"Il Velo sulla Fronte" di Liala

Trama: Lalla è fidanzata a Morello, che è uno stimato dottore, ma l'arrivo di Onda e poi di José causa continui battibecchi tra i due, per una gelosia immotivata di Lalla al sapere che Morello ha in cura Onda, che porteranno alla rottura del fidanzamento. Morello si fidanza quindi con Onda, sapendo, fin dal principio, che la giovane è condannata a morire di un brutto male: accetterà di starle vicino come marito proprio per farle passare gli ultimi giorni di vita in modo sereno, facendole vivere l'amore. Lalla, inconsapevole di tutto questo, persiste nelle sue ripicche e quando si renderà conto della verità, sarà troppo tardi. Eppure, i due si amano ancora...

Commento di Lunaria: terzo episodio della saga di Lalla, (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/02/dormire-e-non-sognare-di-liala.html)(https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2022/01/lalla-che-torna-di-liala.html) dove Liala dipana, per pagine e pagine (ben 509!) tutti i tòpoi letterari a lei cari: le fanciulle frivole, vanesie, leggiadre, capricciose, egoiste (Lalla), contrapposte a quelle "sacrificali", dolci, caste, pure (Onda), uomini volitivi (José) e quelli pronti a sacrificarsi per un senso di onore (Morello), la tragedia e la morte che aleggiano, in maniera più o meno palpabile, nelle sue trame, fino all'epilogo finale. Oggigiorno i romanzi di Liala possono sembrare molto anacronistici (e in determinati passaggi lo sono) eppure Liala aveva una gran classe narrativa; splendide, come al solito, le descrizioni paesaggistiche (che sono sempre il punto di forza dei suoi romanzi) 

Gli stralci più belli: 

"La sera scese su l'Umbria dorata, la vestì prima di veli foschi, l'ammantò poi nel suo notturno mantello di velluto nero. Poche stelle apparvero, salì per l'arco del cielo una grande luna. Il manto notturno si illuminò, divenne argenteo. Restò così, argenteo, per ore e ore; poi a poco l'argenteo perse fulgore, divenne opaco. La luna disparve, vi fu per qualche tempo la tenebra: i piccoli fari delle stelle lontane si spensero, la terra umbra si ammantò di pallore, si vestì di rosa, ridivenne d'oro. Un altro giorno era cominciato."

"Nella mite sera primaverile, volavano alcuni petali di mandorlo. Uno, maggiormente sostenuto dalla brezza lieve, danzò un poco incerto davanti al terrazzo sul quale si apriva la camera di Lalla. Parve volersi posare. Ancora esitò. Infine si adagiò sulla balaustrata, accanto a un petalo scarlatto di geranio. Ma vi rimase poco. La brezza se lo riprese, lo riportò nello spazio, lo lasciò cadere su un'altra balaustrata in fiore, quella che aveva le finestre quasi sempre chiuse, una camera dove non dormiva più nessuno, ma nella quale in un giorno lontano un'altra Lalla Acquaviva aveva chiuso gli occhi per sempre, addormentandosi in un sonno eterno e senza sogni."

"Una luce straordinariamente viva si diffondeva sulle cose; un'immensa onda d'oro pareva sommergere la terra. Il piccolo lago si era fatto ancora più chiaro e più dolce e le ombre dei salici, delle canne e delle verzure che vi si riflettevano, erano leggere leggere, quasi fossero proiettate da una flora trasparente."

"Il lago era prossimo. E gli olivi vi si specchiavano e se nell'aria erano fermi, nell'acqua avevano un fremito lieve, che li rendeva vivi, tangibili, misteriosi. Tutte le cose attorno suggerivano le superstiti memorie e una moltitudine di ricordi si levava attorno ai due silenziosi ed era moltitudine mormorante ciò che le labbra non osavano proferire. Il passato tornava. Tornavano nel mormorio delle memorie le ore buone e le ore cattive. Il bene e il male, la gioia e il dolore, i torti e i meriti, tutto tornava, in quell'istante!"

"Cadde in ginocchio accanto alla creatura bionda. Le prime foglie morte, rotolavano sulla ghiaia, portate dal vento. E nel loro cammino verso il nulla mettevano, nella pausa delle raffiche, un mormorio di preghiera."


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