"Ombre di Fiori sul Mio Cammino" di Liala


Trama: Un romanzo, una vera e propria epopea, la vita della giovane Liana, il trasferimento a Rodi con la famiglia, il matrimonio senza amore e passione con Paolo, "fatto solo per sfuggire ad un pretendente noioso e malaticcio", il tedium vitae post matrimonio e l'impeto di passione quando finalmente Amore farà capolino nella vita di Liana. Finirà in tragedia...

Commento di Lunaria: Meraviglioso romanzo di Liala, narrato nel suo inconfondibile stile (sapeva passare da toni comici-umoristici creando personaggi buffi, a toni lirici, funebri, malinconici, di altissima introspezione). Sono 423 pagine scritte fitte fitte e leggerlo tutto è "un tour de force", ma ne vale la pena, per la descrizione dei bellissimi paesaggi marini e fioriti (di Rodi, dell'Italia), per il monologo funebre e tragico di Liana (alter ego della stessa Liala... che ripensa alla morte del suo Vittorio, capitano d'aviazione morto precipitando nel lago di Varese nel 1926)

"Ombre di fiori sul mio cammino" (impreziosito da una copertina idilliaca) è tra i romanzi che più ho amato di Liala, insieme a  "Bisbigli nel piccolo mondo" (il primo romanzo di Liala che lessi https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/bisbigli-nel-piccolo-mondo-di-liala.html) "Riaccendi la tua lampada Gipsy" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/riaccendi-la-tua-lampada-gipsy-di-liala.html , "Di ricordi si muore" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/di-ricordi-si-muore-di-liala.html e "Tempesta sul lago" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/liala-tempesta-sul-lago.html "Una Notte a Castelguelfo" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/03/una-notte-castelguelfo-di-liala.html


Gli stralci più belli:

Pagina 39

La Luna andava per l'arco del cielo, il cielo era deterso come un cristallo, non c'erano stelle, l'acqua era cheta: e, osservata attentamente, pareva che respirasse. Per quel ritmico movimento che le correnti subacquee o il vento imponevano al mare. Lontano, i vecchi mulini a vento alzavano alla luna le loro braccia: parevano giganti in atto implorante, parevano enormi rose canine cui fosse caduto un petalo, parevano stelle che avessero perduto una punta."

Pagina 84

"Desiderò con tale intensità quel bacio, che d'un tratto le parve di sentire presso di lei un sospiro lieve. Strinse le palpebre, si raccolse ancor più in se stessa. Una mano la sfiorò. Ne fu certa. Il cuore le fece male per la troppa gioia, l'anima salì alle altezze della beatitudine. E nei suoi capelli, lieve lieve, una bocca trepida sostò, per un istante. Liana trattenne il respiro. La bocca adorata e attesa si distolse dalle chiome vive."

Pagina 85

"Così andavano le giornate in fila serrata. Sfolgorii di sole: sfolgorio d'acque che si prendevano tutto quel sole. Gioia di fiori: profumo di gelsomini e di rose. Andavano i giorni nel sole, nel vento. Sfilavano le notti nelle stelle e nel vento. Capitava sull'isola qualche repentino temporale."

Pagina 88

"Era una via malandata, allora, con ciuffi di erbe che spuntavano anche nel mezzo ma resa attraente per gli oleandri che vi fiorivano in libertà. (...) Un oleandro rosa saliva altissimo, un altro si piegava ad angolo retto; un altro non aveva né rami né fronde nel centro e aveva fronde e rami a destra e a sinistra del tronco, così, che visto di lontano, pareva una sciatta U. Tra i ciuffi di erbe apparivano palline azzurre, misteriosi lapislazzuli di una flora miracolosa. (...) Un barlume di mare, lontano. (...) Alle loro spalle c'era un bosco di oleandri: davanti un bosco di oleandri. Sopra il loro capo, un cielo rosa di oleandri."

Pagina 99

"Il sole scendeva piano piano, e le cose terrene mutavano colore. Era come un sovrapporsi di tinte alle tinte già esistenti. Diventavano più cupi gli amarilli e per contro si facevano più vividi gli oleandri rosa. Si spegneva il verde delle erbe e delle verzure e diventava smeraldino quello delle palme. Il mare si fece da azzurro turchino; il cielo diventò viola. L'Anatolia lontana si vestì di veli color amaranto; le rive sorrisero del loro sorriso di spuma."

Pagina 129

"Gli olivi erano tutti piegati dal vento. Polvere si levava dalla strada. Il mare aveva colori verdastri, rabbiosi. Era tutto crespe. Il sole or appariva or spariva. C'era una grande nube nel cielo. Una sola: ma enorme, livida, bassa. A tratti, la nuvola si chiudeva e sulla terra cadeva subito un presagio di pianto. Oh, sole di Rodi! Vento di Rodi!"

Pagina 214

"Sola. Con una gran voglia di piangere, di gridare, di distruggere e anche di rifugiarsi tra due braccia affettuose. (...) Ella si sentiva arida, senza possibilità di amare."

Pagina 257

"Ed ecco l'autunno... Glicini in fiore, ninfee estive, foglie d'autunno. La gioia e la malinconia. Liana si volse ancora una volta. Vide un girotondo di foglie secche e fulve nel bel mezzo della via, tra una polvere leggera. Primavera e Autunno. Gioia e Malinconia. Un bel sorriso apparso e scomparso. E il mare che si faceva cupo, che al largo aveva già creste alte e alla costa smoriva in un colore uniforme, di piombo. (...) Primavera di un sorriso: autunno d'una lontananza. Tutto si illumina, si indora e si colora per quel sorriso: tutto s'abbuia, turbina e si raggela per quella lontananza. Notte insonne. E un mattino aspro di vento."

Pagine 268-269

"(...) Una visione cara, un'immagine fatta di forza e di virile bellezza. E il cuore, racchiudendo come in un'urna quella immagine, si preparava a custodirla come appunto custodiscono le cose tutte le urne, fatte per la memoria del passato, create per ciò che non ha più vita, erette a culto, a memoria, a rimpianto. (...) Poggiata al davanzale, con gli occhi fissi alle stelle, attese che lo spirito si pacificasse. Lontane, piccole e pallide le stelle si lasciavano guardare, indifferenti. Vivevano la loro vita, lontane dal mondo, immerse nel manto cupo e accogliente della notte. (...) Un chiarore sulfureo, splendido, apparendo d'improvviso all'orizzonte, le annunciò che un altro giorno cominciava. A traverso (*) la purezza dell'aria Liana vide le foglie dei pioppi lontani tremolare con moto uguale e continuo. Il giorno avanzava, per gradi, ma inesorabilmente. Il meraviglioso incontro apparteneva oramai a un ieri che sarebbe diventato un giorno lontano, un giorno che non sarebbe tornato mai più. Le foglie dei pioppi, mosse da un tremolio sempre uguale, erano diventate oramai smeraldine e vivide nella calma luce del mattino."

(*) Non è un errore di battitura, si trova proprio "A traverso", nel testo di Liala.


Pagina 273

"C'era nell'aria odore di stelle, il mattino il mattino in cui partirono. Nella chiarità del giorno nuovo, dominava su la terra un profumo indefinibile or dolce or amaro: e l'umidità del fiume non lontano metteva una mollezza cheta sulle cose terrene (...) Alcune rondini, volando basse, si specchiarono a loro volta nell'acqua, passarono sulle nuvole che parevano immerse. E tutto fu, per un attimo, bellezza e poesia. "

Pagina 305

"Sto bene così: sola. Con gli occhi immersi nelle stelle. Dianzi, fra quelle stelle, si intagliava il fiero profilo di Amore. Si intravedeva la linea sinuosa della sua bocca bella.  Era là il mio Amore, dianzi. Fra le stelle del suo cielo. Guardo... Poi chiudo gli occhi. Cerco sul guanciale la carezza di Amore. E mi pare che egli sia lontano, lontano, lontano... Scende repentina una lacrima, scorre sul viso, bagna il guanciale. Perché piango? Non lo so: né so perché torni alla mia mente una frase bella, triste e dolce, udita, studiata o letta chi sa dove e che sa quando... Lacrime, lente lacrime, non so che significhino, spuntano dal cuore dal profondo di quella divina disperazione e si raccolgono negli occhi mentre si guardano i felici campi di autunno e si pensa ai giorni che non sono più... Lacrime, lente lacrime, scorrono sul mio viso. Perché? Io vado incontro a giorni belli, sulla mia felicità si incurva beata una notte tutta splendori. Oh, perché io piango e penso a giorni che non sono più?"

Pagine 339-340

"Corre la mia immaginazione: vedo Amore e Vita che vanno, vicini vicini, tra due siepi di fiori. Fiori alti, corolle erette su lungo stelo. Mettono ombre nitide e precise sul suolo le belle corolle: e noi due andiamo sulle ombre dei fiori. Il cuore ha un repentino malessere. Con gli occhi dell'anima io continuo a vedere Amore e Vita che vanno tra la siepe fiorita, ma posano i piedi su le ombre dei fiori. Perché sono tanto distaccati dai noi i fiori? Perché noi dobbiamo solo camminare su le ombre di essi?"

Pagina 404

"Scende una notte come tante altre: con le stelle nel cielo, con il silenzio della terra, con un lieve stormire di fronde, con qualche fruscio delle prime foglie cadute al suolo. Tutto come sempre; come quando c'era Amore... (...) Ed è un pomeriggio come tanti altri: con un poco di languore di terra che si prepara al sonno invernale, con odore di erbe umide, con qualche folata di vento freddo. Come sempre, come allora, come sarà in eterno, anche se sulla terra non ci sarà più quel sorriso."

Pagina 409

"E anche il cielo autunnale, grigio e nemico, comincia a piangere. Tutto è malinconia. Forse è in pace solo lui nella cappella dove riposa con altri morti di sua gente."

Pagina 423

"Spunta su i rami un'altra foglia. Tenera anch'essa e diafana. Avanza inesorabile un'altra primavera. Tutto ritorna come una volta, come nel tempo in cui sulla terra sorrideva Amore. Trabocca il glicine dopo aver dato l'assalto alle cancellate e ai muriccioli. Sorride frangendosi dolcemente alla riva il mare. Sgombro di nebbie riappare il cielo sereno. S'ammanta di oro la mimosa. Tutto ritorna: come sempre. Ma il più bel sorriso del mondo non tornerà mai più. Né più ritornerà Vita. Vita è là: presso una lapide nera sulla quale è scritto a caratteri d'oro:  

Immerso nell'azzurro che Lo chiamava

infrantasi l'ala terrena

risalì sull'ali dello spirito

agli altissimi cieli"





Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/search/label/Liala


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