"Braccati" di Vickie Taylor (Harmony Jolly Tour)


Trama: Paige Burkett, agente della squadra cinofila, si lascia andare ad una notte di passione con il collega della narcotici Marco Angelosi. La delusione è immensa quando quest'ultimo sembra essere implicato nella sparizione di una partita di droga sequestrata da Paige e dal suo compagno durante una retata. Marco, però, fugge, rapendo Paige. Passano il confine del Texas e si nascondono in Oklahoma. Cosa vuole da lei? Un'assicurazione per sé o salvarle la vita?

Commento di Lunaria: "Braccati" è un romanzo a sfondo poliziesco e a tinte rosa, che inizia con un incipit bollente ma poi si affloscia un po' nei capitoli centrali (quelli dell'arrivo alla riserva indiana e all'entrata in scena dei narcotrafficanti) perdendo di ritmo (sia quello da suspence sia quello prettamente sentimentale). Comunque, nonostante un ritmo un po' fiacco in qualche capitolo che, al fine della vicenda, è alquanto inutile e dispersivo, resta un romanzo nella media. Poche le scene erotiche, dopo l'incipit davvero hot, anche se sono sempre descritte con un tono alquanto poetico e sognante, mentre la parte thrilling ha il suo apice solo negli ultimi tre capitoli.
Discreta l'analisi psicologica all'emotività e al vissuto dei protagonisti.

Gli stralci più belli: "Paige Burkett si inarcò tra le braccia del suo amante. Sotto le sue dita, le spalle di lui si protesero in avanti, come schiacciate da un peso insostenibile. Paige reclinò il capo all'indietro. La bocca le si schiuse in un muto gemito e lei rimase sospesa, con gli occhi chiusi, come un insetto intrappolato in una goccia d'ambra.
"Apri gli occhi", le ordinò lui, e Paige obbedì, incapace di opporglisi.
L'argenteo chiarore lunare gli si spandeva sulla pelle come mercurio fuso e le ombre notturne danzavano sulla curva sensuale delle sue labbra.
Ma erano i suoi occhi a stregarla, com'era accaduto la prima volta che li aveva sorpresi su di sé, quasi un mese prima. Gli occhi di un angelo, aveva pensato allora. Non le iridi inocenti di un cherubino alato, bensì le finestre spalancate sull'anima di una creatura mortale combattuta tra l'aspirazione al divino e il richiamo del passato.
Quegli occhi così gravidi d'inevitabilità avevano esercitato un fascino magnetico su di lei e Paige si era lasciata attrarre, sorda alla voce del buonsenso che le intimava di non farlo.
Tre anni.
Per tre anni si era negata quell'intimità. Si era ripetuta che non aveva bisogno di un uomo. Che non ne voleva uno. Poi, uno sguardo, e lei non aveva desiderato altro.
Accidenti a Marco Angelosi e ai suoi occhi d'angelo!
[...] Lui si mosse, e il fugace legame che i loro corpi avevano stretto si spezzò. Quell'assenza la drenò, rendendola l'ombra della donna che era stata, e una furia selvaggia s'impadronì di lei.
[...] Quella premessa le pizzicò la schiena. Paige provò a issarsi per incontrare quelle labbra, ma lui si era già impadronito del suo capezzolo.
Paige lo sentì indugiare sull'ombelico e poi perdersi più giù. Il desiderio di lui era così intenso da farla impazzire.
"Prendimi, ti prego", lo supplicò.
Lui non si lasciò pregare. Scivolò dentro di lei e le strappò un estatico sorriso.
[...] Il movimento di lui era dolce e impetuoso come lo sciabordio delle onde che si infrangono sugli scogli.
Paige non si era mai sentita così viva. Eppure stava annegando. Quanto più profonda si faceva l'invasione di lui, tanto più lei si sentiva sopraffare da una forza potente e inarrestabile.
Gli occhi scuri di lui le ingiungevano di lasciarsi trasportare dalla marea. [...] Il corpo di lui la stava possedendo furiosamente. Seduttivamente. Le chiedeva di stare al passo.
[...] Marco sapeva esattamente come toccarla, come muoversi, come strapparle le reazioni più ardenti. Nessun uomo l'aveva mai fatta vibrare tanto intensamente. Nessun uomo aveva mai toccato la sua parte più istintuale e primitiva. Se le avesse chiesto l'anima, gliel'avrebbe data. E quella scoperta l'atterriva.
[...] Tre anni addietro, Paige si era data interamente a un uomo. Al punto che, quando lui se n'era andato, non le era rimasto niente di sé.
Ce l'aveva messa tutta per riprendere in mano le redini della vita, riconquistare l'indipendenza, rinsaldare l'autostima. Non intendeva perderle di nuovo... per un altro uomo.
Anche se aveva un corpo peccaminoso e occhi d'angelo."

"Non era molto diverso da come era andata con lei. Lui l'aveva voluta e le si era messo alle costole finché non gli aveva ceduto.
Aveva seminato il suo fascino fino a portarsela a letto e, strada facendo, lei aveva perso la testa, il cuore e l'anima.
[...] Mentre lui la fissava, l'espressione sul suo volto si trasformò, svelando strati su strati di emozioni nell'arco di pochi secondi. Meraviglia. Timore. Dolore. Rispetto. La complessità di ciò che lui stava provando la sconvolse. La profondità di quelle emozioni la sorprese."

"Accidenti! Perché, per una volta, non mi dici quello che provi?"
"Perché quello che provo non mi piace e non voglio continuare a provarlo."

"Le accarezzò la schiena e le accostò le labbra all'orecchio per sedarla con le parole, però, prima che potesse farlo, Paige girò la testa e gli coprì la bocca con la sua. Fu lei a rassicurarlo, a infondergli nuova linfa, a farlo sentire vivo accelerando il battito del suo cuore. Con le labbra e con la lingua, lo mise di fronte al futuro al quale aveva voltato le spalle. [...] Quando Marco le coprì i seni, le sue mani tremavano come quelle di un adolescente. [...] Al chiarore della luna, la pelle di lei era avorio. Marco la percorse con gli occhi, pregustando la traversata, beandosi della sua perfezione. Le aveva dato tutto, compresa la vita. O almeno, la vita di Marco Angelosi, ma non era abbastanza. Non lo sarebbe mai stato. Lei voleva anche la sua anima. E lui era pronto a offrirgliela. [...] Paige si tese e si fece liquida. Marco fu con lei sul ciglio del precipizio. Poi, per la seconda volta in quello stesso giorno, si sentì precipitare nel vuoto. Cielo e acqua si confusero nella turbinosa spirale che lo intrappolò."

"Credevo che amare non significasse rinunciare, invece mi sbagliavo. Amare significa rinunciare alla paura, al potere, al controllo, e mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro. Tu hai rinunciato a tanto per me, Marco. E io temevo di non poter mai fare altrettanto. Ecco, lo aveva detto. Si era finalmente tolta quel macigno dal petto. Marco le incorniciò il viso con le mani e le asciugò una lacrima che le era rotolata giù per la guancia."


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