"Nell'antro della belva" di Anne Mather (Collezione Harmony)
Trama: Perdere la strada perché sorpresi da una tempesta di neve in una regione quasi deserta del Nord dell'Inghilterra e in pieno inverno non può essere considerata una colpa e, se si incontra provvidenzialmente una casa isolata, si può chiedere ospitalità ed essere bene accolti. è quello che pensa Helen quando, all'avvicinarsi della notte, si trova nel bel mezzo di una distesa bianca e immacolata... Ma se invece il primo essere vivente che vedi è un ghepardo che ti balza contro? E il secondo, un uomo enigmatico e severo che ti considera sua prigioniera? E il terzo, un ex lottatore dal cranio pelato? Povera Helen... in fuga da un matrimonio combinato e da un padre autoritario e che dopo una settimana di "forzata convivenza" si ritroverà innamorata del tormentato Dominic!
Commento di Lunaria: "Nell'antro della belva" è un buon romanzo rosa leggermente venato di suspence (all'inizio) anche se il tono thrilling resta sempre molto soft e non cade mai nella drammaticità anche se il protagonista Dominic a tratti è molto cinico (al contrario di romanzi caratterizzati da un'atmosfera di piombo come "Notturno"e "Possesso",
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/possesso-di-charlotte-lamb-collezione.html
si percepisce molto bene che Dominic non è affatto un uomo pericoloso e l'atmosfera conflittuale - per esempio, i dialoghi tra Helen e Dominic - non viene mai appesantita oltre la misura). Molto originale l'inizio del romanzo, con una Helen dispersa nella neve che vede davanti a sé un ghepardo!; delicate e soffuse le scene d'amore. Il ritmo narrativo funziona e il romanzo si divora veramente in pochi giorni. (io l'ho letto sul treno, in venti minuti ero già arrivata a pagina 57)
Gli stralci più belli: "Si fermò per guardare indietro. Non si distingueva più niente, al di là di un centinaio di metri: si era persa. La notte era vicina... e lei era lontana da qualsiasi rifugio, esattamente come un'ora prima. Ebbe un fremito di paura. Che cosa fare? Era una punizione del destino, per aver messo in discussione il diritto di suo padre a sceglierle il marito? Qualcosa si mosse. Con la coda dell'occhio, Helen percepì un movimento, una macchia di colore, proprio di fronte a lei, un po' più in alto. Che cos'era? Sicuramente un animale che cercava qualcosa da mangiare. (...) Le gambe le tremarono. Si sentì morire di paura. Non era un cane! Non era un animale domestico! Era un leopardo! Un leopardo sulla neve!"
"I brividi di Helen erano aumentati. Non conosceva quell'uomo dal viso duro e dal tono di voce provocatorio né aveva voglia di conoscerlo: qualcosa in lui l'inquietava, quasi la spaventava. Si disse che forse era quel suo zoppicare... o il movimento di torsione dell'anca quando camminava... o la sua arroganza. Tuttavia, quando lui le aveva sfiorato le dita, per caso, le era sembrato che una fiamma le salisse lungo il braccio e si era sentita attratta e contemporaneamente respinta, come una falena dalla luce."
"Quello che le risultava intollerabile, oltre che doloroso, era il pensiero che lui sapesse, chissà come, dell'attrazione che esercitava su di lei, e l'avesse male interpretata. In realtà il pensiero che quell'uomo cupo, crudele, con il corpo deforme, potesse ispirarle desideri fisici la riempiva di disgusto. Non voleva essere attratta da Dominic Lyall, dalla sua personalità sconvolgente, dal suo carattere imprevedibile, dai suoi occhi..."
"Aveva creduto che fosse colpa sua, che le mancasse qualcosa. Adesso non era più tanto sicura. Ricordò la propria reazione al contatto con Dominic Lyall e avvampò. Si rese conto di non essersi mai irrigidita al pensiero che le mani di Dominic potessero toccarla, e si sentì totalmente impotente di fronte al tradimento del suo corpo. Non aveva dunque più alcun controllo delle proprie emozioni? Era questo che volevano dire le parole attrazione fisica? Si sentiva pronta a cedere a quell'uomo crudele, distruttivo? Le sembrava impossibile, ma non c'era altra spiegazione."
"Come aveva fatto a pensare di essere incapace di emozioni? Ma nessun uomo l'aveva mai eccitata fino al punto di lasciarla in preda a un desiderio che poteva essere appagato solo con l'abbandono totale. Avvampò. Stava sognando di concedersi a un uomo che la teneva prigioniera contro la sua volontà! Doveva essere pazza!"
"Contemplando quella testa china, Helen fu presa da un tremito. Lui la guardò con gli occhi offuscati per l'emozione. Poi le mise una mano sulla nuca e col pollice le accarezzò la pelle sensibile, dietro l'orecchio e sulla spalla, scostando una spallina del vestito. Anche se avesse voluto, Helen sarebbe stata incapace di qualsiasi movimento. Dominic esercitava su di lei un tale potere che non avrebbe potuto rifiutargli nulla. Quando l'attirò a sé, lei tremeva tanto che lui si sbottonò da solo la camicia, prima di stringersela al petto, duro e muscoloso. (...) La sua bocca dura, ferma, esigente, cercò quella di lei. Non c'era più niente, al mondo, tranne lui. Helen gli circondò il collo con le braccia, e si ritrovarono distesi l'uno a fianco dell'altra sul divano, labbra e corpi uniti. Si scambiarono baci sempre più lunghi, languidi, conturbanti."
"Inutile dirsi che lo disprezzava. Sapeva che non serviva a niente. Lo amava. E questo sentimento era più difficile da sopportare della collera e delle frustrazioni dei primi giorni."
Nota: una storia simile la trovate qui: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/il-castello-incantato-di-anne-stuart.html
"Possesso" di Charlotte Lamb (Collezione Harmony)
Trama: Dan Harland ha un carattere vincente! è uno di quegli uomini di successo che, con una buona dose di aggressività e presunzione, sanno occupare e mantenere posizioni di primo piano nel mondo del lavoro e anche nella vita privata. Cordelia ha detestato fin dal primo incontro il suo atteggiamento invadente e, per di più, si è sentita trattare con una certa, offensiva, sufficienza. Purtroppo suo nonno nutre la massima fiducia in lui e ne asseconda il desiderio di sposare Cordelia. Ma lei è decisa a non tollerare la sete di possesso di chi vuole sottometterla alla sua volontà...
Commento di Lunaria: Esattamente come "Notturno" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/05/notturno-di-charlotte-lamb-collezione.html)
"Illusione" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/12/illusione-di-charlotte-lamb-collezione.html
"Obbligo d'Amare" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/01/obbligo-damare-di-charlotte-lamb.html) "Conquista d'Autunno" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/01/conquista-dautunno-di-charlotte-lamb.html)
"La Dama del Fiume" di Lilian Peake (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/07/la-dama-del-fiume-di-lilian-peake.html)
e "Un uomo bussa alla porta" di Jill Warren (http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/10/un-uomo-bussa-alla-porta-di-jill-warren.html)
anche "Possesso" di Charlotte Lamb (la stessa autrice di "Notturno", "Lo Sconosciuto di Quella Notte" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/lo-sconosciuto-di-quella-notte-di.html) e "Le Mura Caddero" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/08/e-le-mura-caddero-di-charlotte-lamb.html) è un romanzo Rosa atipico, praticamente identico a "Notturno", tanto che posso tranquillamente reciclare la recensione precedente. Esattamente come "Notturno", "Possesso" è più un romanzo drammatico che non di genere "Rosa", se al termine "romanzo Rosa" associamo figure di uomini galanti, premurosi e il lieto fine.
Tutta la vicenda è incentrata sul rapporto tra Dan e Cordelia, un rapporto burrascoso, angosciante e che sfocia quasi nello stupro. I due protagonisti sono praticamente replicanti di Steve e Lisa, i protagonisti di "Notturno". E Dan, esattamente come Steve, è un uomo arrogante, tirannico, egocentrico, egoista, calcolatore (è impegnato nel mondo finanziario) che arriva quasi a stuprare Cordelia, che ovviamente, esattamente come Lisa, non riesce a staccarsi da lui, oltre che ad essere manipolata da nonno&padre, e trattata come merce di scambio (viene obbligata a sposarsi!)
Perciò, che dovrei dire? Esattamente come Lisa, anche Cordelia è un personaggio tragico: vorrebbe ribellarsi e non riesce a farlo, malgrado ci sia in gioco la sua dignità. Ed esattamente come in "Notturno" anche in "Possesso" ricompare la scena del quasi-stupro.
Ci si potrebbe domandare come mai l'Autrice abbia sentito il bisogno di scrivere due romanzi simili (*), incentrati sulla stessa tematica (l'uomo cinico, manipolatore e possessivo e la donna debole vittima che si sottomette), se riflettano una vicenda autobiografica o una sottile misoginia introiettata...
(*) Anzi, tre, contando anche "Rapimento" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/06/rapimento-di-charlotte-lamb-collezione.html
E come già dicevo per "Notturno", anche "Possesso" è scritto benissimo, con una profondità psicologica e un buon ritmo, che molto spesso manca in romanzi rosa "più frivoli e leggerini", ma è decisamente un "rosa disturbante", per chi abbia letto libri come questi: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html
e conosce i meccanismi di dipendenza amorosa dall'altro. Esattamente come in "Notturno", ci vorrebbe molto poco per tramutare anche "Possesso" in una storia di stupro coniugale e omicidio; niente impedisce a Dan di aggredire e stuprare Cordelia, ed è la stessa identica e disturbante sensazione che ho provato anche leggendo "Notturno".
Insomma, qui siamo dalle parti del Rosa inquietante, se non deprimente. Non è deprimente pensare che donne come Cordelia (donne che si lasciano maltrattare, angariare, persino uccidere) esistono realmente? Ma quello che è ancora più inquietante è che qui e lì, per non farlo degenerare in uno stupro vero e proprio, l'autrice pensa bene di "salvare il tutto" aggiungendo, in qualche frase striminzita, che sottosotto Cordelia non aspetta altro, e se la sto godendo. In sintesi: l'autrice erotizza la violenza dello stupro coniugale.
In conclusione, e consapevole che ho volutamente riscritto quanto dissi parlando di "Notturno", anche "Possesso" resta un ottimo romanzo, indimenticabile - ben narrato, con personaggi complessi e vividi, descritti a tutto tondo, scene profonde - ma è da leggere con cautela. Innanzittutto, con la consapevolezza - che deve essere chiara - che nella realtà, un rapporto come quello tra Dan e Cordelia rientra già nella violenza psicologica e nell'abuso e che "l'eccitazione" di Cordelia (peraltro provata in situazioni che rasentano lo stupro) non è amore, ma rientra nel disturbo di dipendenza amorosa; è masochismo femminile, in sintesi.
Charlotte Lamb è sicuramente la scrittrice di genere Rosa che più mi ha suscitato perplessità. Ho apprezzato il suo modo di scrivere, ma mi ha decisamente inquietato e disturbato. E si badi bene: io non sono contraria all'Horror. Anzi, lo amo come genere. Solo che se voglio leggere un romanzo Rosa non mi aspetto di trovarci dentro situazioni inquietanti e angoscianti. Se ho voglia di questo tipo di atmosfere, mi leggo - appunto - un romanzo Horror. E non un romanzo che "dovrebbe essere Rosa"
Ammesso e non concesso che i suoi due romanzi possano definirsi "Rosa", visto che nelle storie di questa Autrice si respirano lacrime femminili, uomini dispotici, un senso di condanna senza via d'uscita, dialoghi cinici, possesso maschile che arriva quasi al "rapimento" se non al quasi-stupro, gelosia patologica, donne deboli e incapaci di staccarsi da storie sentimentali tossiche, il tutto narrato in pagine decisamente pesanti ed inquietanti nell'atmosfera.
Ripeto: Charlotte Lamb scrive benissimo, le storie sono avvincenti, ma qui non siamo dalle parti del Rosa, siamo piuttosto dalle parti del dramma tutto al femminile, di una debolezza, della mancanza di autostima, della vittima-sacrificale immolata all'altare del cinismo strafottente maschilista che considera la donna "una sua proprietà, una bambola da dominare".
Più che far sognare ad occhi aperti e intrattenere, i due romanzi di Charlotte Lamb raggelano e sembrano quasi suggerire alla lettrice di evitare rapporti con gli uomini... Che sia stato questo, in realtà, il vero scopo dell'Autrice? Terrorizzare le sue lettrici? Suggerire che è meglio stare alla larga dagli uomini? Vi pare che sia uno stralcio che parli di un rapporto sessuale piacevole e consenziente, questo brano, che ho selezionato, tra i più "pesanti"?
"No!" implorò lei con la gola stretta. Lui non rispose. Le mani lunghe e forti ghermirono le braccia di Cordelia, l'attirarono a sé, senza tenere conto del suo grido di protesta. Non ebbe il tempo di reagire. Le labbra di Dan baciarono spietatamente la sua bocca, intimandole così il silenzio e, tenuta solidamente per la nuca da una mano potente, Cordelia non poté nulla contro quella richiesta sensuale. Gemette e lottò, respingendo con le mani il torso nudo di Dan, ma lui la spingeva inesorabilmente indietro. Senza riuscire ad opporre resistenza, Cordelia si ritrovò sdraiata sul letto, imprigionata sotto il corpo massiccio di suo marito. Si dibatté furiosamente contro Dan, vergognandosi però del desiderio ardente che saliva in lei. Mantenendo fermamente la presa, Dan ammirava il giovane corpo che si agitava. C'era nei suoi occhi un'espressione trionfante e crudele: le proteste di Cordelia non lo irritavano, al contrario la sua ribellione accendeva il suo desiderio. Cordelia smise di contorcersi. Si guardarono negli occhi un istante. "Per favore, ti scongiuro Dan, mi terrorizzi." Quella capitolazione era umiliante, ma aveva abbandonato ogni speranza di sfuggirgli."
Comunque, ne consiglio la lettura; ma tenete presente che dietro la patina "Rosa" si nasconde davvero molto, molto pessimismo se non misoginia e sadismo. Ho già fatto notare che le scene "di sesso" sono, di fatto, quasi una descrizione di uno stupro e il fatto che solo verso la fine della scena "Cordelia ha qualche gemito di piacere" non rende la pagina meno "pesante" di quello che è, e non scagiona Dan, che, a tutti gli effetti, esattamente come Steve, è uno stupratore coniugale.
Infine, faccio notare che il finale con l'"happy end" di un Dan che si dichiara innamorato di Cordelia è del tutto fuori luogo e messo lì tanto per chiudere la vicenda nel modo in cui un romanzo Rosa DEVE obbligatoriamente concludersi, ma è poco credibile, costruito molto male e del tutto fuori luogo, stonando non poco. Dopo che per cento e passa pagine si sono descritte sevizie di violenza psicologica (con lo spauracchio di quella fisica sempre sullo sfondo) le lacrime, l'angoscia e la disperazione di Cordelia, chiudere il tutto con cinque righe dove si descrive un Dan tenero e innamorato, è quasi uno sfottò.
Le pagine più belle:
"Saliti sull'aereo Dan la fece sedere accanto al finestrino. "Dev'essere stanca", si preoccupò. "Cerchi di dormire." Lo guardò e lo detestò con tutta se stessa: la presenza di quell'uomo così freddo, così distaccato, le impediva di sciogliersi in lacrime, di commuoversi sulla sua sorte. Chiuse gli occhi e, sfinita, cadde in un sonno agitato, pieno di timori per l'avvenire."
"Quello sconosciuto in cui Marcus riponeva tutta la sua fiducia, rappresentava una vera minaccia, perché il suo cuore era di pietra. Non occorreva essere indovini per capirlo: bastava guardarlo. Sembrava spietato, completamente razionale, freddo, logico, efficiente. Aveva, senza dubbio, la stoffa di un direttore, ma era meglio non trovarsi sulla sua strada."
"Era stata spesso oggetto dell'ammirazione maschile, l'avevano corteggiata, a volte con passione. Ma non era mai rimasta paralizzata davanti a un uomo fino a quel punto. La fredda valutazione delle sue attrattive da parte di quegli occhi grigi l'aveva lasciata di ghiaccio e furibonda. Dav aveva esaminato le sue forme dalla testa ai piedi, lentamente, considerando ogni dettaglio del suo corpo. Era forse una schiava messa in vendita? Come aveva osato?"
"Sì, se solo si fosse dichiarato francamente, avesse posto una domanda diretta, avrebbe potuto rifiutare categoricamente, e tutto sarebbe finito. Non si sarebbe più sentita esposta a quell'inseguimento silenzioso, spietato, come se fosse stata una schiava in fuga nella palude, di notte. (...) senza l'ombra tenebrosa di Dan che la seguiva costantemente. La sua personalità implacabile, la sua volontà la dominavano, anche quando non era presente."
"Era gelosa? La vergogna le infiammò le guance, ed ebbe un brivido di disgusto. Mio Dio! No!, pensò. Alla sola idea delle mani di Dan Harland sul suo corpo il sangue le si gelava nelle vene. (...) La luce delle candele dava ai lineamenti di Dan un aspetto terribile: i suoi occhi avevano il bagliore dell'acciaio. Olivia lo contemplava con adorazione e ascoltava tutte le sue parole."
"Accecata dal sole, Cordelia si girò ridendo verso Dan e si accorse che lui la osservava intensamente. Uno strano senso di vertigine si impadronì di lei. Abbassò la testa e rimase là, incapace del minimo movimento. La bocca dura sfiorò le sue labbra. Un brivido di fuoco percorse il corpo di Cordelia. Stretta contro il robusto petto di Dan, non vedeva più niente, non sentiva che l'urlo di desiderio che sgorgava da tutto il suo essere. In fondo aveva sempre saputo che l'avrebbe fatta impazzire e ora, nella torrida estate greca, non riusciva a pensare. Contava solo l'ebbrezza dei sensi, i baci dati e resi, i loro corpi allacciati."
"Dan era là, le mani sprofondate nelle tasche, gli occhi fissi su di lei. (...) Sì, diceva la voce di Dan, ubbidirai a tutti i miei ordini. Ai miei più piccoli desideri. Immobile, silenziosa, Cordelia contemplava la figura sottile e muscolosa, i capelli neri, e aveva l'impressione di non avere via di scampo."
"Sotto la fiamma che la divorava, Cordelia gemeva smarrita, trascinata come un fuscello dal crescente desiderio."
"Cos'hai contro il matrimonio?" Cordelia si irrigidì di colpo. "Il solo pensiero mi raggela, mi sento soffocare", dichiarò. "L'ombra delle sbarre della prigione..." Dan scoppiò a ridere. (...) "Una volta sposata, la donna diventa proprietà di un uomo... Perde la sua individualità, la sua personalità... la sua...", le mancavano le parole tanto la collera l'accecava."
"Aveva avvisato Joe del loro matrimonio prima ancora della partenza per la Grecia. Avrebbe dovuto indovinare le sue intenzioni, sapere che non si sfugge a un uomo di quella tempra. La sua volontà era così indomita, il suo carattere così autoritario. Andava avanti inesorabilmente nella vita, sicuro di vincere, di piegare la gente alle sue regole e ai suoi desideri. Ricordò il logorante inseguimento condotto da Dan per mesi. Non si era mai affrettato, si era limitato a spingerla nella trappola lentamente, ineluttabilmente."
"Perché Dan poteva, in qualunque momento, divorarla, annientarla. Se si fosse data a lui una volta, non sarebbe mai più stata libera. La violenza delle sue reazioni nei confronti di Dan la faceva tremare."
"Cordelia gemeva debolmente sotto la tortura delle mani vellutate del suo futuro marito. C'era qualcosa di profondamente reale in quel sogno carico di languore fisico... Cordelia viveva quel sogno appassionatamente, al ritmo sensuale delle dita che toccavano il suo corpo come uno strumento divino...Ma non era un sogno! Nuda, fra le braccia poderose di Dan, Cordelia tremava di ardore."
"E non mi sottometterò facilmente, Dan Harland. Se vuoi ottenere qualcosa da me, dovrai prenderlo con la forza, e urlerò se osi solo provarci!"
"Non ti darò l'occasione di sfuggirmi, Cordelia, mettitelo bene in testa. Ti porterò in chiesa impacchettata, se occorre!" "Non voglio sposarti! Quando capirai che dico sul serio?" Dan scoppiò a ridere, divertito nel vedere Cordelia fuori di sé. "Sai qual'è il tuo problema, Cordelia? Non ti hanno sculacciata abbastanza da piccola. Dovrei farlo io." Cordelia balzò indietro, come se fosse convinta di ricevere uno schiaffo."
"Ogni tanto gettava un'occhiata furtiva all'anello, simbolo della sua prigionia, e trasaliva inquieta."
"Cordelia aspettava con terrore la loro prima notte di nozze e il momento in cui avrebbe dovuto abbandonarsi al desiderio di Dan."
"No!" implorò lei con la gola stretta. Lui non rispose. Le mani lunghe e forti ghermirono le braccia di Cordelia, l'attirarono a sé, senza tenere conto del suo grido di protesta. Non ebbe il tempo di reagire. Le labbra di Dan baciarono spietatamente la sua bocca, intimandole così il silenzio e, tenuta solidamente per la nuca da una mano potente, Cordelia non poté nulla contro quella richiesta sensuale. Gemette e lottò, respingendo con le mani il torso nudo di Dan, ma lui la spingeva inesorabilmente indietro. Senza riuscire ad opporre resistenza, Cordelia si ritrovò sdraiata sul letto, imprigionata sotto il corpo massiccio di suo marito. Si dibatté furiosamente contro Dan, vergognandosi però del desiderio ardente che saliva in lei. Mantenendo fermamente la presa, Dan ammirava il giovane corpo che si agitava. C'era nei suoi occhi un'espressione trionfante e crudele: le proteste di Cordelia non lo irritavano, al contrario la sua ribellione accendeva il suo desiderio. Cordelia smise di contorcersi. Si guardarono negli occhi un istante. "Per favore, ti scongiuro Dan, mi terrorizzi." Quella capitolazione era umiliante, ma aveva abbandonato ogni speranza di sfuggirgli."
"In mancanza di amore, si incontravano, nel cuore della notte, nel nido morbido del loro letto e si scambiavano vibranti carezze. Bugie, bugie!, pensò. Era diventata sua schiava al punto d'accettare la sua ironia e il suo disprezzo?"
Di Charlotte Lamb vedi anche "Il Ragazzo della Spiaggia": https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/il-ragazzo-della-spiaggia-di-charlotte.html "La Torre nel Bosco" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/la-torre-nel-bosco-di-charlotte-lamb.html "Un altro uomo, un'altra vita" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/un-altro-uomo-unaltra-vita-di-charlotte.html
"La Dama del Fiume" di Lilian Peake (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/07/la-dama-del-fiume-di-lilian-peake.html)
e "Un uomo bussa alla porta" di Jill Warren (http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2017/10/un-uomo-bussa-alla-porta-di-jill-warren.html)
anche "Possesso" di Charlotte Lamb (la stessa autrice di "Notturno", "Lo Sconosciuto di Quella Notte" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/lo-sconosciuto-di-quella-notte-di.html) e "Le Mura Caddero" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/08/e-le-mura-caddero-di-charlotte-lamb.html) è un romanzo Rosa atipico, praticamente identico a "Notturno", tanto che posso tranquillamente reciclare la recensione precedente. Esattamente come "Notturno", "Possesso" è più un romanzo drammatico che non di genere "Rosa", se al termine "romanzo Rosa" associamo figure di uomini galanti, premurosi e il lieto fine.
Tutta la vicenda è incentrata sul rapporto tra Dan e Cordelia, un rapporto burrascoso, angosciante e che sfocia quasi nello stupro. I due protagonisti sono praticamente replicanti di Steve e Lisa, i protagonisti di "Notturno". E Dan, esattamente come Steve, è un uomo arrogante, tirannico, egocentrico, egoista, calcolatore (è impegnato nel mondo finanziario) che arriva quasi a stuprare Cordelia, che ovviamente, esattamente come Lisa, non riesce a staccarsi da lui, oltre che ad essere manipolata da nonno&padre, e trattata come merce di scambio (viene obbligata a sposarsi!)
Perciò, che dovrei dire? Esattamente come Lisa, anche Cordelia è un personaggio tragico: vorrebbe ribellarsi e non riesce a farlo, malgrado ci sia in gioco la sua dignità. Ed esattamente come in "Notturno" anche in "Possesso" ricompare la scena del quasi-stupro.
Ci si potrebbe domandare come mai l'Autrice abbia sentito il bisogno di scrivere due romanzi simili (*), incentrati sulla stessa tematica (l'uomo cinico, manipolatore e possessivo e la donna debole vittima che si sottomette), se riflettano una vicenda autobiografica o una sottile misoginia introiettata...
(*) Anzi, tre, contando anche "Rapimento" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/06/rapimento-di-charlotte-lamb-collezione.html
E come già dicevo per "Notturno", anche "Possesso" è scritto benissimo, con una profondità psicologica e un buon ritmo, che molto spesso manca in romanzi rosa "più frivoli e leggerini", ma è decisamente un "rosa disturbante", per chi abbia letto libri come questi: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html
e conosce i meccanismi di dipendenza amorosa dall'altro. Esattamente come in "Notturno", ci vorrebbe molto poco per tramutare anche "Possesso" in una storia di stupro coniugale e omicidio; niente impedisce a Dan di aggredire e stuprare Cordelia, ed è la stessa identica e disturbante sensazione che ho provato anche leggendo "Notturno".
Insomma, qui siamo dalle parti del Rosa inquietante, se non deprimente. Non è deprimente pensare che donne come Cordelia (donne che si lasciano maltrattare, angariare, persino uccidere) esistono realmente? Ma quello che è ancora più inquietante è che qui e lì, per non farlo degenerare in uno stupro vero e proprio, l'autrice pensa bene di "salvare il tutto" aggiungendo, in qualche frase striminzita, che sottosotto Cordelia non aspetta altro, e se la sto godendo. In sintesi: l'autrice erotizza la violenza dello stupro coniugale.
In conclusione, e consapevole che ho volutamente riscritto quanto dissi parlando di "Notturno", anche "Possesso" resta un ottimo romanzo, indimenticabile - ben narrato, con personaggi complessi e vividi, descritti a tutto tondo, scene profonde - ma è da leggere con cautela. Innanzittutto, con la consapevolezza - che deve essere chiara - che nella realtà, un rapporto come quello tra Dan e Cordelia rientra già nella violenza psicologica e nell'abuso e che "l'eccitazione" di Cordelia (peraltro provata in situazioni che rasentano lo stupro) non è amore, ma rientra nel disturbo di dipendenza amorosa; è masochismo femminile, in sintesi.
LEGGETE CON ATTENZIONE QUESTO POST: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html
Charlotte Lamb è sicuramente la scrittrice di genere Rosa che più mi ha suscitato perplessità. Ho apprezzato il suo modo di scrivere, ma mi ha decisamente inquietato e disturbato. E si badi bene: io non sono contraria all'Horror. Anzi, lo amo come genere. Solo che se voglio leggere un romanzo Rosa non mi aspetto di trovarci dentro situazioni inquietanti e angoscianti. Se ho voglia di questo tipo di atmosfere, mi leggo - appunto - un romanzo Horror. E non un romanzo che "dovrebbe essere Rosa"
Ammesso e non concesso che i suoi due romanzi possano definirsi "Rosa", visto che nelle storie di questa Autrice si respirano lacrime femminili, uomini dispotici, un senso di condanna senza via d'uscita, dialoghi cinici, possesso maschile che arriva quasi al "rapimento" se non al quasi-stupro, gelosia patologica, donne deboli e incapaci di staccarsi da storie sentimentali tossiche, il tutto narrato in pagine decisamente pesanti ed inquietanti nell'atmosfera.
Ripeto: Charlotte Lamb scrive benissimo, le storie sono avvincenti, ma qui non siamo dalle parti del Rosa, siamo piuttosto dalle parti del dramma tutto al femminile, di una debolezza, della mancanza di autostima, della vittima-sacrificale immolata all'altare del cinismo strafottente maschilista che considera la donna "una sua proprietà, una bambola da dominare".
Più che far sognare ad occhi aperti e intrattenere, i due romanzi di Charlotte Lamb raggelano e sembrano quasi suggerire alla lettrice di evitare rapporti con gli uomini... Che sia stato questo, in realtà, il vero scopo dell'Autrice? Terrorizzare le sue lettrici? Suggerire che è meglio stare alla larga dagli uomini? Vi pare che sia uno stralcio che parli di un rapporto sessuale piacevole e consenziente, questo brano, che ho selezionato, tra i più "pesanti"?
"No!" implorò lei con la gola stretta. Lui non rispose. Le mani lunghe e forti ghermirono le braccia di Cordelia, l'attirarono a sé, senza tenere conto del suo grido di protesta. Non ebbe il tempo di reagire. Le labbra di Dan baciarono spietatamente la sua bocca, intimandole così il silenzio e, tenuta solidamente per la nuca da una mano potente, Cordelia non poté nulla contro quella richiesta sensuale. Gemette e lottò, respingendo con le mani il torso nudo di Dan, ma lui la spingeva inesorabilmente indietro. Senza riuscire ad opporre resistenza, Cordelia si ritrovò sdraiata sul letto, imprigionata sotto il corpo massiccio di suo marito. Si dibatté furiosamente contro Dan, vergognandosi però del desiderio ardente che saliva in lei. Mantenendo fermamente la presa, Dan ammirava il giovane corpo che si agitava. C'era nei suoi occhi un'espressione trionfante e crudele: le proteste di Cordelia non lo irritavano, al contrario la sua ribellione accendeva il suo desiderio. Cordelia smise di contorcersi. Si guardarono negli occhi un istante. "Per favore, ti scongiuro Dan, mi terrorizzi." Quella capitolazione era umiliante, ma aveva abbandonato ogni speranza di sfuggirgli."
Comunque, ne consiglio la lettura; ma tenete presente che dietro la patina "Rosa" si nasconde davvero molto, molto pessimismo se non misoginia e sadismo. Ho già fatto notare che le scene "di sesso" sono, di fatto, quasi una descrizione di uno stupro e il fatto che solo verso la fine della scena "Cordelia ha qualche gemito di piacere" non rende la pagina meno "pesante" di quello che è, e non scagiona Dan, che, a tutti gli effetti, esattamente come Steve, è uno stupratore coniugale.
Infine, faccio notare che il finale con l'"happy end" di un Dan che si dichiara innamorato di Cordelia è del tutto fuori luogo e messo lì tanto per chiudere la vicenda nel modo in cui un romanzo Rosa DEVE obbligatoriamente concludersi, ma è poco credibile, costruito molto male e del tutto fuori luogo, stonando non poco. Dopo che per cento e passa pagine si sono descritte sevizie di violenza psicologica (con lo spauracchio di quella fisica sempre sullo sfondo) le lacrime, l'angoscia e la disperazione di Cordelia, chiudere il tutto con cinque righe dove si descrive un Dan tenero e innamorato, è quasi uno sfottò.
Le pagine più belle:
"Saliti sull'aereo Dan la fece sedere accanto al finestrino. "Dev'essere stanca", si preoccupò. "Cerchi di dormire." Lo guardò e lo detestò con tutta se stessa: la presenza di quell'uomo così freddo, così distaccato, le impediva di sciogliersi in lacrime, di commuoversi sulla sua sorte. Chiuse gli occhi e, sfinita, cadde in un sonno agitato, pieno di timori per l'avvenire."
"Quello sconosciuto in cui Marcus riponeva tutta la sua fiducia, rappresentava una vera minaccia, perché il suo cuore era di pietra. Non occorreva essere indovini per capirlo: bastava guardarlo. Sembrava spietato, completamente razionale, freddo, logico, efficiente. Aveva, senza dubbio, la stoffa di un direttore, ma era meglio non trovarsi sulla sua strada."
"Era stata spesso oggetto dell'ammirazione maschile, l'avevano corteggiata, a volte con passione. Ma non era mai rimasta paralizzata davanti a un uomo fino a quel punto. La fredda valutazione delle sue attrattive da parte di quegli occhi grigi l'aveva lasciata di ghiaccio e furibonda. Dav aveva esaminato le sue forme dalla testa ai piedi, lentamente, considerando ogni dettaglio del suo corpo. Era forse una schiava messa in vendita? Come aveva osato?"
"Sì, se solo si fosse dichiarato francamente, avesse posto una domanda diretta, avrebbe potuto rifiutare categoricamente, e tutto sarebbe finito. Non si sarebbe più sentita esposta a quell'inseguimento silenzioso, spietato, come se fosse stata una schiava in fuga nella palude, di notte. (...) senza l'ombra tenebrosa di Dan che la seguiva costantemente. La sua personalità implacabile, la sua volontà la dominavano, anche quando non era presente."
"Era gelosa? La vergogna le infiammò le guance, ed ebbe un brivido di disgusto. Mio Dio! No!, pensò. Alla sola idea delle mani di Dan Harland sul suo corpo il sangue le si gelava nelle vene. (...) La luce delle candele dava ai lineamenti di Dan un aspetto terribile: i suoi occhi avevano il bagliore dell'acciaio. Olivia lo contemplava con adorazione e ascoltava tutte le sue parole."
"Accecata dal sole, Cordelia si girò ridendo verso Dan e si accorse che lui la osservava intensamente. Uno strano senso di vertigine si impadronì di lei. Abbassò la testa e rimase là, incapace del minimo movimento. La bocca dura sfiorò le sue labbra. Un brivido di fuoco percorse il corpo di Cordelia. Stretta contro il robusto petto di Dan, non vedeva più niente, non sentiva che l'urlo di desiderio che sgorgava da tutto il suo essere. In fondo aveva sempre saputo che l'avrebbe fatta impazzire e ora, nella torrida estate greca, non riusciva a pensare. Contava solo l'ebbrezza dei sensi, i baci dati e resi, i loro corpi allacciati."
"Dan era là, le mani sprofondate nelle tasche, gli occhi fissi su di lei. (...) Sì, diceva la voce di Dan, ubbidirai a tutti i miei ordini. Ai miei più piccoli desideri. Immobile, silenziosa, Cordelia contemplava la figura sottile e muscolosa, i capelli neri, e aveva l'impressione di non avere via di scampo."
"Sotto la fiamma che la divorava, Cordelia gemeva smarrita, trascinata come un fuscello dal crescente desiderio."
"Cos'hai contro il matrimonio?" Cordelia si irrigidì di colpo. "Il solo pensiero mi raggela, mi sento soffocare", dichiarò. "L'ombra delle sbarre della prigione..." Dan scoppiò a ridere. (...) "Una volta sposata, la donna diventa proprietà di un uomo... Perde la sua individualità, la sua personalità... la sua...", le mancavano le parole tanto la collera l'accecava."
"Aveva avvisato Joe del loro matrimonio prima ancora della partenza per la Grecia. Avrebbe dovuto indovinare le sue intenzioni, sapere che non si sfugge a un uomo di quella tempra. La sua volontà era così indomita, il suo carattere così autoritario. Andava avanti inesorabilmente nella vita, sicuro di vincere, di piegare la gente alle sue regole e ai suoi desideri. Ricordò il logorante inseguimento condotto da Dan per mesi. Non si era mai affrettato, si era limitato a spingerla nella trappola lentamente, ineluttabilmente."
"Perché Dan poteva, in qualunque momento, divorarla, annientarla. Se si fosse data a lui una volta, non sarebbe mai più stata libera. La violenza delle sue reazioni nei confronti di Dan la faceva tremare."
"Cordelia gemeva debolmente sotto la tortura delle mani vellutate del suo futuro marito. C'era qualcosa di profondamente reale in quel sogno carico di languore fisico... Cordelia viveva quel sogno appassionatamente, al ritmo sensuale delle dita che toccavano il suo corpo come uno strumento divino...Ma non era un sogno! Nuda, fra le braccia poderose di Dan, Cordelia tremava di ardore."
"E non mi sottometterò facilmente, Dan Harland. Se vuoi ottenere qualcosa da me, dovrai prenderlo con la forza, e urlerò se osi solo provarci!"
"Non ti darò l'occasione di sfuggirmi, Cordelia, mettitelo bene in testa. Ti porterò in chiesa impacchettata, se occorre!" "Non voglio sposarti! Quando capirai che dico sul serio?" Dan scoppiò a ridere, divertito nel vedere Cordelia fuori di sé. "Sai qual'è il tuo problema, Cordelia? Non ti hanno sculacciata abbastanza da piccola. Dovrei farlo io." Cordelia balzò indietro, come se fosse convinta di ricevere uno schiaffo."
"Ogni tanto gettava un'occhiata furtiva all'anello, simbolo della sua prigionia, e trasaliva inquieta."
"Cordelia aspettava con terrore la loro prima notte di nozze e il momento in cui avrebbe dovuto abbandonarsi al desiderio di Dan."
"No!" implorò lei con la gola stretta. Lui non rispose. Le mani lunghe e forti ghermirono le braccia di Cordelia, l'attirarono a sé, senza tenere conto del suo grido di protesta. Non ebbe il tempo di reagire. Le labbra di Dan baciarono spietatamente la sua bocca, intimandole così il silenzio e, tenuta solidamente per la nuca da una mano potente, Cordelia non poté nulla contro quella richiesta sensuale. Gemette e lottò, respingendo con le mani il torso nudo di Dan, ma lui la spingeva inesorabilmente indietro. Senza riuscire ad opporre resistenza, Cordelia si ritrovò sdraiata sul letto, imprigionata sotto il corpo massiccio di suo marito. Si dibatté furiosamente contro Dan, vergognandosi però del desiderio ardente che saliva in lei. Mantenendo fermamente la presa, Dan ammirava il giovane corpo che si agitava. C'era nei suoi occhi un'espressione trionfante e crudele: le proteste di Cordelia non lo irritavano, al contrario la sua ribellione accendeva il suo desiderio. Cordelia smise di contorcersi. Si guardarono negli occhi un istante. "Per favore, ti scongiuro Dan, mi terrorizzi." Quella capitolazione era umiliante, ma aveva abbandonato ogni speranza di sfuggirgli."
"In mancanza di amore, si incontravano, nel cuore della notte, nel nido morbido del loro letto e si scambiavano vibranti carezze. Bugie, bugie!, pensò. Era diventata sua schiava al punto d'accettare la sua ironia e il suo disprezzo?"
Di Charlotte Lamb vedi anche "Il Ragazzo della Spiaggia": https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/il-ragazzo-della-spiaggia-di-charlotte.html "La Torre nel Bosco" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/la-torre-nel-bosco-di-charlotte-lamb.html "Un altro uomo, un'altra vita" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/05/un-altro-uomo-unaltra-vita-di-charlotte.html
"Il Mistero del Castello" di Barbara Cartland (Romanzi Storici)
Trama: "Leona Grenville, rimasta orfana, si sta recando al castello del Duca di Ardness, amico della madre defunta; quando la carrozza su cui viaggia si rovescia sul ciglio della strada, a prestare soccorso a Leona è Lord Torquil Strathcairn, che la ospita con tutti gli onori nel suo maniero. Nelle poche ore passate insieme tra i due sboccia una reciproca simpatia, tanto che il giorno seguente, al momento di separarsi, promettono di rivedersi presto. Ma giunta a destinazione, Leona percepisce qualcosa di sinistro e minaccioso nelle maniere del duca, che poco dopo, animato da un folle progetto, la rinchiude nella sua stanza. Riuscirà Strathcairn a salvarla ancora una volta?"
Commento di Lunaria: Davvero uno splendido romanzo, avvincente, che sceglie di raccontare una delicata storia d'amore sullo sfondo di un fatto di cronaca realmente successo: gli espropri di terre e poderi ai danni dei contadini, avvenuti in Scozia dal 1785 al 1854. Leona, poco prima di giungere al castello del Duca si trova proprio ad assistere a un tremendo pestaggio che alcuni contadini inermi subiscono: vengono privati delle loro terre e le loro casupole sono date alle fiamme; orripilata, Leona scoprirà che è proprio il Duca di Ardness, cinico e calcolatore, ad ordinare gli espropri. Ma è troppo tardi per scappare dal castello del Duca, che, con l'inganno, riesce quasi a segregare la ragazza. Da qui in poi non svelo più niente, per non rovinare la suspence del romanzo fino al lieto fine. I più attenti avranno notato che il tema della "fanciulla perseguitata e rinchiusa in un tetro castello" deriva dalla letteratura gotica di fine Settecento\inizio Ottocento ("Il castello di Otranto" di Walpole e soprattutto i romanzi di Ann Radcliffe)
e infatti Barbara Cartland conferisce un tocco di brivido gotico alla vicenda. I tre personaggi principali sono descritti nel dettaglio, ben delineati nei loro pensieri, azioni e nei segreti che celano; ottimi i dialoghi e la sintassi, con un uso forbito e ricercato del linguaggio; c'è spazio persino per la descrizione di certe danze e galatei scozzesi nonché per gli splendidi paesaggi della brughiera scozzese. Un romanzo davvero consigliato a tutte le amanti di Rosa storico ottocentesco. Ora capisco perché Barbara Cartland è considerata la Regina del Rosa!
Gli stralci più belli:
"Scozia 1850. Il fischio del vento filtrava in ogni angolo e attraverso ogni fessura, sebbene la carrozza fosse robusta e costruita senza badare a spese. In effetti, la tempesta che infuriava nella brughiera era talmente violenta che i cavalli non potevano procedere che al passo. [...] Cavalcarono per alcuni minuti mentre il vento sempre più gelido si insinuava perfino attraverso le spesse pieghe del drappo in cui l'aveva avvolta, inducendola a rallegrarsi per il calore che emanava dal corpo del suo salvatore. D'istinto aderì ulteriormente a lui. Poi, alzando lo sguardo, notò che un sorriso gli curvava le labbra al di sopra del mento volitivo. [...] Stavano scendendo lungo il fianco di una collina e lui la reggeva saldamente per impedirle di scivolare in avanti. C'era un che di confortante nella forza del suo braccio. Si sentiva protetta e al sicuro, una sensazione che non provava dal giorno della morte di suo padre."
"Mi sento al sicuro con voi". Era vero, pensò Leona. Da quando lui l'aveva depositata sulla sella e l'aveva circondata con il braccio, si era sentita al sicuro e protetta dalla sua presenza. "Lo pensate sul serio o vi limitate a essere educata?" "Sto dicendo... la verità", bisbigliò lei. Incontrò i suoi occhi e qualcosa di strano passò fra di loro, una sorta di corrente che fu incapace di spiegarsi. [...] Perché le era così difficile articolare le parole? Ancora una volta fu avvinta dal suo sguardo."
"Benedico questo vento che vi ha portata qui questa sera" dichiarò Lord Strathcairn con la sua voce profonda. "Per me è come se fosse un incantesimo". Incontrando i suoi occhi, Leona rimase stregata ancora una volta dall'espressione che vi scorse."
"Quando raggiunsero il punto in cui la carrozza si era rovesciata, si volse ancora una volta in direzione del castello che si ergeva sulla riva del lago. Abbassò il finestrino per godere di una visuale migliore e adesso, nella luce brillante del sole, le parve il posto più bello del mondo. La brughiera viola, la tonalità argentea del lago, i piccoli poderi annidati sui fianchi delle montagne, tutto sembrava perfino più incantevole di prima. E il castello in se stesso era l'incarnazione perfetta di tutti i misteri della Scozia."
"Era tutto ciò che aveva sperato e desiderato di trovare in un uomo. Il senso di protezione che le aveva dato quando l'aveva tenuta fra le braccia aveva risvegliato il suo amore prima ancora che lui la baciasse. Mai più, pensò disperata, sarebbe riuscita a provare per un uomo lo stesso trasporto, le stesse sensazioni estatiche."
"Siete certo di... desiderarmi?" I loro occhi si incontrarono e il fuoco che ardeva in quelli di lui le procurò un fremito in tutte le membra. Poi Lord Strathcairn le coprì le labbra con le sue e Leona comprese che ancora una volta stava suscitando in lei l'estasi e lo splendore che aveva provato quando l'aveva baciata nella grotta."
"Le semplici parole che l'avrebbero legata per sempre all'uomo che amava, pensò Leona, le sarebbero rimaste impresse nella mente per il resto dei suoi giorni. Vi reagì con ogni fibra del suo essere, pregando di riuscire a rendere felice suo marito e dargli dei figli meravigliosi come lui. [...] lui prese la sua sposa fra le braccia e la baciò. Un bacio tenero, devoto, che ciò nondimeno le procurò la sensazione che in quel momento gli si stava donando con le sue labbra, il suo cuore e la sua anima."
Recensione ad altri libri di Barbara Cartland: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/09/incontro-al-chiaro-di-luna-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/09/le-copertine-dei-romanzi-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/amore-prigioniero-di-barbara-cartland.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/le-torri-di-rannock-di-barbara-cartland.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/le-sorprese-dellamore-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/08/la-strada-per-la-felicita-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/12/passione-sotto-la-cenere-di-barbara.html
APPROFONDIMENTO:
E pensare che tutti quelli che NON hanno mai letto libri di "genere rosa" pensano che siano librucoli cretini! E invece chi non ha pregiudizi e chi legge libri prima di sparare cazzate lo sa molto bene che nei romanzi di genere "Rosa Storico" (Historical Romance) vengono ricostruiti con perizia i diversi periodi e vicende storiche (Medioevo e Ottocento sono i periodi più gettonati, ma non mancano romanzi rosa ambientati nell'antichità, nel Rinascimento e nel Seicento). Ne è un esempio "Il Mistero del Castello" di Barbara Cartland, una delle regine del Rosa.
Comunque, al di là della delicata e appassionata storia d'amore tra Leona e Lord Strathcairn (peraltro l'Autrice opta per uno stile narrativo molto curato ed elaborato, dal sapore ottocentesco) quello che mi interessa riportare qui è "il contorno storico", ovverossia gli espropri di terre e poderi ai danni dei contadini, successi in Scozia dal 1785 al 1854.
Scrive l'Autrice: "La crudeltà dimostrata dai clan delle Highlands non sarà mai dimenticata né perdonata. Per poter affittare le loro valli e i versanti delle loro montagne agli allevatori di pecore provenienti dall'Inghilterra e dalle Lowlands, i capiclan espulsero dai loro poderi uomini, donne e bambini, servendosi dell'esercito in caso di necessità. La prima espulsione fu eseguita nel Sutherland nel 1785, l'ultima nella contea di Ross nel 1854. Centinaia di migliaia di scozzesi furono costretti a emigrare, un terzo dei quali per morire di fame o di colera, tifo o vaiolo nelle fetide stive dei velieri. 58.000 persone lasciarono la Gran Bretagna per il Canada nel 1831, 66.000 l'anno seguente."
Questa vicenda storica nota come "Highland Clearances" (*) la possiamo persino relazionare a quanto avviene ai giorni nostri: pensiamo allo sfruttamento operaio (soprattutto nei cantieri edili, i muratori e i lavoratori sono spesso vittime di infortuni come mutilazioni, cadute dai macchinari o dai palazzi, incendi o avvelenamenti con sostanze tossiche) o alle condizioni di schiavitù cui sono soggetti i lavoratori stranieri sfruttati nei campi in Sud Italia (caporalato, spesso gestito dalla mafia) ma anche agli allevamenti intensivi (dove gli animali vengono torturati) e al fenomeno del land grabbing (in certe zone d'Africa o dell'Amazzonia) che colpisce i contadini, sfrattati dalle loro terre confiscate dalle grandi multinazionali e da industriali senza scrupoli.
L'Autrice descrive molto bene gli sfratti subiti dai contadini a partire da pagina 48; neanche a dirlo, il responsabile di questi sfratti è il cinico Duca di Ardness, che segregherà Leona, dimostrando tutta la sua crudeltà.
"Guardò fuori dal finestrino e rimase sbalordita nel vedere una quantità di persone radunate attorno a un piccolo podere. In un fracasso assordante, due uomini stavano portando fuori da una casupola ogni sorta di suppellettili domestiche mentre due donne e diversi bambini inveivano contro di loro. Gli abitanti di altri poderi stavano correndo lungo la strada, impedendo ai cavalli di avanzare, e gli uomini che avevano trascinato fuori le masserizie stavano appiccando il fuoco al tetto della misera abitazione. A un tratto una delle donne che teneva un neonato fra le braccia urlò in gaelico "Tha mo clann air a bhi air am mirt!", "State assassinando i miei figli", tradusse Leona, rendendosi conto che oltre ai due uomini che stavano incendiando la casupola, erano presenti tre gendarmi. Sconvolta, scese dalla carrozza. Malgrado il rumore e le grida assordanti, notò che le donne stavano tentando di salvare alcune galline, che erano chiuse in un pollaio e rischiavano di essere bruciate vive. Mentre la casa prendeva fuoco, un uomo si tuffò tra le fiamme e riemerse con un bambino urlante e mezzo nudo. "Che cosa c'è? Che cosa sta succedendo?", domandò lei. Era impossibile che venisse udita al di sopra della confusione generale, ma un uomo meglio vestito ed evidentemente più autorevole le si avvicinò. "Vi conviene proseguire, signora. Farò sgombrare la strada per consentire ai cavalli di passare." "Ma che cosa sta succedendo?" "Queste persone sono state sfrattate." "Sfrattate? Intendete dire che vengono ancora eseguite le espulsioni forzate da queste parti?" "Sua Grazia ha bisogno della terra." "Per le pecore?" "Appunto. E adesso, signora, se volete risalire in carrozza, potrete riprendere il vostro viaggio." L'uomo le volse le spalle e Leona si rese conto che il valletto le stava tenendo aperto lo sportello in attesa che vi salisse. "Aiuto... vi prego, aiutateci!", le gridò una donna. Lei esitò, ma una guardia colpì la donna con un manganello, gettandola a terra. Leona stava per accorrere in suo soccorso quando l'uomo con cui aveva parlato poco prima le riapparve al suo fianco. "Vi spiace andarvene, per favore, signora? Non c'è niente che possiate fare qui e Sua Grazia non gradirebbe che vi tratteneste." Leona avrebbe voluto protestare per il modo in cui venivano trattati le donne e i bambini, ma in qualche modo si ritrovò all'interno della carrozza, lo sportello venne chiuso e i cavalli si avviarono rapidamente sulla strada ormai sgombra. Attraverso il finestrino, portò lo sguardo sulla fattoria in fiamme. Subito dopo notò che prevedendo ciò che sarebbe seguito, le persone che avevano assistito al primo sfratto stavano già portando i mobili fuori dalle loro case. Si appoggiò allo schienale del sedile, sentendosi quasi mancare per l'orrore. Pur avendo sentito parlare degli sfratti e delle espulsioni che avevano luogo nelle Highlands, oltre che del modo in cui venivano eseguiti, le era sembrato che tutto fosse accaduto molto tempo addietro e fino a quel momento aveva ignorato che quelle atrocità venivano ancora perpetrate." [...] "Leona esitò un istante prima di sbottare. "Quando me ne sono andata da qui, ho visto sfrattare alcuni fittavoli del duca." Non si azzardò a guardarlo, intuendo che in qualche modo la collera che lo avrebbe assalito avrebbe suscitato la sua ira. "Ne siete rimasta colpita?", le domandò in tono neutro. "Come credete che abbia reagito a uno spettacolo così orrendo, così degradante... talmente disumano che non riesco ancora a parlarne senza piangere?" Quelle parole appassionate parvero vibrare nella stanza. "E gliene avete parlato?" "Ho tentato, giuro che ho tentato, ma Sua Grazia si è rifiutato di ascoltarmi... e non c'era nessun altro che avrei potuto interrogare sulla loro sorte." Lord Strathcairn le si avvicinò. "Mi dispiace che siate stata costretta ad assistere a uno spettacolo così raccapricciante. Ma forse adesso comprenderete perché il duca e io non ci rivolgiamo più la parola." [...] "Quella gente... quei poveri sventurati... riesco ancora a udire le loro grida... e un bambino ha rischiato di morire bruciato quando hanno appiccato il fuoco al cottage." "Un sopruso intollerabile!", proruppe lui in tono aspro. "è accaduto in tutta la Scozia... l'avidità dei proprietari terrieri e la brutalità dei loro fattori hanno crocifisso gli abitanti delle Highlands e distrutto lo spirito della nostra gente." [...] "Centinaia di migliaia di scozzesi sono stati già mandati all'estero e dispersi in tutto il mondo, cinquantottomila solo nel 1831. Ormai resta ben poca terra che non sia stata trasformata in pascoli per le pecore", concluse con profonda amarezza."
(*) Le Highland Clearances furono un trasferimento forzato di persone tra il XVIII e XIX secolo, per espellerle dai terreni agricoli dei lord delle Highlands scozzesi, e destinare questi terreni all'allevamento di ovini. Questi sfratti furono violenti e brutali e causarono migrazioni forzate. Oggigiorno qualcosa di simile succede col fenomeno del land grabbing, l'accaparramento delle terre: un terreno viene venduto ad aziende o governi di altri paesi senza il consenso della comunità e delle persone che ci abitano per produrre il loro cibo. Quando queste persone vengono scacciate, l'alternativa al morire di fame è la migrazione forzata.
Link utili:
Highland Clearances: https://it.wikipedia.org/wiki/Highland_Clearances
Land Grabbing: https://it.wikipedia.org/wiki/Land_grabbing
https://www.oxfamitalia.org/scandalo-land-grabbing/
https://festivaldirittiumani.it/land-grabbing-contadini-del-mali-gli-espropri/
https://www.radiopopolare.it/2016/03/socfin-la-multinazionale-della-deforestazione/
E pensare che tutti quelli che NON hanno mai letto libri di "genere rosa" pensano che siano librucoli cretini! E invece chi non ha pregiudizi e chi legge libri prima di sparare cazzate lo sa molto bene che nei romanzi di genere "Rosa Storico" (Historical Romance) vengono ricostruiti con perizia i diversi periodi e vicende storiche (Medioevo e Ottocento sono i periodi più gettonati, ma non mancano romanzi rosa ambientati nell'antichità, nel Rinascimento e nel Seicento). Ne è un esempio "Il Mistero del Castello" di Barbara Cartland, una delle regine del Rosa.
Comunque, al di là della delicata e appassionata storia d'amore tra Leona e Lord Strathcairn (peraltro l'Autrice opta per uno stile narrativo molto curato ed elaborato, dal sapore ottocentesco) quello che mi interessa riportare qui è "il contorno storico", ovverossia gli espropri di terre e poderi ai danni dei contadini, successi in Scozia dal 1785 al 1854.
Scrive l'Autrice: "La crudeltà dimostrata dai clan delle Highlands non sarà mai dimenticata né perdonata. Per poter affittare le loro valli e i versanti delle loro montagne agli allevatori di pecore provenienti dall'Inghilterra e dalle Lowlands, i capiclan espulsero dai loro poderi uomini, donne e bambini, servendosi dell'esercito in caso di necessità. La prima espulsione fu eseguita nel Sutherland nel 1785, l'ultima nella contea di Ross nel 1854. Centinaia di migliaia di scozzesi furono costretti a emigrare, un terzo dei quali per morire di fame o di colera, tifo o vaiolo nelle fetide stive dei velieri. 58.000 persone lasciarono la Gran Bretagna per il Canada nel 1831, 66.000 l'anno seguente."
Stemma dello Sutherland |
Questa vicenda storica nota come "Highland Clearances" (*) la possiamo persino relazionare a quanto avviene ai giorni nostri: pensiamo allo sfruttamento operaio (soprattutto nei cantieri edili, i muratori e i lavoratori sono spesso vittime di infortuni come mutilazioni, cadute dai macchinari o dai palazzi, incendi o avvelenamenti con sostanze tossiche) o alle condizioni di schiavitù cui sono soggetti i lavoratori stranieri sfruttati nei campi in Sud Italia (caporalato, spesso gestito dalla mafia) ma anche agli allevamenti intensivi (dove gli animali vengono torturati) e al fenomeno del land grabbing (in certe zone d'Africa o dell'Amazzonia) che colpisce i contadini, sfrattati dalle loro terre confiscate dalle grandi multinazionali e da industriali senza scrupoli.
L'Autrice descrive molto bene gli sfratti subiti dai contadini a partire da pagina 48; neanche a dirlo, il responsabile di questi sfratti è il cinico Duca di Ardness, che segregherà Leona, dimostrando tutta la sua crudeltà.
"Guardò fuori dal finestrino e rimase sbalordita nel vedere una quantità di persone radunate attorno a un piccolo podere. In un fracasso assordante, due uomini stavano portando fuori da una casupola ogni sorta di suppellettili domestiche mentre due donne e diversi bambini inveivano contro di loro. Gli abitanti di altri poderi stavano correndo lungo la strada, impedendo ai cavalli di avanzare, e gli uomini che avevano trascinato fuori le masserizie stavano appiccando il fuoco al tetto della misera abitazione. A un tratto una delle donne che teneva un neonato fra le braccia urlò in gaelico "Tha mo clann air a bhi air am mirt!", "State assassinando i miei figli", tradusse Leona, rendendosi conto che oltre ai due uomini che stavano incendiando la casupola, erano presenti tre gendarmi. Sconvolta, scese dalla carrozza. Malgrado il rumore e le grida assordanti, notò che le donne stavano tentando di salvare alcune galline, che erano chiuse in un pollaio e rischiavano di essere bruciate vive. Mentre la casa prendeva fuoco, un uomo si tuffò tra le fiamme e riemerse con un bambino urlante e mezzo nudo. "Che cosa c'è? Che cosa sta succedendo?", domandò lei. Era impossibile che venisse udita al di sopra della confusione generale, ma un uomo meglio vestito ed evidentemente più autorevole le si avvicinò. "Vi conviene proseguire, signora. Farò sgombrare la strada per consentire ai cavalli di passare." "Ma che cosa sta succedendo?" "Queste persone sono state sfrattate." "Sfrattate? Intendete dire che vengono ancora eseguite le espulsioni forzate da queste parti?" "Sua Grazia ha bisogno della terra." "Per le pecore?" "Appunto. E adesso, signora, se volete risalire in carrozza, potrete riprendere il vostro viaggio." L'uomo le volse le spalle e Leona si rese conto che il valletto le stava tenendo aperto lo sportello in attesa che vi salisse. "Aiuto... vi prego, aiutateci!", le gridò una donna. Lei esitò, ma una guardia colpì la donna con un manganello, gettandola a terra. Leona stava per accorrere in suo soccorso quando l'uomo con cui aveva parlato poco prima le riapparve al suo fianco. "Vi spiace andarvene, per favore, signora? Non c'è niente che possiate fare qui e Sua Grazia non gradirebbe che vi tratteneste." Leona avrebbe voluto protestare per il modo in cui venivano trattati le donne e i bambini, ma in qualche modo si ritrovò all'interno della carrozza, lo sportello venne chiuso e i cavalli si avviarono rapidamente sulla strada ormai sgombra. Attraverso il finestrino, portò lo sguardo sulla fattoria in fiamme. Subito dopo notò che prevedendo ciò che sarebbe seguito, le persone che avevano assistito al primo sfratto stavano già portando i mobili fuori dalle loro case. Si appoggiò allo schienale del sedile, sentendosi quasi mancare per l'orrore. Pur avendo sentito parlare degli sfratti e delle espulsioni che avevano luogo nelle Highlands, oltre che del modo in cui venivano eseguiti, le era sembrato che tutto fosse accaduto molto tempo addietro e fino a quel momento aveva ignorato che quelle atrocità venivano ancora perpetrate." [...] "Leona esitò un istante prima di sbottare. "Quando me ne sono andata da qui, ho visto sfrattare alcuni fittavoli del duca." Non si azzardò a guardarlo, intuendo che in qualche modo la collera che lo avrebbe assalito avrebbe suscitato la sua ira. "Ne siete rimasta colpita?", le domandò in tono neutro. "Come credete che abbia reagito a uno spettacolo così orrendo, così degradante... talmente disumano che non riesco ancora a parlarne senza piangere?" Quelle parole appassionate parvero vibrare nella stanza. "E gliene avete parlato?" "Ho tentato, giuro che ho tentato, ma Sua Grazia si è rifiutato di ascoltarmi... e non c'era nessun altro che avrei potuto interrogare sulla loro sorte." Lord Strathcairn le si avvicinò. "Mi dispiace che siate stata costretta ad assistere a uno spettacolo così raccapricciante. Ma forse adesso comprenderete perché il duca e io non ci rivolgiamo più la parola." [...] "Quella gente... quei poveri sventurati... riesco ancora a udire le loro grida... e un bambino ha rischiato di morire bruciato quando hanno appiccato il fuoco al cottage." "Un sopruso intollerabile!", proruppe lui in tono aspro. "è accaduto in tutta la Scozia... l'avidità dei proprietari terrieri e la brutalità dei loro fattori hanno crocifisso gli abitanti delle Highlands e distrutto lo spirito della nostra gente." [...] "Centinaia di migliaia di scozzesi sono stati già mandati all'estero e dispersi in tutto il mondo, cinquantottomila solo nel 1831. Ormai resta ben poca terra che non sia stata trasformata in pascoli per le pecore", concluse con profonda amarezza."
(*) Le Highland Clearances furono un trasferimento forzato di persone tra il XVIII e XIX secolo, per espellerle dai terreni agricoli dei lord delle Highlands scozzesi, e destinare questi terreni all'allevamento di ovini. Questi sfratti furono violenti e brutali e causarono migrazioni forzate. Oggigiorno qualcosa di simile succede col fenomeno del land grabbing, l'accaparramento delle terre: un terreno viene venduto ad aziende o governi di altri paesi senza il consenso della comunità e delle persone che ci abitano per produrre il loro cibo. Quando queste persone vengono scacciate, l'alternativa al morire di fame è la migrazione forzata.
Link utili:
Highland Clearances: https://it.wikipedia.org/wiki/Highland_Clearances
Land Grabbing: https://it.wikipedia.org/wiki/Land_grabbing
https://www.oxfamitalia.org/scandalo-land-grabbing/
https://festivaldirittiumani.it/land-grabbing-contadini-del-mali-gli-espropri/
https://www.radiopopolare.it/2016/03/socfin-la-multinazionale-della-deforestazione/
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