"Signorsì" di Liala

Trama:  Un ufficiale pilota, Furio, si divide tra impegno aviatorio e amori leggeri, fino a quando l'incontro con Renata, detta Beba, cambia la sua esistenza.  L'amore appassionato tra Furio e Renata fa affiorare un'antica ossessione della donna: il timore di somigliare alla madre, considerata una donna facile e vittima del marito, che l'ha uccisa. E mentre l'ossessiva gelosia di Furio avvelena l'amore, un incidente scatenerà la tragedia...


Commento di Lunaria: Il primo, leggendario, romanzo di Liala, che dopo "Signorsì" non si fermerà più arrivando a scrivere un'ottantina di romanzi sentimentali e drammatici, 


con il suo inconfondibile stile espressivo e i suoi personaggi a tutto tondo che animano il macrocosmo letterario di Liala (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/ombre-di-fiori-sul-mio-cammino-di-liala.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/foglie-al-vento-di-liala.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/liala-tempesta-sul-lago.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/11/liala-lora-placida.html) (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/12/di-ricordi-si-muore-di-liala.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/riaccendi-la-tua-lampada-gipsy-di-liala.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/02/dormire-e-non-sognare-di-liala.html): ragazze innamorate, bionde, frivole, vanesie, truccate, incostanti, ingenue, che passano di flirt in flirt con uomini bellissimi o semplicemente molto ricchi, donne vittime dei capricci del destino, (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/lalla-che-torna-di-liala.html) adulteri & adultere, e poi ancora, uomini e donne meschini, gretti, ipocriti, doppiogiochisti, catto-perbenisti da piccolo paesello, vanagloriosi, mormoranti, avari, materialisti (come Chantal, Dagmar, Luigi e Brigida, personaggi presenti nel bellissimo "Bisbigli nel piccolo mondo" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/06/bisbigli-nel-piccolo-mondo-di-liala.html)... insomma, nessun difetto (e qualche raro pregio) dell'Umanità viene risparmiato nella narrazione a tutto tondo, malinconica e anche pungente, di Liala, e il tutto viene spiattellato senza ritegno (e pietà) dall'Autrice che di tanto in tanto lancia qualche frecciatina e si lascia andare a siparietti comici e parodistici, ridicolizzando i suoi personaggi e facendoli apparire miserabili nelle loro piccolezze.

"Nei romanzi di Liala, accarezzate da un morbido color rosa, bellezze procaci esibiscono con disinvoltura i loro corpi. Spiate nell'intimità delle loro camere da letto, sorprese quando l'abito lentamente va giù, riprese nel loro dialogare compiaciuto con la propria immagine allo specchio, le protagoniste di Liala ci rimandano al piacere di evasioni solitarie, di antichi giochi negati, di fugaci ebbrezze. La bellezza, nei romanzi di Liala, è un valore in sé, uno strumento di seduzione delle creature d'amore, tutte buone o cattive, sprigionanti un'intensa carica di sessualità, tutte tremendamente femminee."

Per approfondimenti, vedi

Insomma, poco amore spensierato ma molti flirt (spesso descritti con poche parole concise), gelosie e drammi in "Signorsì", con Furio, un vero dongiovanni, che passa con leggerezza di donna in donna (una tenterà persino di ucciderlo e di uccidersi, armata di pistola) fino ad innamorarsi di Renata, rovinando il tutto con la sua gelosia morbosa ed ossessiva. 

La povera Renata si lascerà consumare da questa ossessione, che subisce senza potersi sottrarre o difendere, innamorandosi del miglior amico di Furio, subendo poi un aborto per lo shock (e la descrizione del feto nel barattolo di vetro è qualcosa che rimanda ai romanzi horror), che sarà il preludio alla tragedia del finale.

Rispetto a "Bisbigli nel piccolo mondo" in "Signorsì" a prevalere sono i dialoghi, un botta e risposta (spesso ridotto all'osso) continuo tra i personaggi, mentre invece "Bisbigli..." aveva soprattutto descrizioni (peraltro bellissime quelle dei paesaggi lagustri). 

N.B: "Sette Corna" è il seguito di "Signorsì" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/07/sette-corna-di-liala.html


Gli stralci più belli:   

"Mino rideva e ciarlava con Fuffa e Giagià, che erano vispe come passerottine; Furio parlava poco e guardava Perla. Bella, giovanissima, con un visetto puro, la fanciulla aveva però negli occhi una luce che turbava. "Angelo o demonio?", si chiedeva Furio. Dopo moltissimo spumante, parve a Furio che un irrequieto piedino cercasse il suo piede. "M'avrà urtato inavvertitamente." Ma il piedino ritornò all'assalto e con lui la gamba che s'avvicinò e aderì alla sua. Furio guardò stupito la sua vicina. Silenziosa, tranquilla, succhiava la crema di un fondente. La gamba femminile gli comunicava una carezza tepida. Si curvò sulla tavola e passò una mano sulla freschezza della calza serica. Perla sorrise e gli offrì un dolce."

"è una bimba, non verrà. E allora perché ha promesso? Capriccio di bimba, ripeteva la coscienza. Desiderio di donna, sussurrava il cuore. E non sapeva se tenere la divisa o indossare il pigiama, se rimanere in piedi o coricarsi. Chi attendeva? Una bimba pura o una donna perversa?"

"Allora l'urlo che Furio tratteneva nel petto e lo soffocava uscì spaventoso: "Credevi di far del bene! Ma perché non dici che speravi d'essere rovesciata su quel letto? L'hai nel sangue e un tale sangue non mente mai. Ma io non sono tuo padre, io..." Si curvò su Beba e la colpì al viso. (...) Beba aveva ripreso la posa di prima: assente, lontana, assorta. Sul viso bianco, terreo, aveva una striscia rossa. Furio le passò davanti senza guardarla.  Ella s'alzò appoggiandosi a un mobile e gli disse: "Furio, per me no, se non vuoi, ma per il nostro bambino..." E cadde nelle braccia di suo marito."

"Se ne è andato, il mio bambino. Vuoi vederlo?" Mino sbiancò, domandando: "Vederlo?" "Oh! era già formato! Era un piccolissimo duca di Villafranca che attendeva di nascere.  E invece, eccolo qui!" Balzò dal letto, aprì un armadio, ne tolse un vaso di vetro. Immerso nell'alcool come una ciliegia, come un chicco di uva salamanna, il figlio di Beba e di Furio se ne stava lì, fra coperchio e fondo, col suo corpicino biancastro e già formato, coi piccolissimi pugni chiusi davanti a quei buchi che sarebbero diventati occhi. Furio posò il vaso sopra un mobile, cadde bocconi sul letto e soffocò nel guanciale l'urlo di dolore che da tante ore gli spezzava il petto."

"Mi pare troppo tutto questo male in una volta sola! Non avevo mai scassato un apparecchio, ora ho distrutto il mio superbo idrovolante; avevo desiderato un bimbo, quasi con spasimo, soffrendo perché tardava a venire: il bimbo venne: lo desiderai maschio e fu maschio. E ora eccolo qui il Furietto tanto invocato!" Accarezzò il vetro: dentro, nell'alcool, il feto si mosse, oscillò, i piedini parvero accennare un passo. (...) Vorrei dargli un posto nella tomba dei Villafranca: se ne avrò il permesso lo porterai tu, in volo, alla mia mamma. Così, io che volevo fare di mio figlio un aviatore, lo vedrò partire per il primo e ultimo volo, chiuso in una bara che parrà una scatola."











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