"Quel Divino Autunno" di Liala


Trama: In una casa di gioco, Cino Mirasole conosce Iva, che, all'amico di Cino, Vezio Vilmara, ricorda l'amante Ingi, conosciuta in Turchia, e morta avvelenata. Iva è attratta da Cino, ma non può sopportare di ricordarle una donna defunta. Durante una festa, un pazzo sparge della polvere allucinogena sugli ospiti, e Cino, Iva e Vezio Vilmara si ritrovano in preda a dei deliri e visioni: Vilmara è convinto di essere entrato in una serra attigua alla casa, in compagnia di Iva, e di averla baciata, mentre la donna gli confessa il suo amore. Ripresasi dal delirio, Cino, Vezio e Iva tornano piano piano alla normalità. Vezio è tormentato, non sa se quanto ha vissuto sia successo realmente oppure sia un'allucinazione. Iva non ricorda nulla... o finge? E perché ad un certo punto dichiara di non essere vergine?


Commento di Lunaria: romanzo totalmente "lialesco", anche se oggigiorno disturba parecchio l'idolatria che viene fatta dalla verginità e dell'"onore" e della "dignità per essere amata" della donna "che passa per il suo essere integra" (e Iva viene giudicata una "poco di buono" perché dichiara di non essere "integra"), mentre i due uomini della vicenda hanno eccome rapporti sessuali con donne giudicate "amanti" perciò "di poco valore".  Purtroppo era l'ideale "catto borghese moralista" corrente di quando Liala scriveva questi romanzi, perciò oggi vicende come quella narrata in "Quel Divino Autunno" ci appaiono anacronistiche. Disapprovo il contenuto morale che ci sta dietro, insomma, e di cui questo romanzo, più di altri di Liala, si fa portatore, ma lo apprezzo per il consueto talento di Liala nel descrivere dettagli e particolari, con toni delicati e umoristici al tempo stesso. 

 



Vedi anche https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/09/trasparenze-di-pizzi-antichi-di-liala.html

 

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