"Amore Prigioniero" di Barbara Cartland


 Trama: 1832. La duchessa di Savigne cerca, usando ogni mezzo, di combinare un matrimonio per il figlio Aristide, che scandalizza tutta Parigi con la sua condotta libertina e scellerata. Tra le varie candidate, solo l'angelica e virginale Syrilla accetta di sposarlo, con sommo gaudio, essendo fin da ragazzina innamorata di lui. Ma Syrilla sa benissimo che il cuore del duca non palpita per lei, ma per un amore finito tragicamente anni fa. Aristide, che ha accettato di sposarsi con Syrilla unicamente per far felice la madre, comincia a guardare la sua sposa giovanissima con occhi diversi, sentendo rinascere l'amore nel suo cuore inaridito. Intanto, i contadini alle dipendenze del duca iniziano a rivoltarsi: i vigneti che sono la loro fonte di sussistenza sono devastati dalla piràlide, un bruco che divora le viti e qualcuno, che vuole vendicarsi del duca, mette a repentaglio la vita di Syrilla...


Commento di Lunaria: Barbara Cartland è una delle Regine del Rosa e scrisse più di 730 romanzi! Esattamente come gli altri che avevo letto https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/09/incontro-al-chiaro-di-luna-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/05/il-mistero-del-castello-di-barbara.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/le-sorprese-dellamore-di-barbara.html  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/08/la-strada-per-la-felicita-di-barbara.html anche "Amore Prigioniero" è un romanzo storico curatissimo, con tanti dettagli e tutta l'atmosfera del tempo magnificamente ricostruita a puntino. E, perfettamente calato nel contesto storico e culturale dell'epoca, anche l'amore tra Aristide e Syrilla segue le consuetudini dell'epoca: uso del "Voi", zero eros fisico, palpiti pudici, linguaggio forbito e ricercato. Nel complesso mi è piaciuto meno di "Il Mistero del Castello" e "Incontro al chiaro di luna", più riverberati da atmosfere gotiche ottocentesche alla Walpole\Radcliffe (del resto l'Autrice era inglese!), ma anche "Amore prigioniero" resta un notevole romanzo Rosa ottocentesco che piacerà sicuramente alle appassionate di quel periodo. 

Barbara Cartland è stata veramente la Signora del Rosa ottocentesco! Doveva amarlo veramente tanto come periodo, e i suoi romanzi, così ben ricostruiti, sono quasi delle fotografie d'epoca, con le ville sfarzose dai grandi giardini, le gonne ornate di fiocchi e trine, bucolici paesaggi al chiaro di luna, intrighi tra aristocratici...

Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/10/le-torri-di-rannock-di-barbara-cartland.html




Gli stralci più belli: 

"Proprio dietro la chiesa un cancello in ferro battuto, che avrebbe avuto urgente bisogno di riparazioni, e un breve viale dove gli alberi crescevano tanto fitti da formare una galleria verde i cui rami sfioravano il tetto della carrozza, conducevano al castello, con le sue torrette appuntite e i suoi abbaini. La simmetria gotica delle sue linee si rifletteva in un piccolo corso d'acqua, che su un fianco del castello si allargava a formare un laghetto. Gli alberi intorno al castello erano tanto alti da incorniciare tra le fronde le sue pietre grigie."

"Un'ombra nera oscurava per metà il cielo ormai tutto pieno di vivide stelle. Mentre la guardava, chiedendosi che cosa potesse essere, parve abbassarsi sempre più fino a raggiungere il davanzale, oscurando completamente il cielo. Sbalordita, ma non ancora impaurita, Syrilla si alzò lentamente in piedi. L'ombra si abbassò ulteriormente, ed ella comprese allora che stagliato contro le stelle vedeva il corpo di un uomo."

"Vedeva le stelle riflesse nel lago, lo scintillio d'argento sull'acqua immobile, le ombre dei grandi alberi del parco che si stagliavano più scuri contro il cielo. Vi era nell'aria una fragranza di fiori, e gli parve di distinguere il profumo delle violacciocche"


APPROFONDIMENTO: LA CONDIZIONE DELLA DONNA NELL'OTTOCENTO ITALIANO

Info tratte da

"La Proclamazione dei diritti dell'uomo" non aveva riconosciuto i diritti delle donne, anzi, li aveva limiti e soppressi come accadde per il diritto di voto, che era stato ottenuto prima della Rivoluzione. Napoleone aveva concesso il divorzio, ma nella realtà si era lontani dalla parità dei sessi anche in questo.

Al Sud prevaleva una mentalità di stampo feudale e la donna era o santa o prostituta. Rispetto ad altri paesi europei l'Italia era ancora arretrata: non "stava bene" che la donna andasse a lavorare, chi voleva farlo era già una mezza prostituta. Il posto della donna era in famiglia, l'angelo del focolare: una donna che andasse a lavorare lasciando i figli in casa era "snaturata"; al massimo, la donna poteva essere "crocerossina" e ausiliaria negli ospedali o sui campi di battaglia.

Al Centro-Nord il lavoro nelle fabbriche durava 12-14 ore: fu questo sfruttamento a far nascere la coscienza operaia e l'associazionismo sindacale (che, nell'Italia del 2021 non esiste più, adesso esistono i convegni nei salotti degli uomini ricchissimi che contano... Nota di Lunaria)

Fu nell'ambito dello sfruttamento nelle fabbriche che le donne acquisirono consapevolezza dei propri diritti, anche se il ruolo della donna in fabbrica era doppiamente penalizzato, rispetto a quello maschile: oltre ad essere sfruttata in fabbrica e pagata meno dell'uomo, alla donna spettavano i pesi delle gravidanze continue e tutte le incombenze domestiche. 

Intanto, nelle classi abbienti, i nuovi ideali risorgimentali conquistarono le nobildonne, come la contessa di Castiglione e la principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso, patriota e protofemminista: il suo "Della presente condizione femminile delle donne e del loro avvenire" servì a formare la coscienza femminile.












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