"La fata del castello" di Margaret Moore (Romanzi Storici)



Trama: Inghilterra, XI secolo. Urien Fitzroy, giunto a Bridgeford Wells in cerca di un nuovo signore a cui offrire i suoi servigi, viene assoldato e accolto da Lord Gervais nel suo castello. Qui il valente cavaliere ha modo di conoscere Fritha, la figlia adottiva del gentiluomo, e di apprezzarne la generosità e l'intelligenza. Ma così facendo suscita l'invidia della perfida Lady Gervais, che non esita a ricorrere prima alle sue arti seduttive e poi addirittura alla menzogna per contrastare l'amore nato tra la dolce Fritha e il valoroso Urien. La verità, tuttavia, è come una fiaccola nella notte e la sua luce è destinata a trionfare nelle tenebre...

Commento di Lunaria: Margaret Moore si riconferma una delle più talentuose scrittrici di Medieval Romance. Come in altri suoi romanzi


l'Autrice dà vita a personaggi complessi, a tutto tondo, sullo sfondo di un Medioevo vivido e vivace, pulsante di emozioni e drammi. Tutto è ricostruito con dettagli e bravura,  e non solo i personaggi centrali, cioè Fritha, Urien e Lady Gervais, ma anche quelli secondari (paggi, scudieri, locandiere, gli abitanti del villaggio, gli altri nobili al castello...). Il romanzo acquista verve soprattutto nella seconda parte, quando l'amore passionale tra Fritha e Urien è ormai evidente, e quando la perfida Lady Gervais, una sorta di libinosa "donna di potere" che tesse intrighi manipolando le persone come pedine per diventare sempre più ricca, giunge persino a minacciare Urien per obbligarlo a... fare l'amore con lei, altrimenti rivelerà a Lord Gervais che la sua pupilla, Fritha, è stata disonorata: ha già perso la verginità, sedotta da Urien. Inevitabile la disperazione dei due amanti, l'abbandono, l'apparente trionfo di Lady Gervais e la risoluzione dell'intrigo. Scene erotiche passionali molto ben descritte, anche se si riducono ad un paio e solamente a partire dal capitolo 11 (su un totale di 19 capitoli), un ritmo narrativo che parte un po' lento, dando più spazio alle faccende quotidiane di Fritha impegnata nella vita del villaggio (in tutta la prima parte, quando tra Fritha e Urien ancora non c'è una vera e propria attrazione) e che acquista vivacità soprattutto nella seconda parte. Come sua abitudine, l'Autrice anche questa volta ci presenta un personaggio maschile dal passato difficile, doloroso e tormentato, che troverà riscatto nell'amore puro di Fritha, nobile fanciulla che non abbandona gli abitanti del villaggio alla mercè della perfida Lady Gervais, anche a discapito della sua felicità. Esattamente come i romanzi precedenti, anche "La fata del castello" è un romanzo molto consigliato.


Gli stralci più belli:

"Fritha!"
Uno sguardo al viso pallido e terrorizzato di Fritha scatenò l'ira di Urien. Conosceva quella paura negli occhi di una donna e sarebbe stato felice di uccidere l'uomo che l'aveva provocata. [...] Dovette resistere all'impulso di prenderla fra le braccia, di riscaldarla con il calore del proprio corpo, rammentando a se stesso la loro differenza di rango.

Se avesse potuto fare qualcosa per cancellare l'angoscia dagli occhi scuri di Urien, l'avrebbe fatta. E Fritha sapeva, con assoluta certezza, che lo avrebbe amato fino alla morte.

Era pericoloso avventurarsi fra gli alberi a quell'ora, ma era anche eccitante, soprattutto perché stava per incontrarsi con Urien.
Quando s'inoltrò sotto i rami cadenti del salice, lo vide. Era in acqua e galleggiava sulla schiena, protetto dal baldacchino di foglie dei rami del salice piangente. Era nudo, notò Fritha, sorridendo fra sé quando si guardò attorno e vide i vestiti ammucchiati accanto al tronco e il mantello steso sull'erba. Era incantata ad ammirarlo allorché lui la vide e si sollevò.
[...] "Raggiungimi."
"Fa troppo freddo."
"Ti riscalderò io."
[...] Una brezza leggera agitava le fronde. Lui sembrava un'antica divinità del fiume, che emergeva dall'acqua per invitare una donna a diventare la sua amante.
"Vieni qui...", le bisbigliò.
Urien era un Dio. Il Dio del suo cuore, della sua vita. Eppure, era un uomo, con un bisogno e desiderio come lei: una casa, un focolare sicuro e felice.
Lui era irresistibile. Fritha non desiderava altro che stare fra le sue braccia. Si sfilò lentamente il vestito, lasciandolo cadere a terra. Quando mise piede nell'acqua, fu percorsa da un brivido.
Poi Urien la prese fra le braccia, calde e forti. La baciò con ardore, mentre l'accarezzava come lui solo sapeva fare.
Immersa nell'acqua, sotto quel baldacchino di rami, Fritha si sentì selvaggia e pagana.
Urien l'attirò contro di sé. Quando la sollevò, lei gli avvinghiò le gambe attorno al corpo, artigliandogli le spalle.
Fritha scivolò piano nell'acqua, sfiorandogli il petto con i seni.
A quel punto lui la sollevò sulle braccia e la portò fuori dall'acqua, deponendola sul mantello steso sotto il salice. Poi si sdraiò al suo fianco.

Fritha si rannicchiò contro il corpo nudo di Urien, avvolgendosi ancor di più nel mantello. "Hai freddo?" le chiese lui.
"Un poco. è scesa la rugiada; dev'essere quasi mattina."
Fritha non accennò a lasciare il caldo nido delle braccia di Urien.



Sulla stessa Autrice vedi anche:
http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/07/un-cavaliere-senza-terra-di-margaret.html
http://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2018/03/la-dama-e-il-cavaliere-di-margaret.html


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