"Il Falco d'Argento" di Yvonne Whittal (Collezione Harmony)

Trama: Un ciondolo, un piccolo falco d'argento, è l'unico dono che Chris ha fatto a Patricia, detta Tricia, e che lei decide di portare sempre come pegno d'amore, anche quando un tragico equivoco (la sorellastra di Chris, per avidità, uccide il padre e fa ricadere la colpa su Tricia) mette fine al loro idillio. Il gioiello che scintilla al suo collo significa forse che la speranza non muore mai. Col tempo, lei conquista l'indipendenza e un lavoro soddisfacente in un ambiente che l'accoglie con calore e affetto, a Knysna, in Sudafrica. Ma sei anni dopo Chris irrompe di nuovo nella sua vita e alla prima occhiata lei si rende conto che il suo amore non è mai morto. Lui, però, la considera sempre colpevole...


Commento di Lunaria: un romanzo che ricorda molto i romanzi di Charlotte Lamb, con donne vittime e uomini possessivi e crudeli. Non fa eccezione Chris, che per tutta la gran parte del romanzo tormenta la povera Tricia, con lei incapace di difendersi e di sottrarsi. E anche il finale, con Chris che "la sposa subito" è inquietante perché più che percepire un amore limpido ed egualitario tra i due, si percepisce la possessività di Chris nei confronti di Tricia, tanto che "gestisce tutto lui", non dando neanche a Tricia il tempo di rielaborare la sua decisione.  A pagina 57 compare una delle scene più odiose: dopo averla baciata brutalmente, Chris le getta addosso dei soldi, trattandola come una prostituta: "Un attimo dopo le buttava alcune banconote sulle ginocchia. Dapprima Tricia osservò quei soldi stupefatta. Poi quando colse tutta la portata dell'affronto, sbiancò di colpo. Chris era odioso, abominevole... Un gemito d'orrore le salì dal profondo del cuore. Spazzò via con la mano le banconote, come se fossero carboni ardenti, poi aprì la portiera e fuggì." Per tutto il libro, Tricia è debole, ha un atteggiamento (ribadito letteralmente a pagina 131) del "Eccomi, fai di me quello che vuoi (...) Nonostante tutte le sofferenze e le umiliazioni che le aveva inflitto in passato, e nonostante tutte quelle che certamente le riservava in avvenire, lei l'avrebbe amato fino all'ultimo respiro." Il masochismo "sentimentale" di Tricia è così evidente che nonostante sia corteggiata da un uomo che la ama e la rispetta (Frank) lei non riesce a staccarsi da Chris. In conclusione: un intenso romanzo di introspezione psicologica, ma problematico perché ripropone il canovaccio del "donna vittima e succube di un uomo possessivo e arrogante". (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)

Per curiosità: a pagina 118 l'Autrice descrive un paesaggio con i gigari, i miei fiori preferiti:

"Giunta al fiume Gukamma, dove i fiori gialli dei gigari fioriscono a profusione, Tricia si inoltrò in una strada secondaria che portava alla baia."

Dalla stessa Autrice avevo già recensito "La Casa degli Specchi" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/07/la-casa-degli-specchi-di-yvonne-whittal.html) e https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/07/il-ritratto-nascosto-di-yvonne-whittal.html


Gli stralci più belli:

"Come vuoi che dimentichi il passato se ce l'ho davanti agli occhi tutti i giorni della settimana?"

"Nonostante il freddo, si sentì invasa da un conturbante calore. Quello sguardo magnetico, quasi sfacciato la eccitava."

"Chris allungò un braccio sulla spalliera dietro di lei e si girò per guardarla bene in faccia. Lo scintillio minaccioso dei suoi occhi la fece raggomitolare ancora di più sul sedile. (...) Stava per aprire la portiera quando Chris le afferrò la mano e, stringendola forte le impedì di fuggire. Tricia sentì il suo respiro bruciante sulla fronte. 

Il calore di quel corpo così vicino la sconvolgeva. Si dibatté un attimo. Poi le braccia di Chris si richiusero intorno a lei imprigionandola contro il suo petto. "Sei una strega! Ogni volta che sono con te ho voglia solo di... questo..."

E le sfiorò la bocca. Invece di protestare, le labbra di Tricia si dischiusero nell'attesa del bacio. Quel consenso così immediato la riempì di vergogna. (...) Tutta fremente sotto le sue carezze, lei gemette di piacere e di orrore al tempo stesso."


"Il Cerchio Magico" di Jayne Ann Krentz (Harmony Oro)

Trama: Appena Croft, esperto di arti marziali, entra nella libreria di Mercy e chiede di esaminare una rara pubblicazione di letteratura erotica, "La Valle dei Gioielli Segreti" (1795), lei si sente affascinata dal mistero che emana da lui. Ma come avrebbe potuto immaginare il terribile segreto di quel libro?Come avrebbe potuto sapere che quello sarebbe stato l'inizio di un'incredibile e pericolosa avventura?


Commento di Lunaria: "Il Cerchio Magico" inizia quasi con un'aura di mistero (sembra che Croft abbia dei poteri sovrannaturali e non sia umano) per poi virare su una vicenda di spionaggio ed inseguimento che attenaglia i due protagonisti. Non male, anche per averci messo dentro uno spietato collezionista di libri come loro antagonista, ma 291 pagine forse sono eccessive per un genere che ha il suo punto di forza nell'azione e nell'adrenalina e non in scene statiche e dialoghi ridondanti. Nella norma le (sporadiche) scene d'amore.  Di questa Autrice avevo letto anche "La Galassia dell'Amore" ed era stata una delusione...  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/07/la-galassia-dellamore-di-jayne-ann.html

molto meglio questo "Il Cerchio Magico" (vedi anche https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/08/fiamme-di-cristallo-di-jayne-ann-krentz.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/09/tra-sogno-e-realta-di-jayne-ann-krentz.html)


Gli stralci più belli:

"Mercy fu scossa da un fremito quando le sue carezze si fecero più intime. Lui la toccò e accarezzò finché lei non si contorse tra le sue braccia. "Ti voglio", bisbigliò allora lui. "Ho bisogno del tuo calore, tesoro." Mercy lo accolse in sé con un fremito. Come sempre, sembrava quasi che il suo corpo cercasse prima di sfidare e poi di accogliere e conquistare l'invasore. (...) Insieme fluttuarono l'uno nelle braccia dell'altro, mentre l'amore e il sole del mattino li inondava di calore."




"Una Zingara sotto la Luna" di Sheila Walsh (Rose Blu)


 Trama: Una fanciulla gitana danza scalza al chiaro di luna. Ha un corpo flessuoso, lunghi capelli neri come l'ebano, occhi scuri, brillanti e fieri. Una gattina selvatica e, insieme, una deliziosa creatura. Theo, giovane visconte in cerca d'avventure, si dice pazzo di lei e promette di sposarla.  è arrivato all'accampamento dei gitani che soggiornano sulle sue terre nel bel mezzo dei festeggiamenti per un matrimonio, e, complice la frenesia della festa e delle bevande alcoliche, desidera Pilar, tanto che è disposto a comprarla cedendo un cavallo al capoclan dell'accampamento. Ma Pilar non è una vera gitana al 100%, è figlia di una donna sedotta da un uomo inglese che poi l'ha abbandonata, e non crede all'amore e alle promesse degli uomini...  Fa di tutto per ribellarsi all'idea di andare in sposa a Theo, ma viene ceduta al visconte, che, completamente fuori di sé, la trascina in chiesa, sveglia il prete e lo obbliga a celebrare il matrimonio... La mattina dopo, ormai sobrio, Theo non ricorda più quanto successo, ma ormai Pilar è sua moglie... Ma la nobiltà inglese del Settecento non vede di buon occhio tali unioni e per di più, una dama del gran mondo, non si rassegna a perdere i favori dello scapestrato visconte. Che ne sarà della piccola, selvaggia, Pilar, strappata alla sua gente? Un romantico avventuroso romanzo con finale a sorpresa.


Commento di Lunaria: Devo dire che dopo un ottimo inizio carico di premesse e un pizzico di mistero, "Una Zingara sotto la Luna" si appiattisce descrivendo la vita di Pilar, inserita nella cerchia dei nobili, e le sue scaramucce con Theo. Alla fine però si scopriranno innamorati l'uno dell'altra e la ragazza scoprirà le sue vere origini. A mancare sono le pagine erotiche (il rapporto sessuale tra i due non è neanche nominato di striscio) e 187 pagine con una trama così lineare e priva di eros sono troppe. Infine, un ultimo punto: curiosamente, questa volta i ruoli sono invertiti (quasi sempre nel romanzo Rosa lui è gitano e lei no): lei è gitana, lui è un visconte...


Gli stralci più belli: "La Luna di settembre si levava piena e chiara sugli alberi, inondando lo scabro terreno di una fredda luce d'argento che faceva apparire ancor più nere e impenetrabili le ombre. Tre uomini risalivano a cavallo il pendio che segnava il limite dei possedimenti dei Gilmore: chinandosi in avanti sulla sella, quello al centro indicò con un ampio gesto l'orizzonte contro cui si profilavano i tetti del villaggio con al centro la chiesa dall'alto campanile. La luce della luna faceva spiccare i candidi pizzi che uscivano dalla sua giacca scura. (...) "Allora ditemi cosa può essere questo suono lamentoso alle due del mattino."

Lo udivano tutti distintamente, ora. Attraverso gli alberi brillavano alcune luci in lontananza; il vento portava l'eco di risa e un suono di violino. "Zingari!" esclamò il visconte. "Sulle mie terre!" Spronò il cavallo e si lanciò al galoppo, seguito a stento dagli altri due."

"C'è una leggenda, fratello, se la volete ascoltare." Lovell fece un cenno verso una donna vecchissima, dal viso raggrinzito come cuoio consunto, e costei iniziò a parlare con voce acuta, cantilenante.

"Si racconta di una bella ragazza gitana che si era innamorata di un giovane Gorgio. Lui non ne voleva sapere e la folle zingara, per disperazione, strinse un patto col diavolo: gli vendette l'anima di tutti i suoi familiari in cambio di aiuto. Il demonio trasformò il padre di lei in una cassa armonica, i quattro fratelli in corde, la madre in un archetto... Dalle loro sei anime nacque così il violino. La ragazza imparò a suonare questo meraviglioso strumento e in breve tempo il giovane Gorgio fu suo schiavo. Ma nell'ora del suo trionfo riapparve il diavolo e li portò tutti e due all'inferno. Il violino rimase a terra dimenticato fino a quando un giorno, un ragazzo gitano lo trovò... e scoprì la sua magia. Da quel momento zingari e violini sono inseparabili."

Altri Gipsy Romance  https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/la-canzone-dello-zingaro-di-regan.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/03/per-lamore-di-un-gitano-di-anne-mather.html https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/fascino-gitano-di-rebecca-winters.html

Per conoscere nel dettaglio la storia del popolo Rom:





"La Perla dei Balcani" di Jessica Marchant (Jolly Tour)


Trama: Il principe azzurro non esiste solo nelle fiabe? Mallory fatica a rispondere a questa domanda che le sorge spontanea nel cuore da quando Nikolai l'ha salvata dal tentato suicidio per annegamento, l'ha curata con mille attenzioni quando lei non ricordava nulla, e ora l'accompagna in un viaggio tra le meraviglie della Bulgaria. L'affetto che ormai li lega sta diventando amore, ma lei non vuole rivelargli il motivo del suo gesto estremo. Finché un giorno...


Commento di Lunaria: "La Perla dei Balcani" è un discreto romanzo Rosa, che aveva stuzzicato il mio interesse per la "location" (non è così frequente citare la Bulgaria e la sua cultura https://intervistemetal.blogspot.com/2018/01/bulgaria-traci-rose-rovine-e-black-metal.html); sì, effettivamente l'ambiente e l'architettura bulgara sono ben esposti, l'Autrice inserisce persino qualche parola in bulgaro e descrive molto bene l'atmosfera della "Festa delle Rose", ma è l'intreccio dei rapporti tra i due protagonisti che resta sul generico; comunque, la scena dell'abbandono è ben scritta; quasi assente l'eros, a parte un rapporto fatto "per rabbia"; il finale si sarebbe potuto ampliare di qualche pagina (stranamente l'Autrice lo riporta in poche righe striminzite), visto che il luogo (il roseto nel bosco) era veramente suggestivo.


Gli stralci più belli:

"Nikolai l'afferrò per la nuca e l'attirò a sé, mentre le sue labbra scendevano inesorabili su quelle di lei. Era un bacio d'addio. Mallory lo capì subito, non appena lui si scostò e continuò a fissarla con sguardo avido. Con le mani le accarezzò le curve evidenziate dal vestito aderente, come se non riuscisse a separarsi da lei, ma poi la lasciò bruscamente."  "Mi ha lasciata. Sono di nuovo sola." Le due affermazioni echeggiarono nel deserto della sua mente e le rimbombarono nelle orecchie per tutto il tempo che le occorse a fare la doccia (...) Uno strano gelo si era impossessato di lei, impedendole di abbandonarsi alla disperazione."






"Senza Passato" (Romanzo Storico Ottocentesco)

Trama: Jonathan e Beth sembrano legati dal filo del destino...  In due occasioni il conte di Portbury salva la giovane fanciulla dal pericolo e la porta al sicuro. Ma mentre la prima volta non fa particolare caso a lei, la seconda, ammaliato dal suo candore e dalla sua bellezza, non esita a chiederle di sposarlo. Beth, pur affascinata dal gentiluomo e lusingata dalla proposta, è decisa a rifiutare a causa dell'amnesia che non le permette di ricordare nulla del proprio passato. Forse, però, esiste un modo per superare quelle reticenze...


Nota di Lunaria: "Senza Passato" inizia proprio bene, con un incipit che ricorda, per atmosfere, un romanzo gotico, ma purtroppo già dal secondo capitolo in poi si affloscia in una narrazione piatta (anche se l'ambiente del tempo è sempre ben ricostruito) e con lungaggini ininfluenti, risollevandosi solo prima del finale, quando Beth, sconvolta dall'aver appreso il suo passato, fugge e si trova in pericolo. Poco erotismo, anche se la scena d'amore tra i due protagonisti è ben descritta. Mi aspettavo di più da questo romanzo, che resta comunque un romanzo discreto ma senza quel "di più" che me lo avrebbe reso più piacevole da leggere.


Gli stralci più belli: 

"Faceva freddo, un freddo gelido. Era come se dita ghiacciate s'insinuassero in ogni fessura degli indumenti. Il vento e il nevischio le frustavano il volto e ogni respiro era faticoso. Tuttavia non aveva scelta: doveva proseguire, rifugiarsi in un luogo sicuro per riprendere fiato. (...) Sollevò il capo per guardare avanti (...) alberi quasi spogli, un sottobosco di cespugli, qualche sempreverde scosso dalla tempesta; oltre a quello, soltanto il viottolo fangoso, coperto di foglie secche, pronte per essere inghiottite dal terreno fradicio. Tutto attorno, nulla assoluto. Scossa da un brivido, strinse al petto i lembi dello scialle (...) Continuò ad arrancare, costringendosi a muovere le gambe e ignorando l'acqua fredda, penetrata negli stivaletti. A ogni passo, il fango minacciava di risucchiarla. Era stanca da morire. Se soltanto... (...) Il vento soffiava con furia ancora maggiore. Gli arbusti si piegavano con rabbia. Tuttavia i rami sopra di lei non fuggivano come gli altri, con un violento fruscio."

"Era la dolce e confortante voce di Beth. Per quale motivo non poteva prenderla in moglie? Perché era il conte di Portbury. Il titolo gli imponeva di unirsi a una giovane aristocratica. Dovere: ormai da anni dominava la sua vita. Ma cosa gli aveva procurato, se non sacrifici e sofferenze? Un uomo valeva più della somma delle responsabilità" 





"Shiver" (Urban Fantasy)

Trama: Grace e Sam non si sono mai parlati, ma da sempre si prendono cura l'uno dell'altra. Non si conoscono, eppure lei rischierebbe la vita per lui e lui per lei. Perché Grace, fin da piccola, sorveglia i lupi che vivono nel bosco dietro casa sua, e in particolare uno dotato di magnetici occhi gialli, che negli anni è diventato il suo lupo. E perché Sam da quando era un bambino vive una doppia vita: lupo d'inverno, umano d'estate. Il caldo gli regala pochi preziosissimi mesi da essere umano prima che il freddo lo trasformi di nuovo. Grace e Sam ancora non si conoscono, ma tutto è destinato a cambiare: un ragazzo è stato ucciso proprio dai lupi, e nella piccola città in cui vive Grace monta il panico, e si scatena la caccia al branco. Grace corre nel bosco per salvare il suo lupo e trova un ragazzo solo, ferito, smarrito, con due magnetici occhi gialli. Non ha dubbi su chi sia, né su ciò che deve fare. Perché Grace e Sam da sempre si prendono cura l'uno dell'altro, e adesso hanno una sola, breve stagione per stare insieme prima che il gelo torni e si porti via Sam un'altra volta. Forse per sempre.


Commento di Lunaria: Il Licantropo, a differenza del Vampiro, non ha mai goduto di immensa fama letteraria e cinematografica; a me invece è sempre piaciuto di più e devo dire che tra tutti gli Urban Fantasy che ho letto, in particolare con protagonisti Licantropi, "Shiver" è in assoluto il migliore. 

Certo, le persone critiche verso il genere diranno che è la solita minestra riscaldata, ad uso e consumo delle ragazzine, con tutti gli stereotipi del genere (protagonisti teen ager, genitori assenti, scene ambientate a scuola, primi baci e "prima volta", amore contrastato da una figura malvagia che vuole separare i due innamorati) ma "Shiver" non vuole essere nient'altro che quello che è: un Urban Fantasy sulla falsariga di "Twilight" e scritto pure meglio perché più scorrevole e senza troppi intoppi (viene subito al dunque senza perdersi in lungaggini). 

I paesaggi artici e nevosi (per tutto il romanzo troverete solo gelo e neve) mi hanno fatto venire in mente "Zanna Bianca"; l'originalità della licantropia "shiveriana" è data dal fatto che i licantropi si trasformano a causa del freddo, non a causa della luna. 

Oltre alle belle descrizioni del bosco innevato e a qualche citazione poetica presa da Rilke, ci trovate anche tanti odori, perché l'Autrice per enfatizzare la vena licantropica che permea il tutto ha pensato bene di metterci molte scene "olfattive". 

Insomma, "Shiver" è un romanzo molto consigliato se vi piace il genere; rispetto a "Dark Divine" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/04/recensione-dark-divine.html) e "Dark Love" (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2019/04/recensione-dark-love.html) che furono delle delusioni (almeno, per me), "Shiver" è molto più intrigante. 

N.B: Il seguito è "Deeper", che spero di finire prima di essere spazzata via dalla Terza Guerra Mondiale.

Purtroppo "Shiver" l'ho trovato con la copertina rovinata e ho  dovuto rimediare cercando di renderla più somigliante alla versione originale

La vera immagine di copertina è questa

Nelle versioni estere, però, hanno usato questa, che rende molto bene il concept che troverete:


Gli stralci più belli:

"Ma a parte il silenzio non c'era altro. E in quel silenzio, l'odore del bosco s'insinuò sottopelle e mi fece pensare a lui. Aghi di pino calpestati e terra umida e legno bruciato. (...) Tornai in casa giusto il tempo di mettermi le scarpe, e poi mi rituffai nella fresca giornata autunnale. La brezza pungente portava con sé la promessa dell'inverno; il sole però splendeva alto, e sotto il tetto degli alberi l'aria era tiepida del ricordo dei giorni caldi ancora così vicini. Attorno a me, le foglie morivano nei clamori del rosso e dell'arancione; i corvi conversavano gracchiando, una colonna sonora spiacevole e troppo forte. Non mi ero ma addentrata così tanto nel bosco da quando a undici anni mi ero svegliata circondata dai lupi, ma stranamente non avevo paura."

"Quella notte ero sdraiata nel letto a fissare la finestra; avevo lasciato le veneziane sollevate in modo da vedere il cielo notturno. Le migliaia di stelle luminose mi perforavano i sensi, ed ero tormentata dal desiderio. Avrei potuto rimanere a fissare le stelle per ore; sembravano infinite, e il modo intenso con cui brillavano sollecitava quella parte di me che durante il giorno ignoravo. Fuori, nel profondo del bosco, sentii un gemito forte e lungo, seguito poi da un altro, quando i lupi iniziarono a ululare. Si aggiunsero altre voci, alcune basse e cantilenanti, alcune alte e brevi, un coro bellissimo e sinistro. Riconobbi l'ululato del mio lupo: il suo tono corposo si ergeva sopra gli altri, come se mi implorasse di ascoltarlo. Il cuore mi faceva male, perché da un lato voleva che la smettessero e dall'altro che continuassero per sempre. Mi immaginavo insieme a loro nel bosco dorato, a guardarli reclinare la testa e ululare sotto un cielo di stelle infinite. Scacciai una lacrima, sentendomi stupida e infelice, ma non mi addormentai prima che ogni singolo lupo non smise di ululare."

"Una folata di vento freddo gli sollevò i capelli e gli fece vorticare intorno una raffica di splendenti foglie dorate. Spalancò le braccia, in modo che le foglie gli cadessero nelle mani. Era un angelo nero in un eterno bosco d'autunno. "Lo sapevi che per ognuna che afferri guadagni un giorno di felicità?"

"Sam mi diede la mano; la sua stretta era decisa e la sua pelle calda nell'aria fresca dell'autunno. I suoi occhi mi scrutavano, grandi e luminescenti, nel bagliore del pomeriggio, e per un attimo rimasi intrappolata nel suo sguardo e ripensai a quegli stessi occhi che mi scrutavano dal muso di un lupo. (...) E parte di me, la parte che soffriva per la perdita quando di notte sentiva i lupi ululare, mi stava implorando di seguire l'odore appena percettibile del branco."

"Fissai il quadrato di notte attraverso la finestra, persa nel ricordo di Sam in forma di lupo. Il branco girava attorno a me, lingue e zanne, ringhi e scatti. Un lupo era rimasto indietro, la gorgiera ricoperta di ghiaccio, e mentre guardava me nella neve tremava. Distesa nel gelo, sotto un cielo bianco che diventava nero, tenevo gli occhi fissi su di lui. Era bellissimo: selvaggio e tenebroso, gli occhi gialli colmi di una complessità che non potevo nemmeno lontanamente immaginare. Ed emanava lo stesso odore degli altri lupi: un odore corposo, selvatico, di muschio. Anche adesso, lì nella mia stanza, potevo sentirgli addosso l'odore di lupo, anche se indossava un camice da medico e una nuova pelle."

"Ogni contatto ritardava l'inizio dell'inverno. Per farmi capire che avevo ragione, Grace si avvicinò a me, scalciò le coperte tra me e lei e premette la bocca contro la mia. Lasciai che dischiudesse le mie labbra e sospirai, assaggiando il suo respiro. (...) Sentimmo i lupi ululare fuori dalla finestra, quelli che non si erano trasformati. O che non si sarebbero trasformati mai più."

"Era così facile dimenticare la violenza primordiale del mio mondo quando ero in forma umana, al sicuro nel letto di Grace. Era facile vederci come probabilmente ci vedeva lei: fantasmi nel bosco, silenziosi, magici."

"I pensieri erano scivolosi e sfuggenti, piste lievi nel vento ghiacciato, troppo lontani perché riuscissi ad afferrarli. (...) La guardavo. Una parte di me voleva andare da lei, ma l'istinto mi dissuadeva. Il desiderio accese un pensiero, che a sua volta accese il ricordo del bosco dorato, giorni che mi fluttuavano attorno e che cadevano, giorni che giacevano immobili e accartocciati a terra. (...) Alla fine, la notte strisciò su tutto il cortile, allungando le ombre, trascinando fuori dalla boscaglia, fino a che il mondo intero non ne fu ricoperto."

"La guardavo. Ero un fantasma nel bosco, silenzioso, immobile, freddo. Ero l'inverno incarnato, il vento gelido in forma fisica. Stavo al limitare del bosco, dove gli alberi si fanno più radi e profumano l'aria; soprattutto odori morti, considerata la stagione. Il morso delle conifere, il muschio del lupo, la dolcezza di lei, nient'altro da annusare. Rimase sulla soglia il tempo di alcuni respiri. Aveva il viso rivolto verso gli alberi, ma io ero invisibile, intangibile, nient'altro che occhi nel bosco. La brezza intermittente continuava a portarmi il suo profumo, ancora e ancora, cantando in un'altra lingua di ricordi appartenenti a un'altra forma."

Altro romanzo consigliato: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/12/liam-di-nora-roberts-collezione-harmony.html




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