"Senza Passato" (Romanzo Storico Ottocentesco)

Trama: Jonathan e Beth sembrano legati dal filo del destino...  In due occasioni il conte di Portbury salva la giovane fanciulla dal pericolo e la porta al sicuro. Ma mentre la prima volta non fa particolare caso a lei, la seconda, ammaliato dal suo candore e dalla sua bellezza, non esita a chiederle di sposarlo. Beth, pur affascinata dal gentiluomo e lusingata dalla proposta, è decisa a rifiutare a causa dell'amnesia che non le permette di ricordare nulla del proprio passato. Forse, però, esiste un modo per superare quelle reticenze...


Nota di Lunaria: "Senza Passato" inizia proprio bene, con un incipit che ricorda, per atmosfere, un romanzo gotico, ma purtroppo già dal secondo capitolo in poi si affloscia in una narrazione piatta (anche se l'ambiente del tempo è sempre ben ricostruito) e con lungaggini ininfluenti, risollevandosi solo prima del finale, quando Beth, sconvolta dall'aver appreso il suo passato, fugge e si trova in pericolo. Poco erotismo, anche se la scena d'amore tra i due protagonisti è ben descritta. Mi aspettavo di più da questo romanzo, che resta comunque un romanzo discreto ma senza quel "di più" che me lo avrebbe reso più piacevole da leggere.


Gli stralci più belli: 

"Faceva freddo, un freddo gelido. Era come se dita ghiacciate s'insinuassero in ogni fessura degli indumenti. Il vento e il nevischio le frustavano il volto e ogni respiro era faticoso. Tuttavia non aveva scelta: doveva proseguire, rifugiarsi in un luogo sicuro per riprendere fiato. (...) Sollevò il capo per guardare avanti (...) alberi quasi spogli, un sottobosco di cespugli, qualche sempreverde scosso dalla tempesta; oltre a quello, soltanto il viottolo fangoso, coperto di foglie secche, pronte per essere inghiottite dal terreno fradicio. Tutto attorno, nulla assoluto. Scossa da un brivido, strinse al petto i lembi dello scialle (...) Continuò ad arrancare, costringendosi a muovere le gambe e ignorando l'acqua fredda, penetrata negli stivaletti. A ogni passo, il fango minacciava di risucchiarla. Era stanca da morire. Se soltanto... (...) Il vento soffiava con furia ancora maggiore. Gli arbusti si piegavano con rabbia. Tuttavia i rami sopra di lei non fuggivano come gli altri, con un violento fruscio."

"Era la dolce e confortante voce di Beth. Per quale motivo non poteva prenderla in moglie? Perché era il conte di Portbury. Il titolo gli imponeva di unirsi a una giovane aristocratica. Dovere: ormai da anni dominava la sua vita. Ma cosa gli aveva procurato, se non sacrifici e sofferenze? Un uomo valeva più della somma delle responsabilità" 





Nessun commento:

Posta un commento