La Minaccia dello Scorpione (Harmony Intrigue)

Trama: Da quando Anna, avvocato, ha subito un trapianto di cuore, riceve strane telefonate. Si può trattare di un tentativo di approccio da parte della famiglia del donatore, che si scopre essere una certa Katherine. Anna si reca all'abitazione della donna, dove trova il marito, Ben, affascinante ex agente di polizia, autore di un bestseller sullo spietato serial killer Scorpio, che ha causato la fine della sua carriera di polizia. Nel frattempo il medico che ha eseguito il trapianto viene ucciso. Forse Scorpio è tornato allo scoperto…

Commento di Lunaria: Buon thriller, ma che avrebbe funzionato di più con un numero minore di pagine: 234 pagine sono troppe e fanno calare la tensione disperdendosi in qualche lungaggine di troppo. Personaggi abbastanza delineati (la psicologia e il modus operandi del killer, però, sono trattati in sintesi, anche se si aggira per quasi tutto il romanzo non diventa mai la figura principale e "catalizzatrice"...) poche scene di sesso e nella media, qualche elemento del brivido (che non sfocia mai nel soprannaturale propriamente detto, anche se di tanto in tanto spunta qualche riferimento quasi horror, a cominciare da una sorta di spettro di Katherine che "possiederebbe" il cuore di Anna...)


"L'Azzurro nella Vetrata" di Liala


Trama: Con quanta impetuosa forza Doranna è entrata nella vita di Nelson! Lei è una giovane orgogliosa, architetto, lui un uomo al quale la ricchezza non è riuscita a sottrarre un'istintiva capacità di amare. Fra i due si leva l'altera figura della cantante lirica Edmée, arrogante, vanesia e gelosa fidanzata di Nelson. Prevarrà l'inerzia del vecchio legame, ormai vissuto da Nelson come una condanna o l'impeto della nuova passione? Sullo sfondo di una suggestiva Liguria, nell'azzurro della vetrata si specchia un'emozionante schermaglia d'amore.


Commento di Lunaria: Non è il miglior romanzo di Liala, anzi, la vicenda (già molto esile e banale di suo) si dipana con un ritmo alla moviola per pagine, pagine, pagine dove tutti i cliché alla Liala, sia quelli positivi che caratterizzavano il suo stile (le belle descrizioni poetiche dei paesaggi) sia quelli negativi (roba ormai anacronistica come "l'onore della donna, la donna svergognata" et similia) vengono sciorinati in uno stillicidio continuo. 

E tuttavia, ha comunque il suo fascino, pur essendo un romanzo molto di maniera e prolisso con personaggi bidimensionali "fatti con lo stampino" esattamente come tutti i personaggi di Liala (la storia del "triangolo amoroso" nella sua banalità di per sé si poteva narrare in dieci pagine e pure meno...) di tanto in tanto spuntano dialoghi interessanti, le splendide descrizioni paesaggistiche (la parte migliore di tutti i romanzi di Liala), quei tocchi "lialeschi" che rendono indimenticabili i suoi romanzi, per quanto fatti in serie, prolissi e oggigiorno persino anacronistici nelle sue storie d'amore "puritane" (più di un bacio i personaggi non si danno e anche quando "vanno a letto" Liala non scende mai nei dettagli ma lascia alludere...)    

Bello il finale, davvero indimenticabile (tra i migliori finali di Liala) che "riabilitano" un romanzo prolisso e un po' indigesto (nonostante, ripeto, ci siano pagine molto apprezzabili)


Gli stralci più belli:

"I begli occhi grigi ebbero un lampo di furore allorché la centralinista di Odero rispose (...) Per trattenere la sua ira e per trovare pazienza, Nelson Graziani guardò il panorama che dalla finestra della sua villa egli poteva godere. Il mare aveva un colore delicato, tra l'azzurro e il verde. Il cielo, d'un azzurro plumbeo, solcato qua e là di nuvole aveva una striscia rossa dove all'orizzonte si fondeva pacificamente con il mare. Sotto la balaustra del giardino, c'era la distesa di scogli e fra di essi, a tratti, serpeggiava l'acqua spumosa. Per gradi, a sinistra, saliva un monte: chiari olivi nei primi piani, armoniose querce dalla chioma cupa via via che il monte saliva."

"Le ali andavano incontro al cielo che si faceva scuro. E lontana, pallida e cheta, saliva una stella. Nelson Graziani chiuse gli occhi. Ma non dormì. C'erano tanti pensieri in lui. (...) La stella pallida e cheta ebbe, repentinamente, una compagna. Pallida anch'essa, anch'essa cheta. Insieme, restarono là a far da asterischi dove c'era scritto cielo."

"Doranna rimase affacciata. Le collinette digradanti verdeggiavano deterse dalla gran pioggia. Nel giardino, dentro i minuscoli laghi che s'erano formati, si specchiavano i rami delle magnolie e le strisce chiare dell'azzurro che era nel cielo. Gli alberi, stillanti, s'andavano colmando di brezza. E sul terreno, per ogni sospiro di vento, cadevano gocce grosse e lucenti di quell'acqua che le foglie ancora trattenevano."

"Si guardò attorno, perplesso. Si avvicinò alla finestra. Al di là dei vetri osservò il cielo saturo di fumi. E d'un tratto vide che il cielo mutava di colore. Una pennellata di sereno, un più chiaro riverbero, una zona totalmente azzurra. Restò incantato a guardare quel cielo che d'attimo in attimo si liberava dal grigiore e prendeva, per un passare di luce obliqua, il tono diafano di un cielo d'aprile."

"Scese in giardino. Dell'autunno, in quella zona felice del mondo, non c'era che qualche languore di fiore. Per i prossimi colli salienti gli olivi ondeggiavano con il loro mutevole colore tra il verde e l'argenteo. Su le magnolie del giardino resistevano le coppe enormi, carnose e candide dei fiori. Soltanto nel filare altissimo e diritto delle salvie, a tratti, uno stelo fiorito si inclinava."

"Imbruniva. Fosche, tetre e malinconiche si delineavano le piante contro il cielo senza gioia. E lungo l'autostrada giù per le vallate, su per i colli e i monti, si insinuava, precoce, la notte. Qua e là, nelle rive più fonde, s'ammucchiava, pallida, quasi lunare, qualche striscia di neve. E dalle gallerie risonanti stillava, gelido, il sudore del monte."

"E tutto fu uguale all'ora della colazione: soltanto, mancava il sole. Poi fu il dopo cena e con esso il terrore di una notte molto lunga. Regnava lassù, nella notte, un silenzio di cimitero. Basse le luci, grandi le ombre, sommesse come una trepida preghiera le voci. E le stelle, nel cielo, infinite. Erano sbocciate tutte, come fanno le primule al nuovo tepore di una primavera felice."

"E poi venne un sabato, giorno in cui Nelson Graziani non lasciava Nervi. L'inverno, per Nervi, era già finito. Le magnolie fiorivano, gli oleandri mettevano macchie di colori nel verde pallido delle loro foglie. E le mimose, gialle, olezzanti, tenerissime, si piegavano sotto il peso dei loro grappoli a pelliccia."

"E quella sera d'un qualunque sabato c'era la luna piena. Uscirono, dopo cena, Doranna e Nelson, e si avviarono alla balaustrata sul mare di dove potevano scorgere la torre. La luna, precisa, fredda, senza raggi dominava nel cielo. Un colore tra l'oro e l'argento colava su i piccoli vetri della trifora. Era come se dall'alto, fondendosi per grande fiamma, un metallo prezioso si sciogliesse e calasse giù a donare i inargentare i vetri limitati dal grigiore del piombo. (...) E nella immensa distesa dell'amoroso silenzio, non c'era posto per le parole."




"La Strega dai Capelli d'Oro" di Ruth Langan (Romanzi Storici)


Trama: il mestiere di strega è tutt'altro che facile. Gwenellen se ne rende pienamente conto quando, in seguito all'ennesimo incantesimo malriuscito, piomba nel bel mezzo delle rovine fumanti di un castello… ai piedi del fiero e tenebroso Andrew, laird del clan Ross. è proprio nel mondo reale che la biondissima strega riesce a scoprire il suo vero talento: parlare con i morti e trasmettere ai mortali i loro messaggi. Andrew però si rifiuta di crederle e lei deve faticare non poco per convincerlo che è stato proprio il suo defunto padre, Morgan Ross, a suggerire di rimandare la vendetta che lui desidera sopra ogni cosa. Quando l'esercito del nemico si presenta alle porte del maniero…


Commento di Lunaria: meno riuscito rispetto al precedente "La Spada delle Highlands" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/la-spada-delle-highlands-di-ruth-langan.html) che avevo letto,  "La Strega dai Capelli d'Oro" ha una trama interessante (e con diversi spunti che potevano aggiungere un tocco di horror, si pensi al potere di Gwen di parlare con i morti... la necromanzia... che però, nel romanzo, incredibilmente!, non ha mai toni sinistri!), ma l'Autrice purtroppo la "prolunga troppo" con dettagli e particolari ininfluenti (per tutti i primi capitoli) e alla lunga l'attenzione cala; oltre ad essere noioso, alla lunga, leggere degli incantesimi "da imbranata" di Gwen, a questo si aggiunge che quando si arriva al contatto erotico propriamente detto tra i due protagonisti, il tutto si svolge in maniera piatta e senza guizzi. Il romanzo "si riprende" su toni dinamici e pure marziali solo quando comincia la parte dell'assedio (che è pure la parte meglio narrata del romanzo!) ma per tutti i primi capitoli (e soprattutto per l'intreccio amoroso) il risultato si attesta su una narrazione molto di maniera che può risultare "interessante" se questo è il primo Rosa storico che si legge, ma che risulta molto "scolastica" e di "già visto" agli occhi di chi ha già letto dozzine di romanzi come questo. 





"Battaglia di Cuori" di Barbara Cartland

Trama: il duca di Hellington è abituato ad avere qualsiasi donna, ai suoi piedi. Ma, quando si incapriccia di Thalia, che lavora come modista e ha gravi problemi familiari, dovrà rendersi conto che non tutte le donne sono "al suo servizio": Thalia, infatti, rifiuta categoricamente di essere l'amante del duca di Hellington. Ma lui non si dà per vinto. Così, mettendo da parte l'alterigia, finalmente riuscirà a farsi amare da Thalia…

Nota di Lunaria: Romanzo "barbaracartlandiano" dove compaiono tutti gli elementi tipici del suo Rosa ottocentesco: la fanciulla innocente, inesperta in amore, con saldi valori morali e ambita dall'uomo potente che la corteggia insistentemente. Purtroppo, però, rispetto a romanzi molto più riusciti (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/12/passione-sotto-la-cenere-di-barbara.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/09/incontro-al-chiaro-di-luna-di-barbara.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/il-mistero-del-castello-di-barbara.html) questo "Battaglia di Cuori" risulta un po' piatto, almeno agli occhi di chi abbia letto i romanzi davvero riusciti di questa Autrice, anche se è scritto bene, senza particolari "impaludamenti" e la scena della cena, dove Thalia rivendica con fierezza la propria autonomia (dimostrando di non essere una "bella statuina" come aveva pensato il duca fin dal principio, abituato a quel genere di donne) è apprezzabile (l'immagine che compare in copertina rappresenta magistralmente la scena)

Difficilmente però chi ha apprezzato i romanzi più ricchi di intrigo e passione della Cartland potrà dare voti alti a questo romanzo un po' di maniera e una "ripetizione" sistematica di tutti gli stereotipi e cliché di questa Autrice (che ha cannabalizzato se stessa, nella tonnellata di romanzi che ha scritto...), che resta però un buon romanzo introduttivo per farsi un'idea dello stile e dell'universo letterario cartlandiano, anche se il mio consiglio è quello di partire dai suoi romanzi meglio riusciti e leggere questo unicamente "come un di più" (che anche se non viene letto, non toglie né aggiunge niente, all'opera della Cartland, essendo il classico "romanzo fotocapia" di tanti altri precedenti e successivi scritti dopo questo).



"Luna di Miele con Fantasmi" (Mystère)


Trama: Il giorno delle nozze di Eve e Lucien si avvicina e tutto è pronto. Il tanto desiderato matrimonio, già annullato due anni prima a cerimonia iniziata, sta per essere celebrato. Questa volta niente può andare male… finché il presidente della Società dei Fantasmi di Plummerville non racconta di ectoplasmi che infestano l'Honeycutt Hotel e il richiamo è troppo forte per il famoso medium Lucien. Solo Eve potrà salvare la sua anima dallo spirito del male.


Commento di Lunaria: discreto romanzo che fonde atmosfere rosa (anche a tinte osé per quanto non eccessive) ad una trama ed ambientazione da ghost story (ma non si scende mai nell'orrore puro). Buone le pagine dedicate ai fantasmi, ma purtroppo, per come è strutturato e anche perché la trama si svolge quasi del tutto in un'unica ambientazione (e i dialoghi delle volte sono ridondanti), 230 pagine sono eccessive.




"L'Angelo" (Shadowhunters): recensione

Trama: Tessa, orfana sedicenne, lascia New York dopo la morte della zia con cui viveva e raggiunge il fratello Nate a Londra. Unico ricordo della vita precedente: una catenina con un piccolo angelo dotato di meccanismo a molla, appartenuto alla madre. Quando il fratello maggiore scompare, le ricerche portano Tessa nel pericoloso mondo sovrannaturale della Londra vittoriana. Sarà rapita, ingannata, sfruttata per la sua straordinaria capacità di trasformarsi e assumere l'aspetto di altre persone. La salveranno due Shadowhunters, Will e Jem, destinati a combattere i demoni, nonché a mantenere l'equilibrio tra i Nascosti e gli umani. Tessa si unirà alla loro lotta contro i demoni. Ma tutto ciò la porterà al cuore di un complotto che minaccia di distruggere gli Shadowhunters e le farà scoprire che l'amore può essere la magia più pericolosa di tutte.


Commento di Lunaria: Primo prequel (a cui ne seguono altri 2!) di una sterminata saga (9 volumi); non è scritto male, ma la sensazione che lascia, non solo a fine lettura, è quella di confusione e stordimento.  Dopo i primi buoni capitoli che "fanno atmosfera" (con un pizzico di horror), ci si trascina per innumerevoli altri capitoli, per 475 pagine, dove compaiono solamente inseguimenti e\o sparatorie, dozzine di personaggi (tanto che si fatica a concentrarsi e stare dietro a questo flusso continuo di figure che vanno e vengono).

Amore dosato col contagocce e senza nessuna "atmosfera ben congegnata" che una lettrice di Urban Fantasy vuole gustarsi. Praticamente assenti gli elementi gotici che ci si aspetterebbe sia dalla trama (compaiono anche i vampiri) sia dall'ambientazione storica (1878) che avrebbe permesso di sbizzarrirsi nella descrizione di vestiti, castelli, scenari con brughiera, carrozze...

Insomma, non è scritto male, ma la sensazione è che sia stato "infilato troppo" nella trama "e in maniera troppo veloce", il tutto, però, distillato in 475 pagine, quando per la trama così esile (Tessa che viene inseguita da questa o quella creatura sovrannaturale) sarebbero bastate anche 100 pagine.

Ho comprato, visto che erano in offerta, anche altri tre romanzi della serie "Shadowhunters" ma dato questo primo prequel, che non mi ha entusiasmato, non vorrei che fossero davvero tutti così...


 


"Magici Amori" (Trilogia)

"Attori consumati" di Anne Stuart: L'obiettivo di Sebastian, star dei film dell'orrore, è spaventare la gente e lo centra ogni volta in pieno, ma fortunatamente solo sullo schermo. Così, si augura Emma, segretaria dell'impresario teatrale che ha ingaggiato Sebastian, dal momento che...

Commento di Lunaria: Inizia bene, dipingendo Sebastian come una sorta di "Fantasma dell'Opera", come se fosse soprannaturale; ma man mano che la vicenda va avanti, però, la tensione inizia a calare: questa Autrice ha scritto decisamente di meglio, come romanzi. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/il-castello-incantato-di-anne-stuart.html)


"Stregati dal Mare" di Helen R. Myers: Chi è Roanne? Una medium, una sirena o una strega? Hunter da lei soccorso, non sa trovare la risposta a questo inquietante interrogativo. In paese tutti la sfuggono un po' per paura, un po' per superstizione... 

Commento di Lunaria: discreto romanzo, dove il sovrannaturale è tratteggiato molto alla lontana e risulta poco incisivo.

Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/07/la-bella-statuina-di-helen-r-myers.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/i-sussurri-del-bosco-di-helen-r-myers.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/il-fantasma-del-ponte-di-helen-r-myers.html


"Fantasie selvagge" di Heather G. Pozzessere: Alyssa non era mai stata al castello di Fairhaven, ma appena lo scorge in tutta la sua imponenza, sente di appartenere a quel luogo sinistro e incantato. Chi è l'uomo che l'attende per accompagnarla al castello?

Commento di Lunaria: Il miglior racconto della trilogia, non tanto per la trama (che si appiattisce ed è priva di mordente) quanto per la scenografia dove si svolge la vicenda, che rimanda a classici del Gotico come Walpole e Ann Radcliffe (anche se le descrizioni gotiche sono ridotte all'osso, purtroppo). Le scene migliori sono quelle ambientate nel cimitero.

Qui uno stralcio: "Alyssa si vestì e scese al pianterreno. Il sole stava calando verso l'orizzonte e i suoi raggi radenti pennellavano d'oro i boschi lontani. Desiderosa di ammirare il tramonto, uscì dal castello e si diresse verso il retro. Nella luce diafana vide un piccolo cimitero che in precedenza non aveva notato e fu attirata dal suo aspetto misterioso. Anche in lontananza si notavano delle statue non ancora corrose dal tempo. Erano angeli che si ergevano ad ali spiegate sulle tombe più recenti. I sepolcri più vecchi mostravano le pietre rugose e la cripta di famiglia aveva un'aria imponente. Nella luce che andava diminuendo con rapidità, il cimitero appariva desolato e pieno di ombre. Alyssa avanzò di qualche passo tra i tumuli e poi si fermò di colpo. Qualcuno stava entrando nella tomba principale. Socchiuse gli occhi per riuscire a vedere più distintamente e si accorse che l'uomo era Darryl. Cominciò a correre verso di lui, ma inciampò su una pietra che parve erompere dal terreno per ostacolare il suo passo, e lei cadde in ginocchio accanto ad una tomba sovrastata da una croce. Sul marmo era inciso il nome Evigan in lettere dorate. Il sole tramontò di colpo e la notte scese ad ammantare la terra. Alyssa si sentì percorrere da un brivido. "Darryl?", chiamò in tono sommesso. Non ottenne risposta. La porta della cripta era aperta e cigolava sotto la spinta del vento notturno. Imponendosi di mostrarsi coraggiosa, scese i pochi gradini ed entrò nella cappella. Dentro, il buio era meno denso e lei vide file e file di scaffali sostenuti da piedistalli di marmo sui quali erano adagiate delle bare."

Dalla stessa Autrice: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/il-mistero-di-kayla-di-heather-graham.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/02/caccia-pericolosa-di-heather-graham.html






"L'Amante di Lady Chatterley" di David Herbert Lawrence

Info tratte da

Nessuno ha incarnato gli sconvolgimenti socio-culturali quanto David Herbert Lawrence, polemico e scandaloso autore di "L'Amante di Lady Chatterley" che in opere come "La Verga di Aronne" (1922) e "Il Serpente Piumato" (1926) giunge a dei parossismi definiti, da Mario Praz, come "un colorito sinistro per l'affinità con simili ideologie, del nazismo", antifemminili e tesi al recupero del patriarcato.

"La Psicanalisi e l'Inconscio" (1921) e "Fantasie dell'inconscio" (1922) indicano l'interesse dell'Autore per la psicanalisi, e fu visto come un profeta della libertà sessuale.

Ci fu persino chi ne apprezzò la critica anti industriale.

La via sessuale gli divenne l'unico elemento in grado di riscattare l'uomo, a patto che il sesso non fosse vissuto come peccato o proibizione; il vitalismo sessuale servì a Lawrence a nascondere la malattia che lo consumava.

"Comune ai libri di Lawrence è una fondamentale irrequietezza, conseguenza d'un profondo dissidio interiore, essendo la sua una natura di uomo attivo [viaggiò moltissimo, dalla Germania alla Nuova Zelanda] inchiodata su un punto morto di contemplazione", nota Praz.

I quadri di Lawrence, caratterizzati da elementi sessuali, vennero censurati; i guai con le autorità, le accuse di oscenità (nel suo personaggio letterario Ursula, l'autore parla anche di omosessualità che per l'Autore è una soluzione alla crisi dei rapporti tra uomo e donna), peggiorarono il suo status. 

"L'Amante di Lady Chatterley" venne messo al bando per ben 32 anni, anche se il libro girava clandestinamente in Inghilterra. (Nota di Lunaria: letto oggigiorno risulta persino casto e pudico...)

Nel libro, che vendette oltre un milione di copie, si parla di Connie, che durante la guerra sposa Clifford Chatterley, aristocratico.

Clifford, ferito in guerra e ormai paralizzato e impotente, si stabilisce con Connie nella dimora di campagna della famiglia. Diventato scrittore, instaura un amore platonico con Connie, che diventa l'amante di Michaelis e quando la relazione termina, si lega a Mellors, un guardiacaccia, dal quale resta incinta. 

L'eroina lawrenciana diventa simbolo dell'emancipazione femminile degli anni Venti: Connie è una donna atipica rispetto al conformismo borghese del tempo. 

(Nota di Lunaria: esattamente come le tragiche eroine di "Madame Bovary" e "La Signora Dalle Camelie" ma anche Nora in "Casa di Bambola")


Gli stralci migliori

"Anche lui era denudato sul davanti e lei sentì il contatto della carne nuda quando entrò dentro di lei, turgido e vibrante. Poi quando incominciò a muoversi, nell'improvviso e inevitabile orgasmo, si risvegliarono in lei spirali di nuovi e strani fremiti."

"E dolcemente, con quella meravigliosa carezza della sua mano animata da un desiderio puro e tenero, dolcemente le accarezzò i fianchi vellutati, giù, giù, tra le calde natiche, sempre più vicino alla parte sensibile di lei."

"E solo adesso Connie si rese conto della piccola reticenza da bocciolo del pene e della sua tenerezza, e un gridolino di meraviglia e di dolore le scappò di nuovo, il suo cuore di donna stava esternando il suo sgomento di fronte alla tenera fragilità di quello che era stato potenza."

"Dietro i suoi lombi, il fuoco si agitò improvvisamente, più imperioso. La guardò con timore. Ella aveva voltato la testa e piangeva ciecamente, con tutta l'angoscia della sua maternità smarrita. Il cuore di lui si dissolse d'un tratto come una goccia di fuoco; tese la mano e posò le dita sulle sue ginocchia. "Non dovreste piangere", disse dolcemente. Ma ella si nascose la testa tra le mani; sentiva che il suo cuore era spezzato e che ogni ritegno era ormai inutile. Egli le posò la mano sulla spalla e leggermente, dolcemente, essa prese a scendere lunga la schiena di lei, ciecamente, con un movimento carezzevole, ciecamente, fino alla curva dei lombi accoccolati. E lì, dolcemente, dolcemente le accarezzò il fianco con quella carezza cieca, istintiva. Ella aveva trovato il fazzoletto e tentava di asciugarsi ciecamente il viso. "Venite nella capanna?" diss'egli con voce tranquilla e inespressiva. E, prendendole dolcemente il braccio al di sopra del gomito con una mano, la sollevò da terra, la condusse lentamente nella capanna senza lasciarla prima che fosse entrata. Poi mise da parte la tavola e la sedia, prese fuori dalla cassa degli utensili una coperta scura da soldato, la stese per terra, lentamente. In piedi, immobile, ella lo guardava. Aveva il viso pallido, inespressivo, simile a quello d'un uomo che si arrenda al destino. "Coricatevi qui" disse dolcemente. E chiuse la porta, in modo che fu buio, buio completo nella capanna. Stranamente, obbedendo, ella si distese sulla coperta. Poi sentì la mano dolce, brancolante, disperatamente avida, toccarle il corpo, cercarle il viso. La mano le accarezzava dolcemente il viso, dolcemente, apportatrice di sollievo, d'una pace infinita; poi sentì il dolce contatto d'un bacio sulla guancia."

"Giaceva assolutamente immobile, immersa in una specie di sonno, di sogno. Poi sentendo la mano brancolare dolcemente, e tuttavia con inesperienza curiosa e impacciata, tra le sue vesti, ebbe un brivido. Tuttavia la mano sapeva anche come svestirla, lì, dove voleva. Fece discendere la sottile guaina di seta, lentamente, con cura, fino ai suoi piedi. Poi, con un fremito d'intenso piacere, le toccò il corpo soffice e caldo, e, per un momento, le sfiorò l'ombelico con un bacio. E dovette entrare subito in lei, entrare nella pace terrestre del suo corpo tenero e arrendevole. Fu per lui il momento della pace perfetta, quell'entrare nel corpo della donna."

"Ella rimaneva immobile, sempre immersa in una specie di sonno. Tutta l'attività, tutto l'orgasmo veniva da lui; ella non poteva tentare nulla per se stessa, ora. Anche la stretta delle sue braccia intorno a lei, anche l'intenso movimento del suo corpo, e il fluire del suo seme in lei, tutto non era che una specie di sonno dal quale non cominciò a destarsi che quando egli ebbe finito e si abbandonò, ansimando un poco, sopra il suo petto. Allora ella domandò vagamente a se stessa: Perché? Perché? Questo era necessario? Perché questo aveva dissipato la gran nube che la opprimeva e le aveva dato la pace? Era vero? Era vero? Il suo spirito tormentato di donna moderna non si calmava. Era vero? Ed ella sapeva che, se si dava a quell'uomo, era vero. Ma in sé e per sé ella era nulla. Vecchia, era: si sentiva vecchia di milioni di anni. E infine non poteva più sopportare il peso di se stessa. Per quella non c'era che da tendere la mano. Tendere la mano. L'uomo giaceva in una misteriosa immobilità. Che cosa provava? A che pensava? Ella non lo sapeva. Era come un estraneo per lei; non lo conosceva. Doveva soltanto attendere, giacché non osava disturbare la sua immobilità misteriosa. Era lì, le braccia intorno a lei, il suo corpo sul suo, il suo corpo umido che la toccava, così vicino. E del tutto sconosciuto. Eppure non inquieto. La sua stessa immobilità era piena di pace. Ella lo comprese, quando infine egli si animò e si staccò da lei. Fu come se l'avesse abbandonata. Le tirò il vestito sopra le ginocchia, nel buio, e rimase in piedi un istante, evidentemente riassestando i suoi abiti. Poi aprì tranquillamente la porta e uscì.  Ella sentì il corpo di lui terribilmente vicino e vivo. "Oh! Non ora, non ora" gridò, tentando di respingerlo. "Perché no? Non sono che le sei. Hai mezz'ora di tempo. No, no. Io ti voglio." La teneva ferma, ed ella sentiva l'urgenza del suo desiderio. L'antico istinto la spingeva a lottare per la sua libertà, ma c'era anche in lei qualcosa di stranamente inerte e greve. Il corpo dell'uomo premeva contro il suo ed ella non aveva più cuore di combattere. Egli si guardò intorno. "Vieni... vieni qui! Per di qui" disse, frugando con lo sguardo nel folto degli abeti giovani e ancora bassi. Si voltò a guardarla. Ella vide i suoi occhi intensi, scintillanti, selvaggi, senza amore. Ma aveva perduto tutta la sua libertà. Un peso strano premeva sulle sue membra. Cedeva, si abbandonava. Egli la condusse oltre la barriera d'alberi spinosi, attraverso i quali era difficile passare, fino a un luogo dove c'era un po' di spazio libero e un mucchio di rami morti. Ne sparse in terra uno o due asciutti, vi mise sopra la giacca e il panciotto, ed ella dovette stendersi lì, sotto i rami degli alberi, come una bestia, mentre egli aspettava in piedi davanti a lei, in camicia e pantaloni, guardandola con occhi spiritati. Ma fu previdente anche questa volta, e fece in modo che ella si trovasse comoda, ben comoda. Tuttavia le strappò il laccio della sottoveste, perché ella non l'aiutava; giaceva lì inerte."

"Anch'egli si era denudato la parte anteriore del corpo ed ella sentì dentro di sé il contatto della sua carne nuda quando egli entrò in lei. Per un momento rimase dentro di lei immobile, turgido e palpitante. Poi, quando cominciò a muoversi, nell'orgasmo improvviso e inevitabile, si risvegliarono in lei vibrazioni nuove e strane che fremevano come piccole onde che s'increspino. Fremevano, fremevano come molli lingue di fiamma che si lambissero a vicenda, molli come piuma, e toccavano vertici di lucentezza suprema, sottili, deliziose, che la fondevano tutta dentro. Era come un suono di campane che vibrasse a onde su su, fino al culmine. Ella giaceva, inconsapevole delle piccole stride selvagge che alla fine non poté trattenere. Ma finì presto; ed ella non poteva più sforzarsi al godimento da sé. Questa volta tutto era diverso, diverso. Non poteva far nulla, non poteva più irrigidirsi e aggrapparsi a lui per trarne il suo godimento. Poteva soltanto aspettare, aspettare, e gemere nell'anima, mentre lo sentiva ritrarsi, ritrarsi e contrarsi, fino al momento terribile in cui egli sarebbe scivolato fuori da lei abbandonandola, mentre tutto il suo corpo rimaneva aperto e molle, dolcemente supplichevole, come un anemone di mare sotto le onde, perchè egli ritornasse in lei a soddisfarla.

Si aggrappava a lui, perduta in una passione di cui non aveva coscienza, ed egli non scivolò del tutto fuori di lei, ed ella sentì il molle germoglio dell'uomo fremere in lei, animarsi in strani movimenti ritmici e crescenti, stendersi, ingrossarsi fino a riempire tutto il vuoto della sua coscienza, e allora ricominciò il moto ineffabile che non era realmente un moto, ma puri e sempre più profondi vortici di sensazioni, che si agitavano più e più profondamente nella sua carne e nella sua coscienza, finché ella non fu che un perfetto fluido concentrico di sensazioni e giacque lì, emettendo strida inarticolate e inconsce, la voce che usciva dalla notte più fonda: la vita!"





"Il Diario di Eve Rosser"


Trama: Claire frequenta l'università a Morganville, e viene presa di mira dalle ragazze più popolari della scuola, capeggiate dalla sadica Monica, che iniziano a bullizzarla e a picchiarla. Cercando rifugio fuori dal campus dopo le minacce di morte, Claire si ritrova a Glass House, un'antica casa dove vivono tre ragazzi: Eve, una barista dark, Shane, un tipo affascinante esperto di cucina messicana, Michael, il proprietario della villa che nasconde un grande segreto che lo lega alla luce del sole e alle mura che lo circondano. Diventano subito amici di Claire e la accolgono, difendendola da Monica e mettendola al corrente del pericolo che grava sulla città: Morganville nasconde una storia oscura perché è una città popolata da vampiri...


Commento di Lunaria: Il problema di questo "Il Diario di Eve Rosser" (titolo "truffaldino", visto che non c'è nessun diario, se non qualche pagina, messa dopo la fine della vicenda, dove Eve fa il riassunto della trama del romanzo...) è il non-senso della trama e soprattutto lo stile piatto e monotono con cui è raccontata una vicenda già zoppicante in partenza: Claire è picchiata e subisce pure un attentato con l'acido (!) dalle sue compagne di classe, ma invece di andare a denunciare la cosa alla polizia, scappa e si rifugia a casa di tre ragazzi conosciuti per caso che le rivelano che Morganville è una città di vampiri; da qui in poi, dialoghi inconcludenti, dissertazioni sul chili (!) zero o quasi pagine horror (che ci si aspetterebbe in un romanzo sui vampiri!) e zero intrecci amorosi, vampiri che compaiono un po' a caso e in scene molto banali, i genitori di tizio o caio e professori che sbucano fuori in scene che non aggiungono niente alla vicenda e rendono il ritmo ancora più lento, una ricerca di un libro per vampiri fino all'assalto finale e... la vicenda si conclude così, tanto prosegue nel volume 2, da dove si è interrotta, e dal momento che me li sono pure presa in coppia, leggerò anche il secondo volume, con tutto che non mi ispira neanche un po' (ma potrei sbagliarmi, magari è molto più emozionante)


Insomma, non è pessimo come libro, ma molto "basic" e con un intreccio di eventi che si poteva risolvere in due pagine (e invece la storiella viene stiracchiata per ben 280 pagine) e da leggere solo se proprio dovete leggere tutto il leggibile di Urban Fantasy (ma le atmosfere stile "Il Diario del Vampiro" sono a malapena accennate).

Stendiamo un velo pietoso sulla tizia che diventa amica di Claire, tale Eve, che si acconcia da dark non di certo perché ascolta la musica in questione ma solo per fare dispetto ai vampiri (!!!) e che possiamo definire una poser fatta e finita, similmente alla Haven di "Evermore" ( https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/11/recensione-evermore.html ).

L'unica cosa veramente apprezzabile e che spicca, di questo "Il Diario di Eve Rosser" è solo la copertina.








Farfalle Nere


Nix è tormentato dalla visione di un cerchio luminoso che avvolge le persone che stanno per morire. Farfalle dipinte e disegna appena scarabocchiati prendono vita sotto lo sguardo viola di Ondine. Sangue sotto le unghie e fango sulle caviglie angosciano i risvegli di Morgan, che non ricorda nulla delle sue notti da sonnambula. A Nix, Ondine e Morgan, legati dallo stesso destino, è stato promesso che le loro inquietudini troveranno spiegazione durante un rave tra i boschi, il rave del solstizio d'estate di cui tutti parlano senza sapere esattamente dove sia. Alle soglie della notte più lunga della loro vita, li aspetta una rivelazione sconvolgente, difficile da accettare ed estremamente pericolosa da affrontare.


Nota di Lunaria: dispiace stroncare un libro, ma questo "Farfalle Nere" è talmente prolisso da essere incomprensibile: troppi personaggi (che appaiono di continuo e che scompaiono come semplici comparse, lasciando un senso di confusione nel lettore e facendo disperdere inutilmente la sua attenzione), una trama confusa che tira in ballo il Piccolo Popolo e i rapimenti di umani, zero o quasi storie d'amore nonostante la trama e la stessa copertina siano "clickbait" facendolo passare per un Urban Fantasy stile "Twilight\Fallen", dialoghi esasperanti con dettagli ininfluenti, si arriva a fine romanzo davvero a fatica e decisamente esausti nell'essersi sottoposti a 440 pagine, quando la storia, di per sé, tolti tutti i dettagli inutili che costellano la narrazione, si poteva raccontare in una decina di pagine.




"Non essere crudele" di Cassie Miles


Trama: Gina è sulle tracce di alcune rarità appartenute ad Elvis da consegnare alla casa d'aste per cui lavora e le ricerche la conducono ad Aspen, Colorado. Ma ad attenderla trova una sorpresa agghiacciante: il suo eccentrico zio, da cui doveva ricevere i cimeli dalla rockstar, giace morto nel suo chalet: omicidio! Per Gina è l'inizio di un incubo: braccata dalla polizia che la ritiene la principale indiziata, troverà rifugio tra le braccia di Conner, ex campione di sci...


Commento di Lunaria: buon Giallo, che si legge con piacere. Non è prolisso e la storia prosegue con scene thriller che tengono vivo il ritmo del romanzo. è un po' banale il motivo per cui l'assassino ha commesso il delitto, ma nel complesso è un buon romanzo. In origine uscito per Intrigue (1994) poi ristampato per Emozioni (1997) 




"Su un pianeta lontano" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)

Trama: "Sei anni di matrimonio e un figlio, eppure non ci conosciamo molto di più che il giorno della cerimonia", dice Andrew a sua moglie Helen, ed è vero. Si sono sposati per motivi di reciproco interesse, hanno messo al mondo un figlio per gli stessi motivi, ma sono due estranei che non vivono quasi mai sotto lo stesso tetto. Ma ora, ecco che Andrew rivendica i suoi diritti di marito e Helen si trova impreparata di fronte a questa svolta improvvisa. Chi o cosa l'aiuterà a uscire dalla fortezza di gelo, portandola a dire gioiosamente "ti amo" ad Andrew?

Commento di Lunaria: ORRENDO romanzo di Charlotte Lamb dove si erotizza e giustifica un uomo che stupra per ben due volte una donna, sposata solo per interesse egoistico, ha impulsi omicidi nei confronti di lei e dell'unico uomo che la sostiene (Philip), è manesco, violento, arrogante, tiranno (immancabilmente ha gli occhi grigi, come quasi tutti i personaggi dei romanzi lambiani).

155 pagine e ben venti pagine dove questo Andrew commette uno o più reati e dove alla fine "i due si scoprono innamorati".

Il giudizio assolutamente negativo che riservo a questo PESSIMO romanzo non è dato dallo stile narrativo (al contrario: Charlotte Lamb scriveva molto bene) ma dal messaggio che veicola: LA VIOLENZA SU UNA DONNA CHE NON RIESCE NEANCHE A RIBELLARSI.

Si obietterà che quando il romanzo è stato scritto (1979) cose come lo stupro coniugale non erano neanche giudicati reati; sì, probabilmente è così, probabilmente l'Autrice neanche se ne rendeva conto di quanto fosse moralmente ripugnante questo suo modo di "romanticizzare" lo stalking e la violenza coniugale, ma resta il fatto che OGGI TUTTO QUESTO è REATO. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)

Riporto qualche stralcio, per dare l'idea.

Pagine 21 e 22: "Era la sera del giorno del matrimonio. Tranquillamente, Helen si spogliò e si mise a letto nella sua camera, nella villa della Giamaica, fidando nella promessa di Andrew che la loro unione sarebbe stata platonica. Quando lui entrò (...) rise, una risata aspra, strana. Ed Helen si drizzò di scatto nel letto, impallidendo." 

Andrew la informa che il padre di lei ha deciso che lei debba avere un figlio, perciò LA STUPRA.

"Andrew tese lentamente un braccio e spense la lampada. Lei continuò a dire di no, a intervalli, ma quella notte scoprì che, sotto la scorza indolente, lui era spietato."

E da qui in poi la Lamb si diletta a sciorinare i particolari di uno stupro coniugale, per esempio, facendoci sapere che "le mani di lui esploravano il corpo tremante, la presa salda quando lei volle sottrarsi, i sordi gemiti, verso la fine, mentre lei lo subiva in silenzio e lo odiava."

Dopo che lui ha finito di stuprarla, si addormenta, ma all'Autrice non basta, infatti specifica che "la incatena a sé con un braccio, mentre lei resta sveglia, gelata e dolorante."

"Nonostante la sua delicatezza" (si esprime proprio così, dopo che ha descritto la scena di uno stupro su una donna vergine, la Lamb usa "delicatezza") "le aveva fatto male, molto male."

Ci risparmia solo il particolare splatter del lenzuolo insanguinato, chissà perché, forse per non far etichettare il suo romanzo nel genere "splatterpunk".

Ma non è finita qui.

Alla pagina 22 c'è pure il dialogo. 

"La mattina dopo, leggendole negli occhi azzurri l'amarezza, lui fece una smorfia" (il che lascerebbe pure intendere che "lui si aspettava che a lei piacesse", tanto per aggiungere altro degrado a delle pagine che sono stomachevoli) 

"Non guardarmi così", le disse. "Tutto quello che ti chiedo è un figlio."

"Cioè, dovrò passarci ancora e ancora finché non sarò incinta?", replicò, glaciale e piena di disgusto.

"Sì", sibilò lui, arrossendo.

Perciò, non contenta di averci descritto uno stupro coniugale fatto su una fanciulla vergine, l'Autrice pensa bene di aggiungere altro orrore: lo stupro si ripete poco righe sotto, con Andrew UBRIACO.

"La seconda notte andò da lei dopo aver bevuto abbondantemente, per eliminare dalla sua mente ogni eventuale scrupolo, e la prese senza dilungarsi in preliminari. Helen rimase in silenzio, ma alla fine due lacrime le scesero sulle guance."

A pagina 43, dopo che per tutte le pagine precedenti, Helen evita il più possibile lo stupratore Andrew, lui è pure capace di rinfacciarle che "la tua avversione per l'altro sesso rasenta la fobia."

Quando lei replica che "il fatto che non abbia perso la testa per te non significa che tutti gli uomini mi siano antipatici!" lui sibila "Qualche volta mi vien voglia di suonartele!", ritornello che sentiremo più volte, anche altrove.

A pagina 45 lei replica "Se mi tocchi anche solo con un dito, mi metto ad urlare" e lui, ovviamente, le tocca i seni.

A pagina 46 la bacia (senza il consenso di lei), mentre lei mette le mani sulle sue spalle per respingerlo. Lui ovviamente è troppo forte, e "la costringe contro i cuscini".

Lei intontita "chiude gli occhi, si lascia andare" e lui commenta "A cosa ti servirà la tua verginità nella tomba?"

nonostante l'abbia già stuprata due volte.

Lei scappa, "tremante e sconvolta", si rifugia in camera e da lì inizia a pensare che "forse desidera Andrew" pur sapendo che lui "aveva impiegato più la forza che la persuasione, probabilmente perché sapeva che lei non avrebbe ceduto altrimenti (...) avrebbe respinto con disgusto ogni approccio."

A pagina 58 la minaccia nuovamente, perché geloso di una semplice amicizia tra lei e un collega, Philip.

"Ti insegnerò ad avere paura di me, Helen!"

"Non l'aveva toccata, ma lei tremava già di paura. (...) Aveva visto il vero Andrew, l'uomo dalla volontà d'acciaio, capace di tagliare la gola ad un concorrente in affari"

A pagina 86, Andrew vuole picchiarla: "Sì, ti meriti un ceffone, ma a te penserò dopo."

Quando a pagina 88 Helen viene molestata da un ragazzo in una discoteca, Andrew la trascina via ed è pure capace di darle la colpa!

"Per un istante aveva visto sul viso di Andrew una furia omicida e aveva temuto che ammazzasse il ragazzo in maglietta arancione. (...) Correva dietro di lui come una schiava fuggiasca ricatturata dal padrone".

Quando Philip interviene in sua difesa "Non mi piace veder maltrattare le donne", Andrew minaccia anche lui.

Una volta in casa, la spintona (pagina 90) e la chiude in camera. "Helen lo fissò, terrorizzata."

A pagina 92 e 93 la violenta di nuovo, afferrandola, denudandola mentre lei cerca di fuggire.

"Ti avrò, che tu lo voglia o no. Dibattiti, e ti farò male. Ti avevo avvertito, Helen, che ti avrei insegnato ad avere paura di me."

Pagina 95: "Gettò un grido atterrito e si dibatté, e lui fu costretto a farle male per bloccarla e ributtarla sui cuscini. Lei tremava in tutto il corpo per il freddo e i denti le battevano."

Dopo un po' "Helen cede".

A pagina 115, roso dalla gelosa, l'accusa di essere "una sgualdrina frigida" e non la picchia solo per un soffio.

A pagina 154 le confessa che l'avrebbe uccisa, insieme a Philip (che ha picchiato, a pagina 143)

A pagina 146, credendo che lei sia andata a letto con Philip, la bacia in modo talmente violento che il sangue esce dalle labbra di lei mentre "le sue mani la stringevano impietose, artigliandola, ghermendola, strapazzandola come se volesse farle male."

A pagina 148 ripensando al primo stupro, Andrew commenta "Lo so che per te è stato orribile, ma per me... Non voglio più dirti bugie, per me è stato meraviglioso. Anche quando ti dibattevi e lottavi mi è piaciuto."


"Piccoli Miracoli" di Rebecca Flanders (Romanzi Americani)

Trama: è evidente che Michael è unico nel suo genere. Quei suoi incredibili occhi color topazio gli danno un'aria magica e mistica allo stesso tempo, qualità confermate dalle sue straordinarie capacità. Per ore gli scienziati del Centro di Ricerche sui fenomeni paranormali hanno assistito a una dimostrazione alquanto bizzarra del potere della mente di Michael: lui è in grado di spezzare una catena di ferro, di far bollire l'acqua senza il fuoco, di far squillare i telefoni... Nelle vesti di psicologa e studiosa dei fenomeni paranormali, Leslie è una professionista fredda e animata da un sano scetticismo. è sempre alla ricerca di una spiegazione razionale per tutto ciò che vede, ma quando gli occhi topazio incontrano i suoi e sembrano scavarle nell'anima sorridendole, Leslie può solo chiedersi con crescente inquietudine chi sia realmente Michael...


Commento di Lunaria: Purtroppo, dietro la patina della parapsicologia, che avrebbe potuto regalare brio alla vicenda, il romanzo scorre discretamente, assestandosi su un livello di sufficienza. Non è scritto male, perché l'Autrice è una delle firme storiche del genere Rosa (e di lei ne avevo letti di molto più entusiasmanti) https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/gabriel-limmortale-di-rebecca-flanders.html  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/lombra-del-lupo-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/due-vite-allo-specchio-di-rebecca.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/03/ma-la-nottesi-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/lacchiappafantasmi-di-rebecca-flanders.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/07/luomo-del-ritratto-di-rebecca-flanders.html

ma questo "Piccoli Miracoli" non va oltre alla sufficienza e le pagine che potrebbero stuzzicare con atmosfere misteriose sono dosate col contagocce.