"Frammenti di memoria" di Linda O. Johnston (Harmony Emozioni)
Trama: Il loro matrimonio è una messinscena e rientra in un piano ben congegnato per tendere una trappola a un pericoloso assassino. Il Giustiziere ha colpito ancora. E ora Jordan si ritrova con una moglie che non ricorda nemmeno il suo nome e con l'ingrato compito di doverle dire che suo padre è morto. Non è il modo migliore per cominciare una nuova vita insieme. Ma Sara ha davvero perso la memoria o ha finto l'amnesia per tenere a bada il criminale che…
Commento di Lunaria: Nonostante la trama abbastanza ripetuta più e più volte non solo nei libri ma anche nei film (la vittima che ha visto l'assassino ma ha perso la memoria) "Frammenti di memoria" si lascia apprezzare per lo stile narrativo veloce e scorrevole; qualche breve accenno dal tono leggermente splatter (cadaveri mutilati e pezzi sparsi in giro...) e l'attrazione sessuale-sentimentale in bilico tra Jordan e Sara rendono il tutto a tinte thriller. L'Autrice non si è dedicata molto nel descrivere la psicologia dell'assassino (e anche il movente sembra "buttato lì" come riempitivo) comunque la storia scorre senza impaludarsi e si legge con piacere. Notevole l'incipit, che inizia subito con un ritmo da cardiopalma, così come le pagine più hot (purtroppo, rare).
Gli stralci più belli: "Fu un urlo a svegliarla. Un suono attutito, da principio, come se avesse in testa una delle cuffie che usava al poligono di tiro. Poi, divenne più intenso. Lacerante. Le penetrò nelle ossa, facendola rabbrividire. Aprì gli occhi. Vide un'ombra indistinta che sgattaiolava fuori dalla porta. Sbattè le palpebre, ed era già sparita. Ancora un urlo. Girò il capo, cercando di capire da dove provenisse. Il movimento le procurò un dolore lancinante, e un gemito le morì in gola. C'era una donna, davanti a lei. Indossava un camice azzurrino e le porgeva degli asciugamani. (...) Sentì un odore strano, tutt'altro che gradevole, che però riconobbe all'istante. Sangue. Il suo? Scostò una mano dalla testa, sentendola appiccicosa. Era insanguinata. Deglutì per scacciare un'ondata crescente di panico. Non era grave. Tranquilla. Era viva."
"Cercò di riaprire gli occhi. Solo allora si accorse che indossava un vestito bianco, di pizzo, lungo fino ai piedi. Un abito da sposa. Un abito da favola, irrimediabilmente rovinato da una grande chiazza di sangue. Ma non era il suo sangue, perché la ferita era su una tempia e non avrebbe potuto chiazzarle tutto il davanti dell'ampia gonna. Decisa a rizzarsi, fece un altro sforzo e finalmente vide la causa di tutto quel sangue. E delle urla di prima. Un uomo giaceva accanto a lei, sul pavimento (...) chiunque fosse, l'uomo era sicuramente morto."
"Stavolta, quando la guardò, era terribilmente serio. I suoi occhi profondi sembrarono penetrarle fin dentro l'anima. E riscaldarla. E fonderla. Provocandole un languore che Sara tentò invano di ignorare (...) Lei chiuse gli occhi e inspirò lentamente. Il profumo di Jordan le solleticò le narici; profumo del sapone con cui si era fatto la doccia, prima. Ma, soprattutto, un odore maschio. Terribilmente inebriante."
"Non poté rifiutarsi. Si abbassò implacabile, e le coprì la bocca con la bocca. Se non l'avesse afferrata saldamente per le braccia, Sara non sarebbe riuscita a restare in piedi, perché fu travolta da un'improvvisa spossatezza (...) L'afferrò saldamente per la natiche e le si premette addosso, strofinando sulle gambe la sua dirompente virilità"
Fu un bacio che catturo, e acutizzò, tutti i sensi di Sara. Sentì il respiro di Jordan che si faceva sempre più affannoso, i piccoli gemiti che le sfuggivano dalle labbra. Le braccia salde che l'avvolgevano, attirandola tanto vicino da farle sentire i contorni di quel torace maschio, premuto sui suoi seni; il rigonfiamento dei pantaloni che le premeva sul bentre. Le labbra di Jordan erano incollate alle sue, che si schiusero per permetterle di tracciare i contorni di quella bocca virile con la punta della lingua. (...) Jordan la prese per mano e la guidò verso il letto. Si distese con lei sul materasso e cominciò a carezzarle prima un seno, poi l'altro, facendole venir voglia di urlare. Le sembrava come se fosse la prima volta; come se non avesse mai provato il contatto della mano di un uomo sulla pelle nuda. (...) Gli esplorò il torace, tracciandogli i contorni dei pettorali con i polpastrelli;"
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