"La Pietra Magica" di Karyn Monk (Romanzi Storici)



Trama: scampata alla morte con l'ingiusta accusa di stregoneria, Gwendolyn ora è costretta, paradossalmente, a dimostrare di essere una strega guaritrice a colui che l'ha rapita, salvandola dalla condanna al rogo, per servirsi dei suoi poteri e salvare così il figlioletto David, gravemente ammalato. Non solo Gwendolyn non possiede nessun potere magico ma non è neppure sicura di riuscire a resistere ad Alex MacDunn, vedovo da diverso tempo...

Commento di Lunaria: il libro mi è piaciuto molto, sia per come è scritto, sia per la trama; l'Autrice è stata molto brava a riportare gran parte dei pregiudizi cristiani dell'epoca contro le donne, in particolar modo nel primo capitolo (*); i personaggi della vicenda risultano ben descritti, con dettagliati e fini ritratti psicologici; li si sente "soffrire e amare", nei loro monologhi o nei dialoghi, ma anche nei piccoli gesti, vibrando in maniera molto intensa e viva; non ci sono "punti morti" nella vicenda, che è ben narrata e architettata, anche se la mole (318 pagine) potrebbe essere un difetto per chi predilige storie più "slim". Le scene d'amore sono intense, anche se per forza di cose giungono passata la metà del romanzo; è anche intrigante l'idea di far passare Gwendolyn ora come una strega che controlla il tempo, ora come una semplice donna "che ha avuto fortuna"; ovviamente la verità verrà svelata solo alla fine.


(*) Che inizia così:

Le Highlands della Scozia, Estate 1209
Il dolore alla schiena per essere rimasta appoggiata alla parete fredda la costrinse ad alzarsi lentamente ma con dignità. Socchiudendo gli occhi alla fievole luce diffusa da una torcia, scorse la robusta figura del suo carceriere, Sim. Altri due uomini si profilavano dietro di lui, le facce indistinte immerse nell'oscurità. Li studiò per un momento, poi dischiuse leggermente la mano che stringeva la piccola pietra dai bordi taglienti. Robert non era con loro.
"Ti stanno aspettando", annunciò Sim. "Ed è anche una bella serata", aggiunse, storcendo la fetida bocca con malevolo piacere. "Il vento è giusto".
Controllando l'impulso di mollargli un pugno in faccia, Gwendolyn mosse un passo avanti. 
"Dammi le mani", ordinò lui, brandendo un rozzo pezzo di corda.
Le sue dita si serrarono a pugno, nascondendo a misera arma mentre la corda stringeva i suoi polsi. Non riusciva ad immaginare quale reazione temesse Robert da lei mentre veniva scortata verso la morte da quei due energumeni. Dopo averla legata, i due l'afferrarono per le braccia e la spinsero nel corridoio buio. Il fetore dei corpi non lavati, cibo imputridito ed escrementi umani le penetrò nelle narici. Camminò velocemente lungo il viscido passaggio, i piedi che sguazzavano in sudicie pozze d'acque. Qualcosa di peloso le sfrecciò davanti. Si fermò ansimando.
I guerrieri scoppiarono a ridere. "Una strega che ha paura di un topolino!" la canzonò uno. "Non gli stacchi la testa con un morso prima di far colare il loro sangue nelle tue pozioni?"
"Perché non compi un incantesimo, come hai fatto per il tuo povero padre?", la punzecchiò l'altro.
"Conservo i miei poteri per l'incantesimo che intendo fare a te", rispose Gwendolyn.
Salirono la scala fino al piano principale del castello. Stavano preparando una magnifica festa per celebrare la sua morte, e tutto il clan era stato invitato a unirsi a Laird MacSween e alla sua famiglia in quella straordinaria occasione. Passò in fretta davanti alle ghignanti guardie sulla porta e uscì nell'aria calda della sera.
"Eccola!", strillò qualcuno istericamente.
"Strega!", sibilò una ragazza con gli occhi spiritati, stringendosi il figlioletto al petto. "Hai fatto venire la febbre al mio bambino!"
"Maledetta assassina!", ringhiò un giovane magro che non dimostrava più di 13 anni. "Sei stata tu ad uccidere mia madre il mese scorso, non è vero?"
"Ed è colpa tua se la gamba di mio figlio è rimasta schiacciata sotto quell'albero", gridò una donna con i capelli grigi, "rendendolo storpio. Tutta colpa tua, meretrice di Satana!"
La folla cominciò a lanciarle insulti e accuse, le facce alterate dall'odio, i corpi pronti a scattare. Gwendolyn si fermò, spaventata.
"Avanti, strega", ringhiò una delle guardie. "Muoviti". Le diede uno spintone, e lei inciampò.
La folla fluttuò immediatamente in avanti, ghermendole i capelli, la faccia, il vestito.
"Meretrice del diavolo!"
"Progenie di Satana!"
"Sudicia sgualdrina!"
Gwendolyn era terrorizzata. Alzò le braccia legate nel vano tentativo di proteggersi il volto mentre il suo clan le martellava le spalle e la schiena di pugni. Quando non riuscì più a sopportare l'aggressione, cadde in ginocchio.
"Basta!", gridò una voce adirata da qualche parte oltre la mischia. "Smettetela, o vi strapperò il cuore!"
I suoi aggressori esitarono, incerti su chi avesse parlato. Guardarono con espressione interrogativa verso la pedana sontuosamente addobbata sulla quale sedeva Laird MacSween con sua moglie, il giovane figlio e il fratello, Robert.
[...]
Quando i suoi accompagnatori la lasciarono, il florido Padre Thomas salì esitante i gradini del palco. "Bene, Gwendolyn, sei pronta a confessare finalmente i tuoi peccati e a implorare il perdono di Dio per la cattiva strada che hai imboccato?", domandò a voce alta, perché il suo pubblico lo sentisse.
Lei girò la testa dall'altra parte. Gli puzzava l'alito di birra. "Non ho commesso nessun peccato, Padre." 
Padre Thomas corrugò la fronte. "Via, figliola, sarai presto al cospetto di Dio. Ti manderà dritta all'inferno, dove brucerai per l'eternità, a meno che tu non chieda perdono ora."
"Neanche un prete può aiutarti, lurida sgualdrina!", gridò furioso un uomo.
"Neanche il demonio!", aggiunse un altro. Gwendolyn fissò Padre Thomas. "E se confesserò, troverò misericordia qui, fra la mia gente?"
"Sei colpevole di assassinio e stregoneria", le fece notare lui, scuotendo la testa. Si girò verso gli astanti, alzò le braccia e concluse grandiosamente "Nessuna donna accusata di così gravi crimini sfuggirà al perenne tormento dell'inferno."
La folla esultò.
Gwendolyn rifletté per un momento. "Se non posso sperare di sfuggire alla morte, allora non vedo ragione di trattenermi dal confidarmi con voi, Padre."
Lui apparve sorpreso, ma si ricompose subito. Annuì saggiamente e intrecciò le mani sul ventre prominente. "Dio sta ascoltando, Gwendolyn", le assicurò.
"Sono innocente. Pensateci stasera quando siederete alla tavola del laird nelle vostre vesti migiori e vi ingozzerete di carne e birra sufficienti per sfamare un bambino per un mese. Riflettete sul fatto che mi avete assassinata, Padre, e pregate di non soffocarvi con tutto quel cibo."
La sua faccia tonda divenne rossa per la rabbia. "Come osi parlare così ad un uomo di Dio!"
"Se voi foste realmente un uomo di Dio, avreste cercato di proteggermi invece di distruggermi."
"è il demonio che sta parlando. Eri solo una bambina quando tua madre fu bruciata, ma evidentemente eri abbastanza grande da ereditare le sue cattive abitudini."
"Mia madre non era più colpevole di stregoneria di quanto lo sia io."

Altri stralci del libro:

Il terreno cominciò a rimbobare sotto di lei. Correva ancor più in fretta, ma adesso sentì i rami scricchiolare, annunciando l'arrivo di un cavaliere. La disperazione la sopraffece. Rendendosi conto di essere in trappola si fermò per voltarsi nella direzione di quel rumore. MacDunn si stava precipitando verso di lei, pronto a scoccare una freccia. La rabbia gli aveva indurito i lineamenti. Gwendolyn lo fissò inorridita, il cuore raggelato. Invece di abbassare l'arma mentre si avvicinava, mirò dritto a lei.

*

E così abbassò la testa e catturò le sue labbra. Gwendolyn rimase come paralizzata mentre la bocca di MacDunn si posava sulla sua. Non era mai stata baciata, perché nessun uomo nel suo clan avrebbe osato trastullarsi con la ragazza marchiata fin da piccina come una strega. Ma anche nella sua innocenza, percepiva un furore represso nel modo in cui le labbra di lui si posavano sulle sue. Una fiamma prese vita in lei, e il sangue cominciò a scorrere più in fretta, facendola avvampare e sentire strana. Quella sensazione era così deliziosa che Gwendolyn dischiuse leggermente la bocca, si appoggiò al suo corpo muscoloso e gli cinse il collo con le braccia, aggrappandosi a lui e ricambiando il bacio. La forza sembrava emanare dall'uomo mentre le sue mani si muovevano lungo la sua schiena, serrandole i fianchi, premendola contro la sua virilità. Un'ondata di piacere la pervase e un debole grido le sfuggì dalla gola. 

*

Guardò Gwendolyn, che giaceva rannicchiata sul terreno rabbrividendo sotto la sciarpa di Brodick. La sua ultima speranza, per quanto tenue, era che questa strega fosse in grado di salvare suo figlio. Scoppiò quasi a ridere per l'assurdità di quell'idea. Era un'assassina condannata come tale, tanto esile che un soffio di vento l'avrebbe potuta far volare via.

*

Una fredda, nera ondata di sconforto la pervase all'improvviso [...] Era sola al mondo, prigioniera e reietta, temuta e disprezzata perché era stata marchiata come assassina e come strega. Per un momento il dolore fu insopportabile. Chiuse gli occhi e si raggomitolò, sentendosi piccina e spaventata, come una bambina indifesa. Voleva riaddormentarsi e svegliarsi per scoprire che l'amara realtà della sua vita non era altro che un brutto sogno. 

*

Un'ondata di desiderio lo pervase, offuscandogli la mente e interrompendo il corso dei suoi pensieri. Avrebbe voluto toccarla, attirarla tra le sue braccia, stringerla a sé. Erano soli nella stanza. Poteva facilmente prenderla. Era sua prigioniera, viveva soltanto perché l'aveva strappata dagli artigli della morte [...] Gwendolyn guardò MacDunn a disagio, sconvolta dall'intensità del suo sguardo. Aveva già visto quell'espressione e il ricordo le affrettò il respiro e le riscaldò il sangue.

*

Gwendolyn cercò di rimanere impassibile mentre MacDunn si dirigeva verso di lei, gli occhi azzurri sfavillanti di un'emozione che non conosceva. Era stata minacciata ed intimidita per tutta la vita, ricordò a se stessa. L'avevano chiamata con i più volgari appellativi e accusata dei peggiori reati. Alla fine suo padre era stato assassinato e lei era stata gettata nella più infame delle prigioni, percossa dalla folla, legata a un palo e quasi bruciata viva. Niente di quel che poteva farle MacDunn sarebbe stato peggio di quanto aveva già sopportato, pensò mentre lui l'afferrava con forza per le spalle. Niente. Lo guardò con immensa calma, determinata a mostrargli che non aveva affatto paura di lui. Alex la fissò per un lungo, raggelante momento, le mani che le stringevano forte le spalle. Voleva scuoterla, spaventarla per vedere la paura nei suoi chiari occhi grigi invece di quella gelida calma beffarda. La furia da cui si sentiva pervadere era allarmante, perché la rabbia erodeva sempre il tenue controllo che aveva della sua mente. Ma Flora era morta e suo figlio stava morendo e questa strega, che era stata la sua ultima speranza, lo aveva deluso. (...) D'un tratto abbassò la testa e premette selvaggiamente la bocca sulla sua. Gwendolyn ansimò e cercò di tirarsi indietro, ma MacDunn la serrò forte tra le braccia, imprigionandola. Lei gli pestò i pugni sul petto, ma il suo corpo era protetto da una pesante armatura di muscoli. (...) si dibatté e cercò di protestare, ma il suono fu soffocato dalla prepotenza delle sue labbra (...) un'ondata di piacere la pervase, rimescolandole il sangue. Gli infilò le mani tra i folti capelli biondi e lo trattenne a sé, osservandolo con oscura, inspiegabile eccitazione mentre lui sfiorava il roseo capezzolo con le labbra (...) Una sensazione sconosciuta sbocciò nel suo profondo, un dolore ignoto, sordo, urgente, e infine avvertì un melato calore tra le gambe.

*

"Gwendolyn", mormorò, "non sei sola."
Lei scosse il capo. "Lo sono, MacDunn. Lo sarò sempre"
"No", mormorò lui, abbassando le labbra fin quasi a sfiorare le sue. "Non finché vivrò."
Con quel solenne impegno premette le labbra sulle sue, cingendola con le braccia e attirandola forte a sé. La baciò con ardore, con avidità, desiderando di perdersi in lei. La bocca di Gwendolyn era morbida, scura e sapeva di vino, come un frutto maturo riscaldato dall'estate, e profumava di campi e di luce del sole, un profumo che l'aveva fatto impazzire fin dalla prima volta che l'aveva stretta a sé.



Il tema della stregoneria e delle donne guaritrici è stato affrontato anche in questi libri: http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/07/la-spada-delle-highlands-di-ruth-langan.html
"La strega e il cavaliere"

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