"La Villa degli Aranci Fioriti": recensione

Ogni volta che Tess entra nella cucina della madre Flavia, ad accoglierla è il familiare profumo di pistacchio e cannella. Della Sicilia che ha lasciato tanti anni fa per l'Inghilterra, Flavia ha conservato solo questo, i dolcissimi odori e sapori dell'isola. Ma, stavolta, Tess non è lì per intingere un dito nella morbida crema di una cassata o per sbirciare le ricette che la madre annota, insieme ai suoi pensieri, in un piccolo quaderno ormai ingiallito dal tempo: ha appena ricevuto una lettera, ed è per questo che vuole parlarle.  Una lettera che potrebbe cambiare tutto. A quasi quarant'anni, Tess non è felice e vive nell'ombra di un amore negato: quello per Robin, eternamente sposato a un'altra.  Incredula, Tess scopre di aver ereditato un'antica villa in un luminoso angolo di Sicilia. Una villa a picco sul mare, immersa negli aranceti...  Ma perché Tess ha ereditato questa villa? E perché qualcuno vuole che lei parta per la Sicilia? Mamma Flavia è l'unica che potrebbe rispondere, ma si è chiusa in un ostinato silenzio: da tempo si è gettata alle spalle la Sicilia e di quel tempo, il tempo della sua giovinezza, le resta solo un ricordo doloroso, che vuole tenere per sé. A Tess non resta che partire per scoprire la lunga e misteriosa storia che lega la sua famiglia all'isola e ad un'antica faida familiare che lacera gli animi. E mentre scopre i mille segreti di Villa Sirena, immaginando di farne un bed&breakfast, imparando a conoscere il paesino intorno, con i suoi segreti e l'antico tesoro che ha causato tanto odio e rancore tra le famiglie coinvolte nel suo ritrovamento molti anni prima, quando la Sicilia era sconvolta dalla Guerra Mondiale e che, suo malgrado, peserà sulle spalle di Tess. Tra i meravigliosi colori della Sicilia è persino più facile dimenticare gli amori sbagliati e innamorarsi di nuovo, sfidando rancori e pregiudizi.

Tre storie di donne: una nonna, una madre, una figlia, (1) in lotta contro il maschilismo patriarcale, faide familiari, tradimenti, congiure e incomprensioni generazionali.

(1) Nota di Lunaria: Le appassionate di Wicca Dianica avranno riconosciuto il tema tipico della Wicca Ginocentrica: la Madre, la Figlia e la Crone (Anziana) sono i tre aspetti della Dea, che corrispondono anche alle tre fasi della Luna: la Luna Piena (Madre) la Luna Crescente (Figlia) e la Luna Calante (la Crone), che graficamente viene rappresentato così    )O(

Per approfondimenti sulla Triplice Luna vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/la-trinita-e-pagana-d.html

Gli stralci più belli: 

"Esitò per un momento, incerta se andare verso il mare, dove forse poteva immergersi nell'acqua fresca o nell'altra direzione, verso i campi lontani e gli ulivi, alle pendici della montagna. Strizzò gli occhi per guardare in lontananza. Per un istante le parve di vedere qualcosa: il riflesso della luce sul metallo nel campo di frumento. (...) La ragazza scese lungo il sentiero che portava al primo uliveto. Camminava tra gli alberi che il sole inondava di bagliori argentei, con i rami nodosi carichi di frutti. La terra riarsa pulsava dell'incessante stridore delle cicale. In lontananza, l'orizzonte le appariva come un viola liquido."

"A est del borgo si estendevano campi e uliveti, a ovest c'erano le montagne. Il cuore di Cetaria era costituito da un guazzabuglio di case di pietra, ormai cadenti, dalle facciate intonacate, le persiane verdi o azzurre e i tetti di terracotta. Strade strette e ripide, piazze con panchine di pietra e vecchie fontane. Qua e là, cappelline votive, ulivi o fichi. Il profumo del gelsomino e dell'ibisco permeava l'aria e quasi ogni angolo offriva sorci della baia. L'intero villaggio pareva protendersi verso il baglio e il mare."

"Dicono che è un brutto posto". "Cetaria?" Tess si guardò attorno. Sua madre aveva detto la stessa cosa eppure a lei sembrava un paradiso. L'antico baglio, la fontana di pietra e l'eucalipto argenteo e contorto. La baia turchese con il faraglione. Il dedalo di stradine e le case dai colori pastello. Villa Sirena. Le grotte sottomarine. Come poteva essere un brutto posto? Le cose brutte potevano succedere ovunque."

"La fece aspettare finché (...) il fuoco non si affievolì e si stesero sugli scogli a guardare il fariglione, le scogliere in ombra e la luna che riluceva sulle onde della baia."

La leggenda della Sirena

La Sirena fu avvistata sul faraglione da un pescatore di Cetaria. Si guardava allo specchio e si pettinava i lunghi capelli castani e gialli. Pare che apparisse solo quando la luna era piena. Il suo specchio rifletteva la superficie del mare. Il pescatore fu attratto irresistibilmente da lei. Si sedette sugli scogli e ascoltò la canzone: era la più bella che avesse mai sentito. Ma non gli bastava ascoltarla una volta al mese. Voleva ascoltarla ogni notte. Voleva di più. Cercò di trattenere la Sirena.  "Devi restare fuori dall'acqua", le disse. "Devi venire a vivere con me e lasciare che io ti ami." "Se resto fuori dall'acqua la mia canzone morirà", rispose la Sirena. Il pescatore non le credette.  "Riesco a pescare solo quando sento la tua canzone; il resto del tempo l'acqua è sterile. Vieni da me e ci saranno pesci in quantità e banchetteremo, ci ameremo e saremo felici." Ma la Sirena si rifiutò: "Se lascio il mare, lo faranno anche i pesci e tu avrai fame." Per il terzo mese di seguito, si gettò sugli scogli ai suoi piedi.  "Quando sei con me, sono al sicuro nel mare. La barca non mi tradisce, il mio arpione resta dritto. Senza di te, il mare è mio nemico." La Sirena non sopportava il pensiero che il pescatore potesse annegare. Così, mise via lo specchio e il pettine (*) e andò a vivere sulla terra. Il pescatore chiamò come lei la sua casetta: Sirena. Ma la Sirena si sentiva in trappola, non era libera. Le maree cambiarono e venne l'inverno e non ci furono più pesci nel mare. La Sirena non aveva più la forza di sedersi sullo scoglio. Lentamente, la sua canzone si ridusse al silenzio. Alla fine il pescatore capì che cosa aveva fatto. Una notte di luna piena prese la barca, vi adagiò la Sirena e la riportò in mare. "Sii libera!", gridò e lei scivolò tra le onde, con la coda che riluceva come argento liquido. Il pescatore aveva il cuore a pezzi: non gli importava più che i pesci fossero tornati, né di sentire la canzone nelle notti di luna piena. "Non dovevo pretendere che vivesse nel mio mondo", pensava.  Al plenilunio successivo, andò sulla riva ed entrò in acqua... La vide vicino agli scogli, illuminata dalla luna. Guardò quegli occhi azzurro-viola e ascoltò quella bellissima canzone.  E quando all'alba la Sirena scivolò nuovamente nel mare, lui la seguì.

Per saperne di più: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/sirene.html

(*) Nota di Lunaria: specchio e pettine sono simboli delle Dee, così come il pesce; per approfondimenti, vedi:  https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/simbolismo-del-pesce.html

Per approfondimenti sulla Sicilia e le sue origini pagane, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/sicilia-storia-curiosita-letteratura.html

Altri due libri consigliati, ambientati in Sicilia e che parlano della condizione della donna: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/recensione-volevo-i-pantaloni.html

Un altro romanzo che parla degli scontri generazionali tra nonne, madri e nipoti e che mi è piaciuto molto: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/perche-ti-scrivo-tutto-questo-cosa.html



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