"La notte delle streghe" di Evelyn Vaughn (Harmony Sesto Senso)


Trama: Brie è innamorata e convive con Steven, ma non può confidargli il segreto più grande: lei è una strega. Il rapporto che la lega a Steven è profondo, ma ad un certo punto, l'uomo comincia a cambiare, è preda di strani sogni ed esorta, con violenza, Brie a confessare. Che sia posseduto da qualcuno che in passato aveva trucidato donne durante la caccia alle streghe? è la notte di Halloween e in casa di Brie e Steven si aggira una presenza ostile... e in più di un incubo Brie rivede se stessa tre secoli prima, accusata di stregoneria e mandata al rogo da un carnefice che ha il volto di... Steven.

Commento di Lunaria:  "La notte delle streghe" è stato il mio primo "Harmony Sesto Senso"; non ero a conoscenza di questa serie, ormai conclusa da decenni (usciva nel 1998), e devo dire che sto cercando di recuperare tutti i numeri. Come già facevo notare qui, https://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/gabriel-limmortale-di-rebecca-flanders.html
molti di questi romanzi


anticipavano il trend dell'Urban Fantasy perché "condivano" le vicende paranormali ivi narrate con una tormentata storia d'amore e spesso era proprio incentrata sul personaggio femminile innamorata di un essere non-umano.
"La notte delle streghe", invece, rispetto agli altri, che avevano dato spazio a fantasmi, premonizioni, maledizioni, poteri telecinetici, ha un tono più "wiccan": anche se l'Autrice non fa mai dei riferimenti precisi, in realtà per tutto il romanzo aleggiano concetti come Sacro Femminile, Potere Femminile, Sorellanza...
Pur essendo un romanzo ascrivibile al genere rosa, in realtà l'Autrice riesce ad intessere una storia dove sentimento amoroso e leggera inquietudine si amalgamano in maniera coinvolgente. Certo, non stiamo parlando di un horror puro, ma il ritmo soprannaturale è ben congegnato (i capitoli si aprono con le citazioni misogine di un diario appartenuto ad un inquisitore, di cui qualche volta l'Autrice riporta anche il soliloquio perché la misteriosa presenza spettrale aleggia costantemente osservando i protagonisti e tentando di possedere Steven). Nella rivelazione del finale compare anche una leggera allusione alla misoginia cristiana e alla sessuofobia puritana. Molto bello il flashback che svela chi fu in vita il fantasma che perseguita Brie e Steven, e perché agisca così. Peccato che però l'Autrice, nel corso della vicenda, non abbia integrato citando più nel dettaglio la spiritualità Neo Pagana specialmente di matrice dianica-femminile, ma il tutto risulta solo accennato e "sospirato": sarebbe potuto essere occasione di far conoscere la Wicca Dianica a un più largo numero di donne!

Le pagine più belle:

Era come risvegliarsi da un sonno profondo, riconoscerlo e riemergere. Qualcosa stuzzicava ricordi perduti, richiamava intenti dimenticati, eppure... Per quale motivo avrebbe dovuto rischiare il dolore della consapevolezza? Non era meglio sprofondare nel vuoto della morte, tenere a bada il dolore con un filtro? Un filtro stregato? La consapevolezza tornò a farsi viva di fronte a quell'immagine, con una forza e un'avidità travolgenti. Avidità di redenzione. Avidità di vendetta. Disorientato, lui si sforzò di ricordare.

La Luna era calante, il sole al tramonto: era il momento ideale per una purificazione. Brie e Mary avevano trascorso tutto il pomeriggio a pulire la casa da cima a fondo, e dopo l'arrivo di Sylvie e di Cypress, il quartetto si riunì immediatamente per mettere in atto la cerimonia. Per prima cosa attraversarono tutte le stanze della casa, spruzzando dappertutto manciate di sale, poi replicarono la cerimonia con incenso, candele e acqua pura. Lo scopo era quello di raccogliere l'energia negativa nascosta in casa per disperderla nell'universo e sostituirla al tempo stesso con energia positiva. Dopo questi preparativi Cy, che era l'esperta del gruppo in cristalli, fornì le pietre necessarie ad accrescere lo schermo protettivo: pezzi d'onice da sistemare sopra ogni porta e quarzo rosa da deporre ai lati. "Per dare allegria a chiunque varchi la soglia", spiegò compunta. "E adesso", soggiunse nell'indicare il grosso quarzo che Brie teneva tra le mani, "mettiamo la pietra principale al centro della casa affinché diriga l'energia di tutte le altre." "Ho preparato una composizione di fiori secchi in cui nasconderla", le ricordò a quel punto Brie, preoccupata. "E ne ho preparate altre più piccole da sistemare anche intorno alle porte." L'amica la guardò scuotendo la testa. "A quanti stratagemmi dovrai ancora ricorrere per nascondere a Steven la tua appartenenza alla stregoneria, Brie? Pensi che lui sarebbe disposto a fare altrettanto per te?" Lei sospirò sgomenta. Neppure le amiche riuscivano a comprenderla, ma per lei era essenziale farsi capire. "Avete mai sentito parlare di sangue di strega?", replicò. "Qualcuno ritiene che la stregoneria sia ereditaria, e proprio per via di questa teoria, in passato, molti membri della mia famiglia sono morti sul rogo. Bastava che una sola fosse accusata di stregoneria perché tutte le altre seguissero la sua sorte e il fatto che oggigiorno essere streghe non rappresenti un pericolo non significa che in futuro debba necessariamente continuare ad essere così. è per questo che devo continuare a mantenere il segreto. Una volta rivelato, un segreto non può più essere nascosto." "Ma qui stiamo parlando di tuo marito!" Brie si strinse nelle spalle. "Io provengo da una lunga dinastia di streghe celtiche", spiegò, "molte di loro hanno tenuto nascosti i loro poteri ai mariti, e non vedo motivo per cui adesso non debba farlo anch'io." Detto questo, si allontanò per prendere le composizioni di fiori secchi in cui nascondere le pietre magiche e così facendo pose efficacemente fine al dibattito.

Brie si era resa conto che uscire con le amiche del circolo a ogni luna nuova, luna piena e sabba avrebbe finito prima o poi col sollevare i sospetti di Steven, e proprio per questo aveva deciso di limitarsi a una osservanza domestica, adoperando strumenti mondani, da cui appunto derivava la definizione di "strega da cucina". Nonostante i suoi buoni propositi, però, le cose non miglioravano affatto. Gli incubi notturni erano tornati a perseguitarla, troppo incalzanti per essere ignorati. Brie sognava che Steven la accusava di essere una strega, e poi che la osservava mentre altri la torturavano e la esortava a confessare.

"Perché proprio Steven", gridò Brie, girando su se stessa nel bel mezzo del laboratorio. Era certa che qualcuno... qualcosa... stesse cercando di manipolare il marito. Lui non avrebbe mai cercato di farle del male, non avrebbe mai neppure pensato di... violentarla. Brie rifiutava di crederlo. Non era stato proprio lui, del resto, a gridarle "Non chiamarmi a quel modo!", quando lei lo aveva chiamato Steven?
Soltanto il silenzio rispose alle sue urla, e Brie sapeva di non potersi aspettare altro.
La rabbia fu tale da strapparle una maledizione, una maledizione vera, di quelle che nessuna donna della sua stirpe aveva pronunciato più ormai da secoli.

Steven si avvicinò alla moglie, mentre immagini di Mercy gli torturavano la mente. La rivedeva penzolare dalla forca, il collo spezzato dal capestro. E al tempo stesso vedeva Brie, e come sarebbe stato dare fuoco a quei suoi lunghi capelli rossi.

Lei però, si limitò a sollevare una mano per accarezzargli il viso. "Forse c'è un equilibrio di luce e oscurità in ciascuno di noi", gli disse. "E forse riconoscere l'oscurità che abbiamo dentro può aiutarci a controllarla e ad apprezzare maggiormente la luce. Proprio come io ho sempre apprezzato te."




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