Recensione a "L'Angelo di Marchmont Hall"


Trama: sono passati trent'anni dall'ultima volta che Greta è stata a Marchmont Hall, la magnifica tenuta di famiglia sulle colline del Galles. E adesso, mentre varca i cancelli al fianco di David, nipote del suo defunto marito, non può fare a meno di chiedersi se il luogo in cui ha vissuto per tanti anni sarà in grado di dischiudere qualche squarcio del suo passato. Dopo un terribile incidente d'auto, infatti, Greta non ricorda più nulla e rifiuta di abbandonare il suo appartamento londinese troppo a lungo, tenendo a distanza tutti quelli che hanno fatto parte della sua vita. Tutti tranne David, l'unico amico di cui si fida e per il quale prova qualcosa che va al di là della semplice gratitudine. è stato proprio lui a raccontarle com'era la sua vita prima di quel giorno e a convincerla a trascorrere il Natale a Marchmont Hall. Ma durante una passeggiata nel bosco, ai piedi di un abete, Greta scorge una lapide e spazza via la neve che ricopre l'iscrizione. Certo non immagina che quel nome inciso sulla pietra la travolgerà con un'ondata di ricordi: le serate come ballerina di cabaret nella Londra del 1945, il sogno di sposare un ufficiale americano, l'amicizia con David, e infine il matrimonio con lo zio di David e il rapporto con una figlia che fin da piccola dà segni di forte instabilità. Ma allora perché David le ha nascosto tanti dettagli del suo passato? Da cosa vuole proteggerla?

Commento di Lunaria: Notevole romanzo drammatico-sentimentale, dalla mole poderosa (601 pagine) che ricorda la migliore Danielle Steel (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/la-tenuta-di-danielle-steel.html) e si legge scorrevolmente. La storia procede ben narrata, con diversi colpi di scena. La psicologia dei personaggi, dei loro pregi, difetti e di come si relazionano\scontrano tra di loro, sono elementi ben delineati, tanto che ci si affeziona ai protagonisti e si "soffre con loro". C'è persino il margine per una riflessione sull'aborto, scelta sofferta che le protagoniste prenderanno anche in considerazione (anche se poi sceglieranno diversamente)

L'Autrice, poi, sviluppa magistralmente ben tre generazioni di donne: Greta, sua figlia Cheska e la figlia di Cheska, Ava (e non sarebbe stato così facile, senza annoiare).

Le descrizioni della magione e certe dinamiche di faide familiari mi hanno rimandato "a vibrazioni" alla "Cime Tempestose", e avrei gradito qualche pagina in più che si focalizzasse proprio sulla tenuta di Marchmont Hall (magari dandole un'aura più "da ghost story"), altro punto di forza del romanzo.




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