''Il Gatto Nero'' di Andrea Davidson (Harmony Intrigue)


Trama: Per Bettina Bacheller la realtà supera ogni immaginazione: non solo suo padre, che credeva morto, è vivo e vegeto, ma è addirittura il più famoso ladro internazionale di gioielli: il Gatto Nero. Solo un uomo può aiutarla a ritrovarlo: John Erickson, un ex agente del controspionaggio rifugiatosi a Capri per seminare le proprie tracce. Bettina lo raggiunge sull'isola con un duplice scopo: ottenere la sua collaborazione e poi tradirlo, consegnandolo al Governo. Non ha però calcolato d'incontrare per la prima volta il grande amore. E tutto il suo piano crolla miseramente.

Commento critico di Lunaria: "Il Gatto Nero" è una storia di azione, inseguimento e spionaggio, con qualche spruzzata di rosa; il problema è che l'Autrice è stata davvero parca, sul lato amoroso ed erotico (sì, certo, l'attrazione tra Bettina e John è presente, ma tutto è suggerito, più che mostrato), tanto che praticamente le scene di contatto fisico tra i due sono neanche un paio e descritte sinteticamente, pure con un certo pudore; in compenso abbondano i dialoghi e gli inseguimenti su e giù per l'Italia del Sud (non mancano neanche i sicari della mafia!), alla ricerca del Gatto Nero, il padre di Bettina, inseguito dalla figlia e da John, dall'Interpol, dalla polizia italiana, dai mafiosi e da agenti segreti pagati dalla "concorrenza". Certo, il romanzo ha una trama, è ben narrato (notevoli le descrizioni della nostra Italia, anche se un po' da cartolina... forse l'Autrice ha visitato personalmente i luoghi tra Capri e la Sicilia...) ma qui, di scene "rosa" non se ne vedono, se non in qualche sporadico dialogo e contatto fisico ridotto all'osso. Troppo poco per saziare chi, in questi romanzi, ricerca scene di amore ed eros esplicito, condito da tanti dettagli suggestivi. Se invece le vicende di spionaggio e d'azione vi piacciono senza tante smancerie dietro, allora "Il Gatto Nero" potrebbe essere adatto a voi.

Qualche stralcio del libro:

"Lei tremò tutta. Doveva essere il vino, anzi, non poteva essere che quello. Ne aveva bevuto troppo, come al solito. Quando avrebbe imparato a conoscere i propri limiti? E adesso quell'uomo, che di lì a poco avrebbe avuto gli occhi azzurri [...] le stava facendo delle proposte che avrebbe volentieri accettato. [...] Ma Bettina Bacheller era abituata a decidere lei quando era il momento, a fare lei la prima mossa e a scrivere le regole. Il vento tra le fronde e il rumore del mare in lontananza non l'avrebbero incantata come i marinai di Ulisse. Non quella sera, almeno."

*

Erickson la gelò con lo sguardo. "Anch'io sono stufo di aver paura di te. A ogni curva mi aspetto di vedere un posto di blocco e per di più non capisco a che gioco stai giocando."
Le afferrò un braccio e glielo strinse così forte che lei fece una smorfia di dolore. "Sta' attenta a come ti muovi, Bettina Bacheller, perché la terra potrebbe esploderti da sotto i piedi. Se annego, puoi stare sicura che tu annegherai con me."
In quel momento, lei rimpianse di esserselo scelto come aiutante.
[...] Erickson faticava a controllarsi. Studiò lo sguardo di Bettina alla ricerca della verità, quasi perdendosi in quel verde mare di paura. Rilassò le dita intorno all'impugnatura della pistola [...] cercò su quel viso meraviglioso delle bugie che dovevano per forza esserci, ma che lui non riusciva a smascherare.

*

In realtà non si trattava solo di quello; c'erano troppe cose in John Erickson di cui Bettina voleva andare a fondo. La sua passione per il pericolo e l'avventura la incuriosivano, il suo aspetto l'attraeva in modo irresistibile. Avrebbe voluto sperimentare la sua forza, farsi stringere da quelle braccia muscolose. Sentiva che in Erickson c'erano delle emozioni che aspettavano solo di esplodere e che, non trovando via d'uscita, gli si leggevano negli occhi. Le sarebbe piaciuto vederlo com'era veramente, sapere chi era veramente.








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