"La Dama e l'Unicorno" (Romanzi Storici)

Trama: Francia, 1243. La giornata assolata non contribuiva in alcun modo a ingentilire la facciata della minacciosa fortezza di Montsalvat, accoccolata sulla sommità della montagna e Alienor si sentì gelare il sangue nelle vene a vedere il castello che sarebbe diventato la sua nuova dimora. Salendo a cavallo lungo il tortuoso sentiero, si chiese come mai quel matrimonio fosse stato combinato con tanta fretta e perchè un'aura di mistero circondasse la figura del suo futuro sposo, il Conte di Pereille. Al villaggio circolavano strane voci sul suo conto, storie di incantesimi e trasformazioni favorite dalla luna piena. E di fronte al sinistro maniero si domandò quali segreti Monsalvat custodisse così gelosamente all'interno delle sue mura, sulle quali all'improvviso era comparso un meraviglioso unicorno...


Commento di Lunaria: a leggere la trama già fantasticavo di trovarmi di fronte ad un Urban Fantasy ambientato nel Medioevo con tanto di licantropo o "licantropo mannaro" e invece... NO! Dopo un inizio carico di mistero, la trovata "paranormale" si dissolve e il romanzo prosegue più sui binari del romanzo storico (vengono menzionati i catari e le persecuzioni subite), in maniera prolissa e anche confusa. Non è scritto male, anzi, le descrizioni "hot" sono ben narrate, ma nel complesso l'ho trovato troppo lento (son ben 283 pagine) e ci ho messo davvero molto a finirlo.


Gli stralci più belli:

"Sotto il loro dolce assalto, la fascia che le cingeva la testa e il velo caddero a terra, ma Alienor se ne accorse a stento e tantomeno sentì il fruscio del suo impalpabile soggolo quando seguì la stessa sorte. Un rumore appena percettibile rivelò l'aprirsi del fermaglio del suo mantello foderato di pelliccia, ma solo l'alleggerirsi del peso sulle sue spalle le fece capire che l'indumento le era stato tolto. L'intero universo di Alienor sembrava essersi condensato attorno alle labbra persuasive di Dagobert, ai baci che le sfioravano le tempie e le palpebre, la punta del naso, il lobo dell'orecchio, in un ardente percorso che scendeva lungo la gola fino alla scollatura del suo abito."





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