"Ma la notte...sì" di Rebecca Flanders (Romanzi Americani)


Trama: Jo Ella è nata libera ed è sempre alla ricerca di nuovi cieli e orizzonti. Solo Cam, l'amico di infanzia, la ama tanto da comprenderne l'irrequietezza e non ha mai pensato di imbrigliare la sua voglia di vivere o limitare il suo bisogno di avventura. Per lui, Jo Ella è una creatura fantastica che sa far vivere a un uomo momenti sconvolgenti e indimenticabili per poi svanire nel nulla. Ma nel sonno le incertezze di Jo Ella vengono a galla, popolando i suoi sogni di fantasmi inquietanti. Lei ancora non sa che la notte può diventare il momento del sì, la dolce resa alla calda dimensione dell'amore.

Commento critico di Lunaria: Rebecca Flanders, già autrice del bellissimo "Gabriel l'Immortale" e del sognante "L'uomo del ritratto"

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si riconferma, con "Ma la notte... sì" (1984), una delle più valenti e talentuose scrittrici rosa; tutti i suoi personaggi sono descritti a "tutto tondo", con profonde e toccanti descrizioni psicologiche, che toccano l'intera sfera dei sentimenti umani; l'Autrice, insomma, non ha uno stile narrativo da "romanzetto piatto", al contrario: nelle recensioni precedenti già facevo notare che i personaggi di Rebecca Flanders "fanno vibrare le pagine", per intensità di sentimenti.
Tuttavia, "Ma la notte... sì" è un romanzo rosa un po' atipico perché descrive un amore che in realtà già esiste, ed è ben "oliato" a partire dall'infanzia dei protagonisti; in pratica, non ci troviamo di fronte ad un romanzo che descriva "la nascita" del rapporto d'amore, ma di una passione amorosa che è "già nata" quando l'Autrice inizia a narrarla e che si basa soprattutto sui dialoghi e sui soliloqui di Cam e Jo Ella; lo svolgimento è tutto qui, infatti, perché ad essere citati sono comunissimi fatti quotidiani - andare a letto, cucinare, telefonare, andare a un concerto... - che di per sé non hanno alcuna importanza; servono piuttosto come "sfondo" ai dialoghi e monologhi dei due personaggi; solo verso la fine il romanzo acquisisce un po' di "verve" parlando di depressione post partum che colpisce Mary, un'amica di Jo Ella; per il resto, anche questo fatto serve a sviscerare nel dettaglio la psiche di Jo Ella - e della morte di un paziente che assisteva quando era infermiera - di fronte a questo evento, e non di certo dare importanza a Mary approfondendo il suo, di inconscio!
Per cui, il romanzo potrebbe annoiare quelle lettrici che preferiscono storie con brio e azione, colpi di scena e magari dialoghi serrati; se invece vi piacciono i romanzi "lenti" che indagano la psicologia dei personaggi - anche se non succede quasi nulla - allora questo romanzo di Rebecca Flanders fa al caso vostro. A me è piaciuto, pur prediligendo storie rosa a tinte gialle o thriller; comunque, data la sensazione di "passo di piombo" che si respira per parecchi capitoli, ci ho messo tre mesi per leggerlo tutto (quando invece solitamente per un romanzo rosa che mi piaccia, ci metto una settimana o un mese). è scritto bene - ripeto, la Flanders è un'Autrice che predilige un'analisi psicologica certosina dei suoi personaggi e li rende indimenticabili - anche se è un romanzo rosa un po' atipico. 


Gli stralci più belli:

"Lei si sciolse dall'abbraccio con lentezza esasperante. Si sentiva esausta, svuotata e un po' stordita da quanto era accaduto. Si aggrappò alla balaustra per sostenersi, cercando di ricacciare indietro il dolore che le parole di Cam le avevano procurato. Ma soprattutto la tormentava il tono impersonale e distaccato che lui aveva usato. Orgoglio ferito e confusione si mischiavano in lei e si sentiva prossima ad una nuova crisi di pianto. Cam l'aveva rifiutata.
Cam non la voleva.
Lui rimase a guardarla senza parlare, sforzandosi di assumere un'espressione controllata. Comprendeva di averla delusa profondamente e gli occorse tutta la propria forza di volontà per non cedere alla tentazione di prenderla ancora fra le braccia."

"Si strinse rabbrividendo la vestaglia intorno al corpo e si avviò verso la propria camera.
"Buonanotte, Joey". La voce di lui pareva arrivare da una distanza infinita. Jo Ella si voltò a guardarlo. Cam era fermo contro lo sfondo del cielo stellato, solido e imperturbabile"

"Sembrò che un'aura di sensualità li avvolgesse entrambi, mentre con espressione assorta lui le ravviava i capelli dietro le orecchie, seguendole il contorno del viso con dita leggere. Jo Ella si sentì sciogliere di languore. Il sangue le affluì alle gote in un impeto di piacere violento, mentre il respiro le si scioglieva in petto, perdendosi in un leggero ansimare [...] Ogni suo gesto era lento e deliberato, sospeso per qualche istante per venire ripreso subito dopo con maggior dolcezza e Jo Ella si lasciò assorbire dall'incanto che le sue carezze sapevano evocare in lei. Quando le mani di lui le si chiusero appena intorno ai seni, quasi temessero di ferirla, Jo Ella gemette piano mordendosi il labbro inferiore mentre con lentezza assoluta, quasi rarefatta, le carezze di Cam scendevano a trovarle la vita per fermarlesi intorno ai fianchi."

"Sentì le dita di Cam scivolarle lungo la schiena, frementi di impazienza all'improvviso e il suo fiato tiepido solleticarle la gola. Spostò i fianchi in avanti, per aderire al corpo di Cam, i seni premuti contro il suo petto, i capezzoli inturgiditi a dichiarare in lei il sorgere del piacere [...] Erano tanto spontanei i loro gesti, come se li avessero in mente da tempo e anelassero dalla voglia di provarli, come se ognuno di loro sapesse esattamente quello che l'altro voleva in quel momento. E si persero in un'atmosfera senza confini, dimentichi di ogni tristezza e ogni rimpianto, paghi della forza del loro abbraccio d'amore."

"Cam le venne accanto e le passò un braccio intorno alle spalle, quasi a sostenerla contro di sé, lasciandosi sfuggire un sospiro appagato. Rimasero a lungo in silenzio, a bere con gli occhi lo splendore della natura intorno a loro, della quale si sentivano parte integrante."




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