"Seduzione" di Jo-Ann Power (serie Mystère)


Trama: Madelaine è morta: la notizia arriva in Italia alla sorella minore Cerise come un fulmine a ciel sereno. La bella Madelaine, cultrice raffinata di opere d'arte, è infatti annegata mentre si trovava ospite sull'isola di Wight nella magione di un famoso mercante d'arte.
Cerise non ha altra scelta che partire alla volta dell'Inghilterra e sistemare i numerosi affari della sorella.
Ma giunta a destinazione, capisce che c'è qualcosa di strano: Madelaine sembra aver perso tutto il suo patrimonio poco prima di morire e la stessa sua scomparsa potrebbe non essere dovuta a un incidente. Per fortuna, ad aiutarla nelle indagini arriva il misterioso conte di Sandown, Blake…

Commento di Lunaria: "Seduzione" è un romanzo discreto, con una sottile (praticamente non sviscerata nelle sue potenzialità) trama gialla (si deve indagare su chi abbia ucciso la sorella di Cerise, visto che il presunto annegamento è alquanto sospetto)
Non è scritto male, il linguaggio è medio-alto, ma per una trama così esile (per come poi l'ha dipanata l'Autrice nell'intreccio e nello svolgersi degli eventi) 248 pagine di dialoghi (spesso ripetitivi, tediosi, ripetuti) e quasi zero azione "suspence thrilling" sono troppe.
Una vicenda del genere (priva di brivido thrilling, priva di suspence e molto risicata) avrebbe acquisito maggior pregio e si sarebbe letta con maggiore interesse se fosse stata trattata in 100 pagine e niente più.
L'ho letto con discreto interesse, ma ci ho messo diversi mesi a finirlo; non mi prendeva, come intreccio, appunto, sensazione di intorpidimento, stasi, "impaludamento".
I personaggi protagonisti sono ben delineati ma nel complesso i dialoghi sono stantii, ripetitivi, inconcludenti e si percepisce un po' un senso di affossamento che rende la lettura poco spedita (cioè, con poco interesse "a divorare" il libro)
Blake, che ha una pessima fama, non è delineato con quel "tocco in più" che lo avrebbe reso affascinante, "bello e dannato e stuzzicante", come ci si aspetterebbe nel leggere un romanzo Rosa che abbia come protagonista "un conte molto ambito e con fama di libertino, coinvolto in una fosca storia di omicidio".
Tutto sommato, l'atmosfera in generale resta sbiadita e non incisiva.
Nella media le scene "hot", piuttosto di maniera.
Di pregio e di un certo interesse solo quei pochi riferimenti all'"autonomia della donna", (basata su istanze che erano già in fermento nella seconda metà dell'Ottocento e la vicenda inizia a partire dal 1880), specialmente la donna "scultrice, pittrice, artista" che chiedeva di non dipendere né farsi rappresentare o tutelare dal marito, men che meno a dover rinunciare a "fare arte" perché "costretta al ruolo di moglie e madre" a tal punto l'Autrice si è ispirata, per il personaggio di Cerise, ad una donna artista storicamente esistita: Mary  Cassatt (che iniziò a dipingere nel 1861, in una delle poche scuole d'arte aperte alle donne, a Philadelphia).
A tema di giallo storico ottocentesco ho letto decisamente di meglio e di più stuzzicante.
Quindi il voto che do a questo "Seduzione" è un 6 decisamente tirato per le orecchie.

Gli stralci più belli:

"Le infilò la mano dietro la schiena, tenero come mai era stato prima d'ora, poi, lieve come ali d'angelo, le sfiorò le labbra con le sue.
Risa rabbrividì, ma la sua bocca calda e voluttuosa si aprì alla sua. Con un gemito Blake le passò le dita tra i capelli. E la baciò, la gustò come se la desiderasse da una vita e non soltanto dal giorno prima. Feroce e imperioso, dopo quel primo timido omaggio alle labbra si fece concedere gli umidi anfratti della bocca di lei. Da languido che era, quel bacio si mutò in una selvaggia esplorazione che lo portò a chiedersi se avesse mai baciato così a fondo una donna prima d'ora"

"(..) gli appoggiò il palmo delle mani sul cuore, le dita aperte per non perdere un solo muscolo del torace. Le si mozzò il respiro, avvertendo la potenza di quel corpo. Il tocco delle sue dita fece lo stesso effetto a lui. Blake tremò e instintivamente Risa sollevò le braccia e gli posò le mani sulla nuca. Poi si alzò e posò le labbra sulle sue (...) D'un tratto si mosse tra le sue braccia, la fece voltare e le fu sopra. Risa sentì con gioia il peso del suo corpo, ne godette il calore. Assecondò la foga sfrenata con cui Blake le possedeva la bocca e si contorse contro di lui, cingendogli il collo e attirandolo a sé."


''Sentimenti allo specchio'' di Karen Van der Zee (Collezione Harmony)


Trama: un uomo e una donna. Due esseri con alle spalle un amore che il destino ha troncato tragicamente, chiusi nel proprio dolore, sordi ai richiami dell'altro sesso, apatici e spenti.
Ma la donna, Andrea, ha capito prima di Lex che il passato non può tornare. E d'un tratto si sente pronta a ricominciare, ad aprirsi a un altro amore, vincendo le resistenze del suo corpo, combattendo le paure che la spingerebbero a non lasciarsi andare, a non esporsi, trovando la forza per attaccare le difese di Lex che lei sa come abbattere perché sono lo specchio delle sue...

Commento di Lunaria: "Sentimenti allo specchio" è un romanzo rosa un po' atipico, essendo più che altro incentrato sulla descrizione (dettagliata) dei pensieri e degli stati d'animo (nonché psicologici) dei due protagonisti, Andrea e Lex, entrambi vedovi, e lasciando poco spazio agli eventi propriamente detti (la maggior parte delle scene salienti si svolge all'interno di stanze).
Le scene d'amore sono improntate più alla descrizione romantica (e non erotica) e per tutto il romanzo l'Autrice ha dato spazio anche ad una vena malinconica e umbratile, che fa sospirare e piangere Andrea e Lex, svelandoli nella loro fragilità e nel tedio esistenziale.
"Sentimenti allo specchio" è un romanzo molto intenso e toccante, che mette al centro più che non l'eros travolgente e piccante la sofferenza di un amore perduto (con la morte), rimpianti, rimorsi, paure, un'angoscia indefinita per il futuro (nonché di una certa disillusione per i rapporti umani). Non una facile lettura, quindi, men che meno un romanzo rosa "di svago", ma più improntato alla riflessione, ai monologhi, a pause cariche di silenzi che celano sentimenti intensi e laceranti.
Comunque, dopo tanto buio esistenziale, malinconia e tristezza, descritti con maestria dall'Autrice, con una prosa ora delicata ora intensa, c'è il lieto fine, che giunge ad illuminare la vita dei due protagonisti che, finalmente, hanno "seppellito" i fantasmi dei loro precedenti amori e possono finalmente godere il presente.

N.B.: il tema della vedovanza è stato trattato anche qui: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/per-elyse-di-cathy-gillen-thacker.html

Gli stralci più belli: "Durante i primi mesi che erano seguiti alla morte di Bart, aveva mangiato raramente [...] aveva dovuto fronteggiare la realtà della sua situazione. Va bene, si era detta, sono diventata vedova a ventuno anni. Una tragedia. Ho amato mio marito e ora lui è morto. Devo continuare a vivere. E devo imparare a farlo da sola. [...] Ora, tre anni dopo, era sicura di aver scelto la via giusta. Aveva trovato una certa calma interiore [...] I ricordi erano ancora lì, ma quel senso di disperata solitudine si era in qualche modo attenuato."

"Quel comportamento freddo, la sua totale mancanza di interesse per quel che gli accadeva intorno, nascondevano una profonda sofferenza. Era come se non avesse uno scopo per vivere, come se il suo cuore si fosse inaridito. E in lui Andrea riconobbe se stessa, la persona che era stata tra anni prima, dopo la morte di Bart."

"Vieni qui", disse con voce dolce e con l'altro braccio l'attirò contro di sé. La baciò sull'angolo della bocca, poi spostò lentamente le labbra fino a coprire le sue. Andrea rabbrividì violentemente, il sangue che le pulsava nelle orecchie."

"[...] All'improvviso si chiese come sarebbe stato fare l'amore con lui. Durante il resto della settimana lo vide poco [...] si sentiva inquieta. Si scoprì più volte a pensare a lui. Si chiese confusamente se non stesse per caso innamorandosi. Irritata con se stessa, gettò da parte la rivista che stava invano tentando di leggere."

"Sembrava chiuso in una tomba, murato vivo in un mondo privo di emozioni. Ma Andrea sapeva che non avrebbe funzionato. Per mesi, dopo la morte di Bart, si era comportata allo stesso modo, convinta che se avesse dato via libera al dolore che la lacerava non avrebbe saputo sopportarlo. Ma era impossibile. Un giorno tutte le sue difese erano crollate e aveva pianto senza ritegno, urlando tutta la sua disperazione. E solo allora era stata in grado di accettare la verità. Quello che era passato non sarebbe tornato più. Bart era morto. Ed era sopravvissuta. Ora riviveva quello stesso dramma, riflesso negli occhi, nel viso, nell'atteggiamento patetico di Lex."

"All'improvviso fu conscia della loro vicinanza, poteva sentire il calore del suo corpo che si propagava in lei. [...] Il viso di Lex si fece più vicino, sempre più vicino, finché la baciò. [...] Le mani di lui cercarono il suo corpo, le scivolarono lungo la schiena, la carezzarono... E un lungo fremito la percorse, un disperato bisogno che per anni aveva represso esplose in lei. [...] E non ci fu più nulla, eccetto il calore dei loro corpi allacciati."

"Inginocchiata al lato del letto gli fece scorrere la mano fra i capelli e poi, di nuovo, giù per la schiena. E ancora una volta Lex non si mosse. C'era qualcosa di spaventoso nell'immobilità del suo corpo. [...] Lei appoggiò la testa alla sua e lo abbracciò, cercando di fermare il tremito della sua schiena, poi, all'improvviso, si trovò a piangere anche lei, sopraffatta da un dolore senza nome, incomprensibile."

"Lei rimase a guardarlo per un attimo, poi si voltò verso il muro, affinché non potesse vedere che stava piangendo. Era vero. Aveva bisogno di Lex, e non solo perché era malata. Sentì le mani di lui che stringevano le sue e le lacrime che le scendevano lungo le guance."

"Ansimava e lei notò l'improvvisa tensione del suo sguardo. Tentò di abbracciarlo nuovamente ma lui la fermò con un impercettibile cenno del capo. Andrea sentì qualcosa che si rompeva dentro di lei e si lasciò cadere su una sedia. Non riusciva a pensare. Era come svuotata [...] si coprì la faccia con le mani. Perché, oh, perché doveva andare così? Tanti anni di solitudine... e adesso che aveva trovato di nuovo l'amore lui doveva lasciarla [...] Un'emozione di una potenza sconvolgente la travolse, e, inspiegabilmente, scoppiò a piangere."

"Lui le spostò una ciocca di capelli dal viso. "Ti avevo detto che sarei tornato."
"Lo so. Ma è stato tanti mesi fa. Il tempo passa, i sentimenti cambiano [...] Il silenzio li avvolse. Un silenzio pieno di tenerezza e di comprensione, al di là delle parole."

"All'improvviso Lex smise di baciarla e si irrigidì. Alzò gli occhi per guardarla e lei vide nel suo viso un dolore lacerante, che la sconvolse. [...] Perché quel dolore nei suoi occhi? Un cieco terrore la invase. Avrebbe voluto gridare, piangere, ma dalla sua gola non uscì il minimo suono. [...] si gettò giù dal letto, ma le gambe non la ressero e ricadde sul cuscino, dove giacque, esausta. Rimase a lungo in quella posizione, senza pensare, svuotata, finché sentì freddo e rabbrividì. Si infilò sotto le coperte. Un pensiero si fece luce nella confusione della sua mente."

"Lo aveva implorato di restare con lei e lui se n'era andato. [...] Anja era ancora nella sua mente, nei suoi pensieri? Forse non avrebbe mai potuto darsi completamente a un'altra donna perché l'aveva amata troppo?"

"Non avrebbe dovuto amare di nuovo, non avrebbe dovuto diventare così vulnerabile. Aveva rischiato tutto e aveva perso. [...] Andrea si appoggiò contro di lui, asciugandosi rabbiosamente le lacrime, cercando di dirgli qualcosa che aiutasse. Ma non trovò le parole e i minuti passarono in silenzio. [...] Alla fine giacquero insieme, abbracciati, in silenzio. Andrea si cullava nella stordente sensazione del suo amore. "


Se questo libro ti è piaciuto leggi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/01/quando-sale-la-marea-di-lucy-gillen.html


"Braccati" di Vickie Taylor (Harmony Jolly Tour)


Trama: Paige Burkett, agente della squadra cinofila, si lascia andare ad una notte di passione con il collega della narcotici Marco Angelosi. La delusione è immensa quando quest'ultimo sembra essere implicato nella sparizione di una partita di droga sequestrata da Paige e dal suo compagno durante una retata. Marco, però, fugge, rapendo Paige. Passano il confine del Texas e si nascondono in Oklahoma. Cosa vuole da lei? Un'assicurazione per sé o salvarle la vita?

Commento di Lunaria: "Braccati" è un romanzo a sfondo poliziesco e a tinte rosa, che inizia con un incipit bollente ma poi si affloscia un po' nei capitoli centrali (quelli dell'arrivo alla riserva indiana e all'entrata in scena dei narcotrafficanti) perdendo di ritmo (sia quello da suspence sia quello prettamente sentimentale). Comunque, nonostante un ritmo un po' fiacco in qualche capitolo che, al fine della vicenda, è alquanto inutile e dispersivo, resta un romanzo nella media. Poche le scene erotiche, dopo l'incipit davvero hot, anche se sono sempre descritte con un tono alquanto poetico e sognante, mentre la parte thrilling ha il suo apice solo negli ultimi tre capitoli.
Discreta l'analisi psicologica all'emotività e al vissuto dei protagonisti.

Gli stralci più belli: "Paige Burkett si inarcò tra le braccia del suo amante. Sotto le sue dita, le spalle di lui si protesero in avanti, come schiacciate da un peso insostenibile. Paige reclinò il capo all'indietro. La bocca le si schiuse in un muto gemito e lei rimase sospesa, con gli occhi chiusi, come un insetto intrappolato in una goccia d'ambra.
"Apri gli occhi", le ordinò lui, e Paige obbedì, incapace di opporglisi.
L'argenteo chiarore lunare gli si spandeva sulla pelle come mercurio fuso e le ombre notturne danzavano sulla curva sensuale delle sue labbra.
Ma erano i suoi occhi a stregarla, com'era accaduto la prima volta che li aveva sorpresi su di sé, quasi un mese prima. Gli occhi di un angelo, aveva pensato allora. Non le iridi inocenti di un cherubino alato, bensì le finestre spalancate sull'anima di una creatura mortale combattuta tra l'aspirazione al divino e il richiamo del passato.
Quegli occhi così gravidi d'inevitabilità avevano esercitato un fascino magnetico su di lei e Paige si era lasciata attrarre, sorda alla voce del buonsenso che le intimava di non farlo.
Tre anni.
Per tre anni si era negata quell'intimità. Si era ripetuta che non aveva bisogno di un uomo. Che non ne voleva uno. Poi, uno sguardo, e lei non aveva desiderato altro.
Accidenti a Marco Angelosi e ai suoi occhi d'angelo!
[...] Lui si mosse, e il fugace legame che i loro corpi avevano stretto si spezzò. Quell'assenza la drenò, rendendola l'ombra della donna che era stata, e una furia selvaggia s'impadronì di lei.
[...] Quella premessa le pizzicò la schiena. Paige provò a issarsi per incontrare quelle labbra, ma lui si era già impadronito del suo capezzolo.
Paige lo sentì indugiare sull'ombelico e poi perdersi più giù. Il desiderio di lui era così intenso da farla impazzire.
"Prendimi, ti prego", lo supplicò.
Lui non si lasciò pregare. Scivolò dentro di lei e le strappò un estatico sorriso.
[...] Il movimento di lui era dolce e impetuoso come lo sciabordio delle onde che si infrangono sugli scogli.
Paige non si era mai sentita così viva. Eppure stava annegando. Quanto più profonda si faceva l'invasione di lui, tanto più lei si sentiva sopraffare da una forza potente e inarrestabile.
Gli occhi scuri di lui le ingiungevano di lasciarsi trasportare dalla marea. [...] Il corpo di lui la stava possedendo furiosamente. Seduttivamente. Le chiedeva di stare al passo.
[...] Marco sapeva esattamente come toccarla, come muoversi, come strapparle le reazioni più ardenti. Nessun uomo l'aveva mai fatta vibrare tanto intensamente. Nessun uomo aveva mai toccato la sua parte più istintuale e primitiva. Se le avesse chiesto l'anima, gliel'avrebbe data. E quella scoperta l'atterriva.
[...] Tre anni addietro, Paige si era data interamente a un uomo. Al punto che, quando lui se n'era andato, non le era rimasto niente di sé.
Ce l'aveva messa tutta per riprendere in mano le redini della vita, riconquistare l'indipendenza, rinsaldare l'autostima. Non intendeva perderle di nuovo... per un altro uomo.
Anche se aveva un corpo peccaminoso e occhi d'angelo."

"Non era molto diverso da come era andata con lei. Lui l'aveva voluta e le si era messo alle costole finché non gli aveva ceduto.
Aveva seminato il suo fascino fino a portarsela a letto e, strada facendo, lei aveva perso la testa, il cuore e l'anima.
[...] Mentre lui la fissava, l'espressione sul suo volto si trasformò, svelando strati su strati di emozioni nell'arco di pochi secondi. Meraviglia. Timore. Dolore. Rispetto. La complessità di ciò che lui stava provando la sconvolse. La profondità di quelle emozioni la sorprese."

"Accidenti! Perché, per una volta, non mi dici quello che provi?"
"Perché quello che provo non mi piace e non voglio continuare a provarlo."

"Le accarezzò la schiena e le accostò le labbra all'orecchio per sedarla con le parole, però, prima che potesse farlo, Paige girò la testa e gli coprì la bocca con la sua. Fu lei a rassicurarlo, a infondergli nuova linfa, a farlo sentire vivo accelerando il battito del suo cuore. Con le labbra e con la lingua, lo mise di fronte al futuro al quale aveva voltato le spalle. [...] Quando Marco le coprì i seni, le sue mani tremavano come quelle di un adolescente. [...] Al chiarore della luna, la pelle di lei era avorio. Marco la percorse con gli occhi, pregustando la traversata, beandosi della sua perfezione. Le aveva dato tutto, compresa la vita. O almeno, la vita di Marco Angelosi, ma non era abbastanza. Non lo sarebbe mai stato. Lei voleva anche la sua anima. E lui era pronto a offrirgliela. [...] Paige si tese e si fece liquida. Marco fu con lei sul ciglio del precipizio. Poi, per la seconda volta in quello stesso giorno, si sentì precipitare nel vuoto. Cielo e acqua si confusero nella turbinosa spirale che lo intrappolò."

"Credevo che amare non significasse rinunciare, invece mi sbagliavo. Amare significa rinunciare alla paura, al potere, al controllo, e mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro. Tu hai rinunciato a tanto per me, Marco. E io temevo di non poter mai fare altrettanto. Ecco, lo aveva detto. Si era finalmente tolta quel macigno dal petto. Marco le incorniciò il viso con le mani e le asciugò una lacrima che le era rotolata giù per la guancia."


"Alta tensione a palazzo" di Nora Roberts (Harmony Intrigue)


Trama: Eve torna nel Principato di Cordena su precisa richiesta di Alexander, futuro erede al trono, insieme alla sua compagnia teatrale per un ciclo di rappresentazioni. Eve non ha dimenticato l'infatuazione presa per il bel principe anni prima. Alexander dal canto suo si sforza per "ragioni di Stato" di contenere la propria attrazione nei riguardi dell'attrice. Ma quando la giovane rischierà la vita per salvare quella del principe minacciato da un sicario, ogni dubbio svanirà, spazzato via dall'incontenibile amore dei due giovani.

Commento di Lunaria: "Alta tensione a palazzo" è un discreto romanzo rosa appena appena venato di suspence "spionistica". Infatti, all'intreccio e al brivido viene dato il minor spazio possibile, prediligendo i monologhi e i dialoghi dei personaggi nei loro scontri\incontri amorosi. E tuttavia, anche qui c'è un po' l'effetto "palude", specie nella prima parte, perché non è neanche ben sviluppato "il passaggio da antipatia ad amore" di Eve nei confronti di Alexander... che sospetta che Eve sia in realtà innamorata del fratello... I dubbi vengono fugati soprattutto nella seconda parte del romanzo. Le scene d'amore fisico sono rade e brevi (anche se la prima scena di contatto fisico totale tra i due è ben narrata), la conclusione della vicenda con il colpo di scena che rivela l'identità del sicario (per giunta, già facilmente intuibile fin dalla scena dell'attentato dinamitardo...) è troppo striminzita e fa l'effetto "scritta in fretta e furia". Insomma, un romanzo sufficiente nel complesso per chi non avesse troppo aspettative (l'Autrice è comunque molto nota nel genere Rosa e ha scritto dozzine di romanzi), ma carente di pathos, sia quello thrilling sia quello erotico, preferendo dilungarsi in dialoghi e monologhi, anche dal vago sapore malinconico. Non è scritto male, comunque, perché la sintassi è molto curata, eppure manca proprio la verve e l'approfondimento che ci si aspetterebbe da un romanzo che debba fare dell'intrigo e della tensione palpabile il suo punto di forza, come contorno ad una storia d'amore.

P.s la storia comunque dovrebbe proseguire in "Vendetta a corte", (che non ho), perché il responsabile della congiura contro la Casa Reale ha ordito un vero e proprio complotto, ma solo un sicario (tra gli altri coinvolti nella congiura e nell'attentato terroristico) è stato scoperto e ucciso a fine libro.

Gli stralci più belli: "Alexander si girò, la vide, e restò senza fiato. Eve era bellissima, e non certo per merito dell'abito di seta o dei gioielli: sarebbe stata splendida anche vestita di stracci. C'era qualcosa di primitivo nella sua bellezza, qualcosa di assolutamente naturale che scatenava il desiderio. Una dote innata, che lei indossava come un manto invisibile. Ma lui non poteva permettersi di abbandonarsi al tumulto ribollente dei sensi. Soprattutto non adesso, mentre lei cercava Bennett con gli occhi."

"Alexander si girò di scatto, un istante prima di raggiungere la porta. "Lei non capisce niente. E io non sono tenuto a spiegare le mie idee o i miei sentimenti né a lei né a chiunque altro." Eppure, avrebbe voluto farlo. L'uomo che si nascondeva dietro il titolo di erede al trono desiderava, disperatamente, che quella donna potesse capire. (...) Quella donna gli stava facendo dimenticare ciò che era, ciò che doveva essere. Era suo dovere mantenere una precisa distanza fra sentimenti e obblighi, fra l'uomo e il titolo. (...) Eve stava smantellando le sue difese col suo calore umano, con la sua comprensione. E lui aveva bisogno di molto, molto di più. Lasciò le mani appoggiate sulle spalle di lei, pur ardendo dal desiderio di attirarla a sé. Il profumo dei suoi capelli, della sua carne, gli invase il corpo, ma lui non fece una sola mossa."

"Non provava proprio nulla?, si chiese Eve. Era così disumano da non aver sentito niente, quando lei era stata assalita da una vampata di passione? Per un attimo aveva pensato... No, era stata un'idiota a pensarlo, a illudersi che lui potesse avvertire le stesse  sconvolgenti reazioni nell'attimo in cui i loro corpi si erano toccati."

"Alexander", ripeté lei, poi premette le labbra sulla bocca di lui. Era tutto ciò che voleva. Tutto ciò che aveva sempre aspettato. Al di fuori del tempo e dello spazio lo abbracciò forte, stringendo il corpo a quello di lui. Il freddo autocontrollo di Alexander era svanito. La sua bocca era aperta, ansimante, imperiosa. Dimenticò tutto, perdendosi nel sapore di lei. (...) L'aveva sempre voluta, dovette ammettere. E aveva sempre combattuto quel sentimento in nome dell'autocontrollo e della compostezza indispensabili a un erede al trono."

"Ed Eve... Eve non era abituata a mentire a se stessa, a negare la realtà. Le calde fiamme del desiderio si erano impossessate dei suoi pensieri. Voleva Alexander, l'erede al trono. In modo estremo, disperato, incontrollabile. Nel momento stesso in cui cercava di trovare una soluzione logica alla situazione, il suo corpo vibrava e pulsava di passione. Essere sua, era quella l'unica cosa che importasse."

"Forse è meglio che tu non dica più niente". Riuscì persino a sorridere. "Dimmi solo perché sei venuto." "Ho bisogno di te." Nel silenzio, l'aria parve assorbire quelle parole. Lui vide negli occhi di Eve lo stupore, la dolcezza, l'accettazione della verità. Il chiarore della luna la illuminava da dietro, e lei sembrava così terribilmente lontana. Poi gli tese le mani. Le loro dita si toccarono, si strinsero. I loro corpi erano entrati in contatto, e il tempo delle parole era finito. (...) Sentimenti nutriti in segreto per tanti anni sbocciarono e fiorirono nei primi istanti del nuovo giorno; desideri soffocati vennero infine accettati. (...) Si persero nel primo bacio del mattino."

"Era la prima volta che Eve si svegliava tra le braccia di Alexander. Il chiarore dell'alba era intriso di una sottile nebbia che presto sarebbe svanita. Il rumore del mare era solo un sussurro che entrava dalle finestre. (...) La bocca di Alexander scese su quella di lei, imperiosa e furibonda (...) percorse con le dita tutto il suo corpo, eccitando con violenza i centri del piacere che aveva scoperto in maniera tanto più dolce (...) Stretta al suo uomo, accettò ciò che lui era disposto a darle e si abbandonò al fiume della passione."


Della stessa Autrice vedi anche:
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/cera-una-voltail-passato-di-nora.html

"Frammenti di memoria" di Linda O. Johnston (Harmony Emozioni)



Trama: Il loro matrimonio è una messinscena e rientra in un piano ben congegnato per tendere una trappola a un pericoloso assassino. Il Giustiziere ha colpito ancora. E ora Jordan si ritrova con una moglie che non ricorda nemmeno il suo nome e con l'ingrato compito di doverle dire che suo padre è morto. Non è il modo migliore per cominciare una nuova vita insieme. Ma Sara ha davvero perso la memoria o ha finto l'amnesia per tenere a bada il criminale che…

Commento di Lunaria: Nonostante la trama abbastanza ripetuta più e più volte non solo nei libri ma anche nei film (la vittima che ha visto l'assassino ma ha perso la memoria) "Frammenti di memoria" si lascia apprezzare per lo stile narrativo veloce e scorrevole; qualche breve accenno dal tono leggermente splatter (cadaveri mutilati e pezzi sparsi in giro...) e l'attrazione sessuale-sentimentale in bilico tra Jordan e Sara rendono il tutto a tinte thriller. L'Autrice non si è dedicata molto nel descrivere la psicologia dell'assassino (e anche il movente sembra "buttato lì" come riempitivo) comunque la storia scorre senza impaludarsi e si legge con piacere. Notevole l'incipit, che inizia subito con un ritmo da cardiopalma, così come le pagine più hot (purtroppo, rare).

Gli stralci più belli: "Fu un urlo a svegliarla. Un suono attutito, da principio, come se avesse in testa una delle cuffie che usava al poligono di tiro. Poi, divenne più intenso. Lacerante. Le penetrò nelle ossa, facendola rabbrividire. Aprì gli occhi. Vide un'ombra indistinta che sgattaiolava fuori dalla porta. Sbattè le palpebre, ed era già sparita. Ancora un urlo. Girò il capo, cercando di capire da dove provenisse. Il movimento le procurò un dolore lancinante, e un gemito le morì in gola. C'era una donna, davanti a lei. Indossava un camice azzurrino e le porgeva degli asciugamani. (...) Sentì un odore strano, tutt'altro che gradevole, che però riconobbe all'istante. Sangue. Il suo? Scostò una mano dalla testa, sentendola appiccicosa. Era insanguinata. Deglutì per scacciare un'ondata crescente di panico. Non era grave. Tranquilla. Era viva."

"Cercò di riaprire gli occhi. Solo allora si accorse che indossava un vestito bianco, di pizzo, lungo fino ai piedi. Un abito da sposa. Un abito da favola, irrimediabilmente rovinato da una grande chiazza di sangue. Ma non era il suo sangue, perché la ferita era su una tempia e non avrebbe potuto chiazzarle tutto il davanti dell'ampia gonna. Decisa a rizzarsi, fece un altro sforzo e finalmente vide la causa di tutto quel sangue. E delle urla di prima. Un uomo giaceva accanto a lei, sul pavimento (...) chiunque fosse, l'uomo era sicuramente morto."

"Stavolta, quando la guardò, era terribilmente serio.  I suoi occhi profondi sembrarono penetrarle fin dentro l'anima. E riscaldarla. E fonderla. Provocandole un languore che Sara tentò invano di ignorare (...) Lei chiuse gli occhi e inspirò lentamente. Il profumo di Jordan le solleticò le narici; profumo del sapone con cui si era fatto la doccia, prima. Ma, soprattutto, un odore maschio. Terribilmente inebriante."

"Non poté rifiutarsi. Si abbassò implacabile, e le coprì la bocca con la bocca. Se non l'avesse afferrata saldamente per le braccia, Sara non sarebbe riuscita a restare in piedi, perché fu travolta da un'improvvisa spossatezza (...) L'afferrò saldamente per la natiche e le si premette addosso, strofinando sulle gambe la sua dirompente virilità"
Fu un bacio che catturo, e acutizzò, tutti i sensi di Sara. Sentì il respiro di Jordan che si faceva sempre più affannoso, i piccoli gemiti che le sfuggivano dalle labbra. Le braccia salde che l'avvolgevano, attirandola tanto vicino da farle sentire i contorni di quel torace maschio, premuto sui suoi seni; il rigonfiamento dei pantaloni che le premeva sul bentre. Le labbra di Jordan erano incollate alle sue, che si schiusero per permetterle di tracciare i contorni di quella bocca virile con la punta della lingua. (...) Jordan la prese per mano e la guidò verso il letto. Si distese con lei sul materasso e cominciò a carezzarle prima un seno, poi l'altro, facendole venir voglia di urlare. Le sembrava come se fosse la prima volta; come se non avesse mai provato il contatto della mano di un uomo sulla pelle nuda. (...) Gli esplorò il torace, tracciandogli i contorni dei pettorali con i polpastrelli;"


"La Regina di Ghiaccio" di Carole Mortimer (Collezione Harmony)


Trama: Al loro primo incontro, Rick glielo dice chiaro e tondo che la vuole e Shanna lo respinge, indignata. Ma Rick non si arrende e comincia a sottoporla a un assedio spietato, snervante, sicuro di riuscire prima o poi nel suo intento. Lui sa come prenderle, le donne. Shanna, tuttavia, tiene duro, sventando ogni attacco di lui, umiliandolo, frustrandolo. La maschia bellezza di Rick suscita in lei solo repulsione, i suoi baci rubati solo indifferenza e disgusto. Gli uomini non la interessano, non più!

Commento di Lunaria: "La Regina di Ghiaccio" propone una delle trame più sfruttate nel genere Rosa: il playboy sciupafemmine, egocentrico e sbruffone che si innamora totalmente di una donna che agli inizi non lo considera minimamente (con sommo disappunto di un uomo da sempre abituato ad avere donne ai suoi piedi!). La storia, per quanto già letta migliaia di volte, è narrata bene (l'Autrice sta ben attenta ad approfondire il lato psicologico di Shanna, il trauma della morte del marito e le sue paure) ma c'è qualche caduta di tono, specie nei primi capitoli, perché le invettive di Rick contro Shanna sono decisamente da cafone se non da molestatore sessuale vero e proprio. C'è poi questa parte, del tutto fuori luogo visto che è una scena di violenza, a pagina 111 "Tu dovresti averne molta di meno [di sicurezza]", ruggì lui, afferrandola con violenza per un braccio. "Perché in questo momento la mia mente non è ossessionata dal sesso, ma sta valutando il piacere che riceverei mettendoti le mani attorno al collo e stringendolo fino a farti passare la voglia di essere sarcastica (...) Paura, Shanna?", domandò lui, dandole uno scrollone. "Hai proprio ragione ad averne". La guardò con occhi terribili, come se stesse per colpirla, ma poi la respinse, mandandola a sbattere con violenza contro la maniglia. "Vattene a casa, Shanna... è meglio per te!"
Insomma, in conclusione, un buon romanzo, anche se le parti dove il comportamento di Rick è già reato di molestia (con tanto di violazione di domicilio...) le si poteva evitare; comunque, non si arriva alla pesantezza con lo spettro di femminicidio sullo sfondo che era presente nei romanzi di Charlotte Lamb (vedi recensioni precedenti https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html)

N.B: Di questa Autrice vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/colpo-di-fulmine-di-carole-mortimer.html e https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/06/stuzzicante-tentazione-di-carole.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/10/il-sipario-strappato-di-carole-mortimer.html

Gli stralci più belli:

"Sentiva che gli occhi neri di Rick Dalmont erano puntati su di lei e dovette fare uno sforzo notevole per nascondere l'irritazione che quell'interesse non richiesto le provocava. Fin dal giorno del loro primo incontro, il finanziere americano di origine spagnola non aveva fatto mistero delle sue mire su di lei e, dopo aver liquidato l'attricetta che al momento divideva il suo letto, si era messo in caccia della bellezza sofisticata ed elusiva di Shanna. Molte donne sarebbero state felici di essere al suo posto, ma per lei quella corte aggressiva era irritante. (...) Se esaminava Rick Dalmont con distacco, doveva ammettere che era quello che si dice un bell'uomo (...) Ma la bocca ben disegnata aveva qualcosa di cinico e il corpo asciutto, muscoloso, che emanava uno strano magnetismo sensuale, aveva un che di animalesco che le dava una sensazione di brutalità..."

"Tu devi baciarmi!", le ricordò lui con voce roca. "Io..." "Fallo, Shanna!". Una corrente sensuale emanava prepotente da lui. Lei appoggiò le labbra contro la sua bocca, esitando, e capì immediatamente che lui non aveva intenzione di aiutarla. (...) Si arcuò contro di lui, strofinandosi sensualmente a quel corpo potente e muscoloso, le labbra socchiuse per accogliere l'invasione di quelle calde e umide di lui. Rick emise un gemito strozzato e la strinse come se volesse fondersi in lei, dando libero sfogo alla passione che lo divorava. Allora Shanna si scostò di scatto e osservò con soddisfazione evidente l'espressione tormentata degli occhi neri di lui che la seguivano, mentre lei tornava tranquillamente dietro la scrivania."

"Shanna si lasciò andare contro lo schienale della sedia, esausta. Chiuse gli occhi e si massaggiò lentamente le tempie doloranti. Le era subentrata una stanchezza incredibile, come se qualcosa in lei si fosse spezzato e non avesse più la forza di continuare a lottare. Sentì un movimento vicino a lei, aprì subito gli occhi e si trovò a fissare il viso virile di Rick a pochi centimetri dal suo. Rimase immobile, ipnotizzata dall'intensità magnetica di quegli occhi neri, dalla luce che brillava nel buio delle pupille, e si lasciò baciare, a lungo, senza opporre la minima resistenza."

"Dopo che avevano fatto l'amore, lei rimase raggomitolata fra le sue braccia, le guance ancora umide per le lacrime d'estasi che aveva versato mentre lui la possedeva. Rick dormiva, il respiro lieve e regolare. Era stato magnifico. Lui l'aveva presa con un misto di tenerezza e passione, spingendola a gridare dolcemente il suo nome mentre, onda dopo onda, il piacere era fluito fra di loro come se non dovesse cessare mai. E quando si erano fermati, Rick l'aveva tenuta stretta, senza stancarsi di ripetere che era meravigliosa, bellissima... Shanna posò una mano sul torace muscoloso dell'uomo che aveva scoperto di amare in un gesto di possesso. (...) Alla fine si addormentò anche lei, cullata dal calore del corpo del suo uomo, respirando il profumo della sua pelle."




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