"E le Mura Caddero" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)


Trama: Anche prima di incontrare Mattieson che ha spezzato il cuore a sua cugina, Diana aveva fermamente deciso di corazzarsi contro l'amore, di non permettere mai che le mura da lei innalzate a protezione del suo cuore e del suo corpo cadessero sotto gli assalti di un uomo. Quando poi diventa preda delle attenzioni insistenti di Matt, rompendo il fidanzamento con Phil, Diana accettare di andare a Londra a lavorare per Matt, un importante direttore di un famoso giornale, venendo assunta come sua segretaria. Ossessioni, gelosie, minacce proseguono. Ma le mura tanto faticosamente costruite reggeranno alla passione che le ispira Matt, tra l'odio e l'amore? Alla passione che lui le risveglia nel cuore?


Commento di Lunaria:  Esattamente come altri libri di questa Autrice (in primis il famigerato "Notturno" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html) ci troviamo nuovamente davanti ad un romanzo che di Rosa non ha alcunché, se non "nel finale da happy end" perché per tutto il resto delle pagine compaiono (nuovamente, come di consueto, nelle trame di questa scrittrice!) cose come tentativi (e pure riusciti) di stupro coniugale, stalking, minacce di morte, atmosfere pesanti, lugubri e deprimenti, che più che "eccitare", terrorizzano.

Sto cominciando a pensare che questa prolifica Autrice abbia scritto "sempre lo stesso libro", limitandosi a cambiare giusto il nome dei personaggi, perché per il resto "il concept" è quello lì, tanto che mi trovo costretta a "reciclare" quanto avevo già scritto per "Notturno".

Tutta la vicenda di "E le Mura Caddero" è basata sul rapporto ai limiti dello stupro e dello stalking, tra Diana e Matt. Lo spregevole Matt, esattamente come gli altri personaggi maschili dei romanzi della Lamb, arrogante, manesco, tirannico, egocentrico, egoista, con la donna-agnello sacrificale, Diana, fragile, incapace di reagire, alla mercé di Matt... Diana, al limite del masochismo femminile, di quel masochismo femminile di donne che si immolano fino ad annullarsi per soddisfare i capricci e le esigenze del bel despota di turno, che farà scempio del loro corpo e della loro mente (e non mi riferisco alle amanti del famolo strano con intenti ludici, proprio no, mi riferisco a un masochismo psichico femminile devastante, più che non masochismo fisico, perché in "E le Mura Caddero" le effusioni - qualche bacio preso a forza contro una Diana intimorita sparso qui e lì in 154 pagine e un unico rapporto sessuale, in sintesi, che compare a pagina 147 in due righe - sono espresse in sintesi, è tutto il contorno che è disturbante, nei dialoghi, nelle azioni, nella postura e negli sguardi di Matt)

Minacce di morte contro Diana, stalking ossessivo contro di lei, Matt che le mette addosso le mani e, con uno stratagemma infame, per togliere di mezzo il rivale, provoca volontariamente la rottura del fidanzamento tra Diana e il mite e buono Phil; Diana costantemente immolata al dispotismo di Matt, e "nelle scene passionali" che, forse negli intenti dell'Autrice dovrebbero essere "romantiche", ad aleggiare costantemente è lo stupro coniugale, se non l'omicidio, di una Diana presa al collo e strangolata.

Al solito, il concept è questo qui, e il tutto viene narrato con la solita bravura lessicale della Lamb: intensi dialoghi e descrizioni della psicologia dei personaggi, particolari dei paesaggi dove si svolge la vicenda, insomma, il problema dei libri di questa scrittrice non è la mancanza di talento narrativo (che ha, essendo ogni suo romanzo, almeno tra quelli che ho letto io, un capolavoro nella descrizione psicologica dei personaggi) ma il fatto che costantemente lo stupro coniugale, gli istinti omicidi che animano i suoi personaggi maschili,  (dagli occhi grigi, un particolare inquietante che ricorre di continuo...) il masochismo di donne incapaci di resistere, vengono romanticizzate in un rosa confetto, vengono edulcorate e il tutto fatto passare come "vero amore", fino allo smielato happy end che ci fa sapere che Matt ha amato Diana fin dal primo sguardo, come se le violenze e le intimidazioni successe nelle precedenti pagine "fossero cosa da poco".

Siamo nel 2021, non siamo più al tempo degli antichi Romani dove "era culturalmente accettato" che un uomo mettesse addosso le mani ad una donna, la stuprasse e la trattasse da oggetto, nel 2021 narrazioni "Rosa" di rapporti tra maschi e femmine alla "E le Mura Caddero" vanno etichettate come la cosa che sono (e non importa se l'Autrice all'epoca che ha scritto quei romanzi non lo sapesse o non se ne rendesse conto) ovverossia romanzi che riportavano quel tipo di violenza di genere, accettato se non incoraggiato all'epoca, ma che oggigiorno consideriamo REATO.

Come sa chiunque abbia letto libri del genere: 



e conosce i meccanismi di dipendenza amorosa dall'altro. https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html

Non sto dicendo che questo tipo di romanzi Rosa, un tempo molto diffusi (ma non solo legati a narrative di 30 o 40 anni fa), devono essere censurati o non li si deve leggere: al contrario, vanno letti (nel caso della Lamb, sono scritti decisamente bene, nello stile narrativo) per poi ragionare su come i rapporti tra maschi e femmine siano cambiati (in meglio) rispetto a quello che abbiamo letto. 

Come già dicevo, anche per "Notturno" ci sarebbe voluto poco per tramutarlo in una storia di stupro coniugale e omicidio; e la stessa cosa vale anche per "E le Mura Caddero": niente impedisce a Steve e a Matt di aggredire e stuprare Lisa e Diana, per poi massacrarle, facendo schizzare il loro sangue sulle lenzuola candide. 

La cosa deprimente è che le eroine della Lamb sanno benissimo di essersi innamorate di tiranni. Eppure, pur sapendolo, non riescono a sottrarsi ma si offrono ancora più accasciate e sfiancate di quanto non fossero già in partenza. Basti citare la scena dell'ascensore: quando Matt blocca l'ascensore e inizia a palpeggiare e baciare Diana, lei ripetutamente cerca di svincolarsi, lui va avanti; quando l'ascensore viene riaperto dal servizio di sicurezza dell'albergo, Diana esce, ma invece di denunciare subito l'accaduto - è stata molestata sessualmente da uno sconosciuto che ha bloccato l'ascensore! - non ne parla al suo fidanzato. Siamo dalle parti del REATO, di uno sconosciuto che mette addosso le mani ad una donna, non consenziente, avendola persino rinchiusa in un ascensore per poterlo fare (in un'altra scena, Matt mente davanti al poliziotto, chiamato da Diana, che vuole sottrarsi dal suo stalking) ma l'Autrice va avanti come se niente fosse nella sua narrazione spacciando tutto questo come "romanzo sentimentale".

In conclusione, "E le Mura Caddero", come altri romanzi della Lamb, sono ottimi romanzi - ben narrati, con personaggi complessi e vividi, descritti a tutto tondo, scene profonde - ma sono da leggere con cautela. Innanzitutto, con la consapevolezza - che deve essere chiara - che nella realtà, un rapporto come quello di Diana e Matt e certe manovre dell'uomo, rientrano già nella molestia, nella violenza psicologica e nell'abuso e che "l'innamoramento" di Diana non è amore, ma rientra nel disturbo di dipendenza amorosa. 

Sono storie di gelosia e possesso maschile, di maschi tiranni che arrivano a marchiare "i loro oggetti femminili" (l'anello, che Matt infila a Diana, ha quella valenza lì e lui stesso lo specifica), di femmine che piangono in continuazione e subiscono questo cinismo maschile totalitario, non importa quanto l'happy end prima della fine del romanzo "ci faccia sapere quanto questi uomini amano le loro donne", sono storie di relazione tossiche, sempre con la minaccia dello stupro e dell'omicidio "passionale" che aleggia tra le righe. C'è violenza psicologica che alcune volte sfocia in violenza fisica (Diana viene persino fatta cadere da Matt, mentre la strattona come se fosse una bambola di pezza e più volte la minaccia di morte). Peraltro, lo stesso Matt, per parlare di Diana usa dei termini da gergo militare, come se Diana fosse un bottino di guerra e il titolo del libro si spiega proprio con questa chiave di lettura! "E le Mura Caddero", cioè le difese di Diana, la sua incolumità psico-fisica paragonata ad una roccaforte, è stata assaltata e conquistata da Matt che ne entra come una sorta di generale vincitore!

La domanda è: ma questa Autrice che intenzioni aveva, scrivendo questi libri? Era convinta che quel modo lì di angariare le donne fosse "romanticismo e amore"? Stava raccontando delle sue personali esperienze? Voleva mettere in guardia le lettrici o semplicemente farsi beffe di loro scrivendo parodie di romanzi Rosa a tinte horror? O voleva "scrivere dei moniti" affinché le donne stessero alla larga dagli uomini? Perché da lettrice dei suoi romanzi, che mi hanno sconvolto con scene da pugno nello stomaco, sono domande che mi faccio da quando ho cominciato a leggere i suoi libri. Qualcosa mi fa pensare che questa Autrice o "si eccitasse" con uomini di quel tipo oppure abbia scritto quei romanzi per cercare di guarire da qualche trauma subito per mano di qualcuno. Perché i suoi personaggi maschili sono tutti uguali, è sempre lo stesso tipo di maschio, con la stessa indole tirannica e totalitaria. è questo tipo di uomo che ha incontrato? Tanto che il suo fantasma è stato "fatto vivere" nei suoi romanzi? E i suoi personaggi femminili, sono alter-ego dell'Autrice? E quel genere di vittima sacrificale, che lei pensava di essere? Domande che non avranno risposte, ma data la verve espressiva così "da pugno nello stomaco", io me le faccio ogni volta che leggo i suoi libri. Ormai mi aspetto solo questo concept, dai libri di questa Autrice...

Perciò, al solito: se lo trovate "E le Mura Caddero" leggetelo. è ben scritto e vale la pena, essendo un romanzo di introspezione psicologica. Ma se vivete un rapporto sentimentale "con un uomo che si comporta come Matt" IL MIO CONSIGLIO è QUELLO DI RIVOLGERVI IMMEDIATAMENTE AD UN CENTRO ANTIVIOLENZA. Quello che vivete non è amore, è violenza psicologica e fisica, e come tale va fermata.


Alcuni estratti, per dare l'idea della violenza che Matt compie verso Diana.  Pagine 25, 27, 28: "Quando l'ascensore arrivò, entrarono insieme nella cabina. Lei divenne ancora più nervosa nel constatare che ne erano i soli occupanti e rimase immobile, girandogli le spalle. Ma un dito le sfiorò un braccio coperto dalla mussolina, e lei sussultò. "Vuole lasciarmi in pace!", esplose. Si rigirò di scatto mentre lui, con un lampo di soddisfazione ironica negli occhi, appoggiava una mano sul pannello dei comandi. L'ascensore si bloccò con un brusco scossone. Lei fissò, incredula, lo sconosciuto. "Cos'ha combinato?", gli domandò con voce tremante per l'improvvisa paura. "Niente, può capitare, se uno si appoggia inavvertitamente contro il pannello", rispose lui. (...) Lei rimase senza parole, ma gli occhi le brillavano per la collera impotente. (...) "Se fossi al suo posto [del fidanzato di Diana] io la bacerei finché lei non avesse più la forza di stare in piedi!" Diana arrossì di colpo (...) Lui rimase per qualche attimo in silenzio, poi sorrise e disse: "Ed è esattamente quello che intendo fare." Lei sbarrò gli occhi e le labbra le tremarono. Indietreggiò di un passo e finì contro la parete dell'ascensore. Lui venne avanti. "Se mi tocca, urlo! Mi sentiranno..." Senza ascoltarla, lui la imprigionò appoggiando le mani, a braccia tese, contro la parete della cabina. E intanto la fissava, lineamento per lineamento, con occhi beffardi. Incapace di muovere un dito, lei si sentiva sconvolta nel profondo dell'anima. (...) "Non mi tocchi!" "Io non sono il suo fidanzato, Diana. Io, gli ordini li do, non li ricevo!" Si protese finché il suo forte corpo non le pesò addosso. (...) "Ma la bocca di lui, implacabile, era ormai sulla sua e le mormorava, labbra contro labbra: "Sta' buona, altrimenti mi arrabbio sul serio..." Voleva divincolarsi, sfuggirgli, ma la violenza repressa che sentiva in lui la indusse a rinunciare alla lotta. Fu un'esperienza tremenda (...) per la prima volta in vita sua era indifesa davanti a un uomo (...) Lui la forzò ad alzare la testa, afferrandola per i capelli, obbligandola a sottomettersi al suo bacio."

Certo qualche riga sotto l'Autrice ci fa sapere che Matt è di bell'aspetto e che a Diana comincia a piacere la cosa, ma non è questo il punto, il punto è che tutta questa scena descrive un REATO.

Tanto più che "finito di gemere" (con Matt che le apre persino la lampo del vestito) Diana "riaprì a fatica [gli occhi] e lo guardò con orrore e disperazione insieme."

Siamo ben lontani da "aver chiesto il consenso della donna", visto che Matt, uno sconosciuto, la imprigiona in un ascensore, inizia a palpeggiarla, a baciarla, ad abbassare la zip, senza che lei "l'avesse chiesto prima" e un po' prima che "arrivi l'addetto della sicurezza" per liberarli dall'ascensore, Diana "riaprì a fatica [gli occhi] e lo guardò con orrore e disperazione insieme".

Ripeto: nei romanzi della Lamb il "consenso femminile" non viene neanche chiesto già in partenza, viene estorto a forza se non "ignorato" quando la protagonista si dimena o ripete "No", e l'Autrice, solo qualche riga più sotto, ci fa sapere che "ma lo sconosciuto è di bell'aspetto" (come a dire che uno stupro o una molestia sia "meno criminale" se chi la compie "è carino") oppure che "ma in fondo a lei è piaciuto", con tutto che per due-tre pagine abbiamo letto di una donna che ha reazione terrorizzate, tra respiri mozzi e tachicardia e non "di piacere sessuale".

Pagina 36: "Fuori dall'albergo era ferma un'automobile, ma non vi prestò attenzione e sussultò quando una mano la prese per il gomito. Si girò: era Matt Hume. "Che cosa vuole?", gli chiese con un tono gelido che non lo turbò affatto. "Salga", disse semplicemente lui, aprendole la portiera della limousine blu. "No, grazie", disse lei, indietreggiando. "Vuole che la sbatta dentro a forza?". Per un attimo i loro sguardi si affrontarono. Diana si rese conto che Matt non parlava a vanvera e che non avrebbe esitato a mettere in esecuzione la minaccia. (...) Calcolò quali probabilità avesse di sfuggirgli. Nessuna: era molto più forte di lei. Con un gesto impaziente, lui la spinse all'interno dell'automobile e chiuse la portiera."

Questa scena è o non è un sequestro di persona?!

Tanto più che viene persino specificato: "Lei tentò subito di riaprirla per balzar fuori, ma la maniglia non si mosse nemmeno. (...) è a chiusura automatica, comandata da cruscotto", le mormorò, avviando il motore. (...) Lui si mosse sul sedile e, con tutta calma, le posò una mano sul ginocchio."

Sì, certo, poi qualche riga sotto l'Autrice ci fa sapere che "c'erano i poliziotti e Diana poteva chiedere aiuto", e lei non lo fa al momento.

Pagina 38: "Appena scesa, si allontanò quasi di corsa (...) Però Matt la raggiunse e la costrinse a fermarsi prendendola per il polso. "Mi lasci! Stavolta faccio sul serio! Se non mi lascia subito, urlo e tuti i poliziotti nel raggio di un chilometro mi sentiranno!"

Quando arriva il poliziotto, Matt mente, facendo passare Diana come "sua moglie, isterica". E - vergognosamente - il poliziotto crede a Matt, tanto che, pagina 39:  "Diana era sull'orlo delle lacrime. Fece per divincolarsi, ma lui la bloccò stringendola a sé e premendole la testa contro il proprio petto. (...) Rossa per la vergogna, lei cercò di scostarsi, ma lui la teneva saldamente. Cadde sulla schiena, e subito lui le si allungò al fianco."

A pagina 40, quando Diana tenta di divincolarsi cercando di prenderlo a schiaffi, lui le blocca la mano e le tappa la bocca per non farla urlare. Come definire una scena del genere?!

Qualche riga sotto, l'Autrice commenta "Gli occhi brillanti per una gelida rabbia, Diana lo odiò con tutto il cuore. Sì, lo odiava... e detestava se stessa perché non riusciva a vincere la reazione istintiva che il contatto di quelle mani faceva nascere in lei." 

A pagina 47, Matt entra nella stanza d'albergo di Diana, mentre lei ha appena finito di lavarsi ed è in accappatoio. Inutile che lei continui ad urlare "Esca! Altrimenti chiamo la direzione!"

A pagina 48, c'è una scena che arriva vicinissima allo stupro: mentre Diana è spaventata, vestita solo con l'accappatoio, indietreggia e "un altro passo, e Diana urtò contro il bordo del letto. Barcollò e cadde all'indietro, con un gridolino di spavento. Lui le fu sopra in un lampo e la bloccò. L'accappatoio si era aperto lasciandogli vedere il suo corpo nudo." Già questo è terrorizzante per una donna che non "si ecciti con fantasie di stupro." Ma l'Autrice aggiunge terrore al terrore: "Lui aveva uno strano bagliore nelle pupille. Poi, con un gemito sordo, si chinò e prese a baciarla con furia sul seno."

Puntualmente, qualche riga sotto, l'Autrice specifica che "Diana inizia a collaborare", con tutto che per ben due pagine, Diana era terrorizzata. Quando il fidanzato di Diana, attirato nel tranello tesogli da Matt, vede Diana distesa sul letto, con Matt mezzo nudo, Matt le fa notare che "vedere Diana a quel modo, avrebbe distrutto completamente il rispetto di Phil verso di lei", suggerendole l'antifona che "è una sgualdrina". A quel punto Diana schiaffeggia Matt e lui le risponde "La prossima volta te lo rendo. Per adesso te lo dico." Quando Diana inizia a urlare, Matt "sorride ironicamente", si riveste, e prima di uscire le dice "A presto".

Come è possibile far passare una scena del genere come "romantica"? In linea con quello che ci si aspetta da un romanzo Rosa?? è anche leggendo cose come questa, scene tipiche di questa Autrice, che mi sorge il sospetto che lei non abbia voluto scrivere romanzi Rosa, ma parodie di romanzi Rosa in chiave grottesca.

Ma proseguiamo: a pagina 66, Matt letteralmente dice "Ti avrei preso a forza!" e immaginando che Diana "abbia fatto sesso con Phil" va in collera, dando della cretina a Diana, per aver tentato di spiegare a Phil che era stata aggredita da Matt nella stanza d'albergo e non era consenziente. A quel punto, pagina 67: "L'afferrò per le spalle e la scosse con violenza, a braccia tese. "Stupida, cretina, pazza!" (...) Lanciò un'imprecazione di rabbia impotente. (...) Le sue mani le strinsero le spalle fino a farla barcollare per il dolore." "Mi fa male!", ribatté lei, lottando per liberarsi dalla stretta. "Sta' ferma. Saprò la verità, a costo di tenerti qui tutta la notte. (...) Ricordati, per il futuro, che anche una sola frase da parte tua può provocare uno di quegli incidenti che sostieni di voler evitare!" Con le gambe che le tremavano un poco, lei si avviò alla porta. Era profondamente turbata: sapeva di essere stata per un attimo sull'orlo del precipizio."

E qui, la scena che viene in mente è quella di un Matt che, pazzo di gelosia, uccide Diana. Evidentemente anche l'Autrice ha dovuto "figurarselo" perché specifica: "Se, anziché respingerla, Matt l'avesse presa fra le braccia, avrebbe avuto ragione di lei con la massima facilità. Lungo tutta la strada del ritorno a Leicester fu torturata da un vivo senso di disprezzo per se stessa."

A pagina 74, altra minaccia di Matt: "Le prese il mento con una mano e le guardò la bocca con espressione minacciosa. (...) "Ti costringerò a dirmi che cos'è successo, a costo di picchiarti!"

A pagina 101, sempre sconvolto dalla gelosia perché Diana è uscita con un collega: "Lui la prese per il collo e l'attirò brutalmente a sé (...) Chinò la testa per infliggerle un bacio, violento e devastatore come quello della prima volta, nell'ascensore." Quando, nuovamente Diana tenta di divincolarsi, difendendosi come può usando le sue mani, "Furente, Matt alzò a sua volta la mano e, prima che lei potesse fare un gesto, la colpì con tale violenza da farle perdere l'equilibrio" e ovviamente, la solleva e la porta a letto e, pagina 102: "d'un tratto, le strappò via la sottoveste, scoprendo la sua pelle candida."

Ma davvero, ma come si può considerare "romantiche" scene del genere? Sono scene che descrivono della violenza fisica e alludono allo stupro coniugale. Il tutto viene peggiorato pure da dialoghi che fanno passare Diana come se fosse una preda di guerra: "Voglio un atto di sottomissione. Ammettilo! Sei sconfitta. Le mura sono cadute", la incalzava Matt."

Ovviamente, poi l'Autrice si compiace nel descrivere Diana che, resa, sottomessa e rassegnata, "si abbandonò completamente al proprio desiderio e alle carezze di lui."

E che Diana sia "bottino, preda, possesso, oggetto, proprietà" di Matt lo si rimarca a pagina 103: "Non darai mai più appuntamenti a Christopher. Tu porti il mio marchio, il marchio di Matt Hume su tutto il corpo!"

"Lei rabbrividì per la vergogna e la tristezza. Poi, cercando di recuperare un po' di dignità, disse: "Io non sono tua (...) Ti odio", sussurrò." e lui (pagina 104) "Non uscirai mai più con un altro uomo. Tu mi appartieni, sei mia, chiaro?" "No", rispose lei con aria di sfida. "Sai benissimo che mi ubbidirai", disse lui sorridendo ironicamente." (...) pagina 123: "Anche se dovesse durare tutta la vita, riuscirò a domarti, Diana!"

"Si ritrovava prigioniera della sua volontà implacabile." (...) pagina 123 "Le lacrime presero a scorrerle lentamente sulle guance e pianse.", pagina 127: "Lui conosceva il potere con cui la teneva legata a sé, e le aveva anche detto che prima o poi si sarebbe preso quello che lei non avrebbe più avuto la forza di negargli. Fece una smorfia di dolore: non aveva mai avuto la forza di negargli niente, in realtà, né era mai stata in grado di resistergli. Fin dal loro primo incontro. Era amaro, ma era così."

A pagina 138 si raggiunge l'apice del masochismo femminile: "Sentiva, sapeva, era convinta che per lei, ormai, contava una cosa sola: Matt. Matt che aveva un po' bisogno di lei, magari solo per preparargli da mangiare, magari solo per calmarlo accarezzandogli il collo, magari solo per soddisfare il suo desiderio fisico portandosela a letto ogni tanto. Per lui era pronta a fare qualsiasi cosa, senza far domande. (...) Il semplice piacere di dargli tutto quello che lui desiderava, le sarebbe bastato."

Pagina 144: "Lui la scosse rudemente. "Parla Diana!" (...) Le afferrò i polsi con mani impietose e la trattenne. (...) Non poteva far niente contro la sua forza fisica."

Pagina 145: "Vuoi vedermi in ginocchio ai tuoi piedi? A supplicarti? (...) Vuoi un atto di sottomissione. Vuoi tutto. Sei un nemico spietato, Matt. Dio, perché mi sono innamorata di te?"

Pagina 151: "Quando mi hai fatto vedere l'anello di Phil, ero tanto geloso che ti avrei strangolato."

Pagina 152: "Quando ho detto di sì, in chiesa, mi sono data a te corpo e anima come tu volevi, perché tu faccia di me tutto quello che vorrai, fino al mio ultimo respiro..."





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