Trama: Nel presente la soddisfazione di un successo professionale ed economico costruito con enormi sacrifici, nel passato un doloroso segreto intrecciato a un mistero la cui chiave è ancora troppo vaga e lontana. Non ci sono rose senza spine e Donna, energica ma tanto vulnerabile, lo sa meglio di chiunque altro... Soprattutto quando nella sua vita torna, imprevedibilmente, l'odiato Daniel, il responsabile, vero o presunto?, della morte del padre. La strada verso la verità per Donna è lunga e angosciosa, anche perché il passato torna con troppi fantasmi.
Commento di Lunaria: La trama di "Non c'è rosa senza spine..." poteva essere interessante ma dal punto di vista narrativo tutto procede alla moviola. Poco eros (del resto non è neanche spiegato come Daniel possa innamorarsi all'istante di Donna quando non hanno niente in comune e tutto il loro rapporto risulta poco convincente anche col proseguire degli eventi), molti dialoghi (anche su cose di secondaria importanza che non importano granché alla lettrice, come i particolari finanziari dell'attività del padre o come prosegue l'attività in pasticceria...), il focus della narrazione è quasi tutto incentrato sul passato di Donna (e così è un continuo rinvangare su questa vicenda e sugli strascichi che comporta nel presente, anche e soprattutto in rapporto a Daniel) e su quanto lei creda che tutto quanto è successo a suo padre, sia colpa di Daniel. Non è pessimo, come romanzo, ma è molto generico; devo dire che mi aspettavo di più. Notevole, per toni decadenti, la descrizione del funerale.
Gli stralci più belli:
"E poi Donna non riuscì più a rimanere distaccata e si trovò a rivivere, in tutta la loro orribile vividezza, le emozioni che aveva provato quando la direttrice le aveva detto che suo padre era morto due ore prima in un incidente stradale (...) non pianse molto fino al giorno del funerale. Non provava niente, solo un vuoto cosmico, abissale, che si concretizzò nel dolore lacerante della perdita appena vide le prime palate di terra bagnata cadere con un tonfo sordo sul legno della bara. Era marzo, pioveva, e le sue lacrime si mescolarono all'acqua fra l'erba del cimitero..."
"Tanti piccoli cambiamenti, che si erano accumulati, assommandosi fino a costringerla a chiedersi che cosa diavolo le stesse succedendo. La vita che si era ordinatamente costruita le stava sfuggendo di mano. Non riusciva più a concentrarsi al cento per cento sul lavoro. Così non poteva andare avanti. Senza contare che, alla lunga, quella vicinanza continua si sarebbe potuta trasformare in qualcosa di più serio, di più profondo... quella sera avrebbe detto a Daniel che dovevano smettere di vedersi"
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