto qualcosa (...) Inorridita, volse le spalle all'Inghilterra per tornare di corsa sul territorio gallese, verso il villaggio da cui era arrivata, in direzione del piccolo cimitero che sorgeva attorno alla chiesetta del paese. Per un attimo si voltò verso il fiume, nel timore che quell'orrenda immagine potesse seguirla, poi si rifugiò nella placida quiete del cimitero. Le lapidi centenarie si ergevano immobili attorno alla chiesa, alcune scalfite, alcune abbattute, come se a nessuno importasse più di loro.

*

"E Nesta?"
Ancora una volta, nel sentire nominare la strega, gli occhi di Brennig si colmarono di una luce rabbiosa. "Nesta si gettò dal ponte per unirsi agli altri spiriti maligni che ne infestano le acque, dopo aver scagliato una maledizione sul ponte che aveva permesso la fuga di Eira, e su tutti coloro che avrebbero portato lo stesso sangue dell'uomo che un tempo l'aveva respinta. Il suo spirito soggiorna ancora nel fiume, e in questo modo la maledizione persiste."
"Ma io ho attraversato il ponte!", esclamò Ellen impaurita. "Ho visto il volto di Nesta."
"Mi dispiace per te", fu la sola risposta che ottenne da Brennig.
A quelle parole le tornò alla mente il sorriso dolce di Brent, e il suo amore per lei. Che lo avesse perduto, dopo aver attraversato il ponte? (...) "Anche tu hai attraversato il ponte", mormorò con un filo di voce.
"Molto tempo fa"
"E hai perduto tua moglie"
"Già", fu la triste, laconica, risposta di lui, ed Ellen se ne sentì talmente avvilita che non trovò il coraggio di rivolgergli ulteriori domande.

*

 Chiudendo gli occhi annebbiati dalle lacrime, Ellen scoppiò in singhiozzi e lasciò che la lettera le cadesse di mano, poi si rannicchiò sul letto e si lasciò avvolgere dalla disperazione. Era partita per il Galles con l'intenzione di vivere la più meravigliosa avventura dalla sua vita, ma adesso, senza Brent al suo fianco, l'avventura le sembrava insulsa. (...) Più tardi, non avrebbe saputo dire per quanto tempo rimase sul letto a piangere, ma all'improvviso sentì i passi di Brennig lungo le scale, e si sentì avvolgere da un gelo inspiegabile. A eccezione dei suoi passi, la casa era silenziosa come una tomba, ed Ellen non era sicura che tutti quei passi fossero suoi. Alcuni sembravano irreali, quasi appartenessero... a un fantasma!
Ellen si rizzò a sedere sul letto. Questa casa è stregata!, gridò una vocina dentro di lei, spingendola a guardarsi intorno sgomenta. Ogniqualvolta aveva affrontato l'argomento con Brennig, lui aveva tentato di dissuaderla, ma Ellen era certa che anche lui avvertisse quella strana presenza in casa.
"Chi sei?", bisbigliò con un filo di voce verso i recessi più bui della sua stanza. "Chi sei tu? So che sei qui. Ti sento"
Un movimento vibrò nelle tenebre, seguito dal fruscio delle tendine, quasi che il fantasma avesse voluto rispondere al suo quesito.




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