''Sentimenti allo specchio'' di Karen Van der Zee (Collezione Harmony)


Trama: un uomo e una donna. Due esseri con alle spalle un amore che il destino ha troncato tragicamente, chiusi nel proprio dolore, sordi ai richiami dell'altro sesso, apatici e spenti.
Ma la donna, Andrea, ha capito prima di Lex che il passato non può tornare. E d'un tratto si sente pronta a ricominciare, ad aprirsi a un altro amore, vincendo le resistenze del suo corpo, combattendo le paure che la spingerebbero a non lasciarsi andare, a non esporsi, trovando la forza per attaccare le difese di Lex che lei sa come abbattere perché sono lo specchio delle sue...

Commento di Lunaria: "Sentimenti allo specchio" è un romanzo rosa un po' atipico, essendo più che altro incentrato sulla descrizione (dettagliata) dei pensieri e degli stati d'animo (nonché psicologici) dei due protagonisti, Andrea e Lex, entrambi vedovi, e lasciando poco spazio agli eventi propriamente detti (la maggior parte delle scene salienti si svolge all'interno di stanze).
Le scene d'amore sono improntate più alla descrizione romantica (e non erotica) e per tutto il romanzo l'Autrice ha dato spazio anche ad una vena malinconica e umbratile, che fa sospirare e piangere Andrea e Lex, svelandoli nella loro fragilità e nel tedio esistenziale.
"Sentimenti allo specchio" è un romanzo molto intenso e toccante, che mette al centro più che non l'eros travolgente e piccante la sofferenza di un amore perduto (con la morte), rimpianti, rimorsi, paure, un'angoscia indefinita per il futuro (nonché di una certa disillusione per i rapporti umani). Non una facile lettura, quindi, men che meno un romanzo rosa "di svago", ma più improntato alla riflessione, ai monologhi, a pause cariche di silenzi che celano sentimenti intensi e laceranti.
Comunque, dopo tanto buio esistenziale, malinconia e tristezza, descritti con maestria dall'Autrice, con una prosa ora delicata ora intensa, c'è il lieto fine, che giunge ad illuminare la vita dei due protagonisti che, finalmente, hanno "seppellito" i fantasmi dei loro precedenti amori e possono finalmente godere il presente.

N.B.: il tema della vedovanza è stato trattato anche qui: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/03/per-elyse-di-cathy-gillen-thacker.html

Gli stralci più belli: "Durante i primi mesi che erano seguiti alla morte di Bart, aveva mangiato raramente [...] aveva dovuto fronteggiare la realtà della sua situazione. Va bene, si era detta, sono diventata vedova a ventuno anni. Una tragedia. Ho amato mio marito e ora lui è morto. Devo continuare a vivere. E devo imparare a farlo da sola. [...] Ora, tre anni dopo, era sicura di aver scelto la via giusta. Aveva trovato una certa calma interiore [...] I ricordi erano ancora lì, ma quel senso di disperata solitudine si era in qualche modo attenuato."

"Quel comportamento freddo, la sua totale mancanza di interesse per quel che gli accadeva intorno, nascondevano una profonda sofferenza. Era come se non avesse uno scopo per vivere, come se il suo cuore si fosse inaridito. E in lui Andrea riconobbe se stessa, la persona che era stata tra anni prima, dopo la morte di Bart."

"Vieni qui", disse con voce dolce e con l'altro braccio l'attirò contro di sé. La baciò sull'angolo della bocca, poi spostò lentamente le labbra fino a coprire le sue. Andrea rabbrividì violentemente, il sangue che le pulsava nelle orecchie."

"[...] All'improvviso si chiese come sarebbe stato fare l'amore con lui. Durante il resto della settimana lo vide poco [...] si sentiva inquieta. Si scoprì più volte a pensare a lui. Si chiese confusamente se non stesse per caso innamorandosi. Irritata con se stessa, gettò da parte la rivista che stava invano tentando di leggere."

"Sembrava chiuso in una tomba, murato vivo in un mondo privo di emozioni. Ma Andrea sapeva che non avrebbe funzionato. Per mesi, dopo la morte di Bart, si era comportata allo stesso modo, convinta che se avesse dato via libera al dolore che la lacerava non avrebbe saputo sopportarlo. Ma era impossibile. Un giorno tutte le sue difese erano crollate e aveva pianto senza ritegno, urlando tutta la sua disperazione. E solo allora era stata in grado di accettare la verità. Quello che era passato non sarebbe tornato più. Bart era morto. Ed era sopravvissuta. Ora riviveva quello stesso dramma, riflesso negli occhi, nel viso, nell'atteggiamento patetico di Lex."

"All'improvviso fu conscia della loro vicinanza, poteva sentire il calore del suo corpo che si propagava in lei. [...] Il viso di Lex si fece più vicino, sempre più vicino, finché la baciò. [...] Le mani di lui cercarono il suo corpo, le scivolarono lungo la schiena, la carezzarono... E un lungo fremito la percorse, un disperato bisogno che per anni aveva represso esplose in lei. [...] E non ci fu più nulla, eccetto il calore dei loro corpi allacciati."

"Inginocchiata al lato del letto gli fece scorrere la mano fra i capelli e poi, di nuovo, giù per la schiena. E ancora una volta Lex non si mosse. C'era qualcosa di spaventoso nell'immobilità del suo corpo. [...] Lei appoggiò la testa alla sua e lo abbracciò, cercando di fermare il tremito della sua schiena, poi, all'improvviso, si trovò a piangere anche lei, sopraffatta da un dolore senza nome, incomprensibile."

"Lei rimase a guardarlo per un attimo, poi si voltò verso il muro, affinché non potesse vedere che stava piangendo. Era vero. Aveva bisogno di Lex, e non solo perché era malata. Sentì le mani di lui che stringevano le sue e le lacrime che le scendevano lungo le guance."

"Ansimava e lei notò l'improvvisa tensione del suo sguardo. Tentò di abbracciarlo nuovamente ma lui la fermò con un impercettibile cenno del capo. Andrea sentì qualcosa che si rompeva dentro di lei e si lasciò cadere su una sedia. Non riusciva a pensare. Era come svuotata [...] si coprì la faccia con le mani. Perché, oh, perché doveva andare così? Tanti anni di solitudine... e adesso che aveva trovato di nuovo l'amore lui doveva lasciarla [...] Un'emozione di una potenza sconvolgente la travolse, e, inspiegabilmente, scoppiò a piangere."

"Lui le spostò una ciocca di capelli dal viso. "Ti avevo detto che sarei tornato."
"Lo so. Ma è stato tanti mesi fa. Il tempo passa, i sentimenti cambiano [...] Il silenzio li avvolse. Un silenzio pieno di tenerezza e di comprensione, al di là delle parole."

"All'improvviso Lex smise di baciarla e si irrigidì. Alzò gli occhi per guardarla e lei vide nel suo viso un dolore lacerante, che la sconvolse. [...] Perché quel dolore nei suoi occhi? Un cieco terrore la invase. Avrebbe voluto gridare, piangere, ma dalla sua gola non uscì il minimo suono. [...] si gettò giù dal letto, ma le gambe non la ressero e ricadde sul cuscino, dove giacque, esausta. Rimase a lungo in quella posizione, senza pensare, svuotata, finché sentì freddo e rabbrividì. Si infilò sotto le coperte. Un pensiero si fece luce nella confusione della sua mente."

"Lo aveva implorato di restare con lei e lui se n'era andato. [...] Anja era ancora nella sua mente, nei suoi pensieri? Forse non avrebbe mai potuto darsi completamente a un'altra donna perché l'aveva amata troppo?"

"Non avrebbe dovuto amare di nuovo, non avrebbe dovuto diventare così vulnerabile. Aveva rischiato tutto e aveva perso. [...] Andrea si appoggiò contro di lui, asciugandosi rabbiosamente le lacrime, cercando di dirgli qualcosa che aiutasse. Ma non trovò le parole e i minuti passarono in silenzio. [...] Alla fine giacquero insieme, abbracciati, in silenzio. Andrea si cullava nella stordente sensazione del suo amore. "


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