Due romanzi, due capolavori: "Lo Sceicco" e "Il Figlio dello sceicco" di E.M.Hull. In questo che dà inizio ad una lunga e incalzante serie di appassionanti vicende, campeggia la figura della protagonista, la bella, ricchissima Diana, avida di sempre nuove emozioni, che dopo il suo incontro fatale con Ahmed Ben Hassan, rimarrà soggiogata dall'amore.
Le avventure senza fine e le tragiche lotte che costellano da allora i suoi giorni, servono a comporre, meglio di ogni descrizione, lo sfolgorante quadro dell'Oriente favoloso e incantato.
Commento di Lunaria: sapevo che "Lo Sceicco" è un romanzo piuttosto difficile da trovare e quando l'ho visto ad una bancarella dei libri usati l'ho subito comprato (a poco più di 1 euro!)
Leggendo le recensioni attuali, il libro ha suscitato diverse perplessità, che comprendo, ma non condivido del tutto e spiegherò anche il perché.
Si rinfaccia, a questo romanzo, di essere anacronistico nei rapporti maschio-femmina, di inneggiare alla "Sindrome di Stoccolma", di perpetrare stereotipi sessisti e di essere pure prolisso.
Secondo me sono questioni malposte in partenza (tanto quanto accusare l'"Heroic Fantasy" alla Conan di essere guerrafondaio e sessista) questo per una serie di motivi:
1) è un romanzo scritto nel 1919, quando una donna o un uomo non si comportavano "come siamo abituati oggigiorno" e quando cose come "lo stalking" o lo stupro coniugale non erano neanche reati.
2) L'immaginario sull'Oriente che ne avevano gli Europei di quel tempo non era l'immaginario che abbiamo oggigiorno, ma era spesso un immaginario formatosi su racconti di viaggiatori settecenteschi\ottocenteschi e\o su romanzi di fantasia a tinte orientaleggianti.
3) Un romanzo, a meno che non sia un romanzo verista\naturalista (che per definizione "rappresenta la realtà che vede con distacco oggettivo") non deve essere "la copia carbone della realtà", non è quello il suo scopo. Lo scopo è intrattenere, usando la fantasia.
Il problema non è tanto "il personaggio arabo maschilista, stile predone del deserto che si prende quello che vuole quando vuole" perché chi conosce bene la narrativa Rosa sa benissimo che quel tipo di personaggio maschile è presente anche in vesti occidentali (il finanziere, l'imprenditore...) tipici del Rosa Billionaire, che a differenza di Ahmed usano non solo il "bel faccino" (nella narrativa Rosa standard del Billionaire il personaggio ricchissimo è, per definizione, sempre bellissimo, e viceversa) ma pure il potere economico, spesso in maniera spietata e classista (per "conquistare" la donna e\o "fare piazza pulita degli altri maschi").
Neanche il masochismo femminile o meglio, la rinuncia progressiva dell'autonomia e dell'indipendenza che Diana sceglie consenzientemente di fare, è problematico in "Lo Sceicco" (visto che esiste un masochismo maschile molto più truculento, e lo sa chiunque abbia letto una "Venere in Pelliccia" o conosca il fenomeno del Femdom) (*) dal momento che stiamo parlando di un romanzo di finzione (non è dato sapere se proiezione delle fantasie sessuali di Edith Hull o al contrario, delle sue fobie) e non "di una storia realmente successa", ma poi perché, come ho detto, in realtà Diana ad un certo punto sceglie consenzientemente di fare quello che fa; tra l'altro nel finale, quando Ahmed decide di liberare Diana offrendosi di riportarla in Inghilterra, lei disperata insiste per restare, non sapendo cosa farsene della libertà (che così tanto bramava i primi mesi) perché, semplicemente, la appaga di più stare nel bel mezzo di un deserto assolato in compagnia perpetua di Ahmed, al quale, mesi prima, aveva dedicato improperi e maledizioni. fino a che si è resa conto che era innamorata di lui.
Certo, il primo rapporto sessuale tra i due, su una Diana rapita e spaventata, non è propriamente "un rapporto sessuale consenziente", anche se l'Autrice non descrive scene di violenza nonostante sia ben chiaro, fin da subito, che Ahmed sia dispotico, in realtà la violenza la vediamo esercitata dal rivale di Ahmed, Ibraheim Omair, prima nei confronti di una sua concubina, poi nei confronti di Diana, fino al duello mortale tra Ahmed e Omair.
Come ho già detto recensendo altri libri con personaggi maschili similari, e per quanto sia disturbante anche solo porsi la questione, va accettato che l'erotismo femminile è molto complesso ma anche contraddittorio e qualche volta fa coincidere violenza e controllo con "amore".
Di per sé, fin tanto che il tutto resta nei binari della sicurezza reciproca, non credo sia problematico, diventa un problema quando siamo di fronte ad una manipolazione che ricorre anche alla violenza, allo stalking e alla minaccia pur di avere il controllo sulla donna, non rispettando la sua autodeterminazione (che può anche essere un'autodeterminazione all'...essere controllata, sottomessa e reclusa come Diana sceglie di essere o un'autodeterminazione che acconsente fino ad un certo punto e per un certo periodo, per poi semplicemente "dare il due di picche" fulmineo e irrevocabile)
Personalmente ho trovato molto più disturbanti e spregevoli nella loro brama di dominio i personaggi (occidentalissimi) di romanzi come "Una notte da dimenticare" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/01/una-notte-da-dimenticare-di-noelle.html o "Notturno" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html (tanto più disturbanti anche perché calati in un contesto, quello occidentale, che non ammette simili comportamenti, sanzionandoli come reati) o all'insopportabile "Cinquanta Sfumature" ("scritto" con una sintassi che mi faceva sboccare da tanto era insopportabile con quelle frasi smozzicate e ripetitive)
mentre, in un certo senso, è risaputo che nei posti desertici vige (ed è la norma accettata da tutti) la "legge della giungla, del più forte, della forza bruta" perciò è perfettamente sensato che l'Autrice abbia voluto dare questo taglio al romanzo se il suo intento era quello di descrivere l'amore tra una donna bianca e un uomo che ragiona con la mentalità "patriarcale desertica", esattamente come leggendo "I Misteri della Jungla Nera" si troveranno "thug assassini e tigri" ogni 2x3, senza che si possa accusare Salgari di "non aver dato una descrizione veritiera e oggettiva dell'India" dal momento che chi legge quel libro non vuole "il resoconto storico dettagliato di cosa fu e cos'è l'India" ma si accontenta anche di stereotipi narrativi sapendo benissimo che trattasi di finzione.
Potrà disturbare il pensiero che in certi romanzi Rosa "si erotizzi la violenza", o meglio "una certa arroganza maschile viene resa eccitante" (perché nel Rosa non si arriva mai alla violenza brutale e splatter anche se la protagonista può essere stalkerizzata dal protagonista, non si arriva mai a scene da romanzo splatterpunk; tutto sommato va accettato che laggiù, nel vasto mondo, ci sono donne a cui piace "il predone del deserto" (o il vampiro o il poliziotto\agente della CIA\FBI dal passato tormentato o il cinico finanziere o il dottore o il cavaliere medioevale, non a caso personaggi fissi di sottogeneri del Rosa) dal momento che è un genere che riflette le aspettative e i desideri femminili nel bene e nel male, in forma soft e hard, reali o da viversi solo per finzione.
(Dubito che le amanti del Desert Romance troverebbe eccitante, nella realtà, essere sequestrate da un talebano brutto unto e bisunto, la fantasia del "rapimento nel deserto" la vivono, "su carta", nella fantasia, e con protagonisti belli e seducenti, https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/il-sigillo-di-shakur-di-alexandra.html esattamente come gli amanti dei "videogame sparatutto" non vanno "a vivere nella realtà la cosa" arruolandosi tra le file dell'ISIS o dell'IRA...)
E considerato che in questo genere che parla e solletica le fantasie femminili, quali che siano, "ci si trova quasi di tutto" (esattamente come nella pornografia pensata per maschi, e non a caso, essendo il Rosa una pornografia per donne) credo che se una donna trovi disturbante una certa modalità di relazione sentimental-sessuale, non è obbligata a leggere il libro in questione (io trovo fastidiosi i libri di aristotele e degli antichi romani, e quelli sono pure obbligatori da leggere e pure da salmodiare a memoria, fin tanto che si va a scuola...) anche se è sempre sbagliato giudicare a priori senza aver dato un'occhiata a ciò che comunque vorremmo giudicare... è molto più sensato prendere certi libri per quello che sono, ripetendo che "la fantasia non è la realtà, e viceversa" e che un libro lo si può apprezzare anche per come è scritto, senza necessariamente amare il contenuto
(io non considero "La Gerusalemme Liberata", che inneggia al trionfo del cristianesimo sugli odiati maomettani sacrileghi, un "bel libro per via della trama", lo considero un bel libro per la prosa solenne e sontuosa e tanto mi basta per apprezzarlo).
Anzi, è proprio perché in Occidente la donna si è liberata dal ruolo fisso di "angelo del focolare sottomessa" a cui era confinata e oggigiorno può fare molto altro (la dottoressa, la scienziata, la musicista, la giudice...) che, paradossalmente, proprio perché non-forzata-in-partenza, può scegliere anche di fare "l'angelo del focolare sottomessa" se decide di autodeterminarsi così.
Detto ciò, "Lo Sceicco" resta un gran bel romanzo (che ha pure un seguito: "Il Figlio dello Sceicco") che ho letto con piacere in questi mesi, dalla mole titanica (323 pagine scritte fitte fitte) narrato con una sintassi forbita (mi rendo conto però che ai giorni nostri potrebbe risultare troppo ampollosa per chi non ama questo tipo di classici), personaggi molto ben caratterizzati e descritti, che restano vivi nella memoria della lettrice. è una lettura obbligatoria per le appassionate di Desert Romance "dei giorni nostri" ma anche per gli appassionati di romanzi esotici\avventurosi.
P.s se avrò occasione, vedrò sicuramente il film che ne è stato tratto nel 1921, con Rodolfo Valentino, per la regia di George Melford, che fu un grande successo all'epoca.
(*) Trattasi di pulsioni umane (tanto femminili quanto maschili) così inconsce, spesso risalenti ad eventi d'infanzia, sulle quali c'è ben poco da fare non potendo "cambiare a piacimento nel giro di qualche secondo la propria indole", se non con un lunghissimo lavoro di introspezione personale, di autocontrollo e catarsi... o semplicemente cercando chi, nel vasto mondo, "corrisponde certe pulsioni"
(chi scrive è assolutamente contraria a "trattamenti psichiatrici per curare parafilie" intanto perché sono fallimentari ma poi perché sono anche totalitari e sessuofobi nel loro pretendere di curare chi non si sottomette all'etero-norma patriarcale codificata dalla morale di matrice monoteista. Inoltre, da donna che ha studiato bene il fenomeno dei fetish e ha parlato con i diretti interessati, sono assolutamente contraria alla denigrazione e alla demonizzazione di queste persone, che subiscono molto più che non le persone omosessuali perché l'omosessualità è molto più accettata che non pratiche fetish che spesso non hanno niente a che vedere né con le persone né con il sesso propriamente detto).
Gli stralci più belli:
"I raggi freddi e luminosi della luna piena, appena spuntata, riempivano il giardino di dense ombre nere. Ne osservò alcune che parevano muoversi, come se il giardino fosse pieno di strani esseri striscianti qua e là, e si divertì a seguirle con l'occhio, a percorrerle con lo sguardo per tutta la loro lunghezza dal punto dove terminavano fino alla palma o al cespuglio di cactus che le produceva. (...) E senza più occuparsi del fratello, si voltò nuovamente a guardare il giardino.
Era una notte meravigliosa; non si udiva il monotono stridere delle cicale; si sentiva nell'aria quel senso indefinito e inesplicabile delle notti orientali.
I profumi dell'Oriente salivano su dal giardino e l'avvolgevano tutta (...) Spesso a casa sua si era trattenuta a lungo sul piccolo balcone di pietra della sua camera ad aspirare i profumi della notte, il profumo acre che saliva dalla terra dopo la pioggia, l'odore aromatico dei pini che sorgevano poco lontano. Quand'era ancora bambinetta, i profumi inebrianti della notte l'avevano spinta ad arrampicarsi sulla balaustra del suo balcone, ad aggrapparsi ai rami d'edera, a scendere giù nel parco illuminato dalla luna, a vagare qua e là perfino nei tetri boschi circostanti, tutta invasa dalla soddisfazione di fare una cosa proibita. Non aveva mai avuto paura."
"Il suo cavallo drizzò le orecchie e rallentò l'andatura. Istintivamente Diana guardò dietro a sé: un arabo isolato la inseguiva e guadagnava terreno su di lei. Il pensiero di essere raggiunta la fece rinunziare subito all'idea di fermare la propria cavalcatura; anzi le conficcò gli speroni nel ventre. L'arabo che la stava inseguendo aveva un'aria di sinistra risolutezza; puntava dritto su di lei.
Diana strinse i denti; c'era nei suoi occhi una fiamma di ardimento e di fermezza. (...) c'era, invece, un predone arabo che le stava deliberatamente dando la caccia attraverso il deserto. Sentì risorgere tutta la sua energia mentre sulle labbra e negli occhi le spuntava l'ombra di un sorriso. Quante nuove esperienze, quel giorno!"
"Lo sguardo della fanciulla subiva istintivamente l'attrazione dello sguardo di lui. Egli la guardava con occhi ardenti e penetranti, e così intensamente che essa ebbe l'impressione che i suoi abiti maschili le fossero strappati di dosso lasciando esposto a quello sguardo appassionato il suo candido corpo nudo. Indietreggiò tremando, e obbedendo a un impulso di cui non si rendeva perfettamente conto, si chiuse sul petto i rovesci della giacchetta da amazzone premendovi sopra le mani contratte.
"Chi siete?", domandò con voce fioca e affannosa.
"Sono lo sceicco Ahmed Ben Hassan."
(...) "Perché mi avete portata qui?", domandò, mentre cercava di vincere la paura che si faceva sempre più viva.
"Perché vi ho portato qui?", ripeté egli con un tenue sorriso
"Bon Dieu! Non siete abbastanza donna per capirlo?"
Diana si ritrasse ancora di più, e il viso, per un istante le si fece di fuoco; poi divenne più pallida di prima e abbassò gli occhi sotto lo sguardo infiammato dell'arabo.
(...) Egli avanzò verso di lei, e sebbene essa facesse ogni sforzo per sfuggirgli, con un rapido movimento la serrò tra le braccia.
Un terrore pazzo, un terrore che la scoteva tutta, forte più di quanto avesse mai immaginato.
(...) [Lo sceicco] Aveva lo sguardo fiero e la bocca dura atteggiata a un sorriso crudele.
Con la sua voce lenta, profonda, che aveva insieme l'accento della collera e quello di una scherzosa impazienza, le disse: "Debbo fare il servitore, oltre l'amante?"
"La tenda era inondata di calda luce solare quando Diana, svegliatasi dal suo profondo sonno, o piuttosto dal suo stato di esaurimento e d'insensibilità, fu immediatamente assalita dal ricordo di tutto ciò che le era avvenuto. (...) I suoi occhi erano asciutti; non aveva più lacrime. Le aveva versate tutte quando si era trascinata ai piedi di lui chiedendogli quella misericordia che egli non le aveva concessa. Aveva lottato finché quella lotta disuguale l'aveva lasciata esausta e senza difesa nelle sue braccia, finché tutto il suo corpo non aveva sofferto gli spasimi dell'agonia sotto la stretta di quelle mani brutali che l'avevano piegata al suo volere, finché il suo coraggio era stato abbattuto dal sentimento della propria impotenza, dallo strano timore che le incuteva quell'uomo e che l'aveva fatta cadere, gemente, in ginocchio."
"Perché avete fatto questo?"
Poi, per un istante, il suo cuore rimase calmo, mentre gli occhi le si dilatavano dal terrore.
Lo sceicco le si era avvicinato ed ella aspettò rassegnata, agonizzante, finché egli l'afferrò, e la premette contro di sé obbligandola a rovesciare indietro la testa sul braccio col quale la ghermiva.
"Perché vi desideravo ardentemente. Perché un giorno, a Biskra, quattro settimane fa, vi ho veduta per un momento, quanto è bastato perché sentissi che vi volevo. E io mi prendo quello che voglio. Foste come un giocattolo nelle mie mani. Tutto il resto mi fu facile."
(...) Le ciglia nere tremavano sulle guance pallide. Non poteva vederlo, ma sentì che egli la stringeva sempre di più e poi che la baciava furiosamente sulla bocca. Lottò freneticamente, ma non poteva difendersi; egli rideva e la baciava appassionatamente sulle labbra, sugli occhi, sui capelli. Sembrava perfettamente calmo; ma ella sentiva battere pesantemente il cuore di lui contro la guancia che gli premeva sul petto, e comprese vagamente quale passione avesse suscitato. Aveva avuto una prova della sua forza tremenda.
Si rese conto, da ciò che le aveva detto, che egli non riconosceva altre leggi che i suoi desideri ed era pronto a far qualunque cosa pur di soddisfarli. Sapeva che la propria vita era nelle sue mani, che poteva spezzarla come un giocattolo con le bruna dita d'acciaio; e si sentì, a un tratto, pietosamente debole e impaurita. Era completamente in suo potere, non poteva contare che sulla sua pietà, la pietà di un arabo spietato.
Cedette, rassegnata, e rimase immobile tra le sue braccia. Era pervenuta al colmo della degradazione; egli non poteva farle niente di più di quanto le aveva fatto. Non era più in grado di lottare; era disfatta, sfinita. Una fredda disperazione la prese e con essa una sensazione strana: le pareva che ciò che le avveniva non fosse vero, che fosse un incubo orribile dal quale doveva svegliarsi; la realtà le sembrava troppo impossibile, l'avvenimento troppo teatrale. (...) Non aveva più la forza di pensare; era troppo stanca per pensare; era sfinita di corpo e di mente. E con la disperazione la prese una specie di indifferenza. Aveva sofferto tanto che ormai non c'era nulla che potesse avere importanza."
"Ventiquattr'ore prima, Diana Mayo non conosceva il significato della parola "paura" e non aveva mai, in tutta la sua vita, obbedito a nessuno contro la sua volontà, ma quelle ultime ventiquattr'ore valevano per lei come degli anni di obbedienza! Per la prima volta la sua volontà si era trovata di fronte a una volontà più forte della sua, per la prima volta aveva avuto a che fare con un'arroganza più grande, con una risolutezza più salda. Per la prima volta aveva incontrato un uomo che non si era piegato ai suoi desideri, un uomo che un suo sguardo non era riuscito a trasformare in uno schiavo volenteroso. Nelle poche ore che erano trascorse aveva provato che cosa fosse la paura, una paura terribile, che la lasciava in preda a una morbosa apprensione; imparava a obbedire. Cos', ormai sottomessa, si fece forza e alzò gli occhi verso di lui mentre il rossore della vergogna le tingeva lentamente le guance."
"Non voleva dare all'uomo che si era impadronito di lei la soddisfazione di sapere che poteva farla piangere. Il suo orgoglio era duro a morire.
Riandava con la mente ai giorni e alle notti di angosciosa rivolta, il cozzo continuo di due volontà l'una contro l'altra, l'obbedienza che le era stata imposta, tutto ciò, insomma, che era avvenuto in quel mese di orrore. Era stato un mese di prove così amare che ella si domandava come potesse ancora avere il coraggio di ribellarsi.
Per la prima volta in vita sua aveva dovuto obbedire. Per la prima volta in vita sua non contava niente. Per la prima volta aveva sentito l'inferiorità del suo sesso. (...) qui, dove ogni momento, le si faceva ben sentire che era donna, e obbligata a sottomettersi a tutto ciò cui la esponeva il fatto di esser donna, obbligata a tollerare tutto ciò che egli le imponeva."
"(...) Una schiava che doveva stare ai suoi ordini, tollerare il suo sfavore e adattarsi al suo favore. La spietata violenza che veniva fatta al suo temperamento freddo e che non aveva nulla di femminile, in contrasto col sollevarsi impetuoso della sue convinzioni, l'aveva scossa sino in fondo all'anima infliggendole un'umiliazione che inaridiva il suo cuore orgoglioso. Lo sceicco era di un'arroganza senza compassione, come era senza compassione nel suo orientale disprezzo per la donna conquistata. Era un arabo, per il quale i sentimenti di una donna non esistevano; se l'era presa per godersela e se la teneva per godersela, per divertirsi nei momenti di riposo e di ricreazione."
"Purtroppo non poteva più tornare a essere quella di prima, ma la paura di tutti i giorni, la contaminazione quotidiana, erano passate per sempre; finito quel sentimento d'impotenza che era stato la sua tortura, quella vergognosa sottomissione per la quale disprezzava se stessa tanto intensamente quanto odiava lo sceicco che l'aveva piegata ai suoi voleri. Il ricordo di quelle sue sofferenze non l'avrebbe lasciata mai. Egli aveva fatto di lei una cosa vile e spregevole. Le guance le divennero di fuoco a questo pensiero e rabbrividì all'idea che avrebbe portato in cuore per tutta la vita le cicatrici delle sue ferite. La fanciulla che era partita trionfante da Biskra era divenuta una donna attraverso a una serie di dolorose esperienza e di amare umiliazioni."
"L'aria fresca della notte che la colpiva in viso scacciò ogni traccia di sonno; si accorse che era caduta la notte, che stavano ancora galoppando verso sud, che era distesa attraverso alla sella, davanti allo sceicco, che la teneva tra le braccia piegate. (...) Fu come un lampo e comprese; comprese che lo amava, che lo aveva amato da molto tempo, anche quando credeva di odiarlo ed era fuggita da lui."
"Erano usciti dalla zona pianeggiante e si erano inoltrati in mezzo alle lunghe e successive catene di alture, la cui sommità si trovava immersa nell'argenteo chiarore lunare, mentre le vallette, tra l'una e l'altra, erano piene di ombra scura come neri stagni di acqua profonda e immobile."
"Poi estrasse lentamente il coltello dalle ampie pieghe della cintura e lo conficcò nel petto della donna ormai quasi soffocata. Prima di abbandonare il suo corpo inerte, con selvaggia ferocia il vecchio sceicco pulì accuratamente il coltello alle vesti di lei e lo ripose nella cintura; solo allora respinse il cadavere che rotolò sul tappeto tra lui e Diana."
"Pensò all'intensità e alla violenza del timore e dell'odio che aveva avuto per lui fino al momento in cui l'amore, ugualmente intenso e violento, aveva scacciato l'odio. (...) Lo amava ciecamente di un amore che aveva ucciso il suo orgoglio e l'aveva resa umile e obbediente come una schiava."
Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/i-romanzi-della-rosa-e-dei-delly.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/la-sua-ora-di-elinor-glyn-romanzi-della.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/03/desert-romance.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/il-sigillo-di-shakur-di-alexandra.html
Aggiornamento di maggio 2023: finalmente ho trovato il seguito!
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