Trama: Lady Beatrice si è innamorata del tormentato e affascinante Sir Ranulf nell'istante stesso in cui lo ha visto, al castello del suo tutore Lord Merrick. Essendo figlia di un nobile traditore, sa di non poter sperare in una proposta di matrimonio da parte del giovane, e tuttavia non vuole rinunciare ai sentimenti che prova per lui. Così, quando il valoroso cavaliere viene mandato da Lord Merrick ad amministrare la proprietà di Penterwell, in Cornovaglia, Beatrice convince il suo titubante tutore a darle il permesso di seguire Ranulf per aiutarlo nella conduzione del castello. Lui però non essendo affatto indifferente alla bellezza e alla vivacità della fanciulla, è determinato a non cedere alla passione: perché? E intanto, un assassino sta seminando morte e gli abitanti del villaggio si trincerano dietro un silenzio omertoso...
Commento di Lunaria: "Un cavaliere senza terra" è il quinto ed ultimo episodio della serie "Fratelli d'Arme" (che purtroppo non ho). La brava Margaret Moore si riconferma una delle più valide scrittrici di rosa medioevale.
Similmente al precedente "La dama e il cavaliere" http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/03/la-dama-e-il-cavaliere-di-margaret.html (e a "La fata del castello" http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/07/la-fata-del-castello-di-margaret-moore.html ) anche "Un cavaliere senza terra" è un notevole affresco storico della Cornovaglia del 1244. Gli usi e i costumi, gli "obblighi di etichetta" (che oggigiorno definiremmo anche ridicoli) della nobiltà sono descritti minuziosamente, e la protagonista, Beatrice, è una donna molto intraprendente, combattiva e testarda (anche se forse un po' troppo moderna, quanto a spavalderia) ed una vera maestra di "oratoria confutatoria" con una lingua tagliente e velenosa, quando si trova a dover affrontare il contrabbandiere che l'ha rapita, mettendolo KO solo con la forza del ragionamento!
Nel romanzo c'è anche spazio per un leggero riferimento "giallo-investigativo" (un assassino sta uccidendo i pescatori e altre persone del villaggio) che sicuramente rende meno scontata la vicenda.
è un po' un classico, per Margaret Moore, descrivere personaggi maschili dal passato torbido, conflittuale ed enigmatico (tendenza che si riscontrerà anche in "La fata del castello"), e proporre l'amore come rimedio per "redimere" dagli errori del passato. Devo dire che tra tutte le autrici di "Medieval Romance" Margaret Moore è quella che ho apprezzato di più, sia per talento narrativo nel dare vita a personaggi "vivi" nella loro complessità psichica, e non bidimensionali, sia per il suo aver raccontato storie non banali che riescono quasi a farci sembrare il Medioevo meno "bacchettone" e più avvincente di quello che ci si aspetterebbe. Quindi è un'Autrice che consiglio sicuramente!
Gli stralci più belli:
"Se suo padre non fosse stato un traditore, avrebbe potuto sperare di sposarlo [...] Di conseguenza, l'unica speranza alla portata di Beatrice era diventare la sua amante. E quanto ci sperava! Con i suoi lineamenti spigolosi e affilati, il possente corpo da guerriero e i penetranti occhi nocciola, Ranulf era l'uomo più attraente che lei avesse mai conosciuto [...] Forse sbagliava a credere che Ranulf nutrisse qualche sentimento per lei, o che la desiderasse. Forse quello che le era sembrato di vedere era un parto della sua fervida e speranzosa immaginazione [...] Di sicuro c'erano altri uomini... dovevano esserci altri uomini capaci di farle battere più forte il cuore. Da qualche parte."
"Non doveva pensare a Beatrice [...] Per Ranulf lei non poteva essere altro che la cugina, graziosa e vivace, della moglie del suo amico. Farsi idee diverse, nonostante quello che a volte credeva di leggerle negli occhi, era solo orgoglio e vanità. Lui era un cavaliere, ma povero e senza terra [...] Che cosa poteva offrire a una donna bella e piena di vita come Beatrice, che poteva aspirare a chissà quanti uomini più ricchi e migliori di lui?"
"E poi gli sorrise. Un sorriso glorioso. Felice. Come se lei non desiderasse altro che la portasse nel suo letto e facesse l'amore con lei. [...] "Bea", mormorò pronunciando il suo nome come un sospiro, una speranza, una supplica. Col braccio le cinse la vita attirandola a sé, catturandole la bocca con un bacio appassionato. "Ranulf", sussurrò lei, ricambiando il bacio come se da anni aspettasse solo quel momento [...] Il desiderio che aveva frenato così a lungo grazie alla sua volontà di ferro ruppe gli argini. Bisogno, sentimento, passione e brama, simili a semi dopo il riposo invernale, presero improvvisamente vita col calore e la luce del sole."
"Mentre la teneva tra le braccia, una cosa gli sembrava certa: non poteva continuare così, intrappolato tra il desiderio e la trepidazione. In un modo o nell'altro doveva appurare se Bea poteva perdonargli il suo passato. Si sarebbe confidato con lei e l'avrebbe lasciata libera di decidere se lui era degno del suo amore. E se avesse reagito come temeva e si fosse allontanata, inorridita? Se avesse detto che non poteva più amarlo?"
Per un approfondimento sulla Letteratura del Medioevo vedi: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/08/alle-origini-del-romanzo-rosa-medieval.html
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