"L'Amore venuto dal Mare" di Violet Winspear (Harmony Jolly)

Trama: I tesori perduti di cui favoleggiano le leggende di molti popoli hanno sempre attirato gli spiriti avventurosi, ma, il più delle volte, la loro ricerca si è rivelata inutile e piena di pericoli. Così è successo al padre di Wenna, scomparso nella giungla amazzonica mentre inseguiva il mito di un tesoro maledetto dei Maya. E anche Wenna, che vuole ritrovare il padre, rischia di morire. Il mare la depone sulla spiaggia di Janaleza, sull'estuario del Rio delle Amazzoni, e la consegna nella mani di Roque de Braz Ferro, signore dell'isola.  Sarà questa la sua salvezza? O l'inizio di una nuova avventura?  

Commento di Lunaria: Fin dalle prima pagine di questo "L'Amore venuto dal Mare" ho pensato che un romanzo del genere sarebbe piaciuto al nostro Salgari!


Infatti, è decisamente esotico in ogni suo dettaglio: dagli animali, alle piante, alla luna, all'atmosfera, tutto trasuda bollente esotismo tropicale.

Curiosamente, a latitare è proprio l'eros (per niente bollente, anzi, del tutto assente, tranne qualche bacio castissimo sul finale, considerato che Roque viene descritto come freddo, distaccato e altero per gran parte del romanzo...) ma questo non toglie valore ad un libro che ha, come punto forte, proprio le bellissime descrizioni paesaggistiche, con ambienti minuziosamente descritti.

Qualche attimo di suspense (non eccessiva) quando Wenna si perde nella giungla e viene salvata, ovviamente, da Roque,  per il resto è un romanzo che dà risalto, come detto, al paesaggio e alla fragilità emotiva di Wenna.  

N.B: ci sono diversi romanzi Rosa ambientati in scenari esotici e tropicali https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/06/il-pericolo-e-lavventura-di-linda.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/04/caramuru-luomo-di-fuoco-di-margaret.html





 Gli stralci più belli:

"Il cielo era di un blu abbagliante e in lontananza, al di sopra delle felci e degli alberi lussureggianti, scintillavano le ali degli uccelli tropicali. Nel cuore della foresta le scimmie dalla lunga coda saltavano di ramo in ramo, guardando ogni tanto attraverso il fogliame lo scintillio lontano degli scogli nell'oceano azzurro.  I pappagalli emettevano grida rauche e acute, prendendo il volo verso il folto della giungla. Sulla spiaggia dorata come il manto di un giaguaro era distesa, immobile, una giovane donna. Il vestito strappato luccicava per il sale secco e le aderiva al corpo come le scaglie di una sirena. Il sole bruciante le accarezzava i biondi capelli, le braccia nude, le mani contratte sulla sabbia."

"Grazie, Senhor" disse Wenna in un soffio, troppo stanca per poter parlare, con gli occhi simili a ombre violette nel viso pallido. "Dove siamo?" "Nell'isola di Janaleza sull'estuario del Rio delle Amazzoni."

"Un'isola... e l'uomo che la trasportava ne era il padrone. (...) Sentì la voce di lui mentre le diceva: "Mi chiamo Roque de Braz Ferro." (...) Le ombre verdi e il profumo intenso dei fiori tropicali l'avvolsero. Wenna sentì la frascura della giungla in contrasto con il calore delle braccia che la trasportavano fra gli alberi giganteschi. Quando riaprì gli occhi, al riparo del sole, poté contemplare per la prima volta la selvaggia giungla brasiliana, dove suo padre si era così spesso avventurato, attratto dalla magia degli smeraldi o dal fuoco nascosto dei diamanti."

"Wenna batté le palpebre, aprì gli occhi e vide il chiarore della luce lunare filtrare attraverso le imposte.  Per un istante non si ricordò dove fosse. (...) Poi sussultò di paura, udendo una risata ironica provenire dagli alberi, fuori dalla finestra. Era il grido di un uccello della giungla."

"Dalla porta socchiusa del portico giungevano il profumo delle liane e dei fiori tropicali, il lamento lontano di un giaguaro e, di tanto in tanto, il riso beffardo di un uccello notturno: erano odori e rumori tutti completamente nuovi per lei. Lui si accorse del suo leggere fremito e le disse che si trattava della mae de lua: così veniva chiamato nella giungla brasiliana quello strano uccello."

"La nostra luna è barbara", aggiunse. "Qui a Janaleza, signorina Fayr, lei vedrà la natura in tutta la sua crudezza." 

"Si alzò, posò la tazza sul vassoio che Wenna aveva messo sul comodino e si diresse verso la portafinestra, dove si fermò, alto e snello, a contemplare la notte nella giungla. La brezza che agitava le palme e i tamarindi portava nella camera profumi di una dolcezza inebriante. Un soffio di magia, così acuto da farle venire le lacrime agli occhi... Lei non conosceva quell'uomo, in balia del quale si sarebbe trovata per alcune settimane, ma lo sentiva duro, inesorabile, verso coloro che non approvavano le sue idee e i suoi principi. (...) Lui tornò quasi subito, portandole un ramo di fiori pallidi, dai lunghi petali appuntiti, che ricordavano i tetti delle pagode. Il loro profumo riempì l'aria, quando glielo offrì. Lei ne fu molto sorpresa. "Questi fiori crescono solo sulla nostra baia. Le chiamiamo "pagode della Vergine". è strano che una pianta così delicata cresca in un posto tanto selvaggio, non le pare?" (...) Improvvisamente lui si chinò. Il suo viso emerse dall'ombra e lei gli vide gli occhi di zaffiro duri e indifferenti. (...) Spinse con una mano la porta finestra. La luna piena brillava come uno scudo maya sopra i grandi alberi della foresta." 

"Nella notte della giungla gli insetti ronzavano. Il profumo delle pagode-della-Vergine inondava la stanza e le ricordò che la bellezza, soprattutto la bellezza dell'amore, era fatta anche di tristezza e di amarezza."

"Wenna se ne andò passando attraverso l'arco di foglie di palma e ibisco che era stato eretto per i giovani sposi. (...) Si addentrò nella giungla. Liane di grosse dimensioni cadevano dagli alberi e i loro grandi fiori simili a campane silenziose si muovevano al di sopra della sua testa (...) Le stelle brillavano attraverso il fogliame come pietre preziose dalla luce fredda. Un uccello notturno emise un grido acuto.  Il pizzo di una felce arborescente l'avvolse come una mantiglia (...) Piccola e quasi nascosta dagli alberi giganti, sembrava una creatura fatata avvolta in un abito di seta dorata. (...) Emise un breve sospiro di piacere: al chiaro di luna le foglie argentate somigliavano a bacchette magiche e si agitavano frusciando sommessamente."

"A un certo punto Wenna alzò le braccia e le mise al collo di Roque, nascondendo il viso nell'incavo tiepido della spalla di lui (...) "Se la folgore ci colpisse ora, moriremmo insieme come gli amanti di un'antica leggenda." Il temporale si acquietò lentamente e un silenzio crepuscolare li avvolse." 


Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/un-barlume-nel-buio-di-violet-winspear.html

APPROFONDIMENTO: LE PIANTE IN AMAZZONIA https://erbemagiche.blogspot.com/2020/12/le-piante-della-foresta-amazzonica.html

I primi quattro numeri della serie Jolly https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/i-primi-quattro-numeri-della-serie-jolly.html


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