Trama: Barbados. Maggie Murphy, un'abile infermiera, si sta godendo le meritate vacanze nell'antica e misteriosa torre ereditata da un suo paziente. Ma episodi inquietanti e coincidenze strane la mettono in allarme. Persone sconosciute cercano di avvicinarla, altre cercano di ucciderla... Esistono segreti e antiche leggende legate alla torre? E perché Owen Byrnside è alla ricerca di Maggie: chi è veramente la giovane donna?
N.B: In realtà "Il Rischio" fa parte di una trilogia: "L'Eredità Byrnside" ed è il volume II. L'Autrice ha citato in sintesi anche le due protagoniste del I e del III volume, che purtroppo mi mancano.
Commento di Lunaria: "Il Rischio" è un romanzo che è riuscito nell'incredibile impresa di rendere oscuro e misterioso un paesaggio tropicale come quello di Barbados, isola dei Caraibi! Quindi dimenticate le immagini di procaci e prosperose bellezze in bikini e aperitivi in spiaggia con sottofondo di musica danzereccia, perché l'Autrice ha scelto di descrivere ambienti di una bellezza prettamente romantica (nel senso originario del termine ottocentesco), la Natura selvaggia ed incontaminata di mari procellosi che nascondono relitti affondati nei loro abissi; uragani, strapiombi e precipizi, inquietanti luci notturne e una torre maledetta e infestata da spettri (come dice la leggenda...) e persino di cripte e cimiteri, dove si svolge il finale del romanzo. Viene quasi da pensare ai quadri di Vernet, quando l'Autrice descrive la torre e il frangersi del mare.
Insomma, un romanzo Rosa davvero particolare, che ammanta il tutto con riferimenti quasi gotici che tengono viva l'attenzione della lettrice per ben 285 pagine, miscelando leggende spettrali e pagine thriller. Eros fisico nella media, in compenso l'Autrice ha descritto a fondo i tormenti e i dolori dei protagonisti: Maggie, rimasta orfana e pronta a dedicare tutta se stessa al suo lavoro di infermiera, Fitch, divorziato dalla moglie Tina, una donna egoista e volubile, che si ritrova a crescere con mille difficoltà il figlio Jordy...
Gli stralci più belli:
"Attraverso gli alberi che fiancheggiavano il lato sinistro della strada l'oceano mandava bagliori color zaffiro e le onde che si frangevano alla base della scogliera riempivano l'aria di un profumo salmastro. (...) Maggie seguì le indicazioni alla lettera. Oltrepassati i ruderi di cui aveva parlato Remy, si trovò in una piatta radura rocciosa in cima a una scarpata che sovrastava l'Atlantico. La torre si innalzava sul fondo. Formata da blocchi di pietra consumati dalle intemperie e costruita quasi a perpendicolo sul bordo del precipizio, si stagliava contro il cielo blu come un gigantesco pezzo degli scacchi. (...) Le tornò in mente quello che le aveva detto Matthew prima di morire. "La torre è maledetta", le aveva sussurrato dal suo letto di ospedale. "Ogni membro della mia famiglia che l'ha posseduta è stato perseguitato dalla sorte." (...) E ora, mentre attraversava la radura rocciosa dalla quale si alzava la massiccia struttura della torre, Maggie aveva l'impressione di risentire la tragica, romantica storia che le aveva raccontato Matthew. Nel diciottesimo secolo la costruzione in pietra, che era stata edificata come fortezza contro gli attacchi dei pirati, era appartenuta a un antenato di Matthew che si chiamava Harry Surling. L'uomo era pazzamente innamorato di una bella fanciulla del luogo, una certa Cecily Marlowe, che l'aveva respinto per fidanzarsi con un affascinante aristocratico di nome James incontrato durante un breve soggiorno in Inghilterra. James, figlio cadetto di una nobile famiglia, aveva deciso di trasferirsi a Barbados, dove avrebbe avuto luogo il suo fastoso matrimonio con Cecily. Era partito in nave, portando in dono alla futura sposa un abito nuziale di trine e perle vere, confezionato appositamente per lei in Francia. Ma la cerimonia non aveva mai avuto luogo. Surling, divorato dalla gelosia, aveva architettato un piano per annientare il rivale. Approfittando del buio di una notte tempestosa, aveva attirato la nave di James contro le rocce della torre Surling sistemando sulla scogliera delle luci che potevano sembrare quelle del porto. La nave era colata a picco con John, il suo equipaggio e il bellissimo abito. [Quando Cecily intuì la verità] dipinse un quandro profetico di Harry sul patibolo e lanciò una maledizione su di lui e su tutti i successivi proprietari della torre. Una maledizione che si sarebbe interrotta solo con la restituzione dell'abito nuziale."
"Vivendo nella torre era impossibile non avere un forte senso del passato, di altre vite e altri tempi. E i temporali notturni non potevano non ricordarle Cecily e il suo promesso James. Maggie fissò il punto in cui si proiettavano nell'oceano le rocce che proteggevano la cala. Ma era una notte troppo buia per vederle. La luna e le stelle erano state coperte dalle nubi. Sicuramente, se era vero che esistevano spiriti senza pace, quello di Cecily in quel momento doveva essere sugli scogli, a cercare di allontanare la nave del suo innamorato con grida isteriche e gemiti di rabbia. (...) Le pareva di vedere un puntino di luce forare l'oscurità, come doveva aver fatto la prima delle torce traditrici di Harry Surling. (...) No, non era solo immaginazione. Qualcuno aveva acceso una lampada sugli scogli. (...) Un brivido le scese lungo la spina dorsale. E in quel momento, nel buio sbocciò una seconda luce, poi un'altra, e un'altra ancora. (...) Una volta fuori Maggie non ebbe più dubbi sull'autenticità di quelle luci, anche se erano circondate da aloni di umidità (...) Abbassò lo sguardo sugli scalini. Pochi metri sotto di lei, sparivano nelle grande fauci dell'oscurità. (...) Di tanto in tanto la luna faceva capolino da dietro una nuvola, bagnando il paesaggio di una luce argentea."
"Se anche non fosse stata preoccupata per Jordy, gli strani rumori che la circondavano le avrebbero impedito di dormire. I sospiri delle onde che morivano sulla spiaggia sembravano quasi umani, il vento agitava la vegetazione tropicale con la leggerezza di dita su un'arpa e strani uccelli lanciavano i loro richiami nella notte. Dentro la torre, Maggie sentiva i passi delle piccole creature che vi si erano rifugiati. Se fossi superstiziosa, penserei che sono fantasmi, si disse."
"Rimasero abbracciati per tutta la notte. Mentre il ciclone ululava sopra le loro teste e squassava il loro rifugio con la violenza di un terremoto, il calore dei loro corpi li rassicurava. Fecero l'amore e poi, appagati, restarono a lungo in silenzio, annullando con le carezze la furia degli elementi."
"Davanti a lei, la cripta apriva le sue fauci nere sotto la luna"
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