"Riverberi Lontani" di Liala

Purtroppo non ho la copertina del libro, l'ho trovato in pessime condizioni...


Trama: Aurora Mius lavora in una gioielleria, barcamenandosi con problemi economici e nel sogno di riscattare l'antica casa a sua infanzia, in Maremma. Quando viene notata e desiderata dal ricchissimo Delio Recanati, accetta di andare a letto con lui in cambio dei soldi necessari per acquistare la casa; ma l'uomo la tiranneggia sempre di più, con ricatti economici, tanto da pretendere che lei gli dia un figlio...


Commento di Lunaria: uno dei romanzi migliori di Liala (che, incredibilmente, rispetto ad altre sue opere si ferma "solo" a 245 pagine) con splendide descrizioni rurali e campestre della Maremma e personaggi a tutto tondo ed indimenticabili: Aurora Mius, che viene violentata e poi perseguitata da Delio Recanati, il prototipo dell'uomo ricco che pensa di poter comprare (e buttare via) le persone e che schiavizzerà Aurora con ricatti e sotterfugi, facendo leva sul suo bisogno di riscattare l'antica casetta in Maremma, dove la ragazza è nata; la moglie di Recanati, che, ad un certo punto, accetterà di farsi da parte, pur di lusingare "la voglia egoistica di paternità" di Delio; l'infelice Felix, che amerà Aurora, andando contro i pregiudizi e la bigotteria della sua famiglia e del paese che considerano Aurora "l'amante mantenuta del ricco padrone"; il figlio che alla fine nascerà, come segno di speranza e di redenzione. Ne esce un compendio di illusioni e grettezze, di comportamenti vili che vengono equiparati da quelle poche "gocce distillate" di bene che di tanto in tanto Liala lascia emergere nell'intreccio del romanzo. Uno dei suoi romanzi più toccanti, che suggerisco di leggere per primo, se non si è mai letto nulla di questa autrice.   


Gli stralci più belli:

"Maremma. Malinconia distese sotto un cielo che talvolta pareva troppo basso. Case sperdute, davanti le quali il più delle volte bei cavalli dai fianchi forti sostavano o galoppavano o trottavano. […] Pensieri. Quelli di ogni giorno, in definitiva: ma resi più pesanti quella sera, forse perché sulle strade si distingueva il primo umidore autunnale, forse perché nella grande città, l'inverno si annunciava come una malinconia ben diversa da quella di laggiù. Laggiù era un addormentarsi placido di tutte le cose terrene. Laggiù, l'inverno avanzava lento: e non era mai un inverno troppo rigido. E se era rigido, bastava il calore delle stalle a farlo dimenticare."

"Ella avrebbe visto in lui l'uomo che l'aveva assalita come una belva e non aveva avuto altro scopo che quello di raggiungere una femminilità che esasperava i suoi sensi."

"Scostò la tenda leggera, guardò all'esterno. C'era una sonnolenza beata di cose pacificate dalla bruma e dal silenzio. Non troppo lontano dalla casa tutta era inghiottito dal vapore che avvolgeva le cose. Un piccolo mondo silenzioso, raccolto, lontano dai rumori, dalla vita, da tutto ciò che poteva ricordare un'altra esistenza. Una casa, un rifugio sereno (...) Le pareva di vedere i vetri scintillanti: riverberi lontani d'una invocazione all'amore e alla vita. Ecco: avrebbe atteso che il sole battesse nei vetri, che il sole li infiammasse, che tutto per quei vetri fosse scintillio prezioso: avrebbe atteso tutto ciò per parlare al figlio..."


AGGIORNAMENTO: ECCOLA





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