Trama: Oria del Sole, ingegnere che lavora per una ditta di automobili da corsa, sposata ad Antonello, resta vedova dopo un solo anno di matrimonio, quando Antonello, correndo con un'automobile da corsa da lui stesso ideata, perde la vita in pista. Oria, che aveva condiviso con il marito la passione per le macchine e i motori, rimane annichilita, ma poi per onorarne la memoria, decide di partecipare anche lei alle corse, proprio guidando la "Freccia d'oro", la macchina ideata da Antonello. Piano piano, Oria si lascia il lutto alle spalle e resta in contatto con il fratello di Antonello, Raul, segretamente innamorato di Oria. Ma è un suo dipendente, Nazzareno Geter, ad attrarre Oria, e lui stesso la ricambia. Dopo un idillio romantico in una casa di campagna, la casina rosa di Fata Mentucca, come l'hanno soprannominata, lontani da tutto e tutti che diventerà il covo del loro amore, Oria e Geter decidono di mettersi insieme. Ma a separarli è la diversità di classe sociale: Oria è ingegnere, Geter un semplice operaio. L'uomo teme che sposando Oria la gente mormori che "l'ha fatto solo per arricchirsi"; non vuole che sia gettata un'onta su Oria. Così decide di lasciare la ditta di Oria e mettersi al servizio in un'altra ditta, lavorando per l'industriale Varzi, che ha una figlia, Lolotte, molto brutta ma buona e innocente, che si innamora subito di Geter. Il padre, sapendo che Lolotte non può far innamorare nessun uomo usando "il sex appeal", perché la ragazza non è per niente attraente, cerca di combinare un matrimonio di interesse tra la figlia e Geter, offrendogli gli agi di una vita da ricco, ma l'uomo non ama Lolotte, pensa solo ad Oria e ha deciso di lavorare da Varzi fino a che non avrà accumulato i soldi che gli servono per non sfigurare di fronte ad Oria. Però, le malelingue cominciano a mormorare e Raul, accecato dalla gelosia e dalla vendetta, fa credere ad Oria che Geter l'ha abbandonata perché intenzionato a sposare Lolotte e a diventare ricco con quel matrimonio, ereditando anche lo stabilimento. Oria comincia a dubitare dell'amore di Geter e una serie di malintesi porta alla rottura del loro amore. Geter è disperato, incomincia a star male; anche Oria è disperata, ma Raul sobillato e aiutato anche da un giornalista, Musset, continua a mettere zizzania tra i due, seducendo anche Oria, fino a che la donna, distrutta dal dolore e dal senso di colpa, decide di suicidarsi; viene salvata in extremis, e a quel punto chiarirà dubbi e rimorsi con Geter, e i due potranno amarsi, sposandosi e andando a vivere nella casina rosa dei loro primi incontri d'amore.
Commento di Lunaria: Altro bel romanzo di Liala, scritto col suo inconfondile stile narrativo (da toni drammatici, quasi teatrali, si passa a toni colloquiali e comici). I personaggi sono finemente caratterizzati psicologicamente e le descrizioni dei paesaggi sono, come al solito, idilliache: sembrano quasi dei quadri e hanno un tocco quasi manzoniano. A differenza di altri romanzi di Liala, dove le protagoniste sono fanciulle capricciose, volubili e "loliteggianti", per quanto palpitanti di passione (Chantal e Dagmar di "Bisbigli nel piccolo mondo" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/bisbigli-nel-piccolo-mondo-di-liala.html, Cipriana e Ubalda di "Tempesta sul Lago" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/liala-tempesta-sul-lago.html, Ariela di "Settecorna" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/07/sette-corna-di-liala.html, Liana di "Ombre di Fiori sul Mio Cammino" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/ombre-di-fiori-sul-mio-cammino-di-liala.html, Lalla, della trilogia... https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/02/dormire-e-non-sognare-di-liala.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/lalla-che-torna-di-liala.html),
Oria è più matura e riflessiva, drammaticamente contrita e tormentata, similmente alle protagoniste "Di ricordi si muore" (Lucente https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/di-ricordi-si-muore-di-liala.html) o Gipsy ("Riaccendi la tua lampada, Gipsy" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/riaccendi-la-tua-lampada-gipsy-di-liala.html) o Coralla (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/03/una-notte-castelguelfo-di-liala.html)
Certo, il Rosa di Liala ormai è anacronistico, per il nostro gusto... Non ci sono descrizioni di amplessi "hot", i contatti fisici sono comunque "pudici" e descritti con toni esagerati e teatrali, tra palpiti e mancamenti.
Ma questo genere di Rosa così antiquato ha ancora il suo fascino...
Gli stralci più belli:
"Geter percepì anche i passi di Oria che si allontanavano. Allora cominciò a camminare. Nella notte placida non vi era che la sinfonia un poco monotona, di un uccello notturno. In quel punto centrale i rumori della città, tuttavia, non giungevano. Pareva che alberi e giardini ovattassero i rumori, li restituissero alle vie racchiuse tra gli alti palazzi. Camminava piano, Nazzareno Geter, portando in tutto il suo essere il fardello immenso del suo amore per Oria del Sole. Gli pesavano le membra, gli pesava il cuore: e perfino lo spirito pareva oppresso per quell'immenso e impossibile amore."
"Prossimo alla finestra, Raul guardò il cielo e disse: "Ci sarà un temporale anche questa notte. Guarda, Oria..."Ella si avvicinò nello spazio sopraffacendosi, anticipando la notte."Hai paura del temporale, Oria?" "Che domande! Tu sai bene che non sono troppe le cose che mi fanno paura."
"La dolcezza di quella giornata autunnale era triste come il sorriso di una creatura che si crede convalescente ed è prossima all'agonia. Il cielo era azzurro pallido, ma dalla pianura saliva un vapore bianco che qua e là diventava denso come un fumo pesante, che già celava alcune zone. Il cielo si manteneva sereno ma la terra si addolorava nel presagio della gran nebbia. L'aria era cheta e tuttavia una foglia color ruggine, caduta sull'autostrada, ogni poco si muoveva, si sollevava, compiva un breve volo, ricadeva stancamente."
"Mite, simile a una nascente aurora era la luce che si effondeva dalla piccola lampada, velata da un indumento roseo. (...) Fuori, sul gran silenzio della campagna lombarda, a mille e mille cadevano le candide stelle del gelo. (...) Geter si abbandonò alla sua gioia, sentendo che in quella gioia ogni tormento era abolito, comprendendo che solo donando amore e ricevendo amore, poteva affrontare la vita."
"Chi, quando, in quale tempo infinitamente lontano, gli aveva detto le stesse cose? Chi preferiva il suo cognome al suo nome? Chi sussurrava Geter al suo orecchio, quando la modesta lampada di una camera lontana metteva foglie morte su una linda parete? (...) Il ricordo dolce e terribile lo attanagliò, facendolo spasimare. Tutti i suoi sensi ricordarono tutte le carezze avute, date e perdute. La bocca, le mani, l'ardore di Oria passarono nel suo sangue come se ella fosse vicina a lui, prossima all'abbandono. (...) Restò così, immobile, (...) consumandosi nella carne e nell'anima, sentendosi morire come se da una invisibile ferita tutto il suo sangue sfuggisse."
"Così ella era giunta a lui: rorida d'amore, colme le mani di carezze profumate, già fatta carne della sua carne nell'attesa miracolosa di un amore voluto dal Destino."
"Il fiume fluiva cupo tra i suoi argini, sotto un cielo minaccioso e notturno ove a tratti appariva una tragica falce di luna. Una barca nera discendeva la corrente, non guidata da alcuno, trasportata dall'impeto dell'acqua."
"Due amanti, due errori. Di uno non le era rimasto che un ricordo doloroso e amaro, dell'altro solo schifo e pentimento. E si levò un'alba senza colori. Oria lasciò il letto. Si sentiva stanca (...) Si guardò in uno specchio. La sua pelle bruna e liscia aveva ombre livide. Le sue gote erano incavate. E dentro di sé ella sentiva scorrere un sangue avvelenato, che le corrodeva quella sua carne che ormai considerava tremenda e miserabile."
"Non sembra il canto di un motore, ma di strumenti musicali... L'ho detto, ingegnere: una melodia, una melodia divina...""Melodia di ciò che non tornerà mai più, di ciò che si è perduto e che il tempo non potrà far ritrovare... Melodia dell'antico amore, della gioia goduta, dei baci perduti... Oh, Geter! (...) Vicino a te si creavano cose belle: lontana da te ho distrutto la mia anima."
"Oria ebbe un sospiro profondo. Le sue labbra si ricongiunsero un istante: ancora si dischiusero. E ancora una volta apparve quell'umido candore di gelsomini. Geter sollevò il capo: vide rilucere i denti di tra le labbra pallide. Vide rilucere due lacrime, ferme nel cavo degli occhi. Piano piano, quasi tremando, baciò prima l'una e poi l'altra lacrima. Poi trasse un fazzoletto e con una cocca, pietosamente, devotamente, tolse via dal viso di Oria quest'ultima traccia di pianto. Nel cielo che si oscurava, saliva un vapore latteo. Una calura umida faceva presagire la pioggia. La prima pioggia dell'estate."
"Oria del Sole portava diffusa nel volto una luce colma di fiera dolcezza. E i suoi occhi, nell'ombra dei cigli, risplendevano come laghi tra i salici nell'ora del crepuscolo."
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