"I Segreti del Labirinto" di Deborah Simmons (Romanzi Storici)


Trama: Inghilterra, XIX secolo. Sydony e suo fratello Kit giungono a Oakfield, la tenuta che hanno ereditato da una lontana parente, in una notte buia e tempestosa. La casa deserta sembra uscire da uno dei romanzi gotici tanto amati da Sydony e in giardino sorge un impenetrabile labirinto di siepi altissime. Ma ciò che più turba la coraggiosa Syd è il fatto che tutto ad un tratto nella sua vita sia ricomparso il visconte Bartholomew Hawthorne... lui non è più il gentile compagno di giochi della sua infanzia, bensì un uomo dal fascino misterioso ed inquietante che l'attrae e al contempo la spaventa... 


Commento di Lunaria: un romanzo molto intrigante, che fonde abilmente atmosfere da romanzo gotico (per tutta la prima parte, con la magione spettrale e la protagonista che prova inquietudini e strani presentimenti pensando al labirinto che troneggia nel giardino...) per acquisire via via atmosfere più thrilling e paranoiche (con qualche particolare tendente all'horror e al soprannaturale) inserendosi nel filone del "protagonista perseguitata da una misteriosa setta che complotta alle sue spalle: di chi fidarsi?"

Poco erotismo, purtroppo, ed è questo l'unico difetto del libro.

N.B dalla stessa autrice avevo apprezzato moltissimo anche "Luci e Tenebre" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/10/luci-e-tenebre-di-deborah-simmons.html Vedi anche https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/tesori-sepolti-di-deborah-simmons-i.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/04/la-strega-e-il-cavaliere-di-deborah.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/04/la-gorgone-e-il-cavaliere-di-deborah.html


Gli stralci più belli: "Al posto dei prati verdi ben curati e delle dolci colline cui era abituata, Sydony vide dell'erba alta e incolta e, più oltre, la brughiera spoglia. Scossa da un brivido, si voltò per cercare qualche aspetto più gradevole. Doveva esserci un giardino da qualche parte, pensò mentre imboccava un vialetto coperto di ghiaia, invaso dalle erbacce, che portava sul retro della casa. Aveva fatto pochi passi quando vide un'impressionante ammasso di vegetazione cupa."Che cos'è?", gridò rivolta a Kit, indicandoglielo."Un labirinto", rispose lui con un sorriso e un cenno di saluto. (...) Sydony continuò a camminare fino al retro della casa. Lì c'era una terrazza in rovina circondata da quello che un tempo era stato un giardino. Dietro, le altissime siepi scure nascondevano tutto il resto. Sydony si strinse nel mantello per ripararsi dall'aria fattasi di colpo gelida.

Quell'intrico di vegetazione emanava un fascino che la invitava a scoprire i suoi segreti, eppure, al tempo stesso, il suo aspetto selvaggio e minaccioso la teneva lontana."

"Non pioveva più, ma i rami grondavano acqua e il vento incessante muoveva la vegetazione del labirinto dando l'impressione che fosse abitato. Guardando attraverso il vetro sporco, Sydony avrebbe giurato che c'era qualcosa di nero tra le siepi cupe."

"Accennando con il mento al giardino, abbassò la voce. "Quel luogo appartiene a loro [i Druidi] fin da prima che noi nascessimo. Da secoli, credo. Meglio che se lo tengano." (...) Sydony andò alla finestra per guardare di nuovo il labirinto con le siepi che si avvolgevano su loro stesse come un gigantesco rettile. (...) Quel pensiero attirò il suo sguardo verso il centro del labirinto, dove la quercia secolare montava la guardia, e Sydony rabbrividì."

"La luce della luna era altalenante e gettava ombre capricciose sulla vegetazione incolta del giardino. Il vento, come sempre, gemeva piano sollevando nell'aria le foglie per condurle in una folle danza e poi farle ricadere a terra con un fruscio. Quel paesaggio fantastico avrebbe intimorito chiunque, soprattutto in quei giorni prossimi alla vigilia di Ognissanti. Sydony aveva la mente affollata di avvertimenti, immagini di teschi e interiora, labirinti dove gli incauti potevano smarrirsi e smarrire la ragione, maghi e Druidi."

"Barto rimase di stucco quando lo stretto paesaggio si aprì di colpo in un'ampia radura, dove le siepi formavano un cerchio intorno alla imponente quercia. "Il centro del labirinto", annunciò sottovoce la fanciulla. Barto la osservò mentre avanzava, il mantello che formava uno strascico dietro di lei sull'erba secca, la testa alta, la mano protesa per toccare la corteccia nodosa. Con la grazia innata che la caratterizzava, sembrava una sacerdotessa druidica che si avvicinava a un albero molto venerato."





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