Trama: è la storia fresca e commovente di quattro sorelle, quattro gaie lodolette che anelano a lasciare il nido pur dolce e protettivo della loro casa. Donata si fidanza, Thea studia canto, Lelia sogna un mondo diverso da quello infantile che ha attorno ed Eva si innamora di un amore impossibile, e la sua disperata vicenda sconvolgerà la quieta "casa delle lodole"
Commento di Lunaria: una sorta di "Piccole Donne" ma in versione più tragica; al solito, secondo lo stile di Liala, c'è pochissimo amore fisico (e quel poco che c'è, è casto) e molto dramma. Di per sé l'azione è ridotta al minimo (come nei primi romanzi di Liala), a prevalere sono i dialoghi e i personaggi colti in dettagli e sullo sfondo di un paesaggio quasi da cartolina, con i soliti tocchi poetici di Liala.
"Allora, posso... posso abbracciare la prima lodoletta che se ne va?" Donata si prese fra le braccia Eva, e poiché questa era più bassa di statura, ella posò, su quel capino d'oro, un bacio pieno di affetto. "Piccola Eva cara! Non ti spiace, vero, se... se me ne vado? Non sarà troppo gravoso, per te, badare a tutto ciò che rimane?" "Sarò degna di te", rispose Eva. "Sii tranquilla e rendi presto felice Cori. Se una lodoletta se ne va, altre resteranno, nella casa, a ricordarla, ad aspettarla, per quando, sposa felice, vorrà, di tanto in tanto ricordarsi di tornare al nido." "La casa delle lodole diventerà a poco a poco silenziosa", sospirò Thea. "Donata seguirà il suo marito, io la mia carriera, Eva..." S'interruppe. Guardò la sorella. Ma Eva la fissava con i limpidi occhi e Thea proseguì: "Eva avrà il suo nido, e anche Lelia prenderà il volo. E quella che Luciano Cori battezzò la "Casa delle Lodole" diventerà una casa silenziosa, perché le lodole se ne saranno andate, una di qua, una di là, a fare il nido." Una malinconia improvvisa stava per avvolgere le tre sorelle, quando la voce di Lelia, chiara e alta, gridò: "Luciano! Vieni! Ho già imparato a darti del tu. Ho fatto le prove con [il gatto] Mustafà..."
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