Trama: "Sei anni di matrimonio e un figlio, eppure non ci conosciamo molto di più che il giorno della cerimonia", dice Andrew a sua moglie Helen, ed è vero. Si sono sposati per motivi di reciproco interesse, hanno messo al mondo un figlio per gli stessi motivi, ma sono due estranei che non vivono quasi mai sotto lo stesso tetto. Ma ora, ecco che Andrew rivendica i suoi diritti di marito e Helen si trova impreparata di fronte a questa svolta improvvisa. Chi o cosa l'aiuterà a uscire dalla fortezza di gelo, portandola a dire gioiosamente "ti amo" ad Andrew?
Commento di Lunaria: ORRENDO romanzo di Charlotte Lamb dove si erotizza e giustifica un uomo che stupra per ben due volte una donna, sposata solo per interesse egoistico, ha impulsi omicidi nei confronti di lei e dell'unico uomo che la sostiene (Philip), è manesco, violento, arrogante, tiranno (immancabilmente ha gli occhi grigi, come quasi tutti i personaggi dei romanzi lambiani).
155 pagine e ben venti pagine dove questo Andrew commette uno o più reati e dove alla fine "i due si scoprono innamorati".
Il giudizio assolutamente negativo che riservo a questo PESSIMO romanzo non è dato dallo stile narrativo (al contrario: Charlotte Lamb scriveva molto bene) ma dal messaggio che veicola: LA VIOLENZA SU UNA DONNA CHE NON RIESCE NEANCHE A RIBELLARSI.
Si obietterà che quando il romanzo è stato scritto (1979) cose come lo stupro coniugale non erano neanche giudicati reati; sì, probabilmente è così, probabilmente l'Autrice neanche se ne rendeva conto di quanto fosse moralmente ripugnante questo suo modo di "romanticizzare" lo stalking e la violenza coniugale, ma resta il fatto che OGGI TUTTO QUESTO è REATO. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/11/non-e-amore.html)
Riporto qualche stralcio, per dare l'idea.
Pagine 21 e 22: "Era la sera del giorno del matrimonio. Tranquillamente, Helen si spogliò e si mise a letto nella sua camera, nella villa della Giamaica, fidando nella promessa di Andrew che la loro unione sarebbe stata platonica. Quando lui entrò (...) rise, una risata aspra, strana. Ed Helen si drizzò di scatto nel letto, impallidendo."
Andrew la informa che il padre di lei ha deciso che lei debba avere un figlio, perciò LA STUPRA.
"Andrew tese lentamente un braccio e spense la lampada. Lei continuò a dire di no, a intervalli, ma quella notte scoprì che, sotto la scorza indolente, lui era spietato."
E da qui in poi la Lamb si diletta a sciorinare i particolari di uno stupro coniugale, per esempio, facendoci sapere che "le mani di lui esploravano il corpo tremante, la presa salda quando lei volle sottrarsi, i sordi gemiti, verso la fine, mentre lei lo subiva in silenzio e lo odiava."
Dopo che lui ha finito di stuprarla, si addormenta, ma all'Autrice non basta, infatti specifica che "la incatena a sé con un braccio, mentre lei resta sveglia, gelata e dolorante."
"Nonostante la sua delicatezza" (si esprime proprio così, dopo che ha descritto la scena di uno stupro su una donna vergine, la Lamb usa "delicatezza") "le aveva fatto male, molto male."
Ci risparmia solo il particolare splatter del lenzuolo insanguinato, chissà perché, forse per non far etichettare il suo romanzo nel genere "splatterpunk".
Ma non è finita qui.
Alla pagina 22 c'è pure il dialogo.
"La mattina dopo, leggendole negli occhi azzurri l'amarezza, lui fece una smorfia" (il che lascerebbe pure intendere che "lui si aspettava che a lei piacesse", tanto per aggiungere altro degrado a delle pagine che sono stomachevoli)
"Non guardarmi così", le disse. "Tutto quello che ti chiedo è un figlio."
"Cioè, dovrò passarci ancora e ancora finché non sarò incinta?", replicò, glaciale e piena di disgusto.
"Sì", sibilò lui, arrossendo.
Perciò, non contenta di averci descritto uno stupro coniugale fatto su una fanciulla vergine, l'Autrice pensa bene di aggiungere altro orrore: lo stupro si ripete poco righe sotto, con Andrew UBRIACO.
"La seconda notte andò da lei dopo aver bevuto abbondantemente, per eliminare dalla sua mente ogni eventuale scrupolo, e la prese senza dilungarsi in preliminari. Helen rimase in silenzio, ma alla fine due lacrime le scesero sulle guance."
A pagina 43, dopo che per tutte le pagine precedenti, Helen evita il più possibile lo stupratore Andrew, lui è pure capace di rinfacciarle che "la tua avversione per l'altro sesso rasenta la fobia."
Quando lei replica che "il fatto che non abbia perso la testa per te non significa che tutti gli uomini mi siano antipatici!" lui sibila "Qualche volta mi vien voglia di suonartele!", ritornello che sentiremo più volte, anche altrove.
A pagina 45 lei replica "Se mi tocchi anche solo con un dito, mi metto ad urlare" e lui, ovviamente, le tocca i seni.
A pagina 46 la bacia (senza il consenso di lei), mentre lei mette le mani sulle sue spalle per respingerlo. Lui ovviamente è troppo forte, e "la costringe contro i cuscini".
Lei intontita "chiude gli occhi, si lascia andare" e lui commenta "A cosa ti servirà la tua verginità nella tomba?"
nonostante l'abbia già stuprata due volte.
Lei scappa, "tremante e sconvolta", si rifugia in camera e da lì inizia a pensare che "forse desidera Andrew" pur sapendo che lui "aveva impiegato più la forza che la persuasione, probabilmente perché sapeva che lei non avrebbe ceduto altrimenti (...) avrebbe respinto con disgusto ogni approccio."
A pagina 58 la minaccia nuovamente, perché geloso di una semplice amicizia tra lei e un collega, Philip.
"Ti insegnerò ad avere paura di me, Helen!"
"Non l'aveva toccata, ma lei tremava già di paura. (...) Aveva visto il vero Andrew, l'uomo dalla volontà d'acciaio, capace di tagliare la gola ad un concorrente in affari"
A pagina 86, Andrew vuole picchiarla: "Sì, ti meriti un ceffone, ma a te penserò dopo."
Quando a pagina 88 Helen viene molestata da un ragazzo in una discoteca, Andrew la trascina via ed è pure capace di darle la colpa!
"Per un istante aveva visto sul viso di Andrew una furia omicida e aveva temuto che ammazzasse il ragazzo in maglietta arancione. (...) Correva dietro di lui come una schiava fuggiasca ricatturata dal padrone".
Quando Philip interviene in sua difesa "Non mi piace veder maltrattare le donne", Andrew minaccia anche lui.
Una volta in casa, la spintona (pagina 90) e la chiude in camera. "Helen lo fissò, terrorizzata."
A pagina 92 e 93 la violenta di nuovo, afferrandola, denudandola mentre lei cerca di fuggire.
"Ti avrò, che tu lo voglia o no. Dibattiti, e ti farò male. Ti avevo avvertito, Helen, che ti avrei insegnato ad avere paura di me."
Pagina 95: "Gettò un grido atterrito e si dibatté, e lui fu costretto a farle male per bloccarla e ributtarla sui cuscini. Lei tremava in tutto il corpo per il freddo e i denti le battevano."
Dopo un po' "Helen cede".
A pagina 115, roso dalla gelosa, l'accusa di essere "una sgualdrina frigida" e non la picchia solo per un soffio.
A pagina 154 le confessa che l'avrebbe uccisa, insieme a Philip (che ha picchiato, a pagina 143)
A pagina 146, credendo che lei sia andata a letto con Philip, la bacia in modo talmente violento che il sangue esce dalle labbra di lei mentre "le sue mani la stringevano impietose, artigliandola, ghermendola, strapazzandola come se volesse farle male."
A pagina 148 ripensando al primo stupro, Andrew commenta "Lo so che per te è stato orribile, ma per me... Non voglio più dirti bugie, per me è stato meraviglioso. Anche quando ti dibattevi e lottavi mi è piaciuto."