Trama: Fine Ottocento. Heather Payton viene assunta come dama di compagnia a Rosemerryn, una splendida magione in Cornovaglia. Si troverà al centro di una fitta rete di intrighi e misteri che riguardano gli abitanti di Rosemerryn: una donna uccisa durante un incendio il cui fantasma - si dice - vaga ancora per Rosemerryn quando calano le tenebre, lo strano comportamento dei padroni della villa, un diario rivelatore nascosto in una grotta... E Heather, può fidarsi degli uomini che dicono di amarla? Tra Dennis e Geoffrey chi sceglierà?
Nota di Lunaria: "La Casa delle Rose" è uno splendido romanzo Rosa a tinte gotiche. Ha una mole poderosa (475 pagine) ma è così ben narrato e avvincente, nelle sue atmosfere alla Ann Radcliffe, che facevo fatica a smettere di leggerlo e sfruttavo ogni momento libero per poter proseguire la lettura, pagina dopo pagina. Di questo romanzo ho adorato l'atmosfera spettrale e romantica (la villa, con corridoi labirintici e splendidi roseti, arroccata sullo strapiombo, le scogliere, la brughiera e i boschi nei quali si aggira la protagonista, gli elementi ottocenteschi, il linguaggio forbito), i personaggi, splendidamente descritti nella loro complessità psicologica, l'intrigo che muove tutta la vicenda. Praticamente assente l'eros, se non per qualche casto bacio, ma questa volta non lo considero un difetto perché tutta l'atmosfera sospesa tra lo spettrale e il decadente, costantemente avvolta nella bruma che sale dal mare, è stata resa con grande maestria. Probabilmente è molto difficile da reperire (io l'ho trovato al mercatino dell'usato) ma se vi piacciono i libri di Ann Radcliffe fate il possibile per recuperarlo... altrimenti accontentatevi di questi stralci che trascrivo!
Gli stralci più belli:
"La luce tremolava nel corridoio in penombra di Rosemerryn, proiettando sulle pareti ombre simili a spettri e facendo risaltare il volto cupo e la camminata barcollante dell'uomo che reggeva la lampada."
"Era buio quando vidi Rosemerryn per la prima volta. Era buio e pioveva, e benché mi sforzassi di guardare dal finestrino rigato di pioggia della carrozza, riuscii a scorgere solo sagome indistinte. Rimasi delusa, molto delusa, perché per buona parte del viaggio avevo cercato di immaginare come fosse la residenza degli Ashley. "Rosemerryn in realtà ha due facce" mi aveva detto Dennis in precedenza. "Quando la si vede dal mare pare sorgere dalle rocce, e le sue pareti di granito si levano in alto con i loro pinnacoli, rendendola simile alle rupi su cui è costruita. Si trova su un promontorio che si protende sul mare, e quando ho voglia di fantasticare la paragono a un antico guerriero che sfida tutti quelli che osano violare le sue porte."
"La luce della luna inondava la stanza e provai una fitta di paura, mentre cercavo di ricordarmi dove fossi. Poi capii di essere a Rosemerryn. Quella era la prima notte che passavo nella grande casa sul mare. Tesi l'orecchio per sentire se il rumore che mi aveva svegliato si ripeteva. Mi era parso di udire qualcuno urlare. Ma il silenzio della notte era rotto solo dallo scricchiolio di vecchi mobili. [...] Riflettei su quanto fosse antico Rosemerryn e sulla possibilità che fosse infestato da spettri. Chi poteva sapere quali segreti celassero i suoi muri, quali spiriti inquieti vagassero per i suoi corridoi? [...] Sotto la mia finestra si stendeva un giardino umido di pioggia, attraversato da sentierini ghiaiosi che conducevano alle geometriche aiuole di rose. Le aiuole erano circondate da alte siepi con un pergolato a cupola sullo sfondo del quale si scorgevano alberi fitti."
"Mi fermai un attimo a guardare l'alta parete merlata della casa che si levava maestosamente in su, fino ai pinnacoli della torre. I muri di granito grigio erano macchiati qui e là, e l'edera che copriva la torre conferiva all'insieme un'aria ancora più antica. Sentii subito il rumore e l'odore del mare, ma fu solo dopo che ebbi girato intorno alla torre d'angolo che riuscii a vedere la vasta distesa d'acqua. (...) Osservai affascinata le onde che si infrangevano contro la roccia sollevando spruzzi rabbiosi e ascoltai il loro rumore costante, che sapeva di eternità. Buttai gli occhi giù, verso il baratro da cui le rupi si levavano come pinnacoli dai contorni irregolari. (...) Mi guardai intorno e scorsi un sentiero. Era accidentato e pieno di sassi, ma mi incamminai lo stesso, stando attenta a non scivolare."
"Quando uscii dalla camera da letto la casa era buia. La fiamma della mia candela guizzava e tremolava per gli spifferi che provenivano dalle finestre sferzate dal vento. Appena entrai nella galleria, dove gli spifferi erano più forti, la fiamma guizzò ancora di più, proiettando strane ombre sui muri."
"Provai un senso di disagio, perché in mezzo a quelle ombre tremolanti i ritratti parevano muoversi e acquistare vita. Quei volti che mi fissavano dalle pareti mi procuravano un brivido e cominciai a camminare in fretta, con lo sguardo incollato al pavimento. Quando arrivai quasi in fondo alla galleria, una corrente d'aria fece deviare la fiamma a tal punto, che per poco la candela non si spense. Mi fermai e aspettai che la fiamma tornasse normale. Involontariamente alzai gli occhi e vidi il ritratto della donna che indossava il famoso abito rosso. Mi sentii invadere dalla paura, perché mi rammentai del racconto di Polly e della sottoveste macchiata di sangue. La mia paura si tramutò in terrore quando, osservando il viso della donna del ritratto, vidi le sue labbra schiudersi e sussurrare: "Wiiill...ard... Wiiiill...ard". In preda a un panico irrazionale, mi misi a correre precipitosamente. Ero sicura che la donna fosse alle mie spalle e che mi sarebbe saltata addosso prima che arrivassi alla mia stanza. Mi pareva quasi di sentire le sue mani che tentavano di ghermirmi mentre armeggiavo con la maniglia."
"Mi svegliai non per i sussurri della signora con l'abito rosso, ma per delle urla così acute e laceranti, che il mio buon senso si trovò a mal partito davanti ai suggerimenti dell'immaginazione. Che si stesse ripetendo l'episodio di sangue avvenuto nella soffitta in tempi lontani?"
"Dopo che ebbi attraversato il bosco, mi ritrovai ai margini della brughiera. Il sentiero era infossato e circondato ai lati da erba lussureggiante e da centinaia di fiori selvatici. Dalla brughiera spirava una brezza che portava con sé l'odore della ginestra. (...) In lontananza scorsi davanti a me una ripida collina sulla cui cima c'era un pilastro di pietra. Doveva essere quello l'Old King. Impiegai un certo tempo a raggiungere la tomba, perché la collina era piena di massi ed ero inoltre costretta ad aggirare gli arbusti e le ginestre. (...) Smisi di fantasticare quando mi resi conto che la nebbia, sempre più fitta sulla terraferma, era vera e reale. Rosemerryn era già avvolta nell'ombra."
"Ma nel mio ottimismo non tenni conto di quanto potesse essere insidiosa la nebbia, in Cornovaglia. Prima che giungessi a metà strada i pennacchi argentei di nebbia mi avevano completamente avvolto nelle loro spire. (...) Temevo di imboccare il sentiero sbagliato e di finire su un promontorio da cui sarei potuta precipitare in mare (...) Fu allora che mi accorsi che la cappa intorno a me era fitta e immobile. Oltre a nascondere il paesaggio, la nebbia pareva avere anche cancellato ogni suono. Tesi l'orecchio nella speranza di sentire il cinguettio di un uccello o il belato di qualche pecora. Ma il silenzio che mi avvolgeva era totale e opprimente. Mi rannicchiai sulla roccia e maledissi la nebbia. (...) Ma tutti i miei ricordi non mi impedirono a un certo punto di venire afferrata dalla paura. La paura arrivò all'improvviso e strinse in una morsa gelida il mio corpo già infreddolito. (...) Mi guardai intorno quasi aspettandomi di vedere uscire dalla nebbia una creatura strabica e con la bocca enorme. Vidi invece solo la caligine biancastra che mi spaventò ancora di più. Ero sicura che di là da quel velo informe fosse in agguato qualcosa, qualcosa di più temibile degli stessi parti della mia fantasia. Ormai ero terrorizzata come la sera in cui, durante il temporale, avevo creduto di vedere lo spettro di Helen. C'era davvero qualcosa, là da qualche parte: sentivo che si stava avvicinando. Scivolai giù dal masso, preparandomi a fuggire."
"Mi sentii inquieta quando entrai nel bosco. Lì le prime ombre della sera si erano fatte più dense e nella luce fioca gli alberi sembravano davvero streghe, come erano parsi a Delcine. Che fosse vera la storia del fantasma di Vanessa? Che il suo spettro si aggirasse sul serio nel bosco? Rabbrividii e cercai di allontanare le mie paure. Mi concentrai sul sentiero, stando attenta a non perdermi. Quando un uccello si levò all'improvviso dal suo nido, sussultai per lo spavento. Appena quel rumore cessò, udii il ticchettio delle gocce che scendevano dagli alberi e il fruscio di piccoli animali. Ma erano davvero animali o qualcos'altro? Quando di colpo si spezzò un ramoscello, mi sentii afferrare da un terrore irrazionale e mi misi a correre lungo il sentiero senza badare ai rami che mi strappavano il vestito. Ero sicura che qualcuno stesse in agguato nel bosco e si preparasse a saltarmi addosso, benché non sapessi dirmi se la presenza misteriosa fosse il fantasma di Vanessa o un essere umano."
"Mentre tendevo l'orecchio nel lugubre silenzio, mi sentii invadere sempre di più dal terrore, e si insinuarono nella mia mente le idee più spaventose. Mi pareva quasi che mani ignote mi stessero ghermendo per scagliarmi in foschi labirinti di orrore innominabile. (...) Ero arrivata a metà della stanza, quando vidi qualcosa di ancora più terribile di quanto potessi immaginare. Due scheletri dalle occhiaie vuote mi fissavano da in mezzo a un mucchio di catene arrugginite."
La copertina ricorda i famosi (non tanto da noi) romanzi gotici della serie "fanciulle che fuggono dalle case" https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2020/11/copertine-fanciulle-che-fuggono-dalle.html
Altri romanzi consigliati: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/05/tentazione-fatale-di-mandy-moore.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/la-casa-dellincubo-di-regan-forest.html
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