Trama: Il marchese Ivo della Torre è fidanzato con la ricchissima borghese Fabiana, orfana, che vive col nonno, famoso produttore di olio. Fabiana è ossessionata dal pensiero che Ivo la possa lasciare e tradire, e in particolare si lascia andare a crisi di gelosia quando nei paraggi c'è Idilia, figlia di un chirurgo. Fabiana non può sposare subito Ivo, perché il nonno le impone un periodo di lutto per la scomparsa dei genitori, e il matrimonio è rimandato. Ma Fabiana non si dà pace, così si concede ad Ivo, pensando che così facendo l'uomo la sposerà per "responsabilità". Quando, durante dei lavori di manutenzione di una strada, la macchina di Ivo deve sostare al lato della carreggiata, permettendo all'auto guidata da Idilia di procedere, Ivo porge a Idilia una rosa, sporgendosi dal finestrino dell'auto. Le dice una parola, "Amore", ma poi preso dai rimorsi, si ripromette di non cedere alla tentazione carnale e di coltivare un amore castissimo e puro per Idilia. Fabiana, però, continuamente assilla Ivo credendolo innamorato di Idilia, che per Fabiana è diventata la rivale per eccellenza, nonostante Idilia non faccia nulla per alimentare i sospetti: deve sposare Remigio, un giovane che la sposa unicamente per prestigio sociale. Quando la macchina di Ivo ha un guasto, e Idilia si offre di dargli un passaggio, la sfortuna vuole che i due abbiano un incidente: per Fabiana è la prova del tradimento, nonostante non sia successo assolutamente nulla tra i due e Ivo sia stato ricoverato all'ospedale per diverse fratture. Accecata dall'ira, dal sospetto, dalla gelosia che le fa perdere il lume della ragione, Fabiana tenta di uccidere Idilia e poi si concede a Remigio, che ne approfitta, alimentando i sospetti di Fabiana e lasciando intendere che "se Ivo è andato a letto con la mia promessa sposa, noi, Fabiana, possiamo rendergli pan per focaccia". Fabiana cede, ma poi non riesce a reggere al rimorso e lentamente scivola in uno stato di tormento; nel frattempo, Idilia che ha scoperto la tresca, lascia Remigio. Fabiana, terrorizzata che Remigio possa confessare tutto a Ivo, decide di lasciarlo e di sparire dignitosamente per salvare almeno l'apparenza. Ma Ivo, che pur non amando più come una volta Fabiana, è legato a lei per la parola data, chiede ad Idilia di confermargli il tradimento della fidanzata. Idilia tace, perché l'ultima cosa che vorrebbe è ferire quell'uomo che adora. Un gesto, una parola, un silenzio: una storia dolce e forte che ha per protagonisti un gentiluomo d'antico stampo (Ivo), una ragazza impetuosa e gelosa (Fabiana), un'anima delicata (Idilia), un giovane superficiale e sensuale (Remigio).
Commento di Lunaria: Originale romanzo di Liala, che, con il suo inconfondibile stile tra il melodrammatico e l'umoristico, racconta "un quadrato amoroso" con scambio di coppia. Non è tanto la storia, ma come viene narrata, anche se 376 pagine sono una mole eccessiva per una trama così monotematica (tutta incentrata solo sul binomio alternato tra "scene di gelosia-tradimenti presunti e veri") ma Liala riesce ad intrigare con belle descrizioni di paesaggi (al solito, Liala ama descrivere "quadretti" idilliaci curando i particolari e i dettagli, si veda la descrizione che fa dell'edera, a pagina 373, definendola "edera egiziana, bianca filettata di verde... vi si adagiavano ombre che parevano immagini" e dell'odore dei fiori "gelsomini, tuberose, e anche l'odore di umido che cominciava a evaporare dalle aiole." aggiungendo, subito dopo, un tocco "molto alla Pascoli": "Dal cielo si staccò una stella. Ne seguì il velocissimo andare, non poté vedere dove la stessa aveva trovato un nuovo posto per risplendere. "Si è dissolta", pensò. "Come le lacrime sul viso. Scendono, si perdono lungo la guancia... Anche le lacrime del cielo si perdono e non brillano più...") e scene cariche di pathos e melodramma, nel tumulto delle emozioni dei personaggi coinvolti. Certo, trattasi di Rosa assolutamente anacronistico e che annoierà tutte le lettrici di Rosa "moderni": dai dialoghi "retrò" dei personaggi alle convenzioni sociali\morali dell'epoca, inclusa l'ormai illeggibile "purezza della donna" (peraltro anche "Una Notte a Castelguelfo" https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/03/una-notte-castelguelfo-di-liala.html presentava la stessa morale "puritana" e oggettificante dell'imene...) ma se amate lo stile "Rosa retrò", "Un Gesto, una Parola, un Silenzio", al netto delle sue interminabili e prolisse 376 pagine, è un romanzo "100% Liala style", che si ricorderà a lungo, a fine lettura... Ha persino un tocco shakespeariano a tratti, così tragicamente incentrato com'è sull'ossessione e il delirio della gelosia che distrugge un amore e porta all'autodistruzione (e alla distruzione dell'altro; il delitto è evitato solo per un intervento tempestivo di Ivo). Remigio, quando "soffia sui sospetti di Fabiana", facendoli divampare, ha molto dello "Iago" e non escludo che Liala avesse in mente "Othello", ma anche "Macbeth", mentre descriveva la discesa di Fabiana nell'ossessione. Assente, al solito, l'eros: i personaggi si scambiano solo castissimi baci e gli amplessi sono "fatti intuire" e niente più.
N.B: è uscito con diverse copertine ma io l'ho ricomprato con la copertina che raffigura il pozzo della villa di Fabiana (e nel romanzo, il pozzo è il protagonista di una delle scene migliori, per tensione, del romanzo)
Gli stralci più belli:
Pagina 54 "Ma la mano dell'uomo, adagio, quasi guidata da un potere magico, andò alle rose: una ne sollevò, una ne porse alla fanciulla. La bocca di lei si dischiuse appena appena, un sorriso venne lievemente accennato, poi la piccola vettura azzurra scattò in avanti."
Pagina 83 "Aveva nelle nari il profumo di Fabiana, aveva sulla pelle l'odore delizioso della pelle di lei: sentiva sotto la pelle la compatta consistenza di quelle stupende spalle nude che ella aveva esibito per tutta la serata. Ma il cuore era tormentato dal rimorso.
Perché dentro il cuore, cheta e umile, senza speranze e senza esigenze, stava Idilia. E non sapeva come fare per scacciarla."
Pagina 219: "Se uno non se l'aspetta e io spingo, quell'uno andrà giù [nel pozzo] [...] Fu in quel momento che Ivo della Torre si ripromise di dire a Idilia di non andare più presso il pozzo, con Fabiana."
Pagina 268: "Piccole, lontane, quasi spente erano le stelle: invisibile la luna, ma tutta chiarità lunare la terra. E quella chiarità pareva fatta di una finissima cipria che cadesse dall'alto su le cose terrene. Vi era odore di fiori, di mare, di terra bagnata. Vi era un chioccolio, prolungato, che pareva il primo canto dei merli e anche lo sgorgare di una fontanella."
Pagina 353: "E le parve davvero di morire: si confusero le mille e mille foglie di olivi, parve salire a lei la terra coperta di quella cosa che somigliava al rusco. Poi le sembrò che il cielo di tra le foglie le cadesse addosso, sfaldandosi in mille e mille strisce. Poi si sentì madida e a un tempo fredda: e il cuore, quel cuore non suo buttato dentro da mano demoniaca per straziarla, le salì alla gola e gliela serrò."
Pagina 355: "Il futuro le non lo aveva voluto attendere, aveva accelerato i tempi, aveva bramato solamente il presente e del presente aveva fatto un periodo di lotta, di errori, di incomprensioni. Il cuore le era caduto. Lo sentiva pesare, fatto di sasso bruciante."
Pagina 376: "Torniamo di dove siamo partiti, Ivo. Tu compi un gesto e mi dai una rosa, poi dici una parola, amore, e poi silenzio, Ivo. [...] Sorrise guardando in alto: vi era un gran movimento lassù. Innumerevoli le stelle rigavano l'azzurro cupo del cielo. Su la terra colma di profumi, su il mare maestoso e cheto come un deserto, la notte piangeva il suo pianto: ma era un pianto fatto di luce, fatto di stelle che se ne andavano qua e là, vagabonde e felici."
Vedi anche: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2021/02/le-copertine-dei-romanzi-di-liala.html
https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2023/07/laddormentato-cuore-di-liala.html
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